mercoledì, 5 Febbraio 2025
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Quindici paia di scarpe al dì. Se lo shopping è ossessione

Tre persone in cura al Sert di Firenze per guarire dallo shopping compulsivo. Ma la nuova dipendenza che si sta diffondendo di più il gioco d'azzardo

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C’è chi arrivato a comprare fino a 15 paia di scarpe in un solo giorno. C’è chi ha riscosso lo stipendio e nel giro di un pomeriggio lo ha finito in cappotti ed abitini. Chi, spesi in vestiti tutti i suoi risparmi, è arrivato a rubare il salvadanaio del figlio o ha messo mano al portafoglio del consorte.

SHOPPING COMPULSIVO. E’ la storia dei malati di shopping compulsivo, di chi compra per ossessione, in balia di una mania. Spendere per loro è una dipendenza. Una droga. Senza la quale si va in astinenza. Si smette di ‘strisciare’ ogni tanto la carta di credito per piacere e lo si inizia a fare per un’insana necessità. Proprio come un alcolizzato si attacca alla bottiglia e non può farne a meno, anche chi non smette di comprare deve ammettere di avere un problema. A Firenze tre persone affette da shopping compulsivo nel corso del 2011 ci sono riuscite e  si sono rivolte al Sert chiedendo aiuto.

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VITTIMA ANCHE UN UOMO. Lo racconta Adriana Iozzi, responsabile del Sert C di via Lorenzo il Magnifico di Firenze, che questa mattina in Palazzo Vecchio, insieme all’assessore al sociale Stefania Saccardi e al direttore del dipartimento dipendenze dell’Azienda sanitaria di Firenze Paola Trotta, ha illustrato il progetto Gap, campagna di ascolto rivolta alle vittime delle dipendenze. Nel 2011 il dipartimento ha seguito 159 giocatori d’azzardo e 31 persone con altre dipendenze comportamentali tra cui lo shopping compulsivo e la dipendenza da internet. “Almeno tre i casi di shopping compulsivo di cui ci siamo trattati – spiega Iozzi -.Tra questi anche un uomo, arrivato a comprare nel giro di un giorno ben 15 paia di scarpe”. Ma, racconta Iozzi, le storie dei malati sono diverse: la maggior parte delle vittime di shopping complusivo  sono donne, quasi tutte con una vera e propria fissazione per abiti e vestiti, tanto bramose di comprare e comprare che qualcuna è arrivata a sottrarre il denaro a figli e marito.

LA CURA. La confisca del bancomat e della carta di credito, un giro di vite alle risorse di denaro sono il primo passo verso la cura. “Il successivo è cercare di creare nuovi interessi, far tornare i pazienti agli affetti familiari. Su questo aspetto lavoriamo a stretto contatto con i familiari e una grande spinta alla guarigione la danno i gruppi di auto aiuto” continua Iozzi. Talvolta, però, servono anche i farmaci, perchè gli ossessivi compulsivi presentano spesso quadri depressivi. Una guarigione completa non si raggiunge mai. Ma si può star bene per lunghi periodi. L’importante è ricordarsi la sottile linea di patologia che c’è tra il comprare un paio di scarpe ogni tanto e 15 in un solo dì.

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GIOCO D’AZZARDO. Il gioco d’azzardo rimane la forma di dipendenza più diffusa. In un anno, dal 2010 al 2011, le persone in cura da Asl e Sert sono aumentate del 24%. “I giocatori patologici sono il 2% delle popolazione adulta, il5% degli adolescenti. per un giro d’affari salito a 76 miliardi nel Paese” spiega Trotta. Il progetto Gap, aggiunge l’assessore Saccardi, “cerca proprio di limitare la crescita di questo fenomeno. Ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione dei rischi che si corrono quando il gioco diventa una malattia”.

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