martedì, 16 Aprile 2024
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Dal Sundence allo Stensen, sul grande schermo la storia di Oscar Grant

Venerdì 7 marzo, alle ore 21.00, il cinema Stensen (viale Don Minzoni, 25) proietterà l'anteprima regionale del film che ha vinto il Gran Premio della Giuria e l' Audience Award al Sundance Film Festival 2013.

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Venerdì 7 marzo, alle 21, lo Stensen (viale Don Minzoni, 25) proietta l’anteprima del film che ha vinto il Gran Premio della Giuria e l’Audience Award al Sundance Film Festival 2013.

IL FILM. ”Prossima fermata – Fruitvale Station” è diretto dal giovane regista ventiseienne Ryan Coogler, che è già al suo quinto lungometraggio; il film è stato subito apprezzato dalla critica, che lo ha premiato con il Gran Premio della Giuria e con l’Audience Award al Sundance Film Festival. La storia che viene esposta è tratta da un fatto realmente accaduto: la morte del ragazzo afroamericano Oscar Grant, avvenuta il 31 dicembre 2008 per mano di un agente di polizia.

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TRAMA. Oscar Grant viene fermato dalla polizia a causa di una rissa scoppiata a bordo di un treno. I fermati vengono disposti con la schiena al muro lungo la banchina della stazione Fruitvale, tra Oakland e San Francisco, California. Il treno è fermo, ma al suo interno centinaia di persone osservano e riprendono con i cellulari ciò che sta accadendo. Quando un agente usa la forza per immobilizzare Oscar la folla protesta calorosamente, ma le forze dell’ordine non cedono, anzi rispondono con più fermezza. Poi, accade tutto il un lampo. Oscar è a terra, disarmato, con le manette ai polsi. Uno dei tre agenti presenti estrae l’arma e gli spara un colpo alla schiena, a sangue freddo. Il ragazzo realizza ciò che è successo ed ha giusto il tempo di dire: “Mi hai sparato, ho una figlia di quattro anni”. L’ agente che ha sparato il colpo ha giurato in tribunale che pensava di aver in mano la sua pistola elettrica, non quella vera. Viene condannato per omicidio colposo e dopo soli 11 mesi torna in libertà, scatenando una rivolta per le strade della California.  

”PROSSIMA FERMATA”. Il film si propone un ambizioso fine: restituire la sua dignità a un uomo, a una vittima, che prima è divenuto un fenomeno mediatico e poi, di conseguenza, una “moneta di scambio politico”. Proprio per questo Ryan Coogler ha optato per il genere della fiction piuttosto che per quello del documentario, per andare oltre il mero fatto di cronaca e per guardare approfonditamente all’interiorità dei personaggi: “Avevo come l’impressione – spiega il regista – che durante il processo si fosse dimenticato che Oscar era prima di tutto una persona”. 

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