giovedì, 12 Dicembre 2024
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Moda sì, ma a quattro zampe

Verrebbe spontaneamente da esclamare alla vista di barboncini e chiwawa trasformati in bambolotti di peluche color “bubblegum”.

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Non è falso moralismo e non scatta  nessuna emergenza animali, soprattutto se si considerano i vizi a cui si abituano certi animali da compagnia. Solo bisognerebbe riflettere un momento in più sulla dignità negata a cucciolotti ignari, che non sentono l’impellente necessità di farsi la tinta alla pelliccia. E poi, che la messa in piega fucsia sia carina, non è detto. Che sia originale, meno che mai, viste le decine di ragazze che hanno pensato bene di copiare gli antesignani cagnetti d’oltreoceano con risultati abominevoli. Da X-files.

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In tema di cani rosa però, una lancia va spezzata in favore dei fiorentini che, anche a detta di esperti cinofili, non si fanno traviare dalle mode dilaganti. Bravi. Fiocchettini, cappellini e cappotti, quelli si. Si vedono sotto la cupola del Brunelleschi e a passeggio in via Tornabuoni. Ma sono innocui.

“Il cane avrebbe freddo senza il maglioncino”, si sente dire in giro. Ma allora, viene spontaneo pensare, le decine di migliaia di quadrupedi cresciuti nei “tempi bui” durante i quali la moda non imponeva l’illuminato e “indispensabile” accessorio canino, sarebbero dovuti morire assiderati? Chissà.

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Una cosa però è vera. Gli animali vestiti sono tanto buffi. E se mettere un cappottino di tweed o una tutina mimetica riesce a mettere di buonumore, allora viva la pet-therapy e l’abbigliamento a quattro zampe! L’importante è non esagerare. Una volta tornati a casa, niente pigiama, vestaglia e pantofole. Solo carezze e una cuccia. Preferibilmente a tinta unita.

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