giovedì, 18 Aprile 2024
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Papa Waigo: “Voglio crescere a Firenze”

intervista a Papa Waigo, il nuovo acquisto della fiorentina. la punta senegalese si racconta

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Il calcio, il suo calcio, è stare insieme. Lottare e poi gioire per una stessa causa, vedere i compagni che corrono verso di te per abbracciarti, per condividere le stesse emozioni. I gol contano, certo, ma non sono tutto. Papa Waigo, il nuovo acquisto di Pantaleo Corvino, sorride e guarda avanti. “Ho realizzato un sogno – dice – da piccolo giocavo per strada, con i miei amici e subito ho capito quanto fosse bello questo sport”. Non ha fame di protagonismo, tutt’altro. “Voglio crescere, mettermi alla prova, misurarmi con i miei compagni. Non mi voglio fermare”. Non adesso, che il grande sogno si è trasformato in  realtà.  

Papa Waigo, dal Senegal al Verona, fino alla Fiorentina. La grande opportunità è finalmente arrivata…
Quanti passi in avanti… Sì, perché dal settore giovanile sono passato in prima squadra. Poi un anno a Cesena, qualche mese a Genova e ora qui. In un club importante, pronto a mettermi a disposizione.

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Adesso, quali sono i suoi obiettivi?
Dico solo che è bellissimo. E’ un po’ come un sogno. Io ho tanta voglia di dimostrare, di voler crescere, di andare avanti e crescere ancora. Il resto non conta.

La concorrenza, insomma, non la spaventa
Affatto. Nella Fiorentina ci sono tanti campioni e per me sarà comunque un’occasione irripetibile. Vederli in campo, allenarmi con loro…Non mi sembra vero.

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Si racconti. Dove ha iniziato a giocare a calcio?
Ho imparato per la strada e sulla spiaggia, in Senegal. E lì ho scoperto quello che succede se segni un gol: tutti ti corrono intorno e ti abbracciano. Il calcio è gioia. Ti senti coinvolto. E ho deciso di diventare calciatore. Per stare insieme.

In Italia non tutti gli attaccanti la pensano come lei…
Io sono fatto così. Pensi che quando mi domandano a chi assomiglio, io rispondo che in campo sono semplicemente me stesso. Sono Papa Waigo e basta.

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E quel modo così particolare di esultare dopo un gol? Da dove nasce?
Lo fanno in Senegal i nostri guerrieri prima di lottare. E’ stato un gesto bello e soprattutto spontaneo che è nato a Cesena. Lo feci dopo aver realizzato il mio primo gol e poi mi sono semplicemente ripetuto. Racchiude, per certi versi, la mia concezione delle cose, perché nella vita ti devi conquistare tutto, non ti viene regalato mai niente. Devi lottare, come i guerrieri senegalesi.

Intanto i tifosi viola sono già andati a ripescare i suoi due gol segnati contro la Juventus, lo scorso anno in B. Papa Waigo è davvero l’anti-Juve?
Ho sempre sognato di realizzare un gol contro una grande squadra, magari potessi ripetermi adesso (ride, ndr). Chissà come sarebbero felici i miei nuovi tifosi. Conosco la grande rivalità che c’è tra i due club e sono pronto a raccogliere la sfida. Intanto però devo ancora dimostrare tutto il mio valore

Tecnicamente, invece come si descrive?
Sono un attaccante esterno, punto sulla velocità, cerco di aiutare la squadra e… se vengono i gol tanto meglio. Non aggiungo di più, però. Vorrei che a parlare fosse il campo, perché i suoi giudizi sono insindacabili

A chi si ispira?
A Papa Waigo e non ho un modello di riferimento. La semplicità è nel mio Dna e non amo i paragoni. Sono un giocatore a cui piace mettersi in discussione e che pensa soltanto a completare la propria maturazione agonistica.

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