sabato, 20 Aprile 2024
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La tradizione: la “Capannuccia” di Natale a Firenze

Con il Natale torna a Firenze anche la tradizione della Capannuccia, ovvero del presepe. Storia di una tradizione che affonda nel Medioevo

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Ci risiamo, di nuovo al 25 Dicembre, ricorrenza del Santo Natale con le sue musiche, i suoi canti, gli addobbi, i regali e la “Capannuccia”! Festa cristiana celebrativa della nascita di Gesù Cristo, il Natale (dal latino dies natalis, giorno della nascita), anticamente veniva celebrato insieme alla festività dell’Epifania, quando dal IV secolo le due feste furono separate. Per solennizzare il Natale, dandogli un preciso contenuto cristiano, venne convenzionalmente fissata la data del 25 dicembre, già festa pagana del Sole invitto. A Firenze, per solennizzare il Natale, come da altre parti, era usanza allestire, fino dal Medioevo, il presepe o presepio (per noi detta anche Capannuccia), quale rappresentazione scenica della nascita di Gesù.

Natale a Firenze, ecco come nasce la tradizione della Capannuccia

Iniziarono le chiese a mettere a punto queste ambientazioni che molte volte facevano rimanere a bocca aperta grandi e piccini, tanto era artistica e reale la sacra sceneggiatura che San Francesco d’Assisi, per primo, ideò nel 1223. Avvenne in una spoglia grotta in un eremo di Frati Minori a Greccio in provincia di Rieti; il santo fece mettere una greppia colma di fieno, con un bue e un asinello attorno. Durante la messa lì celebrata, agli occhi dei fedeli apparve il Bambinello adagiato su quel fieno, a completare dal vivo la ricostruzione del grandioso avvenimento verificatosi a Betlemme dodici secoli prima. La rappresentazione della Natività fu subito particolarmente sentita e da allora iniziò l’utilizzo di statuine realizzate con materiali e dimensioni diverse per rappresentare il presepe anche nelle singole abitazioni.

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Capannuccia e statuine, la storia dei figurinai di Firenze e non solo

Nella Firenze del Quattrocento, e in tutta la Toscana, era molto diffusa per Natale la produzione artigianale delle statuette che venivano vendute in massima parte da ambulanti o presso i banchi sotto le logge di Mercato Nuovo al Porcellino. Qui si poteva comprare tutto ciò che occorreva per allestire la tradizionale “capannuccia”. Infatti, l’abitudine di fare il presepe, che come già detto, era in principio soltanto prerogativa delle chiese, si estese ben presto anche nelle abitazioni dei nobili e dei borghesi, per divenire successivamente un simbolo visivo della Natività, presente in quasi tutte le case.

Dalla Garfagnana a Firenze, per Natale

Le statuette da presepe, spesso e volentieri vere e proprie piccole opere d’arte, erano fatte quasi esclusivamente in terracotta dell’Impruneta, oppure in gesso da modesti artigiani, i cosiddetti “figurinai della Garfagnana”, che in particolare risiedevano nel paese di Coreglia. Con questo candido materiale povero e fragile, i figurinai riuscivano a realizzare i vari personaggi, che poi andavano direttamente a vendere da tutte le parti, riuscendo così a raggranellare un po’ di soldi per mettere insieme il desinare con la cena. La tradizione della capannuccia fortunatamente è ancora presente nella nostra comunità nonostante l’incalzare del più moderno albero di Natale di origine nordica, che ormai da anni ha soppiantato il nostro tradizionale Ceppo.

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