venerdì, 29 Marzo 2024
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Teatro del Maggio: l’ultimo Barbiere di Siviglia (prima dello stop)

Il Barbiere di Siviglia è l'ultima opera in programmazione al Teatro del Maggio prima dello stop alle rappresentazioni teatrali imposte dal governo a causa del coronavirus

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Quando Gioacchino Rossini musicò “Almaviva, o sia l’inutile precauzione”, questo il titolo originale del Barbiere di Siviglia, aveva già composto 16 opere sebbene fosse in procinto di compiere appena 24 anni. L’opera gli fu commissionata da Francesco Sforza Cesarini che voleva un’opera buffa da rappresentare nel teatro di famiglia, l’attuale teatro Argentina di Roma, per il carnevale del 1816.

La storia del celebre Figaro

La scelta di Sforza Cesarini ricadde sul libretto di Cesare Sterbini, ispirato a “Le Barbier de Séville” di Baumarchais, per accelerare l’approvazione dei censori papali in quanto la storia era già stata messa in scena molti anni prima. Nel 1782, infatti, Giovanni Paisiello aveva riscosso grande successo con il suo Barbiere di Siviglia e la riproposizione della stessa storia da parte di un così giovane compositore fu considerata un vero e proprio affronto dai sostenitori del musicista napoletano che riuscirono a boicottare la prima al teatro Argentina. Rossini aveva però composto un vero e proprio capolavoro e già dalla seconda replica il successo fu clamoroso e rinnovato ad ogni rappresentazione fino ai giorni nostri.

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Il libretto

La vicenda dell’opera si svolge in un solo giorno: il Conte di Almaviva si reca a Siviglia con l’intento di rivedere la giovane e bella Rosina incontrata a Madrid e di sposarla. Si finge un giovane di belle speranze ma poche sostanze, per capire se i sentimenti dell’amata siano sinceri, e con l’aiuto e i consigli di Figaro, il barbiere e factotum della città, riesce a sposare Rosina sottraendola alle grinfie del suo vecchio e geloso tutore Don Bartolo. Anche Don Bartolo infatti concorre pateticamente e inutilmente alla mano della giovane aiutato, senza successo, da Don Basilio insegnante di musica di Rosina.

Barbiere di Siviglia, la rappresentazione del Maggio Musicale Fiorentino

La regia e la scenografia di questo Barbiere al Teatro del Maggio, a firma di Damiano Michieletto, non sono certo una novità per gli spettatori fiorentini, visto che il Teatro l’aveva precedentemente proposta altre sette volte negli ultimi anni.  L’aspetto che colpisce di più di questa messa in scena è l’assenza totale delle scene stesse: il palcoscenico e vuoto ma Micheletto riesce a dare l’illusione dei vari ambienti utilizzando solo alcuni oggetti, come sedie e cuscini. I personaggi vestono costumi variopinti e bizzarri, curati da Carla Teti, che richiamano l’estetica dei moderni film di animazione e si muovono secondo una regia che sottolinea in maniera efficace e briosa tutti i passaggi e i caratteri del libretto. Ne viene fuori uno spettacolo sinceramente comico e felicemente chiassoso.

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Il cast musicale, anche in questa occasione, si è rivelato tutto all’altezza delle parti. Massimo Cavalletti che veste i panni di Figaro, canta con un bel volume e non fatica mai nemmeno sul registro più acuto anche se alcune volte manca di eleganza nell’emissione. Il tenore russo Ruzil Gatin è un Almaviva che convince, così come la Rosina della sua connazionale Vasilisa Berzhanskaya che sorprende per estensione e agilità. Russo è anche Don Basilio, ovvero il basso Evgeny Stavinsky. Carlo Lepore, che dà voce a Don Bartolo, regala la prova più riuscita dal punto di vista sia vocale che interpretativo. Completano il cast Carmen Buendía (Berta) e Matteo Guerzé (Fiorello/un ufficiale).

Alla guida dell’orchestra del Maggio c’è Michele Gamba che già aveva diretto a Firenze il Barbiere a marzo dell’anno scorso. La sua direzione, in sintonia con la messa in scena, è energica ma mai tale da mettere in difficoltà o sovrastare i cantanti; e l’orchestra del Maggio, che conosce a memoria l’opera, riesce sotto la guida di Gamba a sottolineare i passaggi virtuosistici della partitura.

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Le impressioni del pubblico della galleria

Ai vecchi abbonati della galleria pare siano bastati due soli appuntamenti della nuova stagione per abituarsi al nuovo livello di qualità degli spettacoli proposti al Teatro del Maggio. Questo sarebbe stato uno spettacolo molto apprezzato solo la scorsa stagione e probabilmente acclamato un paio di stagioni fa. Trovo quindi ingiuste le critiche che alcuni hanno mosso a cast ma sopratutto a regia e scenografia. E’ noto comunque che le regie di Michieletto non siano sempre apprezzate dal pubblico, specialmente quello di lungo corso, che  ha ritenuto questa in particolare al limite del circense.

Più in generale sembra che una buona parte del pubblico non abbia adeguatamente valorizzato gli sforzi che tutto l’organico del Maggio ha profuso nei primi mesi post lockdown, dimenticandosi che quello di Firenze è stato il primo teatro in Italia a riprendere le rappresentazioni dal vivo e uno dei pochi a presentare un’intera e ricca stagione sia lirica che sinfonica.

Proprio in ragione di questi sforzi dispiace ancora di più il nuovo stop imposto dal governo all’attività dei teatri almeno fino a fine Novembre, che farà sicuramente saltare oltre a metà tutte le repliche del Barbiere di Siviglia (salva quella di domenica 25 Ottobre) anche la produzione di Madama Butterfly. La speranza è che questo ulteriore stop non affossi definitivamente una stagione che, dopo molti anni, si annunciava invece di grande livello.

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