Un ragazzo come noi. Speciale. Sapeva andare sulle due ruote con un’ intraprendenza rabbiosa e grintosa, con la pazzia e l’entusiasmo dei suoi 20 anni. Ma aveva la stoffa del grande campione. Lo aveva capito la Honda che per il prossimo anno puntava su di lui per le 1000 cc più adatte al suo fisico. E su di lui si aggrappava il mondo del motociclismo per un sorriso, una battuta, uno scherzo. Perché essere un ‘campione normale’ è difficile. Il ragazzo della porta accanto che poteva diventare Campione del Mondo, ma che prima di tutto non aveva smesso mai di essere semplice. Marco era, infatti, una persona solare, amico di tutti. Aveva delle aspettative, dei sogni. Un ragazzo di altri tempi, pieno di valori. Quelli veri. Riccioli d’oro era più di un motociclista. Una persona allegra, simpatica, disponibile, un uomo fantastico che passava le serata a giocare a Risiko a divertirsi a scopone col team, un’ esplosione di energia pura. Inutile soffermarsi con futili parole, l’ex Campione del Mondo 250, era l’energia che esplodeva in un sorriso. Il sorriso è vita, quella vita che per Marco non c’è più. Quando noi fiorentini andremo ancora una volta al Mugello sarà impossibile non pensare a quella che è senza mezza termini una è tragedia. Oggi col vento di tramontana è volato via un Campione di ‘normalità eccezionale’ e una giovane vita. Lacrime. Addio Sic o meglio ‘Ciao Sic’.
Le parole di Gilardino: “Mi unisco al dolore di tutto il mondo dello sport per la tragica scomparsa di Marco Simoncelli e voglio fare le mie più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici di un ragazzo eccezionale…Ciao Marco”. Così Alberto Gilardino, attaccante della Fiorentina, sulle pagine del suo sito, sulla tragica morte del pilota italiano.
Petrucci e il Coni — “Oggi è uno dei giorni più tristi della mia presidenza. La tragica scomparsa di Marco Simoncelli mi ha profondamente turbato e sconvolto. La vita è sacra e non si può morire a 24 anni per una gara – parole del presidente del Coni, Gianni Petrucci -. Ho sperato fino all’ultimo che Marco potesse farcela. Ho visto il dolore e l’angoscia del padre che era lì al suo fianco. In quei momenti mi sono venute in mente le immagini di quando nel 2008 premiammo Marco al Coni con il Collare d’Oro e poi quando l’ho visto il mese scorso al Quirinale in occasione dell’apertura dell’anno scolastico: era un ragazzo solare, entusiasta, con una grande vitalità. Ci stringiamo attorno alla sua famiglia piangendo la morte di un campione. Una morte inconcepibile che ha lasciato attonito tutto lo sport italiano. E per questo ho deciso che fossero tutti gli sport oggi ad onorarlo con un minuto di raccoglimento”.