martedì, 19 Novembre 2024
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Stanco delle erbacce, pulisce il lungarno

Neri Biagi, fiorentino di San Frediano, non poteva più vedere l'argine in quelle condizioni. Per un mese e mezzo, insieme al figlio, è sceso sull'argine armato di falce e cesoie. Oggi il Lungarno Soderini è tirato a lucido

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Erbacce alte e piante infestanti sono brutte lungo le sponde di qualsiasi fiume, ma sul lungarnol nel cuore di Firenzel proprio non si potevano vedere. Le casse degli enti locali però piangono e le manutenzioni scivolano in fondo alle priorità di spesa. Per fortuna a volte ci pensano i cittadini: è quello che ha fatto Neri Biagi, fiorentino d.o.c. di San Frediano, che in un mese e mezzo di lavoro insieme al figlio ha tirato a lucido la sponda sinistra dell’Arno. “L’ho fatto per Firenze”, si limita a dire. Sembrasse poco.

Padre, figlio e gli attrezzi del mestiere

Il 9 agosto scorso il signor Biagi è sceso nell’argine di lungarno Soderini in compagnia del figlio Corso, armato di falce, sega e forbici. Da quel giorno hanno dedicato ogni ora del loro tempo libero alla pulizia volontaria avviata, per la quale aveva regolarmente chiesto e ottenuto le necessarie autorizzazioni.

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Erba alta, parassiti, una gran quantità di rifiuti e tantissimi alberi ad alto rischio di caduta. Lì sotto c’era di tutto. Pazientemente hanno iniziato a far pulito scendendo in riva all’Arno all’uscita dal lavoro, tutti i sabati e anche qualche domenica. Poco alla volta l’argine tornava percorribile, le erbacce sparivano scoprendo le mura ottocentesche che avevano invaso, gli alberi abbattuti restituivano la vista sulla riva opposta. Dal Ponte alla Carraia fino alla Pescaia di Santa Rosa il lungarno ha cambiato aspetto. In meglio.

Prima la “rive gauche”, poi il lungarno Vespucci

Finito il lavoro sulla sponda sinistra, non contenti, hanno attraversato il fiume e si sono dedicati a quella destra, stavolta contando anche sull’aiuto di Alessandro Gargani, figlio dello storico titolare della Trattoria del Garga il cui ristorante una volta si trovava proprio da quelle parti.

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Si sono occupati anche dei rifiuti, portando via tutto il possibile. Per gli alberi abbattuti e accatastati ordinatamente serve però l’intervento delle autorità preposte e, soprattutto, un camion. La situazione è stata segnalata a metà settembre, ma la legna si trova ancora lì.

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