martedì, 29 Luglio 2025
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Jovanotti torna in tour e lo fa oltreoceano. In arrivo un nuovo album?

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Jovanotti torna sul palco a pochi mesi del tour che lo ha visto protagonista in molti palazzetti d’Italia e in locali degli States. E proprio da qui, parte il suo nuovo tour ”Usa summer 2012”.

USA. ”Ecco le date americane della prossima estate, se siete in giro per il Nuovo Mondo o se ci abitate veniteci a trovare!” così, pochi giorni fa, Jovanotti ha lanciato sul web le sette date d’Oltreoceano. Il tour nel Nord America partirà il 15 giugno da Toronto al The Hub, Festival stage Luminato Festival per poi proseguire il 28 al Montreal Jazz Festival. Doppia serata a San Francisco, il 10 e il 12 agosto si esibirà infatti al Golden Gate Park Outside Lands Music Festival. Il 16 agosto sarà invece il turno del Commodore Ballroom a Vancouver mentre il 18 sarà sul palco del Neptune Theatre a Seattle. Il piccolo tour americano terminerà il 19 agosto all’Aladdin Theatre di Portland.

UN NUOVO ALBUM. Ma Jovanotti non starà forse pensando di regalare ai suoi fan un nuovo album? Le notizie iniziano a trapelare dopo un messaggio lasciato dalla redazione del cantante, sul sito soleluna.com ”in questi giorni hanno acceso i registratori. Lorenzo ha convocato il J-team in studio per una session di esplorazione sonora. Stanno venendo fuori pezzi nuovi. E che pezzi!” si legge nella nota. Ma la data d’uscita non è stata ancora comunicata. L’unica certezza è che stia lavorando a qualcosa di concreto. ”Di solito Lorenzo lavora da solo alla scrittura di testi e di appunti (viaggiando,isolandosi,stando semplicemente a casa sua) – prosegue – poi quando chiama la band o entra in uno studio vuol dire che i frammenti sparsi è ora che inizino a prendere corpo con l’aiuto di altri cuori sincronizzati…”. Ai fan, quindi, non resta che aspettare.

Uomo armato e con passamontagna ruba il furgone ad una fioraia

In un sentiero di campagna nel livornese, un uomo armato e con volto coperto, ha rubato il furgone ad una fioraia mentre si stava recando in un fondo per effettuare una consegna.

IL FURTO. La donna stava percorrendo una strada di campagna a Guasticce, nel livornese, intorno alle 13 di ieri, quando è stata fermata da un uomo armato e volto coperto da un passamontagna. Il ladro le ha rubato il furgone senza lasciare traccia.

I SOCCORSI. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e insieme alla vittima hanno ricostruito la dinamica: la donna stava effettuando una consegna ad un fondo dove si doveva tenere una festa quando è stata affiancata da un fuoristrada dal quale un uomo le ha fatto cenno di accostare. Il conducente è poi sceso e, con pistola in pugno, le ha intimato di abbandonare il furgone e di allontanarsi.

Montolivo saluta Firenze: ”Questa esperienza mi rimarrà sempre nel cuore”

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Anche Montolivo saluta Firenze. E anche lui lo fa con una lettera pubblicata su Violachannel.tv, il sito ufficiale della Fiorentina, come già aveva fatto l’ex ds Pantaleo Corvino.

LA LETTERA. Ecco il testo della lettera, in cui l’ex capitano viola – che dal prossimo anno vestirà il rossonero del Milan – spiega anche i motivi della sua scelta:

“Prima che inizi l’avventura europea della Nazionale, con la speranza di viverla da protagonista, desidero ringraziare la Famiglia Della Valle, la Fiorentina e tutta Firenze per questi meravigliosi ed indimenticabili sette anni passati insieme.

Il ricordo di questa esperienza mi rimarrà sempre nel cuore…sono stati sette anni intensi, pieni di gioie e dolori, soddisfazioni e lacrime, che ci hanno visto protagonisti in Italia e sul prestigioso palcoscenico dell’Europa League e della Champions League.

L’urlo di gioia al gol di Gila ad Anfield non me lo scorderò mai…come non riuscirò mai a cancellare dalla mia memoria la doppia sfida, epica e sfortunata, contro il Bayern.

Sono stato il Capitano di questa squadra e ho sentito sulla mia pelle quanto sia importante la fascia con il Giglio… l’ho indossata con orgoglio e passione, fiero di essere il punto di riferimento per i miei compagni e per la Viola.

Nella vita e nella professione i rapporti possono interrompersi e non sempre in  maniera comprensibile ed indolore per tutti. Dietro ogni reazione, commento o giudizio ho sempre intuito, comunque, quella viscerale passione per la maglia viola che rappresenta il vero patrimonio della Fiorentina.

Ci saranno tempi, modi e luoghi per ricordare le mie stagioni a Firenze e le scelte fatte. Anche se alcuni mi vedono come un nemico, posso solo augurare ogni gioia e soddisfazione alla Fiorentina, a Firenze , ai miei ex-compagni e a tutte le persone che ogni giorno lavorano in Società con passione e dedizione.

Infine, un saluto e un abbraccio affettuoso a chi mi è stato vicino in questi anni”.

Riccardo Montolivo

CALCIOMERCATO: Montolivo ufficiale al Milan. E la Juventus torna su Jovetic

Temporali, rientra l’allerta meteo

Sulla Toscana è allarme per piogge e temporali.

ALLERTA METEO. Come comunicato su Facebook dalla Protezione Civile della provinicia di Firenze ”Aggiornamento meteo: si comunica la cessazione anticipata dell’avviso di criticità in corso. Per le prossime ore sono previste ancora precipitazioni sparse su tutte le aree. I fenomeni, molto meno diffusi delle ore precedenti, potranno assumere carattere temporalesco, localmente di forte intensità”.

DOVE. A diffondare l’allerta sono stati ieri la Sala operativa della Regione Toscana e il Centro regionale di monitoraggio meteo-idrogeologico. Dalla notte le precipitazioni possono assumere carattere temporalesco e concentrarsi prima sulla costa e sull’Arcipelago, per poi spostarsi sulle altre zone nella mattina di oggi e infine diradarsi nel pomeriggio.

PIOGGE ABBONDANTI. Su Lunigiana, Garfagnana, Apuane, Appennino massese, lucchese, pistoiese e localmente su quello pratese e fiorentino si attendono precipitazioni abbondanti o molto abbondanti (80-120 mm). Nelle altre zone il livello sarà poco abbondante, ad eccezione che in corrispondenza ai temporali più intesi, dove si potranno registrare anche 40-70 mm di pioggia nell’arco delle 24 ore.

Sisma, la Toscana in aiuto dell’Emilia Romagna

Terremoto, la Toscana si mobilita per aiutare l’Emilia Romagna che conta 4mila sfollati.

PROTEZIONE CIVILE. Un nucleo di valutazione della Protezione civile delle province toscane ha raggiunto ieri la Provincia di Modena, dove si ipotizza l’allestimento di un campo per gli sfollati a San Possidonio, nei pressi di Mirandola. Il nucleo è l’avanguardia della colonna della Protezione civile toscana che, con i mezzi e gli uomini della Regione e delle Province, realizzerà una struttura di accoglienza per circa 250 persone, in 22 tende pneumatiche da 48 metri quadri l’una, in attesa che le loro abitazioni siano di nuovo agibili.

PUBBLICA ASSISTENZA. I volontari sono partiti alla volta di Mirandola, per portare le attrezzature per l’assistenza dei senza tetto. Dopo aver montato il campo base nell’area assegnata, i volontari si sono messi a disposizione del dipartimento per l’attività da svolgere. La Colonna della Protezione civile toscana ha mobilitato a tal fine 46 mezzi, 2 gruppi elettrogeni di grande potenza, 3 torri faro, 2 tende sociali da 288 e 144 metri quadri, 1 cucina da campo su container, 1 carrello cucina, 3 moduli bagno su container, 1 tensostruttura per sala mensa con tavoli e panche, 1 modulo dispensa. Il Servizio sismico della Regione Toscana ha GIà inviato 5 rilevatori danni in grado di stabilire l’agibilità delle abitazioni colpite dal sisma e altri 15 arriveranno nella zona domani.I volontari fanno parte del Comitato Operativo Regionale del Volontariato (Corv, costituito da Anpas Toscana, Misericordie toscane, Croce Rossa Italiana e dai Vigilanza Antincendi Boschivi – Vab) e del sistema di Protezione civile delle Province toscane che comprende anche altre associazioni di volontariato.

ROSSI. “Pronti ad aiutare l’Emilia Romagna”. Già nella primissima mattinata di ieri, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha talefonato al presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani per comunicargli l’immediata disponibilità della Toscana a inviare personale e mezzi di soccorso. “È già in moto la nostra struttura di protezione civile. Appena appresa la notizia ho chiamato il presidente Vasco Errani per manifestargli la nostra immediata disponibilità ad inviare aiuti, uomini e strutture per far fronte ad ogni necessità”, aveva detto ieri mattina Rossi.

Terremoto, scosse percepite anche in provincia di Firenze

Costa Concordia, 300milioni di dollari per la rimozione

La rimozione della Costa Concordia costerà 300milioni di dollari. Un’impresa mai compiuta prima e da realizzare in tempi brevissimi, prima che si inabissi, riducendo al minimo i rischi ambientali. L’obiettivo è quello di rimuoverla entro febbraio 2013.

IL PROGETTO. Il progetto per rimuovere la nave finita sugli scogli grazie alla manovra azzardata di Schettino, è esso stesso un azzardo. A realizzarlo saranno la Titan Salvage, la società americana leader mondiale nel recupero dei relitti, e l’italiana Micoperi, azienda specializzata nella costruzione di piattaforme petrolifere. La Costa le ha scelte per un motivo molto semplice spiegato da Gianni Onorato: il loro progetto rispondeva meglio degli altri a tutti i requisiti indicati. E cioè portare via la nave intera con il minimo rischio e la massima sicurezza, con le migliori garanzie per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle attività turistico economiche dell’isola del Giglio. Una sfida ciclopica che sia la Titan sia la Micoperi, si dicono sicure di vincere.

CERTEZZE. “Il progetto è interamente realizzabile e sarà realizzato”, sottolineano gli americani. “Siamo sicuri di potercela fare” aggiungono gli italiani della Micoperi, che vanno anche oltre. Il tempo stimato per la rimozione è infatti di 12 mesi: ma visto che ogni giorno che passa aumentano i rischi per l’ambiente, l’obiettivo è metterci meno. “Pensiamo di rimuovere la nave prima di un anno e speriamo di riuscirci entro febbraio”. Dunque, poco più di nove mesi se i lavori partiranno entro la settimana.

LE FASI. Il progetto prevede 4 fasi e un punto fermo: “la protezione dell’ambiente avrà la massima priorità in tutte le fasi dei lavori”, così come le istituzioni statali e locali avevano ripetutamente chiesto. “Il nostro obiettivo – confermano Titan-Micoperi – è che non rimanga traccia del nostro lavoro. Auspichiamo di poter salvare il 90% della vegetazione presente sul fondale”. Ecco perché il primo passo sarà la mappatura e la rimozione di tutta la vegetazione attorno alla nave, che verrà conservata in appositi contenitori e rimessa al suo posto quando la Concordia sarà solo un ricordo. La seconda fase è forse una delle più delicate e prevede la stabilizzazione della nave, per evitare che scivoli sul fondo durante le operazioni: verrà assicurata con dei grossi cavi e dei pali, piantati nel fondale. Questa operazione – ha spiegato il commissario per l’emergenza Franco Gabrielli – dovrà necessariamente essere conclusa entro il 31 agosto, data individuata dagli esperti come limite ultimo per evitare di correre rischi troppo grossi. “Che la Concordia possa rompersi, deformarsi o scivolare sul fondo è la scoperta dell’acqua calda – ha detto il capo della Protezione Civile non a caso – e nel novero delle possibilità nessuno può escludere che la Concordia possa scarrocciare sul fondo. Ma allo stato il pericolo non è imminente. Quel che è certo è che la nave non può stare così per lungo tempo e in ogni caso rappresenta un rischio per l’ambiente. Più passa il tempo e più aumentano i rischi”.

LA PIATTAFORMA. Una volta messa in sicurezza, verrà costruita sul fondo una piattaforma su cui poggerà la nave una volta raddrizzata. Per metterla dritta la Titan-Micoperi utilizzerà dei cassoni pieni d’acqua, posizionati su entrambi i lati. L’ultima fase sarà lo svuotamento dei cassoni dall’acqua e il riempimento con l’aria, per riportare la Concordia a livello di galleggiamento e trainarla lontano dal Giglio. L’intero costo delle operazioni sarà a carico della Costa e delle assicurazioni. Ma lo Stato non starà a guardare. “L’Italia non ha firmato nessuna cambiale in bianco – dice Gabrielli – seguiremo passo passo le fasi con verifiche e controlli” praticamente quotidiani.

IL MONITORAGGIO. Del monitoraggio si occuperà l’Osservatorio che verrà istituito nei prossimi giorni, che sarà presieduto da un rappresentante della Regione Toscana e risponderà al Commissario. Se tutto andrà come previsto, a poco più di un anno dal naufragio, la Concordia sarà solo un brutto ricordo per gli abitanti del Giglio. Ma la Costa non lascerà l’isola. “Il nostro impegno continuerà anche dopo per il ripristino dei fondali – ha promesso Onorato – continueremo a fare il nostro dovere, come abbiamo fatto fin da quella notte”

Attentato di Brindisi, un presidio all’Itis Leondardo da Vinci contro la mafia

Le associazioni che partecipano alla Carovana Antimafie si sono riunite questa mattina all’istituto tecnico Leonardo da Vinci di Firenze. Un presidio per sensibilizzare gli studenti di fronte all’attentato di Brindisi.

IL PRESIDIO. Si sono riunite questa mattina alle 7.30 di fronte all’Itis Leonardo da Vinci di Firenze, le associazioni che partecipano alla Carovana Antimafia – Arci, Avviso Pubblico, Libera, ma anche Pd, Cgil, Lega Ambiente. Non una manifestazione, ma un presidio in cui le associazioni hanno distribuito agli studenti alcuni volantini per creare un momento di riflessione riguardo all’attentano di Brindisi ma senza dimenticare le stragi mafiose del passato. Le associazioni hanno inoltre chiesto alle scuole fiorentine di indire assemblee d’istituto per discutere di quanto accaduto nei giorni scorsi.

MAFIA. Di fronte all’attentato di Brindisi, accaduto lo scorso 19 maggio alla scuola ”Morvillo-Falcone” in cui ha perso la vita Melissa Bassi, una studentessa 16enne e altre cinque sono rimaste ferite, Libera Firenze attende, attende che gli inquirenti delineino il quadro della situazione ”Accettiamo l’ipotesi del gesto isolato di un folle ma ci sono troppe coincidenze che ci portano a pensare con convinzione che l’attentato di Brindisi, sia un attentato mafioso. – spiega Andrea Bigalli, rappresentante di Libera Firenze – La Carovana Antimafie passava dal brindisino proprio nel giorno dell’attentato. La scuola colpto è intitolata a due delle vittime della strage di Capaci, Falcone e sua moglie Francesca Morvillo. La bomba ha colpito una scuola di sole donne. Per tutte queste coincidenze, siamo convinti che la mano che ha fatto esplodere l’ordigno, sia una mano mafiosa”, conclude Bigalli.

PERPLESSITA’. Ma Bigalli, a nome delle associazioni, si dichiara perplesso ”Siamo perplessi di fronte alle dichiarazioni della ”associazioni mafiose”, come la Sacra Corona Unita che ha comunicato il suo dispiacere di fronte all’attentato e ha ribadito che la mafia non colpisce i giovani, i ragazzi, i bambini. Ma i fatti del passato e questo, il più recente, dimostrano il contrario”, conclude Bigalli.

LA STRAGE DI CAPACI. Ma le iniziative Antimafia non si fermano qui. E’ infatti prevista per mercoledì 23 maggio una fiaccolata per ricordare la strage di Capaci del 23 maggio 1992, in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

LA TOSCANA. Al presidio di questa mattina era presente anche il presidente della Regione Rossi, come annunciato da lui stesso ieri sera su Facebook. E sempre sul Social Netwrok, Rossi ha spiegato l’importanza che hanno i giovani nella lotta alla mafia ”… democrazia e legalità non si alimentano da sole. È dai giovani che bisogna partire. Centinaia di ragazzi toscani ogni anno partecipano ai campi di lavoro organizzati da Arci e Cgil assieme a Libera e alla Regione. Si tratta di un’esper…ienza unica in Italia … Ci vanno ragazzi giovanissimi, moltissimi adolescenti, che pagano volentieri dieci euro al giorno per sporcarsi le mani di terra e coltivare anticorpi contro la criminalità e l’illegalità …Sono la nostra speranza. Per questo stamattina voglio stare con i giovani e alle 7.30 sarò davanti all’Istituto tecnico Leonardo da Vinci di Firenze, per partecipare al presidio contro mafia e criminalità e per riconfermare con gli studenti l’impegno della Toscana per la democrazia e la legalità …”. “Credo che soprattutto i giovani si siano sentiti colpiti, feriti dai fatti tragici avvenuti a Brindisi. Noi vogliamo testimoniare la vicinanza a tutti i giovani, e la volontà di reagire, qualunque sia la matrice e chiunque siano i responsabili e i mandanti”. Con questo spirito Rossi ha partecipato al presidio alla scuola fiorentina. “Questi fatti non avvengono mai per caso – ha proseguito il presidente – Si colpiscono i luoghi dove c’è minore attenzione, più fragilità e più bisogno di ricostruire una cultura attiva. Viviamo in una società dove cultura, istruzione, giovani sono parti esposte e quindi anche più aggredibili, sia da un folle sia da un’organizzazione criminale. Bisogna reagire, parlare, incoraggiare i giovani a non arrendersi. Occorre stringersi intorno alle istituzioni ed essere fisicamente presenti. in questi luoghi. Chiediamo che si facciano tutte le indagini, si approfondiscano i fatti e si individuino responsabilità e colpevoli il più rapidamente possibile. E’ molto importante dare una risposta alle legittime esigenze di verità e giustizia. Un dato comunque c’è e viene confermato: in un passaggio delicato nella vita del nostro paese riemerge puntuale il terrorismo stragista, perchè comunque questo è un atto terroristico che puntava a fare una strage e infatti ha ferito ed ucciso”, conclude il presidente Rossi. E la bandiera della Regione Toscana è listata a lutto, come quella di Palazzo Vecchio a Firenze.

Siena, si dimette il sindaco Ceccuzzi. Le sue parole in consiglio comunale

Colpo di scena a Siena, dove il sindaco Franco Ceccuzzi ha annunciato la sue dimissioni. L’annuncio è arrivato nella serata di ieri.

DIMISSIONI. “Dopo aver profuso, fino a pochi istanti fa, un impegno incessante alla ricerca della continuità del mandato amministrativo, con rammarico devo prendere atto che, all’interno del Consiglio Comunale, non esiste più la maggioranza uscita dal responso elettorale dodici mesi fa. Per questo ho deciso di consegnare al Segretario Generale del Comune di Siena le mie dimissioni da Sindaco, per rispetto istituzionale di fronte ai cittadini e all’intera città”: queste le motivazioni della scelta del sindaco Ceccuzzi.

L’INTERVENTO IN CONSIGLIO COMUNALE. Ecco l’intervento di Ceccuzzi in consiglio comunale:

Consiglieri, presidente, cittadini tutti,

sono qui davanti a voi oggi per prendere atto, con grande dispiacere e amarezza, che a un anno dalle elezioni,  la maggioranza che ha sostenuto questa giunta non esiste più e di conseguenza sono venute a mancare le condizioni per poter Governare la città.  Prendendo atto di questa gravissima situazione di stallo, è maturata in me, la decisione di presentare ieri le dimissioni, convinto che, una fase di grave difficoltà come questa non possa essere affrontata da un sindaco impossibilitato a svolgere a pieno le sue funzioni e il suo ruolo al servizio della città. Prima di entrare nel merito delle mie motivazioni, permettetemi di rivolgere un pensiero, a nome di tutta la città, a tutte vittime del vile attentato di Brindisi ed a quelle del terremoto che ha colpito il Nord Italia e, in particolare, l’Emilia Romagna.

Quello di oggi è un passo davvero difficile, ma inevitabile, provocato, in primis, dalla gravissima irresponsabilità di otto consiglieri di maggioranza che, dopo aver sottoscritto e votato il programma di mandato, lo hanno più volte tradito, voltando le spalle a chi ha creduto in quel progetto e in quel processo di rinnovamento, più volte invocato dalla città. In queste settimane è stato messo in atto un vile tentativo di ricatto e condizionamento nei confronti della mia persona e della nostra comunità. Un tentativo, mosso da pochi ai danni dell’interesse generale, volto ad arrestare quel processo di cambiamento che, con grande fatica, abbiamo intrapreso e realizzato nei fatti. Un processo di cambiamento che sta iniziando a dare i suoi primi frutti e che, ribadisco, non si fermerà.

Dopo il mercoledì più nero per la città, quando la guardia di finanza con una maxi operazione ha avviato le indagini sull’acquisto di Antonveneta, non ci sarebbe stato un giovedì di speranza, se figure autorevoli, come Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, non fossero arrivati a Siena e non avessero lanciato un messaggio forte di fiducia ai dipendenti, ai senesi tutti ed ai mercati. Un messaggio con il quale hanno ribadito che, nonostante le attuali difficoltà, la Banca continuerà ad affondare le sue radici a Siena, grazie ad un nuovo progetto industriale di rilancio, che ci auguriamo ci possa garantire come hanno ben detto l’amministratore delegato e il presidente “altri 500 anni di storia”. Ci saranno momenti difficili da affrontare ma certamente non potranno essere addebitati a chi oggi guida la Banca e ai quali mi sento di raccomandare grande attenzione per questa città che di Mps non è solo sede amministrativa ma cuore pulsante e valore aggiunto.

Nei mesi precedenti alle nomine è maturata nella città e persino nel paese, la consapevolezza che, se Siena non avesse prodotto un cambiamento radicale, basato su scelte di professionalità e di merito, avremmo pagato un prezzo altissimo. Nei giorni scorsi ho più volte affermato che uno degli errori commessi in passato è stato quello di sottovalutare l’importanza di trovare le migliori professionalità per guidare le nostre eccellenze, non solo dentro ma anche fuori dalla città. Un errore che non potevamo ripetere, anche alla luce delle aspettative dei mercati, che sollecitavano per la Banca Mps una svolta, sia nel management che sotto il profilo strategico e industriale, per recuperare il terreno perso e tornare ad ottenere risultati, in termini di aumento della produttività. Del resto senza questi risultati verrebbe a mancare l’unica sicurezza che abbiamo per continuare a garantire l’indipendenza della Banca e il legame con la nostra città.

Per farlo era doveroso adoperarsi per portare a Siena alcune delle migliori professionalità in Italia per unirle con adeguate competenze della nostra città, come è stato fatto con il nuovo consiglio della Banca.  Chi ha criticato la scelta di Profumo alla guida di Mps, lo ha fatto non perché lo ritenesse inadatto ad operare in una realtà come la nostra, ma perché lo riteneva fin troppo adeguato e quindi indisponibile a sottostare a qualsiasi forma di condizionamento. E’ di fronte a questa risposta che ho capito quale fosse ormai la distanza tra due mondi completamente opposti: da una parte c’era chi voleva il cambiamento, nell’interesse della città e delle sue storiche istituzioni e dall’altra chi, con il Manuale Cencelli era ancora impaludato nelle logiche da Prima Repubblica, dal sapore clientelare e familistico. Io di fronte a quella scelta, nonostante tutto ciò che ha comportato, continuerei a non avere dubbi: Profumo era e lo è ancora più oggi, l’uomo giusto. Per questo ho sostenuto con forza la scelta dei deputati della Fondazione Mps che hanno votato le nomine a maggioranza, producendo uno scatto che è stato apprezzato in tutto il paese.

Oltre alle nomine, voglio dirlo con la massima chiarezza,  l’altra causa che ha portato gli otto consiglieri al tradimento della maggioranza è stata la volontà mia e di tutto il centrosinistra di ribadire, fin dall’inizio del mandato, quanto il Comune, come punto di riferimento di tutti i cittadini, dovesse avere un ruolo centrale nella vita della città per evitate come in passato che le decisioni maturassero in luoghi diversi da quelli eletti dai cittadini. E’ accaduto anche nel recente passato, come nel caso dell’aeroporto, che gli le istituzioni locali subissero altrui iniziative, grazie alla forza della finanza.

Ma non solo. La volontà di rafforzare il Comune e la sua centralità è stata contrastata con forza, fin dai primi mesi del mandato, quando la nostra azione si è incentrata sul rilancio e la riconsegna ai senesi del Policlinico le Scotte. Prima con l’opposizione all’apertura all’interno dell’Ospedale del nostro sportello comunale, al servizio del cittadini per raccoglierne le istanze e per ridurne le inefficienze. Poi con il tentativo di rinnovare il Policlinico, facendolo tornare ad essere ospedale di tutti e non più luogo, sotto scacco di poteri forti.  Da mesi abbiamo segnalato anche alla Regione Toscana questa grave situazione, lavorando duramente affinché l’Ospedale, tornasse ad essere un’eccellenza per la città e non una realtà immobile e in balia di sé stessa, all’interno di un’area vasta, dove Arezzo e Grosseto hanno accresciuto le loro specialistiche, mentre Siena è rimasta al palo. Questo lavoro di rilancio non può e non deve fermarsi. Sono convinto che, anche in futuro, uno degli aspetti sui quali la città dovrà chiedere con decisione più garanzie è che le Scotte torni ad essere un ospedale pubblico, recuperandolo a quella privatizzazione di fatto a cui è stato sottoposto consegnandolo ai gruppi di potere che lo  gestiscono. Per la prima volta dopo moltissimi anni la conferenza provinciale dei sindaci ha elaborato un documento che segnala con puntualità tutte le storture e le inefficienze del Policlinico. Ogni minuto perduto senza intervenire sarà un danno alla comunità senese di cui anche la   Regione dovrà rispondere.

La centralità del Comune per noi ha sempre significato una netta presa di distanza dal così detto sistema Siena che ha contribuito a danneggiare l’immagine della città ben al di là dei demeriti di una stagione di governo che appartiene agli ultimi 15 anni e che andrà riletta con attenzione, e che coinvolge pienamente tutta la classe dirigente, compreso un ex sindaco che manovra nell’ombra al sicuro di uno stipendio dorato. Nessuno di noi può tirarsi fuori rispetto alle responsabilità su scelte che non hanno dato i frutti sperati, così come ciascuno deve essere valutato per i ruoli che ha svolto e che svolgeva in quel determinato momento.

Così come l’acquisto di Antonveneta, con l’auspicio che la magistratura possa fare piena luce su ogni aspetto, si dovrà considerare anche il contesto che portò a quell’operazione a partire dagli anni ’90 quando furono ostacolate dal sindaco di allora altre operazioni di accrescimento che sarebbero state ben più probabilmente più vantaggiose, evitando così che la banca Monte dei Paschi arrivasse nel 2007 con l’acqua alla gola e con il rischio di essere assorbita da altre banche.

Così come si deve proprio a quella stagione di veleni in cui la città veniva divisa tra buoni e cattivi, il malinteso concetto di controllo che poi tante scelte sbagliate ha prodotto.

Oltre alla Banca, al concetto di centralità del Comune, rispetto ad alcune questione come Le Scotte, altra causa del tradimento del mandato elettorale è legato alla parola “discontinuità”. Tredici lettere che ogni volta che vengono pronunciate mettono i brividi addosso a chi associa il cambiamento alla perdita del proprio potere e di quello del clan al quale appartiene. Tredici lettere, ispirate prima di tutto dalla città e dai senesi che non hanno mai celato l’insoddisfazione nell’azione di governo della passata amministrazione.

E oggi dopo 12 mesi dal mio insediamento non posso che dare loro ragione. A maggio 2011 questa è la situazione che abbiamo trovato in Comune:  tre bilanci chiusi in perdita con un disavanzo di oltre 6 milioni, con oltre il 42 per cento di uscite per il personale; 14 dirigenti, un alto tasso di indebitamento, una dipendenza dalla Fondazione ingiustificata nelle dimensioni che è andata assumendo.

La discontinuità con la quale abbiamo operato è andata proprio nella direzione opposta: risanamento dei conti, riduzioni del peso delle erogazioni della Fondazione Mps sul bilancio; taglio della spesa e dei dirigenti. La discontinuità alla quale aspiravamo si è concretizzata anche con un rapporto più stretto con i cittadini, teso all’ascolto e a far tornare il Comune ad essere la casa di tutti. E’ stata davvero l’esperienza più bella di questi 12 mesi aver avuto l’opportunità di entrare in contatto con il cuore della città. Ho sempre cercato, durante i ricevimenti settimanali del giovedì, in ogni occasione di incontro, ma anche camminando per strada, di fare il possibile per farmi carico delle loro aspirazioni, delle loro aspettative e dei loro bisogni. Non sempre purtroppo siamo riusciti a dare una risposta, ma sono sicuro che dopo anni di chiusura del Palazzo Pubblico, aver aperto le porte e il cuore del Comune sia stato un piccolo grande passo avanti per recuperare quel rapporto tra istituzioni e cittadini che sembrava essersi interrotto. Per rimettere al centro la partecipazione e i bisogni della gente abbiamo voluto dar vita alle Consulte territoriali dei cittadini, veri e proprio luoghi dell’ascolto e del dialogo eletti dai cittadini. Oggi in vista dell’interruzione del mandato sospenderemo le operazioni elettorali, un altro danno che i traditori hanno fatto alla città.

La discontinuità l’abbiamo interpretata anche attraverso piccole azioni e gesti concreti per rendere la città più bella vivibile ed a misura di cittadino. Penso all’introduzione del bonus per i piccoli nati; all’inaugurazione del centro anziani di San Miniato, ai parcheggi rosa; agli interventi per la manutenzione delle scuole ed a quelli per il miglioramento delle nostre aree verdi. Ma non solo. Abbiamo contribuito a chiudere una stagione vecchia, fatta di autarchia e di autosufficienza. Il decennio che abbiamo alle spalle fa parte di un’altra epoca, che ci lascia un’eredità pesante. Sapevamo che avremo dovuto guardare avanti all’insegna di un cambiamento vero ed è quello che abbiano cercavo di avviare in questo anno. A partire da una rinnovato, e più forte rapporto, con la Provincia e la Regione. E’ con questo spirito che è nato e si è concretizzato il Patto per lo Sviluppo, pensato per attrarre a Siena risorse da destinare ai progetti strategici della città e del territorio: dal distretto culturale, legato a Siena Capitale europea della cultura 2019; al polo della monetica, fino alle scienze della vita, alla green city e alla infrastrutture. Ma non solo. L’impegno del Comune si è concretizzato anche nella ricerca di investimenti europei e statali. Penso solo per fare due esempi ai 250 mila euro ottenuti dalla Regione per l’illuminazione pubblica; ai 108 mila euro per il progetto del Parco del Buongoverno. In questo primo anno di amministrazione molto è stato fatto anche sul fronte dell’urbanistica, con l’approvazione del regolamento edilizio e l’introduzione della conferenza dei servizi che ha snellito i tempi dei pareri sulle pratiche. Sul fronte della cultura abbiamo cercato di raccogliere la sfida per Siena Capitale della cultura 2019, richiamando a Siena figure di livello nazionale, come il professor Sacco che sta guidando il difficile percorso della nostra candidatura, insieme a tanti uomini e tante donne senesi. Insieme a loro si è affiancato un Comitato internazionale che raccoglie nomi autorevoli a sostegno di Siena Capitale. Cuore pulsante del progetto è il Santa Maria della Scala, un tesoro che negli anni non è stato valorizzato abbastanza a fronte delle ingenti risorse pubbliche investite. Con la costituzione della nuova Fondazione che gestirà il complesso museale abbiamo voluto voltare pagina e creare i presupposti affinchè il Santa Maria diventi un punto di riferimento vivo della città, conosciuto a livello nazionale e internazionale, inserendoci nel percorso di valorizzazione della Via Francigena.

Questi sono stati alcuni dei frutti che ha prodotto la nostra “discontinuità” di governo, in linea con ciò che chiedeva Siena, una città che è stata pronta per prima ad accogliere quel cambiamento positivo e quella rivoluzione dolce, di cui avevamo parlato in campagna elettorale e alla quale i senesi avevano creduto. Tutti qui dentro devono essere consapevoli che Siena non tornerà indietro e, che, anzi, da oggi la città avrà ben chiaro, davanti agli occhi i volti di quei politicanti, traditori e voltagabbana che, per i loro interessi di bottega, consegneranno la città a un Commissario. Un’onta che Siena non meritava. Non lo meritava la nostra comunità e non lo meritavano tutte quelle persone che, oggi più che mai, avevano bisogno di noi e del Comune, come punto sicuro di approdo nei momenti di difficoltà. Il mio unico rammarico è quello di non aver capito di quanto nell’ombra alcuni di voi già tramavano contro questa maggioranza e già “inciuciavano” alle nostre spalle ma soprattutto sulle pelle della città. Fa male e brucia dentro sapere che, in un momento già difficilissimo, Siena debba affrontare anche questo.

Per evitarlo posso assicurarvi che in queste settimane abbiamo lavorato duramente per tentare di ricomporre la maggioranza. La verità è che da parte degli otto consiglieri non c’è mai stata la volontà di ricucire e soprattutto dei loro ispiratori, ma l’evidente volontà di aumentare sempre di più la distanza con provocazioni continue, bugie e richieste assurde di ogni tipo. Non avrei mai fatto pagare a Siena il prezzo di una ricucitura politica, costruita sull’affossamento di un progetto, sulla garanzie di poltrone per amici e parenti e sulla pelle delle persone. Questa città merita di più. Molto di più. Merita un sindaco che abbia con sé  la forza della maggioranza che lo sostenga e lo accompagni nell’azione di governo e nella realizzazione del programma di mandato con il quale è stato eletto. Tutte condizioni che in questo momento non ci sono.

Quando ho scelto di presentarmi di fronte ai cittadini, lasciando il Parlamento, l’ho fatto perché volevo mettermi al servizio di una comunità straordinaria come la nostra, una comunità generosa, attenta e unica al mondo. Essere stato il sindaco di Siena, anche se per così poco tempo, è stata un’esperienza meravigliosa che mi porterò dentro per sempre. Più volte, grazie a questa città, mi è battuto all’impazzata il cuore. Penso a quando per la prima volta ho indossato la fascia tricolore, quando sono stato travolto dal silenzio assordante della piazza in attesa dei cavalli e tutte le piccole e grandi emozioni che fanno parte della Festa ma anche della quotidianità del lavoro a Palazzo. Ho un unico rammarico ed è quello di non aver potuto fare abbastanza per questa città che mi ha davvero dato tanto. 368 gg sono davvero pochi, rispetto a tutte le idee e a tutti i progetti che avevamo in mente, ma sono stati sufficienti per convincermi ancora di più che Siena saprà superare anche questo momento di difficoltà e di smarrimento. Prima di concludere voglio ringraziare tutti i dipendenti, i dirigenti del Comune e tutti coloro che hanno lavorato insieme a noi in questi mesi, senza fermarsi un attimo.

Un grazie di cuore va a tutti gli assessori ed a tutti i consiglieri che sono stati leali con me, con il Comune, con la città. Sono persone serie di cui si può fidare perché hanno sempre lavorato per il bene comune, pensando con la loro testa.

Il mio più grande ringraziamento va agli uomini e le donne di questa città che mai mi  hanno fatto mancare il loro affetto ma soprattutto l’entusiasmo per affrontare anche i momenti più difficili.

Inseguimento a Livorno: scappa in scooter e poi prende l’autobus

Inseguimento in pieno a centro a Livorno, questa mattina.

L’INSEGUIMENTO. Un uomo, a bordo di un potente scooter, non si è fermato all’alt della polizia, proseguendo la corsa a bordo del motorino, insieme ad un altro individuo. Così è scattato l’inseguimento in pieno centro. L’uomo, dopo una caduta dal mezzo, ha tentato di dileguarsi salendo a bordo di un autobus.

L’ARRESTO. Ma la fuga del tunisino di 32 anni è finita proprio a bordo dell’autobus che è stato bloccato dagli agenti. L’uomo è stato denunciato per ricettazione, poiché lo scooter è risultato rubato e per resistenza. La polizia voleva fermarlo perchè transitava in zona pedonale.

Pacco sospetto in tribunale, falso allarme bomba

Allarme bomba questa mattina al Palazzo di Giustizia a Firenze.

L’ALLARME. L’allarme bomba è scattato questa mattina in tribunale, dopo che alcuni carabinieri hanno notato, durante un normale controllo, una scatola abbandonata vicino ad un ingresso laterale. Sul posto sono intervenuti gli investigatori e gli artificieri.

I CONTROLLI. Dopo un controllo accurato effettuato dagli artificieri e dagli investigatori, è stato appurato che si trattava di una scatola vuota, facendo rientrare l’allarme bomba. Gli investigatori escludono che si sia trattato di un gesto pensato per creare timori.