lunedì, 15 Settembre 2025
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Santamaria va a Berlino, annullato il suo spettacolo alla Pergola

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Teatro della Pergola, annullato lo spettacolo Occidente Solitario, in programma dal 9 al 13 febbraio prossimi.

L’ANNULLAMENTO. Lo spettacolo, molto atteso, non potrà andare in scena “per la coincidenza degli impegni artistici del protagonista Claudio Santamaria. L’attore infatti dovrà essere presente alla 62^ edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino (9-19 febbraio) alla sezione Panorama, dove sarà proiettato, in anteprima mondiale in rappresentanza dell’Italia, il film “DIAZ – Don’t Clean Up This Blood” regia di Daniele Vicari”, spiega il teatro della Pergola.

ABBONATI. Ma cosa dovrò fare chi è in possesso di un abbonamento o chi aveva già acquistato un biglietto per assistere allo spettacolo? Gli abbonati al turno completo hanno diritto al rimborso della quota parziale dell’abbonamento, entro e non oltre il 25 febbraio 2012 compreso. Gli abbonati ai turni x10 B e x7 A possono scegliere un biglietto per un altro spettacolo in cartellone o chiedere il rimborso della quota di abbonamento. Gli abbonati Sceglipergola x10 e x5 e Pergola26 non possono chiedere il rimborso, ma devono scegliere un altro spettacolo in cartellone.

POSSESSORI DI UN BIGLIETTO. Chi invece ha acquistato i biglietti ha diritto a chiedere il rimborso entro e non oltre il 25 febbraio 2012 compreso, presso i punti vendita nei quali sono stati acquistati.

INFORMAZIONI. Tutte le informazioni e l’assistenza possono essere richieste al numero 055/0763333 o con una mail all’indirizzo [email protected].

Storia d’amore alla fermata del bus, spunta la quarta puntata

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Storia appesa alle fermate del bus, arriva la quarta puntata. Dopo le prime tre parti del racconto-confessione di una giovane ”nata per far battere il cuore delle donne”, affisse nelle settimane scorse alla fermata del bus di piazza Dalmazia, ora è spuntata la quarta puntata. Che è stata avvistata e segnalata alle fermate di piazza Puccini, piazza Dalmazia, piazza delle Cure, viale Fanti, piazza Edison e viale Giovine Italia.

IL NUOVO CAPITOLO. Si tratta del nuovo capitolo della storia, forse autobiografica, messa a disposizione degli occhi dei passanti – in particolar modo delle persone in attesa dell’arrivo dell’autobus – da un’anonima “penna”. Storia che in piazza Dalmazia, luogo in cui erano sono appese le puntate precedenti, ha già trovato molti lettori, tra i passeggeri dei mezzi pubblici e non solo.

SEGNALAZIONI. Ora, dunque, è arrivata la quarta puntata. E voi avete scoperto altre “storie” alla fermata dell’autobus? Segnalaltee alla nostra redazione scrivendo a [email protected].

IL TESTO DEL RACCONTO: prima puntataseconda puntataterza puntataquarta puntata

Gelo, tubi rotti in tutta la città. Squadre di Publiacqua in azione / FOTO

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Ancora tubi rotti. L’allarme gelo non allenta la morsa, né in città e né negli immediati dintorni. L’acqua, con le basse temperature che attanagliano Firenze si trasforma in un grosso problema, soprattutto quando i tubi si spaccano e i contatori si congelano, bloccando l’erogazione. 12 le rotture segnalate tra le giornate di ieri e oggi. In particolare, cantieri sono stati aperti in via di Legnaia, Circondaria, Gran Bretagna, Pisana, Ripoli, Dino del Garbo, Accademia del Cimento, Toselli, Bartolomeo Scala, con una media di 30 contatori rotti al giorno, che vanno sostituiti. Dieci gli interventi registrati da Publiacqua a fine giornata. Oggi e domani, per gli urgenti lavori di riparazione alla rete idrica alla rotatoria di congiunzione tra via del Cantone e via Lucchese (nel comune di Sesto Fiorentino) potrebbero esserci problemi per il traffico da e verso l’Osmannoro, con mancanze d’acqua a Colonnata.

GUASTI E INTERVENTI. “Stamattina sono stati approntati gli interventi in altri due strade dove è stata segnalata la rottura di un tubo – spiegano dall’azienda che gestisce l’approvvigionamento idrico -, in via Giambattista Vico e in via Zobi. Mentre sono già in corso le operazioni in Lungarno Colombo, via Madonna delle querce, via Capodimondo, via di Rusciano, via Fratelli Orsi e piano piano, a seconda delle urgenze, verranno risolti tutti i problemi”. Le squadre di Publiacqua e le ditte impegnate dall’azienda stanno lavorando anche di notte per riparazioni e per ridurre al minimo i disagi. A fine giornata il ‘bollettino’ segna dieci tubature rotte solo in città. Altre sei a Prato. Il numero verde di Publiacqua ha superato le 8.000 segnalazioni in meno di una settimana. Trenta contatori di media rotti in un giorno. Si è dovuti ricorrere alle autobotti nelle zone del Chianti, Valdarno, colline pratesi e pistoiesi. Problemi per tubature ghiacciate anche a Casaglia nel comune di Calenzano.

LA MAPPA DEL KO. A Firenze: si sono registrate altre nuove 10 rotture, in particolare i cantieri sono stati aperti in Via del Palazzo Bruciato, Gianbattista Vico, Salviati, Fancelli, San Leonardo, Viale Michelangelo, Piazza Strozzi, Viale Cardinal Leopoldo, Via Zobi, via Allori. La media resta di 30 contatori rotti al giorno. Domani per gli urgenti lavori di riparazione alla rete idrica prosegue il lavoro alla rotatoria di congiunzione tra via del Cantone e via Lucchese (comune di Sesto Fiorentino), potrebbero esserci problemi per il traffico da e verso l’Osmannoro con mancanze d’acqua a Colonnata. Problemi per tubature ghiacciate anche a Casaglia nel comune di Calenzano. Pistoia: 630 contatori rotti e problemi di tubazioni ghiacciate in collina tra Cireglio, Iano, Villa di Baggio, Val di Bure, Santomoro, Campiglio. Risolte problematiche a Saturnana, Corbezzi, Pian di Bartolo, Via Modenese e Campopiano. Nel comune di Sambuca Pistoiese tubature ghiacciate nelle frazioni di Taviano, Sanpellegrino e Pavana e a Quarrata alle Piastre, Colle e Buriana. Bloccato per qualche ora il fontanello di Via Pordoi a Pistoia, guasto risolto. Prato: 750 contatori rotti. Sei nuove tubazioni rotte a Prato città. Serviamo con autobotte per tubi ghiacciati il deposito di Artimino (Carmignano), situazione comunque in via di risoluzione. Problemi a Popigliano e Schignano nel comune di Vaiano per tubature ghiacciate e a Spazzavento e Comeana (Carmignano) per rotture in rete. Valdarno: circa 200 contatori rotti. Situazioni difficili a Tosi (Reggello), in località Pian di Melosa, dove i tubi sono ghiacciati e ed è stata trovata anche una grossa perdita e dove riforniamo con autobotte con grandi problematiche dovute alla strada ghiacciata e alla neve. Uno dei tanti interventi realizzati in condizioni estreme per dare acqua a circa 200 famiglie raggiungendo una quota elevata dopo un eccezionale lavoro di squadra con il Comune e la Forestale. Autobotte anche a Pulicciano (Castelfranco di Sopra). Chianti: 350 contatori rotti. Molte chiamate per tubi ghiacciati, continua ad essere servita con autobotte la frazione di Cintoia Bassa (Greve in Chianti). Possibili problemi di abbassamenti di pressione per tubature rotte a Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa. Mugello-ValdiSieve: circa 250 contatori sostituiti. Tubi rotti a Pelago e Pontassieve. Risolto il problema tubi ghiacciati in località Frassineta (Barberino) e Grezzano (Borgo San Lorenzo), problemi in località Marcoiano (Scarperia) in fase di risoluzione.

GUARDA LE IMMAGINI DI VIA GRAN BRETAGNA:

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SQUADRE AL LAVORO. Dall’inizio del gelo sono oltre 8000 le segnalazioni arrivate al numero verde di Publiacqua. Per la rottura di alcune tubature limitrofe agli impianti sono bloccati i fontanelli di Campo di Marte (giardini Curva Fiesole) e Piagge a Firenze e nel Chianti a Tavarnelle e San Donato. “Abbiamo tutte le nostre squadre con centinaia di tecnici e lavoratori e le ditte dell’indotto impegnati ormai da giorni a gestire una situazione eccezionale e mai registrata a memoria d’uomo in queste dimensioni nelle nostre zone – spiega Erasmo D’Angelis presidente di Publiacqua – ma non e’ finita e ci prepariamo per altre giornate e nottate di emergenza. Resta importantissima la prevenzione e la collaborazione. Proteggiamo tubi e contatori esterni con panni di lana, vecchi vestiti, giornali o polistirolo e altri materiali isolanti”.  Per segnalazioni chiamare l’800314314.

La decisione: Il gas scarseggia. Attivate le centrali termoelettriche

La polemica: Vaiano, Lega Nord: ”A spalare la neve ci vadano i profughi”

La curiosità: Freddo, galline ”in sciopero” delle uova. E dalle mucche niente più latte

Storia alla fermata del bus, la terza puntata

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Storia alla fermata degli autobus, la terza puntata:

Quando sei giovane, credi di poter fare qualsiasi cosa, sembra che niente e nessuno ti possa fermare. Laura, deluse le mie speranze. Ma non mise a tacere la mia voglia di vivere e tanto meno la mia voglia di amare. Il mondo mi era crollato addosso. Il primo amore era finito. Ed era subentrata la rabbia.

Ero sempre stata la pecora nera della famiglia. Ribelle, non avevo voglia di studiare. Mia madre, stanca di vedermi lavorare, m’iscrisse ad una scuola privata. Durante quell’ anno, la voglia mi tornò tutta insieme. Volevo accedere all’ Università. Se non fossi stata così incostante nello studio, non avrei mai conosciuto Maria Teresa. No, non fu la mia nuova ragazza, ma un’amica sincera e disponibile. La adoravo. La sua simpatia, questo suo modo diretto di prendermi in giro, mi coinvolgeva. I miei giorni più bui si coloravano. Frequentammo due università diverse, raccolte però nello stesso stabile. Eravamo sempre insieme. La sua risata squillante rimbombava nell’atrio dell’Università o in biblioteca. Faceva parte della mia famiglia. “Pappa e ciccia”, io chiaramente ero ciccia. Credo che se leggesse questa riga, mi scaraventerebbe dietro la sua fedele borsetta. Così era Maria Teresa.

In quel periodo, Francesca era stata mia. Capitò nel momento sbagliato. Mi conobbe una sera al Piazzale Michelangelo, avvicinandosi, mi disse: “mi piacciono i tuoi occhi, ti va di stare con me stasera?”. Gli occhi verdi e i capelli corti neri coronavano il suo volto. Sembrava sempre dire: “Ho voglia di darti noia”. Grazie a Francesca, dimenticai Laura. Ma la rabbia era viva ancora dentro di me e lei ne pagò le conseguenze. Non so come facesse a sopportami. Ero instabile. A Francesca rimasero le briciole del mio tempo. Il mio fulcro vitale erano gli amici e in particolare  Maria Teresa. Sufficiente era la mia amica del cuore. O almeno, fu così finché non conoscemmo Giulia. Quella ragazza carina, ma che ai miei occhi appariva fredda e antipatica, m’intrappolò. Al cuore non comandi. Per ben 9 mesi ho cercato di farlo. Inutilmente. Giulia, dal canto suo, passava da un ragazzo all’altro, negando questo desiderio, terrore che sia, di amarmi.

Ricordo ancora, quei momenti, dove le nostre anime si scrutavano, iniziavano a conoscersi. Quelle carezze, quei baci innocenti, gli sguardi. Sono ancora impressi. Lasciai Francesca. Giulia, invece, si mise con Vittorio. Un suo vecchio amico siciliano che le offriva sicurezza e una via di fuga da ciò che iniziava a provare. Capivo perfettamente cosa stava succedendo e cercai di staccarmi. Giulia veniva spesso a trovarmi, raccontava dei suoi amori passati e della tranquillità che Vittorio riusciva a darle. Buffo, no? Per me non lo era. Percepivo che non ero solo una sua amica e che cercava di scatenare delle reazioni in me. Maria Teresa era comunque presente. Le volevo veramente bene. E la cosa importante è che era un amore disinteressato. Disinteressata era la mia voglia di stare con lei. Con Giulia era diverso.

Chiudere gli occhi
Cercar di non pensarti,
ma subito,
calato il sipario
delle mie palpebre,
ti cerco
con la fantasia
di un attimo fuggente,
di un fiore mai colto,
nel sussulto del mio animo.

Storia alla fermata del bus, la seconda puntata

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Il testo della seconda puntata della storia affissa alla fermata del bus di piazza Dalmazia:

La prima storia d’amore è stata a diciassette anni quando conobbi Laura. Prima di lei avevo avuto altre piccole storie. Storie estive vissute intensamente, ma con molta incoscienza. Laura mi fece aprire gli occhi. Ricordo il suo primo bacio. “Non c’è nulla di male, non credi?”. Forse la passione ci travolse, lasciando così in un angolo la paura di amare. La paura di dover affrontare circa tre anni di sotterfugi per poter passare del tempo assieme. Non sapevamo che prima o dopo sarebbe finito. Non sapevamo quanto la morale della società può schiacciare due anime libere come le nostre.

Gli occhi sono lo specchio dell’anima. E gli occhi scuri di Laura lo erano veramente. Lasciò Michele per me. Io, invece, non dovevo rendere conto a nessuno. O peggio, a me stessa. Un turbine di pensieri mi travolse. I sensi di colpa facevano da padrone. Avevo rivoluzionato la sua vita, la sua sessualità, la sua voglia di amare. Quando me ne andai a Vienna, sentii il peso del distacco. Mi mancava ed io a lei. Spesi più di 300.000 lire per poter sentire la sua voce. Ma cosa erano in fondo? Di nuovo, camminando per il Ringstrasse, la mia coscienza prendeva campo. Sarà la cosa giusta? Quanto sarà difficile portare avanti questo tipo di rapporto… Improvvisamente mi trovai davanti l’ingresso di un piccolo palazzo. Era la casa di Freud. Come se una forza misteriosa mi conducesse, lessi tra le righe: “Tanta sostanza come la nostra finirà per toccare perfino i cuori di marmo. E vedrai finiremo per sposarci tra gli auguri di tutta la famiglia e saremo presentati alle generazioni future come innamorati esemplari e questo solo perché abbiamo avuto il coraggio di amarci senza chiedere il permesso a nessuno”. Rimuginai a lungo su quella frase, volevo solo essere felice. Niente succede per caso. Anno dopo anno ne sono ancora più convinta. Volevo comunicarle quel pensiero scritto dal padre della psicanalisi, così vicino a noi. A quello che provavamo. Era la nostra battaglia. Mi disse però che partiva per la Spagna e che non vedeva l’ora di tornare per potermi abbracciare. Non sapeva, ignara, cosa stavano architettando alle sue spalle.

Infatti, tornata a casa, i genitori di Laura vollero incontrarmi. Ancora, se penso a quei momenti, l’ansia prende corpo. Mi dissero di starle a distanza perché si era innamorata di me. Grazie alla mia lontananza, aveva smesso di mangiare e spesso era come dire, assente. Allora, legittimati a proteggerla, avevano letto il suo diario segreto. Credo che siano stati vicini ad un infarto, e questa era la mia vendetta. Dovevo sparire velocemente. Non mi sentivo pronta a parlarne con qualcuno, nemmeno con mia sorella maggiore che col senno del poi avrebbe capito. Dovevo parlare a Laura. L’attesa del suo ritorno dalla Spagna era interminabile. L’ingenuità ci aveva fregato. Era impossibile cambiare il corso degli eventi. Soltanto se tutte e due avessimo avuto la forza di farlo. Ma non fu così. Laura fu chiusa in casa, controllata e seguita. Riuscii a vederla per un’ ultima volta. E fu dilaniante.

Nasce il pensiero
Veloce
E inutile fa la parola lenta
Come passando
Il tempo, lento,
cancella ogni ricordo,
io vivo senza memoria
dei giorni trascorsi
e in un mare di vuoto
annega la mia vita.

Storia alla fermata del bus, la prima puntata

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Storia alla fermata del bus, ecco la prima puntata:

Gocce di pioggia
Lacrime di pianto
Solcano il cielo
E scavano la terra,
sterile pioggia
che non sboccia fiori
perché la grande morte
la tramuta in ghiaccio
come le membra in ossa.

Sono nata per far battere il cuore delle donne. Non so ancora cosa le spinge a me. Sarà la mia simpatia, la mia voglia di vivere, il mio senso di protezione o forse i miei capelli. Sono entrata così nella loro vita. Abbattendo le innumerevoli barricate di pregiudizi, tradizioni che sono bagaglio di vissuto di ogni essere umano. Chi mi ha amato, sa sicuramente di cosa sto parlando. Sa cosa ha dovuto affrontare. E sa altrettanto quanto sia emozionante vivere un amore segreto, nascosto dagli altri, chiuso in una campana di vetro.

Della mia infanzia ricordo ben poco. So che non è stata facile, ma del resto, per chi lo è? Ripenso a ciò che mia nonna diceva dolcemente: “Ricordati, piccola, che se ognuno di noi portasse la propria croce in piazza, ci guarderemo l’uno l’altro…, consolandoci, ritorneremo a casa pensando a chi sta sicuramente peggio di noi…”. Parole sante. Spesso, cara nonna, ti ho pensato ed ho stretto i denti. La gonna era il mio terrore. Tutto ciò che potesse essere un po’ più femminile, non lo sentivo mio. A volte ripenso al fatto che i miei volevano un maschio. Non so cosa sia stato e non ho intenzione di essere vittima di qualche pazzo psicanalista. E’ successo. Tutto qui.

Può non servire scoprire le cause per risolvere un problema, sempre che si trattasse di un problema. Per me non lo era. Mia madre era già separata da mio padre da circa 6 anni. Fu una delle prime donne in Italia a chiedere il divorzio. Mio padre fu scaraventato giù per le scale da mio nonno. Io, accanto a quel comò che osservavo, mentre le lacrime scendevano sul mio viso. Mia sorella di sette anni che mi teneva la mano. Avremo avuto poche altre volte la possibilità di rivederlo. Non si fece più sentire. Era come se non avesse mai avuto due figlie. Si rifece una vita con una donna più giovane. Ed ebbe un figlio maschio.  Mia madre, invece, saputo della nuova vita sentimentale del suo ex marito, frequentò un uomo che aveva una figlia della mia stessa età.

Sesso. Ad 11 anni. Sono stata una bambina precoce, forse troppo. Anche lei precoce. I pugni di mia sorella sulla porta del bagno. In vasca, nude. So che questa bambina non mi piaceva. Non mi piacevano le narici del suo naso. Troppo grandi. Mentre facevo l’amore evitavo di guardarla. Guardavo, invece, certi particolari del suo corpo, simili al mio, che adoravo. Frequentavo i ragazzi della mia compagnia e i miei vicini di casa, Anastasia e Iuri. Con Iuri mi scambiavo i Big Jim e Anastasia passava le sere a casa nostra a vedere la Tv perché suo padre voleva guardare solo ciò che interessava a lui. Mia sorella la frequentava più di me e ogni tanto quando me lo permettevano, mi univo alle loro uscite. Che pacchia. Quelle bambine/ragazze che volevano essere donne. Non conviene mai correre. Ma solo quando sei adulto te ne rendi conto.

Anziani, come difendersi dal freddo siberiano

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Di fronte all’ondata di freddo che sta attraversando l’Italia da Nord a Sud, FederAnziani ha fornito un decalogo per affrontare l’emergenza ghiaccio, uno dei grandi nemici della salute degli anziani. Non solo rischio di cadute ma anche pericoli per la salute. Ecco delle vere e proprie ”istruzioni per l’uso”.

BOOM DI SOCCORSI. “Il grande freddo di questi giorni, con temperature scese quasi ovunque abbondantemente sotto lo zero, sta mettendo sotto stress la nostra Sanità” dichiara Roberto Messina, Presidente di FederAnziani. “Negli ultimi 5 giorni, cioè dall’inizio dell’ondata di maltempo, si è registrato un vero boom di chiamate al 118, con un +30% nella sola città di Milano, numeri preoccupanti in tutte le città più colpite: 16.000 chiamate a Roma, 7.300 a Torino, 6.000 a Bologna, solo per dare un’idea della gravità del momento”. Il freddo glaciale comporta per la salute degli anziani molti pericoli. Primo fra tutti vi è il rischio cadute a causa delle lastre di ghiaccio che si formano sulle strade. Ed è proprio questo uno dei motivi che ha causato una forte impennata degli accessi al pronto soccorso negli ultimi giorni. Il freddo non è pericoloso solo all’aperto: è causa anche di incidenti domestici come incendi, intossicazioni acute da monossido di carbonio e infortuni elettrici.

NORME DI COMPORTAMENTO. Per impedire al ghiaccio di ‘aumentare’ gli accessi al pronto soccorso, FederAnziani vuol ricordare le norme di comportamento da seguire scrupolosamente per evitare di incorrere in incidenti domestici e cadute causate dal ghiaccio che si forma all’aperto. Vediamo le norme. Non uscire, è importante che gli anziani restino in casa, soprattutto la mattina presto e la sera. Figli e nipoti si occupino di controllare la temperatura degli ambienti, regolandola sul valore ottimale di 19-22 gradi. Evitare la dispersione di calore, sigillare se necessario le finestre con nastro apposito per evitare spifferi di freddo. Evitare che l’aria diventi troppo secca umidificare gli ambienti, riempiendo d’acqua le apposite vaschette dei radiatori. Rispettare un’aderenza totale alle terapie, non dimenticare di assumere i farmaci di abitudine. Assumere pasti e bevande calde. Controllare con frequenza la temperatura corporea. Non guidare. Evitare di camminare sui marciapiedi coperti da lastre di ghiaccio. Ed infine una norma che dovrà essere seguita dai famigliari: non abbandonare a se stessi gli anziani. I parenti verifichino costantemente se hanno bisogno di qualcosa. Si occupino di fare per loro la spesa, comprare i medicinali, preparare pasti caldi.

RISCHI PER LA SALUTE. Non solo incidenti domestici o cadute rovinose. L’ondata di maltempo si sta verificando in contemporanea al picco di influenza. Più di 500 mila persone sono rimaste a letto in una settimana. Questo dato, rilevato dall’ultimo bollettino Influnet, annuncia il picco influenzale previsto proprio in questi giorni. A tal proposito FederAnziani vuol ricordare e raccomandare l’importanza del vaccino antinfluenzale che per gli anziani è l’unica arma efficace per combattere l’influenza e prevenire le complicazioni che le epidemie influenzali comportano, soprattutto nelle persone della terza età, conseguenze che possono rivelarsi molto gravi.

E il freddo mette a letto gli italiani: è boom per l’influenza

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C’era da aspettarselo, e i numeri lo confermano. Il freddo polare di questi giorni ha messo a letto migliaia di italiani. I casi di influenza registrati in tutto lo Stivale, infatti, hanno subito un deciso aumento, e le temperature record (in negativo) di questi ultimi giorni non possono non averci messo lo zampino. Anzi.

BRUSCO AUMENTO DEI CASI. Dall’ultima settimana dello scorso mese, infatti, “la curva epidemica dell’influenza continua la sua ascesa”. Il che, tradotto, vuol semplicemente dire che è in aumento il numero di persone messe ko dal virus. “Il livello di incidenza totale ha subito un sensibile aumento ed è pari a 8,66 casi per mille assistiti”: sono questi i risultati emersi da Influnet, progetto coordinato dal Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il Centro Interuniversitario per la Ricerca sull’Influenza (CIRI), gli Assessorati Regionali alla Sanità, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta e i laboratori universitari di riferimento.

BAMBINI. I più colpiti, manco a dirlo, sono i bambini, soprattutto quelli sotto i cinque anni di età.

REGIONE PER REGIONE. In diverse regioni dell’Italia centrale, e in alcune regioni del Nord, è stato superato il valore soglia del 9 per mille, che rappresenta il livello più alto di intensità dell’incidenza nell’attuale stagione influenzale. Le regioni più colpite sono le Marche e il Molise, mentre va meglio – per il momento – in Toscana, dove l’incidenza è di 6,71 casi per mille assistiti.

Vademecum: Anziani, come difendersi dal freddo siberiano

Incendio all’Osmannoro

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Un incendio si è sviluppato in una fabbrica all’Osmannoro. Sul posto, per domare il rogo, sono accorsi i vigili del fuoco.

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Fiamme in una fabbrica all’Osmannoro / FOTO – VIDEO

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Fiamme in una fabbrica all’Osmannoro.

LE FIAMME. L’incendio è scaturito nella struttura: sul posto sono accorse tre squadre dei vigili del fuoco, con autopompa serbatoio, tre autobotti, due autoscale e due autobotti da 1.4000 litri, provenienti dalla sede centrale, dal distaccamento di Firenze Ovest e dai Comandi di Prato, Pistoia e Lucca.

LE FOTO DEI VIGILI DEL FUOCO:

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L’INTERVENTO. Sul luogo dell’incendio sono intervenuti anche il tecnico di servizio, il comandante provinciale e il centro documentazione della direzione regionale, oltre alla polizia di stato.

IL VIDEO DELL’INTERVENTO:

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