venerdì, 22 Agosto 2025
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Il Road Show del Sole 24 Ore e Aria

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Si tratta di un tour itinerante di appuntamenti che si sono sviluppati sul territorio italiano a partire dall’autunno del 2008 e che proseguiranno fino a maggio 2009. Obiettivo degli incontri è quello di informare e sensibilizzare le imprese locali situate in aree non coperte dall’adsl “tradizionale” sulla possibilità dell’utilizzo di tecnologie alternative e innovative per lo sviluppo e la crescita del proprio business.
Attraverso il coinvolgimento di rappresentanti istituzionali e di aziende che già hanno sperimentato e adottato queste soluzioni tecnologiche si discuteranno le possibili sinergie attivabili a livello territoriale, in un’ottica di imprenditorialità e di rilancio del sistema industriale italiano.
Le date del 2008 si sono svolte a Napoli, Reggio Emilia e Bari.
Le prossime date per il 2009 sono:
– Ancona, 18 marzo 2009
– Treviso, 2 aprile 2009
– Torino, 16 aprile 2009
– Milano, 26 maggio 2009

Torna “Eunomiamaster 2009”

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Eunomiamaster “atto secondo”. I primi incontri del master hanno già visto salire in cattedra per parlare della formazione delle nuove formazioni politiche i coordinatori nazionali dei due partiti di maggioranza nel Paese, Denis Verdini per Forza Italia e Goffredo Bettini per il Partito Democratico. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’emergenza rifiuti di Napoli Guido Bertolaso e il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi sono invece intervenuti per il modulo  “Ambiente, Energia e Territorio. Emergenze e sostenibilità”.

E ora torna torna l’appuntamento con il master. Il 13 febbraio, dalle 11, i 50 under 40 selezionati dal Comitato Scientifico del Master fra amministratori locali, quadri e dirigenti politici e sindacali e di categorie economiche, imprenditori e professionisti del settore della comunicazione e dell’organizzazione politico-istituzionale si concentreranno sul tema delle infrastrutture e dei servizi pubblici locali. A confrontarsi su modelli di gestione e costi saranno Linda Lanzillotta, Ministro Ombra della Pubblica Amministrazione e Innovazione per il PD, e Livio Giannotti,  Amministratore Delegato di Quadrifoglio, coordinati da  Fabio Lenzi. Nel pomeriggio, dalle 14.30, il discorso si sposterà sulle energie alternative, con due relatori di eccezione: Claudi Santiago, Presidente General Electric Oil&Gas e Giorgio Palazzi, Direttore del Dipartimento Tecnologie per l’Energia, Fonti Rinnovabili e Risparmio Energetico di ENEA, coordinati da  Pier Francesco Lotito.

Il venerdì si chiuderà con una lezione del modulo “Italia: verso quale democrazia? I nuovi partiti” che alle 17,30 vedrà il professore di diritto pubblico dell’Università di Firenze Giovanni Tarli Barbieri cimentarsi nell’analisi delle modalità di finanziamento legate alle nuove formazioni politiche e alle differenze con i modelli precedenti.

Sabato 14 febbraio, a partire dalle 9, al centro dell’attenzione di relatori e corsisti saranno ancora i nuovi partiti. Nello specifico Paolo Feltrin, docente dell’Università di Trieste e Mario Rodriguez, amministratore unico di MR & Associati Comunicazione, coordinati da Dario Nardella, si confronteranno sulla domanda: come eleggere un candidato. Ad essere approfonditi saranno le diverse esperienze e i variegati modelli di reclutamento in uso recentemente.

A1, incidente e traffico in tilt

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Scontro tra 5 mezzi (tre tir e due auto) e lunghe code. E’ quanto è accaduto stamattina sulla A1 Milano-Napoli, nel tratto tra Barberino e Calenzano – in direzione Firenze – dove si sono scontrati tre mezzi pesanti e due autovetture.

Sul luogo dell’incidente – dove il traffico è stato deviato sulla corsia di sorpasso – si sono registrati fino a 8 chilometri di code, in direzione del capoluogo toscano.

Autostrade per l’Italia ricorda che aggiornamenti sulle condizioni di viabilità e sugli itinerari alternativi vengono diramati da Isoradio 103.3 FM e attraverso i pannelli a messaggio variabile. Per ulteriori informazioni, è possibile chiamare il Call Center Autostrade al numero 840-04.21.21.

Zeffirelli, ritorno al Maggio

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Zeffirelli ritrova il Maggio, Firenze ritrova Zeffirelli. E il tutto a un quarto di secolo di distanza dall’ultima regia per il Maggio musicale fiorentino.

Dal 14 al 19 febbraio prossimi, sul palco del teatro Comunale saranno protagonisti “I Pagliacci” di Leoncavallo firmati da Franco Zeffirelli in una versione “rinnovata”, nell’ambito della stagione 2008-09 del Maggio.

La direzione dell’opera è di Patrick Fournillier, i costumi di Raimonda Gaetani. Tra i protagonisti principali, Nedda e Canio (Amarilli Nizza ed Maria Josè Siri, Salvatore Licitra e Francesco Anile).

“Mi ha trasmesso l’Hiv”: assolta

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Si è chiuso così, a Firenze, il processo nei confronti di una donna accusata dall’ex compagno di avergli trasmesso il virus dell’Hiv. L’imputata, una quarantenne, era stata denunciata dal compagno che, dopo la fine della relazione – nel dicembre 2003 – aveva scoperto di essere positivo al virus.

La donna era accusata di lesioni volontarie gravissime. L’uomo, operaio quarantenne, accusando problemi di salute, si era sottoposto al test dell’Hiv e, scoprendo di essere positivo, aveva denunciato la ex.

Ora la conclusione del processo, che ha visto la 40enne assolta “per non aver commesso il fatto”.

Prima la violenta, poi si uccide

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I due fatti (la donna trovata a terra picchiata e con segni di violenza sessuale e l’uomo ritrovato senza vita) erano accaduti rispettivamente il 31 gennaio e il 3 febbraio scorsi, a distanza dunque di pochi giorni. E’ stata la polizia, dopo alcune indagini, a collegarli l’uno all’altro, e a ricostruire così la tragedia avvenuta tra due componenti della numerosa comunità cinese di Prato.

Secondo la ricostruzione dell’episodio fatta dalla polizia, l’uomo, un 55enne sposato, ha picchiato e violentato l’amante che voleva lasciarlo. Qualche giorno dopo, forse per il senso di colpa, si è suicidato.

La donna, una 45enne clandestina, era stata trovata per strada, a terra, con fratture alla testa e segni di violenza sessuale. Poi il suicidio dell’uomo, che ha fatto chiudere, agli agenti, il cerchio delle indagini.

 

Serata di solidarietà per il Meyer

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La serata, con ingresso a donazione, ha come filo conduttore il jazz ed è un’ iniziativa promossa dalla fondazione Ernesto Oliva. L’intero incasso sarà devoluto alla TIN (terapia intensiva neonatale) per l’acquisto di strumenti indispensabili.

per maggiori informazioni:

[email protected]  Tel. 055.9110722

 

Sessantamila euro per il Meyer

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Oggi Massimo Corti in rappresentanza di Ecofirenze ha consegnato a Carlo Barburini, direttore della Fondazione Meyer, la seconda tranche di 15.000 euro per la donazione del 2008. Erano presenti alcuni rappresentanti dei comuni del comprensorio di Firenze che hanno sposato l’iniziativa, contribuendo a promuoverla presso i propri cittadini. La rottamazione delle auto diventa oggi un servizio di utilità sociale, che consente di rimuovere dalla strada veicoli inquinanti, spesso abbandonati in parcheggi di fortuna. Le persone anziane ad esempio possono con una semplice telefonata prenotare il ritiro gratuito della vecchia auto telefonando al numero verde di Ecofirenze  800 91 27 62.

 

Il vecchio maggiolino celeste di Ecofirenze è l’auto simbolo della campagna di comunicazione e della partnership nata tra l’impresa fiorentina e la Fondazione Meyer. Sul lunotto posteriore dell’auto compare il logo “Impresa amica del Meyer”, riconoscimento che la Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer Onlus dà a quelle imprese che, come Ecofirenze, condividono valori importanti a sostegno dell’infanzia. La targa del maggiolino 800 91 27 62 è il numero verde attivo per la prenotazione del servizio gratuito di rottamazione dell’auto offerto da Ecofirenze.

Entrando a far parte del Club “Impresa Amica del Meyer”, Ecofirenze si è impegnata a sostenere l’Ospedale Pediatrico Meyer in modo continuativo.

“Il carnevale multietnico”

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Un’iniziativa che punta a mettere in luce l’apertura internazionale di Firenze come città che si fonda sull’accoglienza e sull’accettazione delle culture di altri popoli.

Il fotografo, col suo reportage, ha cercato di far conoscere la cultura, le tradizioni e i costumi dei vari paesi che le comunità partecipanti alla sfilata rappresentano, in una città che abbraccia nella cornice delle sue vie storiche più antiche nuovi abitanti che portano con sé colori e suoni di terre sconosciute.

L’inaugurazione avverrà mercoledì 18 febbraio 2009 alle 18 presso la Sala del Caminetto al Palagio di Parte Guelfa e resterà aperta con orario 9.30-12.30 / 15-19 fino al 24 febbraio.

Sempre nell’ambito della mostra, lunedì 23 febbraio alle 17.30 sarà presentato il libro di poesia e immagini di Stefano Ridolfi “Cacciatore di sguardi”.

Emo, una moda rischiosa

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Una tendenza che affascina i giovani

Il ciuffo stirato di sbieco a coprire un occhio, jeans strettissimi su gambe come giunchi, il tutto condito da accessori borchiati o a strisce colorate. Vaghe reminescenze di punk, qualche cresta che rispunta, assieme all’occhio bistrato, anche e soprattutto per i ragazzi. Si fanno chiamare “emo”, che sta per emozione, e hanno in genere tra i 14 e i 19 anni.

Si fa presto a bollare tutto come moda adolescenziale, ma sotto alla crosta delle t-shirt dal sapore gotico e delle Converse ai piedi si nasconde un mondo intero, una sorta di “filosofia di vita” che ha contagiato molti ragazzi. Non solo un modo di vestire, ma un modo di pensare ed agire, che a volte fa un po’ paura, specie a chi, come i genitori, li osserva dall’esterno e non riesce a capire. Capire da dove nasce tutta questa tristezza, questa disperazione.

Se emo significa emozione, i ragazzi emo non fanno mistero di quello che provano, anche se questo significa piangere davanti agli amici o baciare persone dello stesso sesso, e magari essere emarginati proprio da quel gruppo che si riteneva amico. O addirittura arrivare a farsi del male, procurandosi dei tagli sulle braccia o sulle gambe con le lamette da rasoio. Una richiesta di aiuto, la manifestazione di un disagio insostenibile, che però purtroppo rischia di essere trascinata nel gorgo della “moda”, della tendenza, del “fa figo”.

Come spesso succede per i trend giovanili, anche questo nasce dalla musica e, come altrettanto spesso accade, si diffonde a macchia d’olio a partire dagli Usa e dalla Gran Bretagna. Il genere musicale è quello “emocore”, che emerge negli anni ’80 smarcandosi dal punk e dal grunge e mira ad emozionare il pubblico, appunto, a strappare dal petto delle sensazioni forti. Le sonorità sono ancora quelle del punk rock, ma in chiave più moderna e più melodica. La musica emo si evolve e si dirama in più filoni con l’andare del tempo, fino ad accogliere gruppi come i Tokio Hotel, con il loro leader che sembra uscito da un manga giapponese. E nel frattempo la parola emo diventa sinonimo di uno stile ben riconoscibile, anche sulle strade di casa nostra, sui nostri autobus e nelle scuole.

Ma soprattutto online, perché è attraverso i blog e le community che gli emo si cercano e si riconoscono, pubblicano foto, video e post, a volte dal retrogusto inquietante. Pare che gli emo abbiano sottratto la scena ai seguaci dello stile gotico, in questo campo. Se fino a poco tempo fa l’opinione pubblica si scandalizzava per le canzoni di Marylin Manson e per i suoi epigoni, adesso la stampa si infiamma per il messaggio lanciato su MySpace da un ragazzino emo che annunciava online il suicidio. “Non sarò un vero emo finché non sarò morto”.

E sotto questa dichiarazione una serie di commenti da far rabbrividire: dai “ci mancherai”, a quelli che solidarizzavano con la scelta, a quelli che dicevano “Se gli piaceva quella musica si è dato quel che si meritava”.Tralasciando il fatto che colui che annunciava il gesto estremo si sia connesso il giorno dopo per controllare cosa gli avevano scritto i suoi amici in bacheca, rivelando così un profondo bisogno di attenzione, la questione è seria e va assumendo contorni sempre più delicati, se anche parlamentari e esponenti politici di diversi paesi si sono presi la briga di parlare del “fenomeno emo”.

A far discutere in Italia sono stati alcuni siti internet contenenti immagini di giovani con tendenze autolesioniste che, muniti di lametta, spiegavano come e dove tagliarsi. Anche se per essere emo ed emozionarsi non è necessario arrivare a questo punto, come gli stessi ragazzi dichiarano, il rischio è che farsi del male diventi pericolosamente di moda. Emo finirebbe per significare soltanto emulazione.

“E’ potenzialmente molto pericolosa”

Parla Patrizia Santovecchi, presidente Osservatorio Nazionale Abusi psicologici

Come accade per altre tendenze giovanili, anche per il fenomeno Emo ci sono delle zone d’ombra, dei punti di grigio dove si annebbia il confine “tra il bene e il male”. Se per qualcuno si tratta solo di uno stile di vita tutto sommato innocuo, per altri ragazzini -e sono tanti anche dalle nostre parti- lo stile Emo si trascina dietro i rischi di una deriva pericolosa, che a volte sfocia addirittura all’autolesionismo.“Fare una stima di quanti sono i ragazzi e ragazzini che si identificano nel movimento Emo è difficilissimo, ma sicuramente si tratta di una tendenza molto diffusa. Basta vedere come aumentano a vista d’occhio i siti sull’argomento” spiega Patrizia Santovecchi, presidente nazionale dell’ ONAP –  Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici.

Ma quanto è pericoloso il fenomeno? “Potenzialmente molto, comunque ruota intorno al sangue, è un movimento che si rifà al decadentismo e ai poeti maledetti, anche se molti dei giovanissimi che vi si riconoscono non ne sono consapevoli. Cosa ancora più grave, gli Emo inneggiano in ultima ipotesi al suicidio –  continua Santovecchi, che chiarisce che “spesso i più giovani sono attratti dagli amici più grandi, che sono già Emo e sembrano i più “fighi” del gruppo, poi iniziano con il cambiare l’abbigliamento e la pettinatura e presto arrivano i primi tagli sulle braccia”. Quello che sembra apparentemente inconcepibile e che rasenta l’autolesionismo, però, esercita un’attrazione molto forte sui ragazzini più suggestionabili che, oltre a doversi infliggere questi tagli per dimostrare di appartenere al gruppo facendo uscire il sangue  –  emo, appunto – ne traggono una sensazione di calma, come se il taglio placasse l’ansia e l’agitazione. Quindi dall’effetto positivo del taglio nasce una specie di dipendenza, come se si trattasse di una droga, riferisce Santovecchi.

Ma come può un genitore accorgersi della deriva Emo del figlio? Spiega la presidente dell’ Onap: “Nel giovane che si sta avvicinando al fenomeno Emo cambia prima di tutto l’atteggiamento, poi il modo di vestirsi e pettinarsi. In una seconda fase si vedono anche le prime cicatrici dei tagli. Poi il giovane passa il tempo su internet sui siti Emo. Effettivamente il fenomeno si riconosce facilmente, perché l’esteriorità è fondamentale per dimostrare la propria appartenenza”. Come si possono aiutare i ragazzini Emo? “Non ci sono ancora centri specializzati, ma anche da noi, presso l’Osservatorio per gli Abusi Psicologici, si possono trovare professionisti che conoscono il fenomeno e possono dare una mano. Chiaramente all’inizio il ragazzo negherà di essere coinvolto in una tendenza potenzialmente pericolosa e tenterà di minimizzare, magari dicendo che è solo una moda, e di appellarsi alla sua libertà. Come abbiamo già detto, però, il fatto che in ultima istanza il movimento Emo consideri la possibilità del suicidio come atto ultimo libertario lo rende pericoloso”.

Infine, cosa spinge un ragazzo a diventare Emo, a tagliarsi le braccia e aspirare, almeno idealmente,  a togliersi la vita? “Da un lato l’insicurezza che è tipica dell’età adolescenziale, durante la quale i ragazzi sono più soggetti a diversi tipi di influenze, dall’altro il fatto che i nostri giovani sono molto esposti a comunicazioni di tutti i tipi, dai video ai film alle pubblicità e alla musica, che incitano a superare i limiti, ad amare gli eccessi e sfoderare tutta la propria carica aggressiva”.