mercoledì, 7 Maggio 2025
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Biodiversità: Toscana e India insieme

Sono questi i temi cardine di un lavoro che la Regione sta portando avanti da tempo e che, oltre che con la legge regionale per la tutela della biodiversità toscana, si è concretizzato con la creazione della Rete delle donne per la sicurezza alimentare e la salvaguardia della biodiversità, il network promosso dalla Regione insieme alla Commissione internazionale sul futuro del cibo, che si è riunita per la prima volta a Firenze nel 2007.

Questi – come spiega l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni – sono anche i temi forti del libro Dalla parte degli ultimi, che Vandana Shiva, studiosa indiana, esperta mondiale di biodiversità, ha presentato a Firenze. L’assessore sottolinea la forte sintonia fra le esperienze portate avanti da Vandana Shiva in India con il movimento Navdanya e le politiche agricole della Toscana.

Due realtà solo apparentemente distanti ma invece unite dalla necessità di tutelare conoscenze, saperi e colture che rischiano di essere spazzati via dalle politiche delle multinazionali in campo agricolo.

A emergere con forza è il legame fra difesa dei semi autoctoni, il ruolo delle comunità locali nello stimolarne la tutela e la diffusione e il ruolo della ricerca che, unita alla riscoperta e valorizzazione delle conoscenze tradizionali, può dare un contributo potente allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile.

Risulta così evidente che, come si evince dal volume, pur prendendo come punto di partenza il punto di vista degli ultimi, cioè dei contadini poveri spodestati dalle multinazionali di cui parla Vandana Shiva, questi temi e lo scambio di idee ed esperienze attorno ad essi, sono decisivi per lo sviluppo futuro dell’intero pianeta.

La Toscana lo ha intuito da tempo e non a caso l’assessore all’agricoltura, un anno fa, nell’aprile 2007, era in India a presentare, insieme all’autrice, la prima uscita della Rete delle donne per la biodiversità. Lo scorso 8 marzo l’assessore ha presentato il nuovo lodo e programma delle iniziative della rete (prossimo appuntamento a Terra Futura, a fine maggio).

Il volume di Vandana Shiva è pubblicato da Slow Food.

Più servizi per l’infanzia

Lo ha annuniciato l’assessore regionale all’istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini, intervenendo al convegno promosso al Palaffari di Firenze dalla Fism, la federazione delle scuole paritarie per l’infanzia.

La Toscana è ai primi posti a livello nazionale per quanto riguarda la qualità e la risposta alle famiglie per asili nido e servizi integrativi per i bambini e le bambine fino a tre anni (oggi in Toscana 28 bambini su cento frequentano il nido), mentre per quanto riguarda la scuola dell’infanzia è stato possibile, anche con la collaborazione delle scuole paritarie, raggiungere il traguardo del cento per cento di domande accolte.

Ma la Regione punta ad andare oltre, rafforzando ancora il servizio, abbattendo le liste di attesa per i nidi, portando il nido e la scuola dell’infanzia anche nei comuni piccoli e disagiati, cercando di razionalizzare i costi aumentando ancora la qualità, anche attraverso un sempre più stretto collegamento con la rete dei servizi paritari.

L’assessore, ribadendo che l’impegno della Regione su un fronte particolarmente caldo per le famiglie, ha spiegato che la Toscana pensa di raggiungere il traguardo del 33% di bambini e bambine inseriti nei servizi per l’infanzia indicato dall’Unione Europea per il 2010.

Per questo sta predisponendosi a varare uno strumento che, con il coinvolgimento di enti locali, soggetti privati e accreditati e parti sociali, prevede investimenti ingenti nei prossimi tre anni.

Si tratta di un piano che, nel complesso, prevede oltre 75 milioni di risorse che serviranno sia per il cofinanziamento delle spese di gestione da parte dei Comuni, sia per la realizzazione di nuovi servizi, tradizionali o di nuova concezione, sia pubblici che pubblico-privati, per diversificare l’offerta e ampliare il numero dei posti.

Particolarmente importanti i servizi per i piccoli comuni e per i comuni disagiati, che già oggi sono protagonisti di una iniziativa specifica, quella dei nidi ragnatela, e ai quali il nuovo piano riserverà un finanziamento ad hoc.

La sfida dell’abbattimento delle liste di attesa – particolarmente difficile perché la domanda di servizi per l’infanzia cresce con il crescere dell’offerta – passa anche dal finanziamento di voucher, buoni di 3000 euro l’anno per le famiglie che sono in graduatoria ma non hanno trovato posto negli asili nido pubblici.

Sempre con questa finalità si punta a anche a far aumentare le classi di nido nella fascia di età fra i 2 e i 3 anni, oltre al mantenimento delle classi primavera recentemente costituite, come pure alla crescita di servizi domiciliari e i nidi aziendali.

Si tratta – come ha sottolineato l’assessore – di una sfida per garantire al più alto numero di piccoli cittadini toscani, indipendentemente da dove vivono, pari opportunità nell’accesso a servizi educativi preziosi per il loro sviluppo.

 

Le “memorie” della famiglia Maraini all’asta

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 I beni provenienti da questa nota e eclettica famiglia, da cui discende anche la scrittrice Dacia Maraini, figlia di Fosco, il grande orientalista scomparso quattro anni fa, verranno battute all’asta. Oggetti che ripercorrono la storia e gli affetti della famiglia Maraini.

Documenti, libri, opere d’arte e fotografie, che mostrano gli interessi sia di Fosco, sicuramente più noto al grande pubblico, sia di suo padre: l’artista Antonio Maraini (1886-1963). Sculture e disegni, ma anche libri e altre testimonianze che riportano la memoria all’atmosfera intellettuale italiana e internazionale che gravitava attorno alla famiglia nel bellissimo podere di Torre di Sopra, accanto al Poggio Imperiale, dove i figli Fosco (1912-2004) e Grato (1917-2004) sono nati e cresciuti. Ancora un velo d’ombra copre la figura dell’artista, d’origine svizzera ma nato e cresciuto in Italia, trascurato dalla critica del dopoguerra, nonostante fosse uno dei protagonisti della vita artistica del Ventennio.

In catalogo un folto gruppo di sculture, gessi e disegni di Antonio Maraini, alcuni ricordi della casa di famiglia, mobili, oggetti orientali, cose appartenute alla storia di Torre di Sopra e poi alcune fotografie di Fosco Maraini. Presente anche una parte della biblioteca di Antonio e testimonianze di amicizie, di legami e di scambi intellettuali suoi e della moglie Yoi Maraini, che furono suddivise tra i due figli Fosco e Grato.

Completano il catalogo una parte di libri che testimoniano la formazione culturale, le letture preferite e gli interessi di Fosco Maraini. Battute all’asta anche alcune fra le opere di Antonio Maraini considerate fra le più significative, come gli studi definitivi per la tomba di Giacomo Puccini a Torre del Lago: La Musica felice e La Musica che piange (stima 16.000/20.000 euro).

Ma il lotto considerato il più importante è quello costituito dagli oltre quattrocento disegni di Antonio (presentato con una stima di 120-150.000 euro), sanguigne, carboncini e matite che documentano l’instancabile attività di progettazione per monumenti pubblici, sculture, edifici, fontane e sepolcri. Ci saranno inoltre opere a lui donate da altri artisti e attestazioni e riconoscimenti che Maraini raccolse nel corso della sua attività come Segretario della Biennale di Venezia.

Di Fosco Maraini, invece, saranno presenti all’asta una serie di fotografie che mostrano l’Italia e il mondo e che furono presentate nel Padiglione Italia dell’Esposizione Universale di Osaka nel 1970. Un legame particolare lega Fosco a Firenze e la testimonianza è anche data dal fatto che la parte più significativa della biblioteca di Fosco è stata donata, assieme ai suoi fondi fotografici, al Gabinetto Vieusseux.

Pronti coi Raibanne c’è Gigi!

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Prandelli da grande giohatore di’ pocherre e l’ha vinto grazie a un grane breffe! I che l’è? O zoccoli e l’è quando e si fa crede’ a quell’artro d’ave’ i’ mondo ‘n mano e ‘nvece e un s’ha una smania! Così quell’artro, annichilito e sta lì a fassela nelle mutande mentre noi…zeba!

E s’era rintronati da que’ 120 minuti più rigori, più viaggi notturni e i’ che si fa?
Uno normale e gli avrebbe pensato a rintanassi ‘n casa pe’ piglia’ meno stonfi possibile, ma i genio, no…
I’ genio e fa finta d’esse’ forte, e si gonfia e con tutto i che gli ha ‘n corpo e ti riempie lui di stonfi perchè e tu creda che un tu n’ha scampo.
Quando quell’artro e s’accorge che tante e un tu n’avevi nemmeno te gli è belle viola di botte, ‘nsomma gli è, come si dice, di’gatto.

L’ho fatto anch’io, modestia a parte, nun derby Villore-Rostolena.
E gli eran andati tutti a ballare quegli stronzi e un si reggean ritti, e gni dissi:
“ se i primo tempo e un vu vincete 3-0 e ci ho tutte le foto di ieri sera, e so io a chi mandalle!” E pareano unti! E si fecero neri. Poi e gli stettero fino a mercoledì ‘n cassa malattia, ma i’ derby e gli era vinto!

Anche co’ viola, eccoci che ‘nvece di riempicci di difensori, e si fa i 4-3-3 più sbilanciato possibile, Donadelle ‘n panca, Liverani ‘n regia, e e du’ ragazzi davanti.
Un esterno di copertura? Ieeee: Santana che un rientra nemmeno quando l’è l’ora d’andare a letto.
Terzino sinistro? Gobbi che gli è un centrocampista. ‘Nsomma avanti Savoia (co i ‘rischio di fa’ rima presto).

‘Nvece centro pieno. Dopo mezzora gli è belle discorso chiuso, du’ lampi di’ fenomeno, 2-0 e (quasi) a letto.
Poi gli ha marcato anche Pazzini, come dire che le quercie e le fanno anche limoni, e basta concimalle bene!
Alla fine a’ genoani e gli è venuto i’ dubbio che e si fossero presi un pò pe’ i sellino, perchè e s’è finio quasi a gattoni, ‘n dieci e con tre rotti, ma ormai e gli era fatta e chi s’era visto e s’era visto.

O che avete capito ceppiconi la grandezza di’ Mister?
E quanto e conta? Metti te che s’avesse avuto ‘n panca un caasotto, che ci facea sta’ tutti rintanati a Forte Apasce!
E c’era da caca’ verde pe’ tutta la partita e, con qui’ brindellone che ci hanno loro, magari eci facean go’ alla fine!

Lode a Prandelli, modestia a parte allievo di Gigi.
E gli ho mandato tutta la collezione delle cassette di’ Villore ni’ campionato AICSE 1994-5. Ora gli elementi teorici e ce l’ha tutti e, siccome gli è un ragazzo che segue, e un ne po’ sbaglia’ più una!

Ma i che vu ridee brodi? Un vu’ ci credee? E son più bischero io a perdere i’ mi’ tempo con voi.

Tornate nella penombra, pe’ illumina’ voi, duri come vu see, e si dovrebbe mettere a i buio Firenze pe’ dieci anni.

Uno “zoo” nel nostro cielo

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È quanto emerge dalla mappa degli animali nei centri urbani realizzata dall’ Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnologici (Apat) e contenuta nel focus su natura in città che fa parte del IV Rapporto sulla qualità dell’ ambiente urbano.

Tanti sono gli uccelli che hanno trovato casa a Firenze e che volano sui nostri tetti. 124 sono state le unità di rilevamento di 1 chilometro quadro l’una impegnate nell’avvistamento dei volatili. Se per i profani gli unici uccelli presenti in città sono passeri, piccioni e poco altro, si scopre, invece, un mondo alato vasto e diversificato.

Sono state individuate 71 specie nidificanti di uccelli di cui 28 non passeriformi e 43 passeriformi. 21 le specie valutate di interesse conservazionistico europeo e 5 di queste sono state classificate come “specie con popolazione globale concentrata in Europa, dove ha uno status sfavorevole di conservazione”. 16, invece, sono quelle con popolazione non concentrata in Europa, con status sfavorevole di conservazione.

Le zone su cui si sono concentrati i rilevamenti vanno dal centro storico per passare poi alle aree di recente edificazione per arrivare fino alle colline perturbane.

Dall’analisi una piacevole scoperta: alcune specie hanno ampliato l’area di popolazione rispetto ai dati raccolti nel biennio ’97-’98. Il colombaccio, il picchio verde e ancora il codirosso e la gazza si possono oggi trovare in zone dove prima non c’erano, mentre la passera d’Italia registra una diminuzione del 22%.

Firenze grazie alle colline che la circondano, al fiume Arno e al Parco delle cascine presenta un’area urbana verde molto estesa che permette ad un gran numero di volatili di fare tappa o di farne dimora fissa. Non resta che alzare gli occhi al cielo ed osservare le tante specie di uccelli che volano sopra di noi.

Che bella l’aria d’arta quota!

Mi sono ripresa solo i’ mercoledì a notte fonda, ma che fatica per manda’ a casa quegli indiavolti d’ingresi.
Ma i’cche l’avevan beuto prima di’ macche? Atro che tè? Benzina e gliera quella? Ma di quella bona, ma la un’ costa cara da loro come da noi atri?
Fatto sta che ai rigori e s’enno impallinati ben benino e ora che si beano pure tutto il tè o la benzina che vogliono…
Perchè tè, coi braccino, gli s’è fatto noi!

Poi ecco arrivare i Genoa. Atro macche di quelli brutti e antepatici.
A me il Genoa e mi ricorda que’ portiere assassino che spacco i’ capo all’Antogno e solo per questo mi sta dimorto su’ i gozzo e se poi e vu’ ci mettee che ci gioa quell’infame che un’ nomino nemmeno, ma che mise in mora la Fiorentina di Cecco Grullo…

Atro che fischi a que brutto muso! Io l’avrei fermato coi Daspo ai’ casello di Genova Bolzaneto quell’infame, un’ deve entrare nemmeno a Brozzi e a Peretola!

Loro l’hanno gioato poerini, e si sono dati da fare, ma noi siam d’altro stampo!
Poi ragazzi, gli è tornato su i’ prato di Franchi i’ Fenomeno e ciao Grifoni di cavolo!

I ‘ rumeno prima e t’ha servito una scodellata ai Santana che nemmeno a me co’ la ribollita mi riesce servire e poi t’ha insaccao con una botta da i’ limiti da lucciamme gli occhi.
E se c’era i romeno con quei drogai d’ingresi gliene facea vede’ lui…

Io vu lo sapee, ci capisco poco, non sono un tennico, ma amo la mi squadra, quindi v’avee voglia a di o ridì che un dovrei parlare perchè di carcio un ci capisco!
L’è vero che un ci capisco l’ho sempre detto, ma ciano quanto voglio pecchè sono viola dalla testa ai piedi!
E se quarcuno di voi atri o di questa redazione un gli sta bene, vo’ solo dì che l’è un gobbaccio camuffato!

Non son erudita? L’è vero… Io ho dovuo sudare e sgobbare nella mi vita, ma i’ Biscardi per dinne uno a caso, che ragiona tanta i’ che parla meglio di me?

Scusate lo sfogo, ma siccome qualcuno ai’ mercato è ma detto:
“O Gigliolina, ma i’cche tu ti sei messa a fare! E ‘ un tu sei corta, di carcio e un tu ci capisci e tu voi scrivere e ragionare in mezzo a quelli là che sono giornalisti veri!”

Io ci ragiono eccome gline ho detto. Ne ho più diritto io di loro perchè allo stadio ci vado da sempre e piglio i’ vento, l’acqua e i’ sole, e un sono mia come loro che ragionano coi deretano comodo in tribuna ai coperta!

Ma torniamo ai macche, senno divento troppo fumina…

l’ miraolo di ieri oltre alle paratone di’ Frey, gli è stato che l’ha marcao anche i’Pazzini e proprio mentre ragionavo fra me e me che gliera meglio spedillo a Lurdesse per fallo benedire a modino…

Insomma gli se n’è fatte tre a quelli là che puzzan di pesce…
E i’ Milan e lo Zio Faster e sono di novo sotto di quattro! Tie! Anzi, tè, all’ingrese…

1, 2, 3… Impallinato anche il Grifone

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Rispetto alla maratona di Liverpool la Fiorentina, come peraltro ampiamente annunciato alla vigilia entra in campo con una squadra diversa.

Rientra attesissimo, Adrian Mutu di punta insieme al duo Santana-Pazzini. In difesa turno di riposo per capitan Dainelli, al suo posto Kroldrup e al centro del campo torna il direttore d’orchestra Liverani e Donadel va in panca a tirare il fiato.

Il Genoa non si mostra più che tanto intimorito dalla Fiorentina e scende in campo col tridente davanti: Leon-Borriello-Sculli.

La partita parte subito a spon battuto da un parte e dall’altra.

Prima ci prova subito al 1′ il Genoa con una percussione sulla destra del fischiatissimo Rossi con tiro alto. Risponde la viola al 3′ con Santana con conclusione che sfila al lato del portiere. Poi ci prova ancora il Genoa con Borriello che scarica un destro da fuori area respinto di pugno da Frey. Borriello ci prova di nuovo subito dopo, ma trova l’intervento magistrale del gattone francese.

L’avvio è piacevole e scoppiettante. Due squadre che sanno bene che la posta in gioco in prospettiva Europa è importante, ma che non stanno lì ad aspettane, ma attaccano entrambe a viso aperto.

Al 7′ una rovesciata acrobatica di Mutu strappa gli applausi del Franchi e fa capire che il Fenomeno c’è.

Al 18′ arriva il gol che sblocca la gara a seguito di una pregevole azione, tutta di fino, fra Mutu e Santana. Mutu in area intercetta la sfera, la serve a cucchiaio al compagno argentino che scatta sul filo del fuorigioco tagliando fuori la difesa genovese, tiro da destra e gol!

Al 23′ però arriva la prima brutta notizia. Gamberini è costretto a lasciare il campo per un infortunio, al suo posto Jorgensen che si posiziona sulla fascia, mentre Ujfalusi si sposta al centro.

Al 26′ Montolivo perde una brutta palla, arriva Sculli che tira da fuori, ma Frey respinge ancora una volta con i pugni da par suo.

Al 29′ arriva il raddoppio. Sul limite dell’area Pazzini stoppa la palla, ma la lascia all’accorrente Mutu che dal limite con un bellissimo tiro inquadra l’angolo alto della porta di Scarpi. Gol, il Fenomeno è tornato!

Appena il tempo di gioire ed esce claudicante anche Santana al ’31 per Papa Waigo.

Due cambi in mezz’ora, una Fiorentina in emergenza, ma per fortuna, con già due reti nel carniere.

Al ’38 Frey si scalda ancora la mani su un bellissimo tiro di Leon in cui il portiere gallico si supera ancora. Il Genoa ci prova sul finale di tempo con la Fiorentina un po’ chiusa ad alzare il suo baricentro, ma si va al riposo sul 2 – 0.


Nella ripresa le squadre, con le stesse formazioni ripartono ancora spavalde.

Mutu ci riprova subito al 2′ con un colpo di testa da dimenticare, ma dimostra che la Fiorentina vuole segnare ancora. Al 3′ anche Borriello ci prova di testa con gli stessi risultati di Mutu nel minuto precedente. Ancora rovesciamento di fronte e al minuto 4′ si segnala una bella azione in contropiede Mutu, Papa Waigo, Pazzini con il centravanti anticipato dalla difesa genoana di un niente.

All’8 ancora Genoa avanti con un gran tiro di Danilo che sfila al lato di un millimetro con Frey, stavolta, solo osservatore.

L’allenatore genovese Gasperini prova a rimescolare i suoi mandando in campo Masiero e il fresco ex Vanden Borre.

Ancora viola in avanti però. Al 10′ Scarpi si supera nell’intercettare un tiro ravvicinato di Pazzini che però, sul rimpallo, non fa a tempo a disperarsi perchè riceve da Liverani un pregevolissimo passaggio verticale che gli permette di anticipare col piede il portiere e liberare finalmente per lui il grido gol!

Era l’ora! Anche il centravanti ha segnato. Potrebbe finire qui la partita per i fiorentini ancora provati dal match inglese, ma manca ancora un po’ di tempo alla fine e c’è posto per altre azioni, anche se la Fiorentina dimostra di saper amministrare il risultato con personalità.

Il ritmo cala e il Genoa forse provato riesce a far poco. Tanto cuore genovese, almeno per il gol della bandiera sorte il risultato sperato.

Al 23′ Frey fa di nuovo il superman su un tiro di Masiero, ma è lo stesso Masiero al 38′ a segnare sulla ribattuta di un’altra magistrale parata di Frey.

Esce Mutu per prendersi la standing ovation ed entra Donadel, poi dal ’39 la Fiorentina è costretta a giocare addirittura in 10 perchè Jorgensen si fa male.

Sul finale si segnala solo un presunto rigore chiesto dal Genoa, ma il risultato è solo un ammonizione a Borriello per simulazione e un salvataggio di corpo di Montolivo su un tiro ravvicinato.

Il finale è in sofferenza, ma la vittoria ci sta tutta anche e si vola a + 4 dal Milan anche se il Genoa visto a Firenze è davvero una gran bella squadra!


Pagelle:


Frey: megagalattico. Fra i pali è un gattone extrattereste, le prende tutte, anche quelle che gli arrivano subito a freddo. Voto: 8

Ujfalusi: parte sulla fascia e poi l’infortunio del Gambero lo spedisce al centro dove se la cava con sicurezza. Sarà mica un centrale? Voto: 6,5

Gamberini: stava soffrendo forse più del previsto Borriello. Ma non era lui è s’è capito quando è dovuto uscire quasi subito. Voto: n.g.

Kroldrup: regolare, sicuro, preciso e bravo. Gioca ordinato e svolge perfettamente il suo compito. Per me con lui lì si sta più tranquilli che non con Dainelli. Voto: 6,5

Gobbi: dalla sua parte si soffre. Lui già è fuori ruolo e dalle sue parti raddoppia spesso quell’innominato fischiato dal pubblico. Soffre, ma fa la sua partita di sacrificio. Voto: 6

Kuzmanovic: è un po’ giù di batterie ma gioca a tutto campo come sempre, con personalità. Regala agonismo e sul finale quando c’è da soffrire è prezioso. Voto: 6,5

Liverani: è ancora in convalescenza e si vede, ma la sua presenza a dirigere il gioco è preziosa. Suo il bell’assist di Pazzini per il gol del 3 – 0. Voto 6

Montolivo: in grande crescita. Non solo qualità ma anche quantità. Ha imparato a soffrire e a tirare la carretta quando è necessario. Bravo davvero. Voto: 7,5

Santana: sul suo lato il Genoa lasciava ampi spazi e lui si è infilato bene come sull’azione del gol che ha sbloccato la partita, poi esce presto per infortunio. Voto: 6,5

Pazzini: sbaglia più del solito, ma è sempre combattivamente nel vivo dell’azione. Ne sbaglia un altro clamoroso, ma stavolta non fa in tempo a mettersi le mani ne capelli che finalmente arriva la palla buona per insaccare. Voto: 6,5

Mutu: gioca a lampi perchè non è al top, ma che la lampi! Una rovesciata magistale, un passaggio da leccarsi i baffi per Santana e poi la gran rete che chiude la partita. Il Fenomeno è tornato. Voto: 8

Jorgensen: ancora fuori ruolo e ancora un gran match in emergenza. Affidabile come sempre il professore. Voto: 6,5

Papa Waigo: entra sul 2 – 0 è trova un sacco di praterie lì, sulla sua fascia dove si infila bello bello provando in tutti i modi a far segnare Pazzini. Ottimi assist per i compagni e buoni recuperi grintosi. Voto: 7

Donadel: pochi minuti sul finale quando c’è da randellare e spazzare via. Voto n.g.


Prandelli: Manda subito la squadra all’attacco perchè capisce che questa è una partita da chiudere subito, sennò il fiato corto di Liverpool si farebbe sentire. E’ costretto dopo mezz’ora a cambiare tutta la difesa, ma la Fiorentina non si piega e prosegue dritta. Voto: 9

 

Calcio storico: in esclusiva parla Lapi

Nuove regole per un Calcio Storico diverso.

Più trasparenza di vincoli nei confronti delle associazioni di colore, controlli più efficaci e calcianti under 40, nati a Firenze oppure residenti nella provincia del capoluogo toscano.

Questi alcuni dei vincoli imposti dal nuovo regolamento del calcio storico approvato recentemente all’unanimità.

Ma serviranno queste regole? La speranza c’è, ma cosa ne pensano quelli che calpestano la sabbia di Piazza Santa Croce, quelli che non si tirano mai indietro nella lotta, quelli che in campo nel bene e nel male, ci scendono davvero.


Abbiamo scelto così d’incontrare non un calciante qualsiasi, ma un giocatore simbolo.

Gianluca Lapi, la storica bandiera dei verdi che ha scambiato due chiacchiere in esclusiva con noi.


Papi non è un personaggio comune per molti motivi. E’ un leader carismatico, un uomo che parla deciso, ma chiaro. Le sue parole sono di un’efficacia disarmante.


Lo incontri e capisce subito perchè sia una bandiera: carisma, personalità non gli mancano ed in più, a modo suo, è pure un filosofo…


Esordisce senza tanti giri di parole affermando che il Calcio Storico di oggi non è più il suo. Non è più quello di questi lunghi 28 di militanza nella squadra dei verdi perchè, a suo vedere, stanno venendo meno quelli che sono i tre principi cardine dei calcianti: onore, rispetto e sportività.


“Noi siamo i discendenti dei lottatori dell’arpastum, quelli greci e romani. Nel nostro sport c’è un richiamo alla guerra, alle arti, al rugby. Siamo dei cavalieri e non ce lo dobbiamo dimenticare.

Oggi non è più così. I giovani vogliono solo menar le mani, senza rispetto alcuno per la nostra storia, per niente e nessuno.

Non è un male del calcio storico però questo intendiamoci, ma è un male dell’intera società. Una mancanza di valori incredibile che si rispecchia in Piazza Santa Croce come in ogni altro aspetto della vita quotidiana”.


Lapi insiste nella sua spiegazione portandoci un esempio pratico:


“Basta prendere i principi fondamentali dello sport, anche di quelli più duri ed applicarli. Ad esempio la boxe: arte nobilissima. Sul ring ci si picchia sodo, ma quando si scende siamo amici come e più di prima. Questa è sportività, onore e rispetto”.


Inutile poi chiedere a uno come lui, divagando un po’, perchè la risposta è scontata, se il calcio moderno sia a suo avviso originato da quello fiorentino.


“Certo che sì, non si spiegherebbero altrimenti le moltissime troupe televisive di ogni mondo che ogni anno vengono a Firenze a filmare i nostri gladiatori”.


“Pensa – racconta ancora Lapi – “che mi hanno raccontato di aver visto mie immagini e filmati in ogni angolo del mondo: dalla Thailandia agli Usa e fino al Giappone dove mi salutano con l’inchino chiamandomi Lapisan.

Eppure noi facciamo questo sport solo per amore e passione, non siamo pagati, non lo siamo mai stati e le regole le dettano altri”.


Eccoci al nodo. Le regole.


“Chi le detta ovviamente cerca di fare il meglio, ma cosa ne sanno i burocrati e i politici del nostro gioco se non sono mai scesi in campo? Quando ci sono nuove regole da imporre non vengono mai coinvolti i calcianti anche se è vero che è molto difficile farlo perchè, ahimè, fra le quattro squadre non c’è molta sintonia…

Persone serie che vogliono fare solo il bene del Calcio Storico in questi ventotto anni ne ho conosciute. Però il problema è che, quando trovavi un referente giusto i giochi della politica facevano ruotare le poltrone e zac, si ripartiva da capo”.


E pensare che Lapi è anche un modesto. Lui goleador di tutti i tempi della storia del Calcio in Costume, minimizza sulle 100 cacce e più attribuitele su internet.


“Sono molte meno sicuramente, non le ho mai contate, ma saranno più o meno 60, certo è che però sono quello che ha segnato di più in assoluto”. Ribadisce.

“Anche se ancora non ci dormo a pensare a quella caccia che ho sbagliato nel 2003 è che ci è costata il match per un mio errore”.


Gli occhi intesi gli brillano forte quando parliamo di cose più strettamente legate al campo e non alle regole.


“In questi 28 anni ho visto cambiare molto il gioco. Un po’ come nel calcio, oggi nel Calcio Storico si corre molto di più. Prima era importante far correre il pallone, oggi corrono gli uomini”.


Ricorda con giusto orgoglio di essere stato uno dei primi veri corridori. Quella la sua forza, in un epoca in cui in campo scendevano omoni grossi, ma statici lui andava via, scappando come una lepre, anche passando fra le gambe di quegli omoni ed andava a segnava cacce su cacce.


In pieno amarcord ricorda gli allenamenti tecnici e tattici in cui si studia – puntualizza – anche le tecniche di guerra.


Ebbene sì, non bisogna stupirci. Basta riflettere per capire che lo schieramento in campo delle squadre fiorentine altro non è che lo schieramento di due eserciti contrapposti prima di una battaglia.


Lapi non è deluso dal calcio storico a cui ha dato moltissimo, E’ forse deluso del fatto che questo non è più il suo calcio.


“Eppure io ho dato tanto e pagato tanto, anche troppo per questo sport…” conclude.


La domanda finale é d’obbligo.


“Se scenderò in campo a giugno? Non so, dipende dalle mie condizioni fisiche e sopratutto dalle nuove regole. Io quarant’anni gli ho passati da un pezzo…


Noi speriamo che Gianluca Lapi possa scendere in campo. Al di là delle regole e dei colori urgono dei leader e lui lo è.




 

Stadio, cerimonia per i martiri

 

I loro nomi sono impressi sulla lapide che li ricorda posta all’interno del Sacrario dello stadio Franchi: Leandro Corona, Ottorino Quiti, Antonio Raddi, Adriano Santoni e Guido Targetti, tutti, eccetto il primo, originari di Vicchio di Mugello. Poco più che ragazzi – il più anziano aveva appena 23 anni – “semplici e poveri figli del popolo”, andarono incontro ad una morte orribile con dignità mista ad incredulità. Alla loro memoria il Presidente della Repubblica ha concesso lo scorso novembre la medaglia d’oro al merito civile.

A commemorarli davanti al Sacrario, martedì 18 marzo, durante la cerimonia organizzata dal Quartiere 2 e dal comune di Firenze, stavolta anticipata per la concomitanza della Pasqua, ci saranno non solo i rappresentanti delle due istituzioni cittadine ma anche il sindaco di Vicchio, i sindaci di numerosi Comuni della provincia di Firenze, esponenti della Federazione regionale toscana delle associazioni antifasciste e della Resistenza e tanti studenti delle scuole medie e superiori di Campo di Marte.

Il ritrovo dei partecipanti è previsto alle 10,15 presso la sede decentrata del Consiglio di Quartiere in via Nicolodi 2; poi si formerà un corteo che raggiungerà il Sacrario dove alle 10,45, dopo la deposizione di una corona di fiori, inizieranno gli interventi rievocativi. La giornata si concluderà verso le 11,30 con la celebrazione della messa. Per informazioni: 0552767819/7820.

 

L’arte di Schifano e il Vino Nobile per Telethon

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Incontro con l’arte… e il Nobile” è il titolo dell’evento che avrà luogo a Montepulciano, presso il Palazzo del Capitano, i prossimi 28 e 29 marzo. «Un ritorno molto gradito quello dell’artista Schifano – spiega la presidente della Strada del Vino Nobile, Rosanna Turchi – ancora di più se legato come in questo caso alla ricerca scientifica in Italia». Al centro delle due giornate un’asta e una cena di beneficenza che si svolgeranno sabato 29 marzo a partire dalle ore 16.30 presso il palazzo del Capitano.

Protagonista dell’asta il prodotto principe del territorio, il Vino Nobile di Montepulciano, che per l’occasione vedrà battute 300 etichette numerate e firmate dallo stesso Schifano che per l’occasione ha realizzato altrettanti involucri/scultura che le conterranno ispirandosi all’opera “L’uva bianca” realizzata dall’autore ispirandosi al mondo del vino. Saranno inoltre battute all’asta 5 cartelle 35×50 contenenti ciascuna quattro “Tavole retouchées” realizzate su carta chagal e firmate a matita dall’autore. Tre di queste sono dedicate proprio al tema dell’uva. La presentazione di queste opere è stata curata dallo storico medievalista di fama internazionale, Franco Cardini.

I battitori speciali dell’asta saranno l’esperto di vino Lorenzo Cantarella affiancato dal giornalista esperto di vini Carlo Macchi. Parte del ricavato dell’asta e della cena di beneficenza (a cura del Ristorante Sea Garden di Salerno) sarà devoluto al Comitato Telethon Fondazione Onlus a sostegno della ricerca scientifica. «Questa iniziativa – prosegue la presidente della Strada del Vino Nobile – è un chiaro esempio di come la promozione di un territorio possa contribuire anche a importanti progetti come quelli portati avanti da Telethon».