lunedì, 19 Maggio 2025
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Street Clerks: ‘Sanremo? Per ora lo guardiamo in tv’

Fiorentini ancora mai saliti sul palco di Sanremo sono gli Street Clerks. Non che questo li abbia tenuti lontani dai riflettori, anzi. Ci parlo infatti fra una pausa e l’altra delle registrazioni della quinta stagione del programma Sky “E poi c’è Cattelan”.
 
Il palco dell’Ariston per voi descrive lo stato della musica italiana?
Non completamente. Il fatto che la canzone “sanremese” sia diventata una specie di genere musicale lascia intendere che artisti meno votati al “bel canto all’italiana” debbano sacrificare parte della propria originalità per parteciparvi. Ma non è un male, magari è nostalgia. Noi lo interpretiamo come un “omaggio” all’antica canzone italiana, tradizionale e pop.
 
Mai pensato di andarci?
Certo. Sarebbe una sfida magari un po’ buffa ma molto stimolante. In questi anni non abbiamo potuto pensarci concretamente per via del nostro impegno con Sky a “E poi c’è Cattelan”.
 
Nel singolo “Vitamina” si percepisce un sound più elettrico rispetto al vostro passato. Qualcosa è cambiato?
Nei nuovi pezzi la scommessa è stata provare a scrollarci di dosso qualsiasi tipo di etichetta, essere genuini. È stato un passo importante e necessario anche se il disco deve ancora uscire. Resta la passione per chitarre e voci ma come hai notato anche tu, si sono aggiunti nuovi elementi come le chitarre elettriche.
 
Da musicisti: esibirsi su un grande palco o in televisione sono due lavori distinti?
La tv e i grandi palchi sono cose diverse, a volte opposte. Sui palchi l’obbiettivo è pensare il meno possibile, dare tutto, entrare in empatia col pubblico. Lo show è calcolato, hai davanti più telecamere che persone, l’interazione è diversa. Fortunatamente però EPCC è molto “Live”, il pubblico risponde, di solito ci sono poche interruzioni e nel bene e nel male improvvisiamo parecchio! All’occorrenza recitiamo anche, come è capitato con Ben Stiller.
 
Una band o il/la cantante italiana di adesso che meglio incarna la vostra idea di qualità in musica.
Proviamo: l’ultimo Niccolò Fabi, Max Gazzè, the Giornalisti, l’ultimo Cremonini è bello e maturo e poi ci piace il nuovo underground… I Cani, Cosmo, Calcutta e molti altri.
 

La mensa di strada ‘pensata con il cuore’

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Si chiama Mensa di strada ed è uno dei progetti della campagna “Pensati con il cuore” della Fondazione Il Cuore si scioglie che sono online sulla piattaforma di crowdfunding Eppela fino al prossimo 2 marzo. Scopo del progetto, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, è raccogliere fondi per dare un pasto caldo e assistenza ai senza fissa dimora che vivono nelle stazioni fiorentine.

Pasti di strada

“Questa iniziativa rappresenta un’occasione importante per dare una mano a chi vive in condizioni estremamente difficili. Chi volesse contribuire al progetto può farlo sostenendo la raccolta fondi o partecipando in prima persona alla preparazione dei pasti e alla distribuzione, ogni sabato alle 17 e ogni martedì alle 18:30, in via della Pergola 8 a Firenze”, spiega Alessio Mugelli, responsabile del progetto per la comunità di Sant’Egidio.

Promossa dalla Fondazione Il Cuore si scioglie in collaborazione con le sezioni soci di Unicoop Firenze, la campagna di crowdfunding solidale vuole dare risposte concrete alle richieste di aiuto che arrivano dal territorio, attraverso la mobilitazione online e offline. Lo scorso anno Pensati con il cuore ha raccolto più di 230mila euro, coinvolto oltre seimila persone e realizzato 21 progetti, ossia la totalità di quelli presentati.

Per sostenere il progetto Pensati con il Cuore, visita il sito: www.eppela.com/progettipensaticonilcuore

Ninjaz: l’hip hop e il rap toscano targato Numa Crew

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Avete presente il murale Leda e il cigno che costeggia la Fortezza da Basso lungo il viale Filippo Strozzi? Bene, è opera Vincenzo di Martino, in arte Ninjaz (realizzato nel 2012 insieme a BUE2530, in seguito alla vincita del concorso indetto dal Comune di Firenze) e potete trovare in giro per la città molti altri suoi lavori.
 
Ninjaz però non è solo un writer ma anche rapper del collettivo tutto toscano Numa Crew, una delle poche realtà fiorentine hip hop che sono riuscite a uscire dal panorama locale raggiungendo importanti festival e iniziative in Italia e all’estero.
 
Ninjaz campano di origine ma nato e cresciuto a Firenze, ha appena esordito con “Showgun”, primo lavoro da solista uscito lo scorso 7 dicembre e finanziato da Toscana100Band, progetto promosso dalla dalla Regione Toscana allo scopo di valorizzare i talenti locali. Un disco che fonde sonorità inglesi e filosofi a giapponese. L’album segna il debutto dell’etichetta GRIMEIT dedicata ai suoni urbani dal sapore italiano.
 
Quale è il tuo percorso musicale? Da dove nasce la tua passione per il rap?
Ho iniziato a rappare all’età di 17 anni, tutto è iniziato come un hobby, un’altra delle mie passioni da sempre è il disegno, facevo e faccio ancora graffiti (da quando avevo 13 anni), diciamo che è ciò che “mi dà da mangiare”. Da lì sono entrato in contatto con la scena hip hop e nel 2005 abbiamo formato Numa Crew, un collettivo di produttori, dj e mc orientato all’ambiente clubbing uk.
 
Chi sono le tue fonti di ispirazione?
Sono fondamentalmente un autodidatta, quindi per me negli anni della formazione è stato molto importante rubare con gli occhi da quello che vedevo intorno a me. Inizialmente mi sono ispirato molto al rap italiano e ad artisti come Killa Kat, Sud System, Brusco, Clementino. Poi ho proseguito con uno sguardo verso il panorama internazionale: dubstep, drum and bass, grime. Tutti stili musicali che fino a poco tempo fa non erano ancora arrivati in Italia.
 
Cosa significa per te essere parte di Numa Crew?
Numa Crew è una sorta di squadra dove ognuno porta le sue peculiarità e individualità. La crew è una parte importantissima della mia vita e del mio percorso musicale, la definizione di solista mi va un po’ stretta, Showgun infatti è il risultato non solo del mio lavoro ma anche e soprattutto di quello di tutta la crew.
 
Come mai il titolo dell’album è Showgun? Quale è il concept dell’album?
Showgun è una selezione di tutto il mio lavoro, sono dieci pezzi del repertorio che da anni eseguo durante i miei live con Numa Crew. Le tracce di cui si compone rappresentano da un lato la ricerca tecnica e metrica, mentre i testi raccontano la vita normale di un ragazzo di quartiere e del suo punto di vista sulla società e sulla politica. La parte giapponese non è nient’altro che il tema grafico e rappresenta una continuità stilistica, dato che la storia e i personaggi del Giappone hanno sempre fatto parte del mio percorso come writer, a partire dal nome d’arte che mi sono dato.
 
Quali progetti per il futuro? Sogni nel cassetto?
Spero che la musica diventi il mio mestiere a 360 gradi, sempre a fianco di Numa Crew.
 
Dove possiamo trovarti prossimamente?
Il 9 febbraio insieme alla Numa Crew sarò all’Auditorium Flog per un Carnival Party insieme a Clap! Clap!, Ckrono e Biga.

I fiorentini che hanno fatto la storia di Sanremo

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Sanremo è tornato, con Claudio Baglioni al timone e un altro Baglioni, Lorenzo, in cima alla lista dei toscani in gara. Fiorentino d’adozione, l’ex grossetano omonimo di quello che nel 1972 cantava “Quella sua maglietta fina/tanto stretta al punto che m’immaginavo tutto” arriva da “Sarà Sanremo” col brano “Il Congiuntivo” dopo aver convinto i giudici Piero Pelù, Gabriele Salvatores, Ambra Angiolini, Irene Grandi e Francesco Facchinetti.

Ma certo Baglioni non è il primo a partire da Firenze e dintorni per salire sul palco dell’Ariston. Molti si sono cimentati nell’impresa riscuotendo più o meno successo. Le domande sono chi e quando. A volte pure perché.

1955

Calca le scene Narciso Parigi con la canzone “Incantatella”. Narciso, da Campi Bisenzio, tornerà al Festival.

1965

Beppe Cardile con “L’amore è partito”. Testo di Battiato, Cardile si esibisce in coppia con Anita Harris.

1969

In smoking bianco Riccardo del Turco si esibisce con la simpatica “Cosa hai messo nel caffè”, un brano sulla rigidità dell’inverno e altri tipi di irrigidimenti più o meno collegati.

1979

La fiorentina Roberta Voltolini è in gara con “Il sole, la pioggia”.

1980

Al Festival dove giganteggia Benigni in veste di presentatore, Alberto Cheli si esibisce con “Passerà”.

1983

Nell’edizione che vede “Vita spericolata” di Vasco finire sotto gli occhi increduli del pubblico al 25eismo (immeritatissimo) posto, neanche Riccardo Azzurri con “Amare te”

1984

Rodolfo Banchelli infiamma il palco con “Madame”.

1985

Premio della critica a Laura Landi con “Firenze, piccoli particolari”. Testo di Minghi.

1986

Anna Bussotti: “Nessun dolore” è scritta da Mango.

1988

Stefano Palatresi, da Cerreto Guidi, gareggia con “Una carezza d’aiuto”.

1990

“Disperato” di Marco Masini vince la competizione giovani.

1992

Alessandro Canino gareggia con “Brutta”. Certo il testo non parla della giacca che indossa sul palco, ma vale la pena darle un’occhiata su Youtube. Già, i primi anni novanta. Altro fiorentino in gara
Paolo Vallesi con “La forza della vita”.

Sanremo Firenze - Alessandro Canino Brutta

1994

Si classifica al quarto posto Irene Grandi con “Fuori”.

1997

I Dirotta su Cuba cambiano piani e volano all’Ariston con “È andata così”.

2004

Masini fa il bis, stavolta tra i “grandi”. La canzone è “L’uomo volante”

2006

Sbancano i piccioni. Povia, milanese di nascita, ma ormai fiorentino da decenni, vince Sanremo con “Vorrei avere il becco”.

2012

Emma Marrone, leccese nata a Firenze, porta a casa il primo premio. Vince “Non è l’inferno”.

2017

“Cose che ci danno ansia” di Tommaso Pini vince il premio Sala Stampa.

Febbraio, è già tempo di Estate Fiorentina

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L’Estate Fiorentina 2017 aveva già battuto tutti i record: estensione nei luoghi e nel tempo, realtà culturali attive, numero di eventi, cittadini coinvolti. L’edizione 2018 si appresta ad abbattere un altro muro: quello del milione di euro di finanziamenti. Ne abbiamo parlato con il curatore artistico Tommaso Sacchi, confermato al timone del cartellone estivo più ampio d’Europa.

Siamo a febbraio e già cominciamo a parlare di Estate Fiorentina: sarà un’edizione extra-long?
Manterremo la formula ‘estesa’, quella dei sei mesi tra maggio e ottobre, che finora ha funzionato bene, per distribuire al meglio le attività anche nei periodi dell’anno meno densi dal punto di vista dell’offerta culturale. Quello che cambia davvero sono i tempi della preparazione e della selezione dei progetti: per la prima volta, infatti, il bando è già pronto (con diversi mesi di anticipo) e darà modo alle varie associazioni di lavorare al meglio e con il giusto tempo.

Quali saranno le novità principali del 2018?
Direi periferie, periferie, periferie. E poi largo ai giovani e valorizzazione dei luoghi nascosti. Vogliamo un’Estate sempre più diffusa su tutto il territorio comunale, formula che lo scorso anno ha dimostrato di funzionare molto bene. Abbiamo portato il circo alle Cascine, il cinema (sempre affollatissimo) in piazza da Ugnano a Sorgane oltre che nel Piazzale degli Uffizi, la musica nei parchi e sui sagrati delle basiliche. Poi massima attenzione ai giovani, tra i principali fruitori dell’offerta, e all’apertura a nuovi pubblici. L’Estate è un progetto culturale in crescita,anche dal punto di vista economico: quest’anno, come ha confermato il Sindaco, potrà contare su maggiori risorse con un trend in costante ascesa da quattro anni ad oggi. 

Qual è l’invito/il suggerimento/la proposta che si rivolge agli operatori che parteciperanno al nuovo bando?
Coraggio, qualità, attenzione al contemporaneo e ai luoghi più nascosti di Firenze. Anche le sinergie e la capacità di sperimentare sono qualità che non dovranno mancare nelle proposte.

Ci saranno nuove piazze o nuovi luoghi della cultura valorizzati attraverso l’Estate Fiorentina?
Gli “spazi estivi” sono un progetto in crescita che si estende anche alle aree meno centrali della città. Un modello di successo che sta facendo scuola a livello nazionale: presidi di cultura e socialità per una città viva e più sicura e tutto questo grazie alla capacità delle nostre associazioni di unire cultura e vitalità sociale delle piazze e delle aree verdi cittadine.

Nelle scorse settimane è già stato presentato qualche big del cartellone cartellone 2018, soprattutto sul fronte concerti: si preannunciano sorprese?
Siamo contenti che per il secondo anno tornerà una grande kermesse rock al Visarno (Firenze Rocks) con Foo Fighters, Guns n’ Roses, Iron Maiden, Ozzy Osborne. Lo scorso anno Firenze è stata senza dubbio una delle capitali internazionali del rock e quest’anno si preannuncia un successo simile -se non superiore- e non mancherà lo spazio per sorprese e altre novità in campo musicale.

Musart, Firenze Rocks, Firenze Jazz Fringe Festival: le grandi rassegne che hanno segnato la scorsa stagione saranno confermate?
Il bando è ancora aperto, vedremo quali proposte arriveranno. Confermo che saranno riproposti cinque progetti speciali e strategici di elevato valore artistico, dal cinema all’aperto alle arti visive e performative contemporanee, dalla musica jazz. in Oltrarno alla valorizzazione del patrimonio storico attraverso i più diversi linguaggi della cultura fino ai concerti di musiche dal mondo.

Tra i progetti speciali del 2017 Secret Florence e Genius Loci sono stati molto apprezzati sia dai fiorentini che da un pubblico internazionale: li ritroveremo?
Manifestazioni di questo tipo hanno funzionato perché hanno valorizzato contemporaneamente diverse forme d’arte e luoghi cittadini da scoprire (o riscoprire), hanno avuto la grande intuizione di far dialogare i linguaggi di oggi con il patrimonio storico cittadino. Lavoreremo ancora in questo senso per dare nuova luce a molti luoghi che rimangono da scoprire e valorizzare. Insomma una vita culturale sempre più diffusa anche nei luoghi meno frequentati che tornano ad essere i ‘teatri naturali’ di una stagione di alto livello.

Pollice verde in città

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Il colore viola sarà anche la sfumatura dell’anno (ne parliamo sul numero di marzo del nostro mensile), ma il futuro della nostra città è sempre più verde. Ne abbiamo avuto un assaggio durante l’ultima edizione di Pitti Immagine, con le collezioni ispirate alla sostenibilità ambientale e il passaggio dall’Istituto Europeo di Design di Livia Firth, creative director della fondazione Eco-Age (nonché moglie  del Premio Oscar Colin), per sensibilizzare i designer di domani verso una moda green.

Le nostre abitudini sono già più “verdi”, a partire dalla nuova flotta di bike sharing a flusso libero, attiva dallo scorso dicembre, che ha portato la quota di bici condivise ad oltre 4mila unità. Ben presto anche i nostri mezzi pubblici saranno decisamente più sostenibili, con l’entrata in funzione delle nuove linee di “Sirio” (vedi qui quali saranno le novità per la tramvia fiorentina).

Non è un caso che sia stata sviluppata a Firenze una app, GreenApes, per premiare le azioni green nella vita quotidiana, già alcuni anni fa. Ed è fiorentina anche una delle prime società create con lo scopo di ridurre le emissioni nocive piantando alberi in Africa e America Latina, per compensare la Co2 prodotta da aziende & Co. Nata come startup, oggi Treedom ha tra i suoi clienti multinazionali, società di distribuzione di energia, aeroporti e importanti gruppi bancari. Firenze è pronta a diventare più verde. E noi lo siamo?

Le 5 cose che devi sapere sulla nuova tramvia a Firenze

La tramvia di Firenze scalda i motori. La data del primo viaggio sulle due nuove linee è slittata più volte in avanti e ancora non ci sono certezze sul momento dell'effettiva entrata in funzione, ma intanto c’è chi lavora dietro le quinte, per mettere a punto orari e dettagli. Cerchiamo quindi di fare chiarezza sulla tramvia che verrà.

1  E 3: SONO DUE LINEE DIVERSE?

La linea 3 è una sorta di illusione ottica: non è altro che l’estensione del primo tracciato inaugurato il 14 febbraio di otto anni fa. Una volta conclusi i cantieri, la linea uno diventerà “super”: il tram che arriva da Scandicci non farà più capolinea all’entrata della stazione, ma continuerà il suo percorso davanti alle scalette. Qui i binari che fino a poco tempo fa erano morti si allacciano al nuovo tracciato.
Sirio quindi circumnavigherà la stazione, uscirà da via Valfonda e arriverà fino a Careggi, il vero capolinea, dove cambierà binario e tornerà indietro. Di fatto si potrà andare da Careggi a Scandicci (e viceversa) senza scendere dai vagoni.

COSA SUCCEDERÀ ALLA STAZIONE S.MARIA NOVELLA?

Una volta a regime, i tecnici prevedono che dalla stazione passerà un tram al minuto. I binari saranno un po’ affollati, visto che nel tratto tra via Alamanni e piazza dell’Unità transiteranno sia la T1, sia la T2.
La fermata “Alamanni – Stazione” diventerà quindi un interscambio e sarà possibile scendere dalla linea 1 e salire sulla 2 e viceversa. Questo inciderà però sulla frequenza. Secondo le previsioni di Gest, la società che gestisce il servizio tramviario fiorentino, una volta attivate le nuove linee, nelle ore di punta l’attesa si allungherà, ma di poco: i tram passeranno ogni quattro minuti e mezzo, un minuto in più rispetto a quanto previsto oggi sulla linea 1. Serviranno comunque sei mesi per calibrare il servizio.

CAMBIERANNO GLI ORARI DEI MEZZI?

Il servizio continuerà a iniziare e a finire agli stessi orari, su tutte le linee: partirà alle 5 del mattino per concludersi a mezzanotte e mezzo. Durante il weekend la tramvia andrà sempre a letto tardi: come già succede per la linea 1, il venerdì e sabato sera il servizio terminerà alle 2 di notte, anche viaggiando verso l’aeroporto o Careggi. Fatti due conti, ogni giorno saranno previste oltre novecento corse, per un popolo di passeggeri stimato in 36 milioni di persone ogni anno.

QUALI SARANNO I TEMPI DI PERCORRENZA?

Il numero magico è 20 (minuti). È quanto sarà necessario per spostarsi dalla stazione di Santa Maria Novella verso i tre capolinea: da piazza dell’Unità all’aeroporto la tramvia impiegherà 21 minuti; 60 secondi in meno serviranno per andare da “Alamanni – Stazione” a Careggi; per raggiungere Villa Costanza saranno necessari 23 minuti, come adesso.

ALLE FERMATE SARÀ POSSIBILE COMPRARE IL BIGLIETTO?

Sì e anche con la “carta”. Saranno infatti installati nuovi modelli di macchinette automatiche che permetteranno di pagare il biglietto non solo con le monete e le banconote, ma anche con bancomat e carta di credito. Alle fermate delle nuove linee arriveranno cinquanta emettitrici hi-tech e inoltre saranno sostituite le ventotto macchinette della linea uno, ormai un po’ datate.

LA TRAMVIA IN PILLOLE

Linea 1

Villa Costanza • Stazione
7,4 km in 23 minuti
14 fermate

Linea 2

Aeroporto • Piazza dell’Unità
5,3 km in 21 minuti
13 fermate

Linea 3

Careggi • Stazione
4,1 km in 20 minuti
12 fermate

INFO: mobilita.comune.fi.it

Si sblocca la Fiorentina. Successo a Bologna

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Importante vittoria della Fiorentina contro il Bologna. Una vera boccata d’ossigeno dopo le due sconfitte consecutive che avevano esasperato gli animi dei tifosi che hanno protestato durante l’ultima settimana. Il blitz in ritiro dei proprietari: Diego ed Andrea Della Valle ha probabilmente contribuito a dare maggiori convinzioni alla squadra che, contro il Verona ha toccato il momento più basso della stagione. Eroe di giornata Federico Chiesa che ha segnato il gol vittoria nella ripresa. Nel primo tempo erano andati in gol Pulgar per il Bologna e Mirante, su autorete, da un calcio d’angolo tirato da Veretout. Donadoni cambia modulo passando dal 4-3-3 al 4-4-2con Palacio e Destro in attacco, Dzemaili e Pulgar a centrocampo, Helander e De Maio in difesa. Pioli lascia in panchina Thereau e schiera titolare Gil Dias, che con Simeone e Chiesa completa il tridente offensivo. Milenkovic sostituisce lo squalificato Pezzella.

Primo Tempo

Tanti capovolgimenti di fronte ad inizio gara. Partita non bella ma che offre, in particolar modo, continue fiammate in entrambe le aree di rigore. Al 15’ si vede prima il Bologna con Poli che salta Biraghi e serve dietro Dzemaili che va alla conclusione ma ci pensa Milenkovic a fermare il pericolo. Dopo due minuti la risposta viola con Chiesa che chiede l'uno-due a Dias che però non lo serve con i tempi giusti. Chiesa riesce, comunque, a tirare ma non trova la porta avversaria. Al 21’ Benassi mette un bel pallone in area ma né Chiesa né Simeone riescono a sfruttare l’occasione. Sempre Bebassi, subito dopo, ci prova da solo ma Mirante riesce a deviare in angolo. E sempre il portiere rossoblù si rifugia in angolo, al 40’, su un tiro di Gil Dias. Proprio da quel corner Veretout s’inventa un tiro-cross che s’insacca in rete. L’impressione è che il gol sia di Veretout ma poi si nota una deviazione di Mirante e quindi si parla di autorete. E’, comunque, l’1-0 per i viola. Vantaggio che dura quattro minuti perché Pulgar, ancora da calcio d’angolo segna il pareggio con la complicità di Sportiello, incerto nell’occasione. Si va al riposo sull’1-1. Due gol da calcio d’angolo, un evento più unico che raro.

Secondo Tempo

In avvio di ripresa debutto per Falcinelli al posto di Simeone. Donadoni risponde con l’inserimento di Orsolini che rileva Destro. Al 71’ Chiesa chiude la gara. Il figlio d’arte si accentra dalla destra e deposita il pallone in rete di sinistro dopo aver fatto fuori due diretti avversari. La risposta dei felsinei al 75’ con Palacio che si invola sulla destra e supera Sportiello in uscita poi però calcia senza precisione e la palla finisce sul fondo. L’assalto finale del Bologna non riesce a scalfire la difesa viola che si mostra sempre molto attenta. La Fiorentina torna al successo. Importante dato che venerdì prossimo c’è la gara contro la Juventus.

L’allenatore

Soddisfatto, a fine gara, Stefano Pioli. “Arrivavamo da brutte sconfitte, soprattutto quella di domenica scorsa, che non possiamo cancellare ma che volevamo dimenticare. La partita è stata tosta e gagliarda, la vittoria credo sia meritata per come la squadra ha giocato ed è stata in campo per tutti i novanta minuti. Il nostro percorso è iniziato quest’anno – aggiunge l’allenatore viola – e stiamo ponendo i nostri mattoni e guardiamo il futuro, credevamo di aver creato una base solida, purtroppo nelle scorse due partite siamo tornati indietro, ma oggi siamo ripartiti bene”.

Omar Sosa e Gustavo Ovalles in concerto

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Un concerto all'insegna del dialogo interculturale è quello previsto per sabato 3 febbraio dalle 21.15 in Sala Vanni in piazza del Carmine. Omar Sosa e Gustavo Ovalles, due musicisti jazz, rispettivamente pianista e percussionista, uniscono musicalità e sonorità molto diverse tra loro in un linguaggio musicale universale dallo stile unico e libero.

Omar Sosa è un pianista di origini cubane, o meglio afrocubana, un'identità che risulta dalla diaspora africana verso le Americhe iniziata nel Seicento durante la tratta negriera. Dall'identità afrocubana nasce una particolare forma di jazz, che, a differenza di quello afroamericano nato nel sud degli Stati Uniti, risente molto delle influenze culturali ereditate dai ritmi sostenuti tipici delle musiche tradizionali dell'Africa centrale (leggi l'approfondimento su LaRivisitaCulturale.com).

La libertà musicale che lo contraddistingue lo ha portato a collaborare con numerosi artisti internazionali dal genere più vario. Non ultimo Gustavo Ovalles, percussionista del Venezuela, famoso per le sue ricerche sulle varie sonorità tradizionali che compongono l'orizzonte musicale venezuelano. Entrambi si esibiranno sul palco, molto meno esotico, della Sala Vanni ed è inserito nella programmazione del Black History Month di Firenze.

Palcoscenico speciale per Omar Sosa e Gustavo Ovalles

La Sala Vanni è parte integrante del complesso monumentale della Basilica di Santa Maria del Carmine che si trova in Piazza del Carmine. Lo spazio era originariamente del Comune, ed successivamente stato messo a disposizione della comunità, in particolare è stato concesso al progetto Musicus Concentus, che ha sede proprio nei locali. Grazie alla collaborazione tra quest'ultimo e l'altro progetto musicale fiorentino, Jazz Music Pool, la Sala Vanni si è trasformata in un auditorium innovativo dedicato alla musica jazz e a tutte le sue declinazioni e forme, dalle sonorità più pure a quelle più elettroniche.

Omar Sosa e Gustavo Ovalles in Sala Vanni Black History Month Florence

La Sala Vanni ha oggi una fama particolare tra gli appassionati di musica non solo di Firenze e dintorni, ma anche a livello internazionale, non tanto per i suoi affreschi del 1700 circa, quanto invece per i suoi raffinati e innovativi cartelloni e programmazioni musicali. Il concerto di sabato  è quindi una occasione insolita per scoprire entrambi. 

Dai banchi alla cattedra: due ex studentesse incontrano i buyer a Milano

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Modartech torna a Milano per raccontarsi alle imprese attraverso la viva voce degli ex studenti dell'Istituto. L'appuntamento è con Milano Unica (dal 6 all'8 febbraio), fiera di riferimento di tessuti e accessori per l'abbigliamento d'alta gamma che vede partecipare anche le scuole di Piattaforma Sistema Formativo Moda con il progetto “Eyes on me”.

Proprio nell'ambito di questo progetto speciale dedicato ai giovani, Modartech avrà, per tutta la durata della fiera, una vetrina dedicata a due ex allieve dell'Istituto, che dopo la fine dell'iter accademico, hanno messo in pratica le competenze acquisite e collezionato preziose esperienze. A rappresentare il patrimonio di conoscenze acquisite a Pontedera ci saranno Chiara Guglielmi e Daria Locchi, entrambe classe 1994, uscite dal percorso triennale in Fashion Design e con all'attivo collaborazioni con aziende blasonate come le maison Armani e Gattinoni.

Le collezioni “in trasferta”: dalla Urban Rider a Aaron Vanke

E se Daria porterà a Milano, oltre al suo portfolio progetti, la “Urban Rider Collection”, collezione ispirata alla Vespa Piaggio (icona delle ruote originaria di Pontedera come Modartech) e realizzata dalla studentessa per il Fashion Show organizzato annualmente da Modartech, Chiara Guglielmi affiancherà agli outfit da rider contemporanea della “Urban rider collection” alcuni modelli del brand street “Aaron Vanke” cui ha deciso di dare vita di recente, dopo aver fatto esperienze in aziende del settore.

La designer in erba

“Sono molto contenta – spiega Chiara Guglielmi – è una bellissima opportunità. Milano Unica è una vetrina importante da cui passano migliaia di persone, spero che porti nuovi contatti. Porterò con me anche un piccolo campionario dei modelli di Aaron Vanke che stiamo approntando per la prossima stagione”.

La collezione portafortuna

“Sono sempre rimasta in contatto con l'istituto Modartech, anche dopo il diploma – ha aggiunto Daria Locchi – e sono grata per questa bella occasione. Porterò con me la collezione ispirata alla Piaggio, che ha avuto anche un riconoscimento durante Mittlemoda 2016, lo Special Prize Lectra. È  un po' la mia collezione portafortuna”.

“Entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale”

“È una vetrina importante – ha detto Alessandro Bertini, direttore dell'Istituto Modartech – sia per gli alumni, gli ex allievi della scuola, sia per noi. Rappresenta un ottimo biglietto da visita, un modo per dare un segno tangibile delle cose che imparano i ragazzi frequentando i nostri corsi, del bagaglio che si costruiscono e che dà loro la chiave per accedere al mondo del lavoro dalla porta principale”.