Ci sono voluti 7 anni e ben 20 mila ore di lavoro per ripulirlo dallo sporco e per “curarlo” dopo le lacerazioni e i rammendi fatti nei secoli. Dopo un complesso restauro torna visibile al Museo del Bargello l’arazzo quattrocentesco della Battaglia di Roncisvalle, un enorme frammento alto quasi 4 metri e largo 5, realizzato in lana e seta da una manifattura dell’area franco-fiamminga. Le operazioni di recupero sono state seguite dal settore arazzi e tappeti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, forte di un’esperienza nel settore lunga quarant’anni.
L’intervento di restauro della Battaglia di Roncisvalle
L’opera, un enorme frammento di un arazzo più imponente che si stima essere stato grande quasi 13 metri e mezzo, si trovava in un pessimo stato di conservazione a causa della sporcizia accumulata nel tempo, dei tagli ma soprattutto delle grandi lacune della struttura tessile che in passato erano state “riempite” grazie a una tela rigida applicata sul retro e dipinta in corrispondenza dei pezzi mancanti. Una vera e propria sfida per gli esperti dell’Opificio con 25 persone che sono state coinvolte a vario titolo in questa delicata impresa.
Durante il restauro sono stati rimossi i vari rammendi, che creavano deformazioni alla struttura tessile. L’arazzo è stato poi ripulito grazie a una micro-aspirazione e a una speciale procedura per immersione in una soluzione acquosa. La parte più complessa è stato il lavoro, filo dopo filo, che ha permesso di ricreare le parti andate perdute: nell’opera sono stati reinseriti gli orditi e le trame con materiali affini per colore e consistenza, in modo da suggerire le forme mancanti. Per permettere l’esposizione al pubblico è stata inoltre studiata una particolare cornice-sostegno, tessuta a mano al telaio, oltre a una tela di lino sul retro dell’opera, alla foderatura e alla predisposizione del sistema di fissaggio.
L’opera
“Il restauro dei manufatti tessili è tra i più delicati e questo impegnativo intervento conferma l’eccellenza che l’Opificio delle Pietre Dure mantiene anche in questo settore”, spiega la direttrice del Museo del Bargello Paola D’Agostino. Continua così la collaborazione tra i due enti anche “in un settore di restauro come quello degli arazzi così poco praticato in Italia”, ha osservato Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure. “Il nostro ruolo non è rendere eterna un’opera d’arte. Come un bravo medico, non promettiamo l’immortalità, ma permettiamo ai capolavori di invecchiare bene e in salute“, ha aggiunto durante la presentazione dell’intervento di restauro.
La Battaglia di Roncisvalle fa parte di un ciclo di arazzi dedicato alle storie di Carlo Magno e di Orlando. Sul tessuto si contano 55 personaggi in un complesso intreccio di cavalli e cavalieri, cristiani e saraceni, che a fianco di Orlando combattono corpo a corpo. Grazie a questo restauro, l’opera torna visibile al pubblico nella Sala dell’Armeria del Bargello.