Quando nasce un figlio, si sa, la prima cosa da fare è controllare che abbia tutto al posto giusto. Insomma, che sia un “capolavoro”.
LA MOSTRA. È così che si intitola la mostra di DashaVigori Oussova ed Elia Maucer: dal loro amore è appunto nata Sophia, sulla quale si incentra l’intera esposizione. Un allestimento che racconta la meraviglia e l’inquietudine dell’immaginarsi e del diventare genitori, autori e creatori di un essere umano. Il forte segno pittorico di entrambi, cresciuti nella scuola di Adriano Bimbi, diventa una chiave per guardare alla vita – tentando di fermarne gli istanti – nello splendore della sua novità.
UN CAPOLAVORO VIVENTE. Le foto, i dipinti e i discorsi della madre raccontano quanto doloroso ma allo stesso tempo gioioso sia stato il parto. Come spiega DashaVigori: “Prima della gravidanza ho a lungo fotografato e disegnato, autoritratto il mio viso ed il mio corpo. Durante la gravidanza ho smesso soffermandomi più sull’ascolto di quello che accadeva dentro. Sofia appena nata assomigliava di più a suo padre ma dopo è divenuta la mia esatta copia – autoritratto elevato a potenza. Autoritratto in vesti di angelo. Sofia è il risultato dell’amore di due pittori. Il frutto della più sublime delle arti. Capolavoro vivente. Il parto è durato 30 ore, successivamente la mia vita è divenuta più organizzata, segreta, arcana. I boccioli nel mio sangue si sono schiusi e le rose sbucano dalla mia bocca”.