I soggetti della “Verità rivelata dal Tempo”, della “Verità sottratta dall’Invidia”, del “Trionfo della Virtù sull’Invidia” e quello della “Calunnia”, tema quest’ultimo che godette dai tempi dell’antichità classica di una notevole fortuna, sono affrontati con icastica originalità dallo Zuccari. Artista che nella lunga carriera in Italia e in Europa fu protagonista di una bizzarra e ricorrente contraddizione: guadagnarsi la fiducia di committenti illustri e potenti, perderne subito dopo il favore, reagire dipingendo e divulgando “vendette d’artista” foriere di ulteriori tensioni e pesanti conseguenze, per sentirsi infine un perseguitato, paragonabile a Esopo e a Dante.
Ma non è solo per il fascino esercitato da una simile personalità di pittore, letterato e teorico d’arte, che la Soprintendenza del Polo Museale fiorentino con la collaborazione di Firenze Musei ha deciso di impegnarsi in un omaggio a questo artista controverso. A Firenze rimangono infatti i 2.400 metri quadri circa di pittura (la massima estensione mai dipinta in città) dispiegati da Federico nella cupola di Santa Maria del Fiore, sempre a Firenze si trova la casa, già stata di Andrea del Sarto, che lo Zuccari abitò e abbellì con pitture murali e rilievi celebranti le arti posti sulla facciata dello studio, tutt’ora visibile in via Giusti, e inoltre a Firenze, presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, si conserva il fondo più rilevante di disegni e stampe riferibili al suo nome che per l’occasione viene interamente esposto.
Fra i prestiti compare un ospite d’eccezione, la tela dedicata alla Porta Virtutis. L’opera, realizzata da Federico Zuccari e inviata al duca di Urbino, Francesco Maria II Della Rovere, negli anni Ottanta del Cinquecento, giunse a Firenze nel secolo seguente ed entrò nelle collezioni medicee; creduta perduta, è ricomparsa di recente sul mercato fiorentino, dove lo Stato italiano la ha acquistata destinandola alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
Proprio tale dipinto, così denso di significati e di invenzioni allegoriche, e idealmente posto a conclusione del percorso espositivo, riassume in maniera efficace le istanze più profonde dell’arte dello Zuccari, che nel corso di tutta la sua attività non smise mai di rivendicare con orgoglio la propria libertà di pensiero e di espressione, contribuendo alla promozione dello status sociale dell’artista.
Galleria degli Uffizi Gabinetto Disegni e Stampe
Fino al 28 febbraio 2010