Abito vs habitat è composto da più installazioni nelle quali troveranno una loro identità camicie, polo, completi giacca e pantalone da uomo, in pratica un piccolo campionario per una possibile collezione. Nasce da un’esigenza, quella di vestirsi con i ricordi “cuciti addosso”. Nel progetto abito vs habitat saranno esposte delle “prove” di collezione con capi usati e non, come camicie Canclini, cappelli provenienti dall’archivio storico Borsalino, maglieria Roberto Collina e capi dell’Archivio Massimo Osti.
FFMM prende il nome dall’opera che Flavio Favelli aveva presentato nel 2007 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Torino, in occasione della mostra Ambient Tour, a cura di Francesco Bonami, legata alla delicata e urgente questione “ambiente”, che investe temi non solo ecologici ma anche storici, culturali e sociali.
Gli abiti sono concepiti, secondo l’idea di Muna Mussie che collabora con Favelli in questo progetto, come opere, anche se pensati per una vera collezione finalizzata alla vendita, contraddistinta da richiami evocativi: chiunque si trovi ad indossarli diventa portatore della memoria storica della società. Ci sono numeri e sigle: ITAVIA, PA931166 (la targa di una delle auto di scorta del magistrato G. Falcone travolte dall’attentato dinamitardo), PGR (Per Grazia Ricevuta), ma anche la data di nascita di chi acquista il capo, nomi e cifre che ricordano dei precisi momenti della nostra storia privata e pubblica.
Flavio Favelli (Firenze, 1967) vive e lavora a Savigno (Bologna). Prende parte al Link Project (1995-2001). Ha esposto in importanti spazi pubblici e privati in Italia e all’estero (tra i principali progetti personali: Galleria Sales a Roma 2008, Fondazione Maison Rouge, Parigi 2007, Fondazione Sandretto Re Rabaudengo, Torino 2007, Projectspace176, Londra 2005, Museo Pecci, Prato 2005, IIC, Los Angeles 2004, Galleria Maze, Torino, 2003, Artinprogress, Berlino, 2002 e mostre collettive: Italics, Palazzo Grassi a Venezia, XV Quadriennale di Roma, Elgiz Museum a Istanbul nel 2008 e Clandestini, 50° Biennale di Venezia, 2003.
Ha progettato e realizzato due installazioni bar funzionanti al MAMBO Museo di Bologna e al MARCA Museo di Catanzaro e due ambienti pubblici permanenti: Vestibolo alla Sede ANAS di Venezia nel Palazzetto Foscari e Sala d’Attesa nel Pantheon di Bologna all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa che accoglierà la celebrazione di funerali laici.
Muna Mussie (Eritrea 1978) inizia il suo percorso artistico nel 1998 a Bologna, formandosi come attrice performer con il Teatrino Clandestino e con il Teatro Valdoca. Dal 2001 al 2005, è parte attiva nel gruppo di ricerca Open. Dopo la performance opentolikemunamussie, è la volta di lavori pienamente autoriali, di cui cura concezione, messa in scena e interpretazione. Nel 2006 debutta a Raum con Madrepatria e nel 2007 con Più che piccola, media. Nel 2008 presenta Con Permesso (2008) al festival Galataperform di Istanbul. Nello stesso anno è vincitrice del Performance day, a cura di Emilio Fantin, e la giuria del decimo premio Riccione TTV – concorso Italia le assegna il premio Pier Vittorio Tondelli/Nuovi Talenti per il video Più che piccola, media.
Museo Marino Marini
Firenze, Piazza San Pancrazio
Informazioni: tel. 055.219432 – e.mail: [email protected]
Orario di apertura: dalle 10 alle 17, esclusi la domenica e il martedì.