Nel Seicento e nel Settecento l’attività della Comédie Italienne tenne particolarmente in luce il nome dell’italianità nella prestigiosa Parigi, capitale europea. Furono gli attori italiani a portare al successo tante opere dei commediografi dell’epoca; in particolare Il gioco dell’amore e del caso di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux, che tenne la ribalta nel gennaio 1730 per quindici applauditissime repliche.
LA PRIMA PRODUZIONE. L’attività produttiva della nuova Pergola si apre proprio con questo gioiello della drammaturgia settecentesca, che ha in sé il germe della grande tradizione del teatro “all’italiana”. Piero Maccarinelli riscopre la squisita tessitura drammaturgica di Marivaux nella versione e nell’adattamento di Giuseppe Manfridi per farne risaltare “tutta la sua inattuale contemporaneità” e raccontare le inquietudini, le tragicomiche ansie dell’essere innamorato, la paura del futuro, l’incertezza dell’essere amato, la comica e talora patetica posizione dell’amante rispetto all’amato e viceversa.
GLI ATTORI E LA REGIA. Paolo Briguglia, Antonia Liskova, Francesco Montanari, Fabrizia Sacchi, volti noti al grande pubblico per una carriera artistica che spazia tra teatro, cinema e televisione, sono i protagonisti dello spettacolo insieme a Emanuele Salce e Sandro Mabellini. Paolo Briguglia al cinema è stato, tra i tanti ruoli interpretati, il fratello di Peppino Impastato nei Cento passi di Giordana e la recluta imprigionata nel deserto di El Alamein per la regia di Monteleone; Antonia Liskova è la protagonista della serie televisiva Tutti pazzi per amore ed è al suo debutto assoluto in teatro; Francesco Montanari, già con Albertazzi, Guicciardini e Salveti in teatro, è il Libanese della serie televisiva Romanzo Criminale; Fabrizia Sacchi, in teatro con spettacoli di Leo De Berardinis e Alvis Hermanis, è nel cinema di Risi, Calopresti e Virzì, e in televisione nelle serie di Medicina Generale. Sandro Mabellini ha percorso le scene di Bertolucci, Torrini e Tiezzi, Emanuele Salce quelle di Scola, Risi e Avati, ed è oggi in tv nel cast di Nero Wolfe.
I COSTUMI DEL PREMIO OSCAR. I costumi portano la firma e tutto il prestigio del premio Oscar Gabriella Pescucci e si accomodano tra le scene di Giacomo Costa artista visivo dalla fama internazionale. Il gioco dell’amore e del caso è una classica “commedia degli equivoci”: nella versione originale Orgone ha una figlia, Silvia, alla quale concede di vestire i panni della sua cameriera, Lisetta, con lo scopo di studiare segretamente i comportamenti del suo futuro sposo, il giovane Dorante. Anche Dorante, però, ha usato lo stesso stratagemma: mascherato da Arlecchino, suo servitore, studierà il comportamento di Silvia. Silvia e Dorante, nei panni dei rispettivi servi, s’innamorano e la stessa cosa accade anche ai due servitori che indossano le vesti dei loro padroni.
L’AMBIENTAZIONE. L’ambientazione riposa su un passato che si affaccia a un giardino dove la natura, indifferente al ritmo del discorso amoroso, è talora matrigna e talora complice affettuosa. Un’installazione fatta d’immagini elaborate secondo il proprio personalissimo stile dall’artista fiorentino Giacomo Costa accompagna il trascolorare di emozioni e sentimenti su un fondale a light box digitale, davanti al quale solo due grandi porte a imbotto e quattro poltrone dell’epoca staranno a indicare l’opulenza senza tempo dell’opera.