Al valore scenografico dell’architettura dipinta si affida la magnificenza dell’insieme, aperto a incredibili soluzioni di spazi che bene accolgono, e in perfetta coerenza, l’oro e l’argento di Martinazzi, valorizzandone la bellezza espressa secondo principi di chiarezza formale, di simmetria e di calcolata armonia nella distribuzione degli elementi compositivi. La sua immaginazione si struttura secondo quel senso della proporzione, del limite e della misura che si è rivelato una costante della sua arte, nella sua magistrale pratica di accordare una norma proporzionale, geometrica alla ricerca naturalistica.
Ridotto a eco e impronta nei suoi gioielli, l’elemento umano è presenza fisica incombente, che sia un dito che si piega o un occhio che fissa, una mano che si apre o una bocca sigillata. Di questa umanità decostruita e naufraga, Martinazzi è interprete in ogni sua creazione, cosicché la forma, anche dov’è tagliante e severa, rivela pur sempre l’ascolto affettuoso e la pietà.
Museo degli Argenti Palazzo Pitti
Fino al 1° marzo 2009