lunedì, 23 Dicembre 2024
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San Michele, il gioiello nascosto di Castello

Una perla tra le ville medicee. Vi portiamo alla scoperta di un monumento poco conosciuto di Castello, la chiesa 'panoramica' di San Michele

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Una chiesa panoramica, poco distante dalle Ville Medicee di Castello e della Petraia. È la Chiesa di San Michele a Castello, antico edificio situato nell’omonima via alle porte di Firenze. Di probabile fondazione longobarda, se ne hanno notizie già nell’XI secolo: il nome deriva dal latino “castellum”, e indica una struttura adibita a collettore delle acque. Proprio dalla zona di Castello, infatti, partiva l’acquedotto romano per Firenze.

A partire dal 1608 l’architetto granducale Gherardo Mechini progetta lo stradone tra la villa di Castello e la chiesa di Boldrone e, prevedendo un nuovo assetto del territorio limitrofo, la chiesa di San Michele diviene l’elemento centrale della scena del paesaggio che si sviluppa tra le ville di Castello e della Petraia. Sempre per l’interessamento della famiglia Medici, nel 1622 venne incaricato l’architetto Giulio Parigi della progettazione del nuovo campanile: l’elegante costruzione venne completata nel 1624.

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La chiesa di San Michele a Castello

Consacrata nel 1617 e dichiarata prioria nel 1728, la chiesa continuò a essere favorita dalla famiglia granducale, che la ristrutturò nel 1783 e nel 1817. L’edificio è intitolato all’Arcangelo San Michele, come ci ricorda lo scenografico affresco eseguito nel 1636 dall’artista Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, che raffigura il Santo mentre sferra il colpo mortale a Lucifero.

Castello, Firenze - Chiesa di San Michele interno

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All’interno è ancora conservato un Crocifisso ligneo del ‘600, una tavola trecentesca raffigurante la “Madonna in trono e i Santi Lorenzo e Stefano”, attribuita alla bottega del Maestro della Santa Cecilia  a Pacino di Bonaguida, e un organo di Agati e Paoli della seconda metà dell’Ottocento. Dietro la chiesa si trova un piccolo cimitero: per suo espresso desiderio, qui è sepolto il poeta Mario Luzi, originario di Castello, dove ha vissuto i primi anni della sua vita.

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