Questo sarebbe stato il prolungamento già ipotizzato alla fine degli anni Cinquanta da Licia Collobi Ragghianti, che aveva impostato il necessario ampliamento della Galleria d’arte moderna con la sezione delle opere novecentesche da esporsi nelle stanze della Palazzina della Meridiana.
Il progetto ampliamente documentato purtroppo non andò in porto, ma la lettura delle piante dimostra che, se pur in modo incompleto, le collezioni novecentesche avevano tuttavia la coerenza, dovuta alla continuità della propria storia, scritta e affidata già dall’inizio del Novecento, alle scelte di una speciale Commissione, tuttora operante, che determinava con le sue scelte il completamento e l’indirizzo delle nuove acquisizioni.
Sul filo di questa continuità con queste installazioni si vuole rendere omaggio a quelle scelte coraggiose, a quei metodi scelti per aggiornare le collezioni con esempi di arte contemporanea, e non per ultimo per rendere visibile al pubblico, anche se solo in parte, la visione di quelle opere che per ragioni di spazio giacciono da molto tempo nei depositi.
Si tratta di un sentiero che a volte ospita l’opera novecentesca, come un’intrusa, in altre occasioni la colloca nel percorso per un’assonanza o per un netto contrasto formale, per aperture e chiusure al secolo precedente, per cambiamenti o continuità evidenti con la narrazione ottocentesca. Si intende lasciare al visitatore l’opportunità di cogliere quelle inspiegabili sinergie che solo un rapporto diretto riesce ad evidenziare, o viceversa coglierne la loro lontananza e la loro estraniazione.
La Galleria d’arte moderna prevede che questa sia la prima di una serie di incontri tra opere ed artisti, uniti dal medesimo destino di essere pensiero fondato per un’unica collezione, che possa documentare le vicende e lo sviluppo dell’arte prevalentemente toscana dalla fine del XVIII secolo alle più vicine esperienze novecentesche.
Galleria d’Arte MOderna Palazzo Pitti Firenze
Sentieri imprevisti a Palazzo Pitti
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