Un patrimonio di oltre sei milioni e 300mila volumi a stampa, 2.689.672 opuscoli, 25mila manoscritti, 4mila incunaboli, 29mila edizioni del XVI secolo e oltre un milione di autografi, insieme alla ricchezza di una raccolta di riviste italiane e straniere e di giornali, di spartiti musicali, di carte geografiche, di fondi fotografici, di comics, di libri d’artista del Novecento e, infine, di vari dipinti e oggetti artistici. Tutto questo è la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Per fare il punto sulla situazione su questo “tesoro” abbiamo parlato con la direttrice, Maria Letizia Sebastiani.
Direttrice, partiamo dalla questione finanziamenti: la biblioteca è ancora in difficoltà?
I tagli al bilancio, di sicuro notevoli, dipendono da una più generale e diffusa crisi economica. In questa situazione non si può non cercare di riprogrammare le proprie esigenze ottimizzando le risorse disponibili e gestendo percorsi comuni anche con i cittadini e gli utenti stessi. Speriamo in un forte rilancio della cultura e in una maggiore attenzione da parte della classe politica. Ad oggi, tra i tanti, il problema più difficile da risolvere rimane la diminuzione degli organici. La biblioteca conta attualmente solo 183 unità di personale, in rapporto alle oltre 400 che ne costituivano in un passato neanche lontanissimo l’organico, e il dato è in continuo calo per l’aumento progressivo dei pensionamenti. Il non inserimento di nuove leve sta facendo mancare il fondamentale processo di affiancamento, che nel lungo tempo finirà per pesare anche sull’erogazione dei servizi, nonostante la presenza di un personale altamente qualificato e disponibilissimo.
Quali sono i problemi ancora da risolvere e i progetti in corso?
Stiamo ancora lavorando ai danni causati dall’alluvione del 1966: restano ad oggi ancora da recuperare circa 17mila volumi appartenenti ai Fondi Palatino e Magliabechiano e circa 30mila miscellanee. E questo a fronte di circa 1.200.000 unità bibliografiche danneggiate, di cui 300mila libri. Per fortuna il settore dei manoscritti e dei rari, collocato al piano superiore, non venne raggiunto dall’acqua. Gran parte dei volumi danneggiati e tutti i cataloghi sono stati recuperati ad opera del centro di restauro della biblioteca, anche se la drastica riduzione di personale da 70 restauratori agli attuali 7 provoca notevoli ritardi e rallentamenti. Lo stesso laboratorio di restauro interno si occupa di aggiornare il “Piano di emergenza per le collezioni” della biblioteca, di concerto con la protezione civile. Per quanto riguarda il capitolo delle acquisizioni, la biblioteca gode del deposito legale di quanto pubblicato in Italia: significa un accrescimento di circa due chilometri lineari all’anno delle nostre raccolte, oltre a essere impegnata in un progetto di fruizione e conservazione delle memorie digitali denominato “Magazzini digitali”. La biblioteca è anche impegnata da anni nel settore della digitalizzazione diparte del proprio patrimonio librario e documentario con vari progetti ministeriali e non, in particolare con il Progetto ProQuest, in corso, e il Progetto Google, che partirà a breve, i quali, nella loro diversità oggettiva, avranno come fine comune la disponibilità e la visualizzazione in rete di gran parte dell’immenso e notevole patrimonio della biblioteca.
Quali sono le prossime iniziative in programma?
In occasione della Settimana della Cultura, il 16 aprile verrà inaugurata una mostra fotografica in collaborazione con il Nucleo di tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri sui patrimoni ritrovati. Sempre in aprile sono previste le presentazioni del libro curato da Anna Levi “Storia della Biblioteca dei miei ragazzi”, sulla storia della casa editrice Salani in occasione dei 150 anni della sua fondazione, a cui sarà affiancata un’esposizione dei libri della collana, e del libro di Enrica Asquer “Storia intima dei ceti medi. Una capitale e una periferia nell’Italia del miracolo”.