Una data segnata in rosso sul calendario. Il “vecchio” Dpcm ha stabilito cosa succede dopo il 15 febbraio 2021 e cosa cambia per alcuni aspetti della vita sociale, dagli spostamenti tra regioni, alla riapertura degli impianti di sci, fino alla ripresa dei concorsi pubblici. Sempre che il governo (quello uscente o un eventuale esecutivo tecnico-politico) non cambi le carte in tavola con un nuovo Dpcm a febbraio o con un decreto legge sull’emergenza Covid che preveda altre restrizioni. Ma vediamo cosa cambia dal 15 febbraio secondo il Dpcm varato un mese fa.
Cosa cambia: via agli impianti sci dal 15 febbraio
Il Cts si è espresso a favore dell’apertura degli impianti sciistici in zona gialla dopo il 15 febbraio: l’ultimo Dpcm infatti stabiliva la chiusura fino a questa data del mondo legato al turismo sulla neve. Si potrà tornare a sciare ma secondo le linee guida stabilite dalla Conferenza delle Regioni e passate al vaglio del Comitato tecnico scientifico. Gli esperti invece hanno bocciato l’ipotesi di riaprire gli impianti per lo sci in zona arancione.
Si attende adesso il via libera definitivo da parte del governo, ma difficilmente l’esecutivo andrà contro il parere del Cts. Niente da fare invece per il fitness, si parlerà della riapertura delle palestre solo dopo il 5 marzo.
Cosa succede per gli spostamenti tra regioni dopo il 15 febbraio: riaprono i confini? Cosa dice il Dpcm
È il punto del vecchio Dpcm più dibattuto in queste ore, per capire cosa succede dopo il 15 febbraio: ci si può spostare tra le regioni? Di certo non si potrà uscire dai territori in zona arancione e rossa, come successo finora. Per la zona gialla invece il Dpcm e il precedente decreto legge Covid stabiliscono che non ci si può muovere tra regioni anche in zona gialla fino al 15 febbraio, eccezion fatta per i viaggi compiuti per motivi di lavoro, salute, necessità o per fare rientro nella propria abitazione.
Una risposta certa su cosa succede dopo metà mese ancora non c’è e la crisi di governo complica le cose. Sull’apertura agli spostamenti tra regioni gialle si deve esprimere il Comitato tecnico scientifico, ma poi toccherà al governo decidere se dare il via libera dopo il 15 febbraio o cambiare le regole con un decreto o un Dpcm. Questo potrà essere fatto anche dal premier dimissionario Conte, se non ci sarà un nuovo esecutivo in tempi brevi: le misure e le restrizioni per l’emergenza Covid rientrano tra gli affari correnti di cui è incaricato in questa fase di transizione il governo uscente.
Cosa cambia dopo il 15 febbraio 2021 per le prove di concorsi pubblici
Le prove di selezione dei concorsi pubblici e privati sono state sospese dal Dpcm di gennaio fino al 15 febbraio, dopo questa data – prevede il decreto della Presidenza del Consiglio – possono riprendere i test. Ci sono però delle restrizioni, ecco cosa succede per i concorsi dopo il 15 febbraio. Le prove selettive possono svolgersi in presenza solo se è prevista la partecipazione di massimo 30 candidati per ogni sessione o sede.
Vanno poi seguite le linee guida anti-contagio stabilite dai protocolli adottati dal Dipartimento della Funzione Pubblica. Le regole prevedono, tra le altre cose, la mascherina obbligatoria e i candidati dovranno presentarsi senza alcun tipo di bagaglio.
Le regole del Dpcm per febbraio, cosa non cambia
Fin qui cosa succede dopo il 15 febbraio, ma ci sono anche molte cose che non cambiano. Il Dpcm prevede anche a febbraio il meccanismo dei colori Covid per le regioni con le relative restrizioni. Resta il coprifuoco dalle 22 alle 5, la chiusura al pubblico alle ore 18 per ristoranti e bar (solo i primi possono fare take away fino alle 22) e rimangono tutte le misure per il contenimento del contagio: mascherine, distanza, igiene per le mani e le regole su quante persone portare in macchina.