venerdì, 19 Aprile 2024
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Costante Cambiamento: in arrivo il festival che dà voce al Medio Oriente

Il festival indagherà l'attuale situazione del Nord Africa e del Medio Oriente, per comprendere che cosa veramente sia cambiato e per affrontare la drammatica situazione della Siria.

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Rivoluzioni, passaggi, paesaggi, transizioni: il Festival Costante Cambiamento, dopo aver affrontato lo scorso anno i movimenti rivoluzionari della “Primavera araba”, con la 16esima edizione – “New transitions” – dal 18 settembre al 6 ottobre alle Murate di Firenze, indagherà l’attuale situazione del Nord Africa e del Medio Oriente, per comprendere che cosa veramente sia cambiato con focus su Tunisia, Iraq, Afghanistan, Palestina e sulla drammatica situazione della Siria.

IL FESTIVAL. “Il festival – spiega la direttrice artistica Teresa Zurzolo – è come sempre interessato a richiamare l’attenzione su alcune tematiche di giustizia sociale, per attivare insieme al pubblico un atto creativo di cambiamento e di lotta: un lavoro che comporta un confronto vero e dialogico con la realtà”. “Il Festival – ha sottolineato l’assessore alla cultura Sergio Givone -, dopo che lo scorso anno mirò in particolare alla situazione libica a poca distanza dagli eventi che si conclusero con la morte di Gheddafi, punta quest’anno a fare luce sulla Siria, paese in questo momento al centro di cambiamenti drammatici. Costante Cambiamento si conferma quindi un appuntamento anticipatore, un laboratorio per studiare, approfondire e discutere, con gli strumenti dell’arte, dell’antropologia e della filosofia, i momenti più difficili del nostro tempo”.

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IL PROGRAMMA. Tra gli eventi, le esibizioni del danzatore di origine marocchina Khalid Benghrib e la danzatrice di origine algerina Saâdia Souyah (dal 18 al 22 settembre nella Chiesa sconsacrata di Santa Verdiana e negli spazi adiacenti delle Murate), così come del coreografo iracheno Anmar Taha della Compagnia Iraqi Bodies (il 28 e il 29 settembre protagonista di Fever, in prima nazionale), con coreografie di danza e improvvisazioni in cui i gesti evocheranno le tensioni rivoluzionarie e le lotte per la libertà. Temi che verranno approfonditi da numerose iniziative, tra le quali si segnala in particolare Women for Human Rights, incontro con Selay Ghaffar – Executive Director di HAWCA, l’organizzazione che dal 1999 si occupa di assistenza umanitaria e diritti delle donne e dei bambini in Afghanistan (mercoledì 3 ottobre ore 18). La condizione delle donne in Palestina sarà invece affrontato da Worlds: 9 cortometraggi realizzati da Shashat, tra le più significative organizzazioni di cineaste nel mondo arabo (venerdì 5 e sabato 6 ottobre ore 21).

LA NOVITA’. Tra le novità della sedicesima edizione infine, la presenza di un vero e proprio progetto musicale: It will be wonderful. Nato dalla collaborazione fra musicisti arabi e internazionali di diversi generi musicali (hip hop, jazz, musica tradizionale), It will be wonderful è partito da Tunisi nel luglio del 2011 per celebrare la creatività e l’innovazione giovanile nella stagione delle rivoluzioni arabe e ora prosegue attraverso una piattaforma digitale con un lavoro di condivisione aperta che a Firenze troverà un nuovo momento di incontro. Per tutta la durata del festival sarà inoltre visitabile la splendida mostra installativa Memory dell’artista e fotografo Luca Lupi, un omaggio al Medio Oriente e alla Siria.

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