Alla meta di Segundo al quinto, segue un primo tempo incolore per i biancorossi, con un’impostazione della gara completamente diversa da quella richiesta dal tecnico Ghelardi: Il pallone giocato lontano dagli avanti, contro una squadra ben organizzata nei punti d’incontro e con un Sulpis che guadagna terreno con profondi calci di spostamento. Un Giunti poco concreto anche quando, intorno al quarto d’ora, è riuscito a giocare con azioni ripetute a cinque metri dalla linea, senza però riuscire a superarla.
Concretizza invece la Lazio, sfruttando in un minuto l’inferiorità numerica dei locali per il giallo a Sordini. Sconcertante intervento del giudice di linea al 5° della ripresa, quando su sua segnalazione fa retrocedere il Giunti di novanta metri: passando da una touche per il Firenze a cinque metri dalla linea di meta avversaria, ad un un calcio di punizione per i laziali a cinque metri dalla propria. È questo un intervento che incide profondamente sulla gara, con i biancazzurri in ulteriore superiorità numerica che realizzano per il parziale di sette a diciotto.
Da questo momento si rivede il vero Firenze, che con carattere si riversa nella metà campo avversaria, che lotta su ogni pallone con la consueta determinazione, riuscendo a portare in meta Roveta con la trasformazione di Lo Valvo, anche oggi uno dei migliori in campo.
Alcuni errori e troppa precipitazione vanificano gli sforzi del Firenze, mentre sono ancora gli ospiti a realizzare con Sulpis prima dello scadere con un’azione di rimessa.