Grande partita dell’Italia ieri che però perde 12 a 13 ai rigori contro la fortissima Serbia. Il Settebello regala importanti emozioni al pubblico della piscina Paolo Costoli di Firenze nella seconda giornata della Super Final di World League.
LA CRONACA DEL MATCH. Gli Azzurri del Ct Alessandro Campagna mettono sotto la Serbia campione del mondo per tre tempi, vanno in vantaggio anche di due gol: 3-1 con una delle due splendide realizzazioni di Aicardi, 4-2 con Figlioli che sfrutta la prima superiorità numerica e 7-5 con il rigore trasformato da Felugo; poi subiscono il ritorno degli slavi e a metà del quarto tempo il gol di Filipovic per il 10-8 suona come una sentenza. Ma l’Italia trova la forza di reagire e raggiunge la parità con la superiorità di Presciutti a 2’45 e la rete in controfuga di Giorgetti.
SCONFITTA IMMERITATA. L’Italia non merita di uscire sconfitta da questo match e il verdetto dei tiri di rigore non può minimamente intaccare quanto di buono mostrato dai ragazzi in vasca. L’Italia ha dimostrato di essere in grado di giocare una partita intera alla pari con la squadra campione del mondo, composta per lo più dai giocatori del Partizan Belgrado campione d’Europa, e di far salire i decibel in una tribuna gremita, che ha accompagnato gli azzurri con cori e applausi fino all’ultimo rigore, quello realizzato da Pijetlovic, e anche oltre.
IL CT LODA I SUOI RAGAZZI. “Non posso che fare i complimenti ai ragazzi – ha detto Sandro Campagna – Realizzare 10 gol alla Serbia non è un’impresa semplice, così come non lo è rimontare due reti nel finale, soprattutto dopo essere stati anche sul +2. Sono molto soddisfatto. Le sconfitte lasciano l’amaro in bocca inizialmente, ma poi se ben analizzate insegnano tanto; sono certo che i ragazzi hanno la maturità di trarre tutto il positivo, ed è tanto, da questa partita. Il lavoro alla lunga paga, ci sono ancora delle cose da migliorare, ma noi stiamo compiendo un percorso, non si arriva a vincere qualcosa di importante dall’oggi al domani. Dobbiamo rimanere concentrati e continuare a lavorare, già domani con la Cina, in cui i ritmi saranno molto più bassi, possiamo cercare di fare qualcosa meglio di oggi”.