Il viaggio iniziò 73 anni fa, a Monticelli (quartiere quattro, prima periferia di Firenze). In una modesta casa al 147 di via Pisana, il 14 settembre 1938 venne alla luce Tiziano Terzani. Un bel giovanotto che nel pieno dell’adolescenza faceva impazzire le ragazzine del rione, ma che ben presto avrebbe lasciato Firenze, direzione: estremo oriente.
La “casa” di Tiziano Terzani a Firenze
Il giornalista viaggiatore mosse i suoi primi passi qui, tra il 147 e il 151 di via Pisana, tra l’abitazione dei genitori, dei nonni e quella dell’amica d’infanzia. Anna Orlandini, classe 1943, con Tiziano crebbe fianco a fianco, divisa solo da un muro. Le due famiglie erano amiche di vecchia data, la cantina degli Orlandini fungeva da rifugio durante la seconda guerra mondiale per entrambi i nuclei, così Anna fu una sorta di sorella acquisita per Tiziano, che era figlio unico.
“Lo ricordo come un ragazzo semplice, normale, sempre a portata di mano. Era uno di casa”: la signora Anna si illumina ogni volta che pronuncia il nome del suo celebre compagno di infanzia. “Pensi, la prima foto che mi è stata scattata risale al mio battesimo. Mi ritrae in giardino, insieme a mia mamma e con accanto Tiziano“.
Primi passi per Terzani
Anna ricorda tutti i dettagli della storia di Terzani: gli studi universitari a Pisa (“Era uno studente brillante”), il matrimonio con Angela Staude (“Non ho mai visto una coppia così affiatata”), il lavoro per la Olivetti (“Tiziano era responsabile del personale estero”). E poi il master in Inghilterra, la borsa di studio negli Usa e infine l’Asia e le corrispondenze giornalistiche dal Vietnam, da Pechino e dalle capitali asiatiche.
Negli scaffali del loro salotto, la signora Anna e il marito Renato conservano i libri di Tiziano Terzani, tutti regalati dallo stesso autore e rigorosamente con dedica. “Ad Anna mia antica compagna d’infanzia a Monticelli”, si legge sula prima pagina di Asia, “Per Anna, la prima della primissima copia. Perché questo libro è nato fra il 147 e il 149 di via Pisana, dove lei è stata testimone dei difficili passi”, è scritto su Un indovino mi disse.
Ultimo giro di giostra
“L’unico libro che non sono riuscita a finire è L’ultimo giro di giostra, dove Tiziano racconta del suo cancro. Mi sono fermata, non sono riuscita ad andare avanti” racconta Anna. “Ricordo ancora quando mi comunicò il fatto. Era a New York e si era da poco operato. Mi telefonò e mi disse tutto, perché non voleva che lo venissi a sapere da altri. Per me fu una grande dimostrazione di affetto”.
E proprio a Monticelli Terzani tornava spesso per trovare i genitori, come anche a Orsigna, paese sull’Appennino pistoiese dove lo scrittore ha passato i suoi ultimi giorni. “Era legatissimo alla madre e al padre – dice ancora Anna – la famiglia Terzani era modesta (lui un operaio meccanico, lei una casalinga), ma nonostante ciò permisero a Tiziano di studiare e questo lui non l’ha mai dimenticato. È stato sempre molto riconoscente”.