Si vanno definendo le cifre della tabella dell’aumento delle pensioni da gennaio 2024 (al netto di novità dell’ultimo minuto legate all’esame parlamentare della legge di bilancio): la rivalutazione porterà un’adeguamento degli assegni per non farli erodere dall’inflazione. L’Inps non ha ancora dato alcuna comunicazione ufficiale, ma intanto i ministeri delle Finanze e del Lavoro hanno pubblicato il decreto in cui viene fissata la perequazione per il prossimo anno, calcolata in base all’indice dei prezzi al consumo dell’Istat dello scorso 7 novembre. Quindi si possono già fare i primi calcoli. Gli aumenti non saranno uguali per tutti: in percentuale, i maggiori incrementi saranno per le pensioni minime e basse, mentre la rivalutazione sarà tagliata per i cedolini più alti. Vediamo allora come funziona questo meccanismo e quanto aumenteranno i trattamenti pensionistici da gennaio.
Cos’è la rivalutazione (o perequazione) delle pensioni e come funziona: quant’è nel 2024
La perequazione automatica delle pensioni (anche detta rivalutazione), spiega l’Inps, è quel meccanismo che prevede un adeguamento percentuale delle pensioni mensili in base all’aumento del costo della vita (inflazione). In parole povere più i prezzi corrono, più i cedolini ogni anno si alzano, anche se non in modo proporzionale per tutti i redditi. I vari governi che si sono susseguiti hanno infatti introdotto dei parametri che tagliano gli incrementi al crescere della cifra (lorda) del cedolino. Questo vuol dire che le minime godono, in percentuale, di una crescita maggiore rispetto ai trattamenti più alti.
La rivalutazione è calcolata in due tranche annuali sulle pensioni in essere: dal 1° gennaio (come succederà anche nel 2024) viene riconosciuta in via provvisoria la perequazione calcolata sull’inflazione registrata dall’Istat nel precedente mese di novembre; un anno dopo (anche se negli ultimi tempi si è anticipato tutto di qualche mese) viene versato il conguaglio ossia la differenza tra la rivalutazione inizialmente prevista e il dato effettivo al 31 dicembre. Sulle tabelle dell’aumento delle pensioni 2024 influirà quindi il dato (provvisorio) della perequazione che è stata fissata al 5,4% dal Ministero delle Finanze (l’anno scorso era stata del 7,3%, rivista poi con la stima definitiva Istat al +8,1%), mentre a dicembre verrà versato in anticipo il conguaglio 2023 (un “bonus” che riconosce gli arretrati, calcolati in base allo 0,8% in più, vedi sotto).
Rivalutazione e aumenti: come cambia la tabella della perequazione dal 1° gennaio 2024
Lo scorso 16 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge bilancio e il documento programmatico di bilancio, dando il via all’iter della manovra finanziaria 2024 che prevede anche alcune novità per la tabella della rivalutazione delle pensioni, confermando l’aumento “maxi” per le minime. Una settimana dopo è stato diffuso il testo della bozza di manovra, 91 articoli in tutto Si tratta di proposte, perché adesso il ddl viene discusso in Parlamento.
Il governo Meloni anche per il 2024 ha confermato la perequazione delle pensioni, con l’adeguamento degli assegni all’inflazione, ma come successo l’anno scorso l’aumento sarà calibrato in base a una tabella che prende in considerazione la cifra lorda dei trattamenti (non il netto, che dipende anche da fattori reddituali individuali). Per il prossimo anno l’esecutivo ha rimodulato leggermente le fasce stabilite l’anno scorso dal governo Draghi, a scapito delle pensioni più alte, sopra 10 volte il minimo.
In particolare la rivalutazione piena al 100% andrà sempre alle pensioni fino a quattro volte il minimo (circa 2.252 euro lordi mensili), mentre sarà all’85% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo (fino a circa 2.815 euro). Poi scalerà progressivamente, confermando le soglie già definite l’anno scorso: 53% per quelle fino a 6 volte il minimo, al 27% fino a otto volto il minimo, al 37% per quelli fino a 10 volte. La percentuale scenderà dal 32 al 22% per gli assegni che superano 10 volte il minimo (circa 5.630 euro). Confermata la super rivalutazione per le pensioni minime degli over 75 che dovrebbero salire – secondo le prime stime – da circa 600 a 650 euro al mese, mentre Forza Italia ha fatto pressing per aumentare a 620 euro gli assegni minimi degli over 65.
La tabella della rivalutazione 2024 delle pensioni: le ipotesi
Ecco quindi una tabella di massima dell’aumento delle pensioni nel 2024, secondo le indicazioni contenute nella bozza della manovra di bilancio (al netto di eventuali modifiche in parlamento del meccanismo della rivalutazione entro il 31 dicembre 2023):
- Pensioni minime over 75 (567,94 euro)
Super rivalutazione
aumento a circa 650 euro netti mensili - Pensioni minime over 65 (567,94 euro)
Super rivalutazione
aumento a circa 600 euro netti mensili - Pensioni fino a 4 volte il minimo (circa 2.252 euro lordi mensili)
100% della rivalutazione
aumento previsto +5,4%
fino a circa 120 euro lordi in più al mese - Pensioni da 4 a 5 volte il minimo (circa 2.815 euro)
85% della rivalutazione
aumento previsto + 4,6%
fino a circa 130 euro lordi in più al mese - Pensioni da 5 a 6 volte il minimo (circa 3.380 euro)
53% della rivalutazione
aumento previsto + 2,9%
fino a circa 96 euro lordi in più al mese
- Pensioni da 6 a 8 volte il minimo (circa 4.500 euro)
47% della rivalutazione
aumento previsto +2,5%
fino a circa 114 euro lordi in più al mese - Pensioni da 8 a 10 volte il minimo (circa 5.630 euro)
37% della rivalutazione
aumento previsto +2%
fino a circa 112 euro lordi in più al mese - Pensioni oltre 10 volte il minimo (sopra 5.200 euro)
22% della rivalutazione (quest’anno era il 32%)
aumento previsto +1,2%
da circa 61 euro lordi in più al mese
L’aumento delle pensioni a dicembre 2023: mini-bonus per il conguaglio degli arretrati
Sul cedolino di dicembre (e non di novembre, come circolato ipotizzato in un primo momento) è in arrivo un aumento per effetto del conguaglio della perequazione 2023. In sostanza a 16 milioni di pensionati italiani verrà riconosciuta la differenza tra la rivalutazione inizialmente prevista per l’incremento dei prezzi dell’anno scorso (+7,3%) e il dato effettivo dell’inflazione 2023 (+8,1%). Di norma questa differenza viene versata a gennaio, ma anche quest’anno sarà anticipata. Il conguaglio è slittato di un mese per dare tempo all’Inps di adeguarsi.
Dunque a chi ha una pensione fino a 4 volte il minimo spetterà uno 0,8% in più, mentre per gli altri l’aumento andrà a scalare secondo le fasce introdotte dalla tabella della rivalutazione approvata alla fine dell’anno scorso. Fatti due conti il pagamento degli arretrati partirà da circa 44 euro per le minime e salirà intorno agli 88 euro lordi per chi ha una pensione sui mille euro. E poi ancora circa 176 euro in più per i cedolini da 2.000 euro lordi, 139 euro per quelli intorno ai 3.000.