sabato, 21 Giugno 2025
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Roberta Ragusa, resta il mistero a dieci mesi dalla scomparsa

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Dieci mesi. Martedì prossimo, 13 novembre, sarà trascorso tanto dalla misteriosa scomparsa di Roberta ragusa, la donna sparita dalla sua abitazione nella notte tra il 13 e il 14 gennaio scorsi.

L’ATTESA. Dieci mesi di attesa e di speranza, di rabbia e di disperazione, dieci mesi di indagini e ricerche. Dieci mesi durante i quali la vicenda di Roberta Ragusa si è trasformata in un mistero sempre più complesso, un mistero che sempre più persone chiedono che venga risolto.

DIECI MESI. Nessuno, forse, si sarebbe aspettato che dovesse passare tanto tempo per capire cosa possa essere successo alla donna, e in tanti ora si chiedono quanto tempo ancora dovrà passare prima che sulla vicenda venga fatta finalmente luce.

INDAGINI. E dire che le indagini non si sono mai fermate, che le ricerche di Roberta – nell’ipotesi, sempre più temuta, che la donna sia stata uccisa e il suo corpo nascosto da qualche parte – sono andate avanti, si sono ripetute più volte nel tempo e in luoghi diversi. Ma niente, per ora niente. La fine fatta dalla donna resta avvolta dal mistero.

SVOLTA. Gli amici e i conoscenti della donna, ma anche le tante persone che nel corso di questi mesi si sono unite attraverso i social network, continuano ad attendere una svolta. Una svolta nelle indagini, una svolta che possa finalmente svelare il mistero e mettere la parola fine a quella che è diventata un’attesa lunghissima.

DIECI MESI. Se nelle prossime ore non ci saranno sviluppi saranno presto dieci i mesi trascorsi senza notizie di Roberta, da quella notte d’inverno della sua sparizione. Coloro che la stanno cercando tornano a chiedere di continuare a cercarela, di mettere in campo tutti gli sforzi necessari per dare una risposta alle loro domande, alla loro domanda: che fine ha fatto Roberta? Continuano gli appelli ai media perchè il caso non venga dimenticato, continuano gli appelli agli inquirenti perché sul caso venga messa la parola fine. Continua, per il momento, l’attesa. Un’attesa che dura ormai da dieci mesi. E continua, soprattutto, la speranza che l’ora della svolta sul caso sia ormai vicina.

Renzi si ispira a Obama? E su Twitter scatta l’ironia

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E il mondo della rete cinguettò con ironia.

LO SLOGAN. “The best is yet to come” ha annunciato il ri-eletto presidente degli Stati Uniti Barak Obama. “Il meglio deve ancora venire” ha tradotto il sindaco di Firenze Matteo Renzi per il prossimo appuntamento alla Leopolda. L’annuncio è arrivato dalla e-news settimanale del sindaco, nonché candidato alle primarie del Partito Democratico. E la rete ha prontamente risposto su Twitter attraverso l’hastag #prossimoslogandirenzi.

L’IRONIA. Ironia su di un massimo di 140 caratteri per consigliare nuovi ed originali slogan al sindaco rottamatore: “Fin che la barca va lasciala andare”, “Vota Antonio Vota Antonio Vota Antonio”,  “E’ quello della Lola”, “Ambrogio ho un certo languorino” e “Andiamo a sciacquare i panni in Arno”, solo per fare qualche esempio dei prossimi slogan “consigliati” a Renzi dalla rete.

LEOPOLDA 3. La Leopolda 3 si terrà da giovedì 15 a sabato 17 novembre: al momento non è stato ancora rivelato il programma definitivo che, come ha scritto Renzi nella suddetta e-news, arriverà nelle prossime ore.

Renzi stile Obama: ”Il meglio deve ancora venire” alla Leopolda

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Nel segno di Obama. Matteo Renzi ”prende spunto” dal rieletto presidente degli Stati Uniti per lanciare la terza edizione della Leopolda, che partirà giovedì prossimo per terminare sabato. Come si chiamerà l’evento? “Il meglio deve ancora venire”, proprio una delle frasi pronunciata a caldo da Obama. Ad annunciarlo è lo stesso Renzi nella sua ultima e-news.

OBAMA. “Barack Obama – scrive Renzi – vince nonostante una delle crisi economiche più drammatiche vissute dagli Stati Uniti. E dice la cosa più di sinistra di tutte: il meglio deve ancora venire. Già, perché se sei progressista il futuro è un piacere, una sfida, un’opportunità. Non una minaccia. Non una pattumiera. I democratici americani segnano una strada. Spero che anche noi saremo capaci di percorrerla”.

CAMPER. Renzi poi torna a parlare del suo tour in Italia. “Il viaggio in Italia ha toccato tutte le province. Qui le ultime tappe in Sicilia, dove abbiamo raggiunto luoghi simbolici: da Piazza Armerina alla “Pozzallo” di Giorgio La Pira, dai cento passi di Peppino Impastato fino alla Marsala dello sbarco dei Mille). Il camper si ferma per qualche giorno, dunque. Ma adesso tocca a voi. In molte città i volontari stanno tirando fuori dal garage i camper di qualche amico. Lo attrezzano graficamente (chi vuole può chiedere un aiuto su come fare a [email protected]). E iniziano a girare comune per comune, mercato per mercato, frazione per frazione. Per adesso sono 46 i camper che stanno girando in tutta Italia. Spero che arriveremo a quota 100 entro la Leopolda!”, scrive ancora il dindaco.

PRIMARIE. Il pensiero ora è al 25 novembre, giorno delle primarie. “Nei venti giorni che rimangono – dice Renzi – dobbiamo mettere in campo tutto il futuro che abbiamo. Tutto il futuro di cui siamo capaci. Tutto il futuro di cui l’Italia ha bisogno. Speravamo di poterlo fare con una gigantesca battaglia di idee, ma per come sono andate le cose occorre anche una capillare organizzazione. Già, perché il voto è facile e segreto (e non potrebbe essere diversamente alla luce del dettato costituzionale). Ma le procedure di registrazione sono studiate unicamente per rallentare e complicare. E mi fa molto piacere che ormai se ne siano accorti anche tanti amici che vogliono del tutto legittimamente votare Bersani e che hanno iniziato a condividere gli stessi dubbi che noi abbiamo espresso ormai da qualche settimana. Questo, delle regole, è stato proprio un pasticcio che ha dato il segno della paura: ma come puoi governare una crisi spaventosa se ti fai impaurire dal voto dei diciassettenni?”.

Sul web: Renzi si ispira a Obama? E su Twitter scatta l’ironia

Renzi: ”Il ministero dei beni culturali non funziona”

Primarie del centrosinistra, duecento iscrizioni al giorno

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E’ ormai partita anche a Firenze la “lunga marcia” verso le primarie del centrosinistra, in programma domenica 25 novembre. Come ormai noto, per poter partecipare alle primarie è necessario registrarsi, e le registrazioni sono scattate domenica scorsa, 4 novembre.

LE REGISTRAZIONI. Ma come stanno andando le registrazioni in provincia di Firenze? Il primo giorno, domenica 4 novembre, nell’area metropolitana fiorentina le registrazioni sono subito state più di duemila. Da allora le registrazioni sono continuate con una media di oltre 200 iscrizioni al giorno, sempre nell’area metropolitana fiorentina. Sono invece quasi duemila coloro che hanno deciso di preregistrarsi on line.

DOVE FARLE. “E’ una grande fatica, è tutto in mano ai volontari, ma tutto sta funzionando bene”, fanno sapere gli organizzatori, che annunciano che per il prossimo fine settimana i punti attivi per registrarsi saranno più di cento: l’elenco si può trovare qua. “Abbiamo puntato ad aprire più uffici possibili per favorire le persone e la partecipazione. Ci aspettiamo un crescendo di registrazioni, soprattutto nell’ultima settimana”.

L’INVITO. L’invito degli organizzatori a coloro che intendono partecipare alle primarie è quello di registrarsi prima del 25 (sarà possibile farlo anche quel giorno), per rendere più fluide e veloci le operazioni nel giorno del voto.

STUDENTI E LAVORATORI FUORI SEDE. E oggi aprirà a Firenze anche l’ufficio per studenti e lavoratori fuorisede: è alla sede del Pd in via Forlanini, a Novoli. Studenti e lavoratori fuori sede che vorranno votare a Firenze possono presentarsi in via Forlanini con un documento questo pomeriggio dalle 16 alle 18. L’ufficio sarà poi aperto tutti i giovedì sempre dalle 16 alle 18.

Via al Social Forum: ”Un’altra Europa è possibile” / FOTO – VIDEO

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 E’ possible cambiare l’Europa ? Solo facendo rete.

LO SLOGAN. Oggi sono partiti i lavori di Firenze 10+10, il ritorno delle reti sociali, dei sindaciti e delle associazioni nel luogo dove dieci anni fa si tenne il Forum Sociale Europeo, ovvero la Fortezza da Basso. Un ritorno carico di amarezza ed energia, dove la constatazione della crisi si unisce a un profondo desiderio di rilanciare l’Europa, riportandola su un binario che non sacrifichi i diritti sociali e del lavoro sull’altare dei mercati. Le parole degli organizzatori e dei testimoni sono state forti e chiare: “dobbiamo bloccare ed invertire la trasformazione che in 30 anni ha mutato l’Europa nel paradiso del neo-liberismo, dobbiamo fermare il processo prima che sia troppo tardi”.

LE TEMATICHE. La conferenza di apertura si è tenuta nel Teatrino Lorenese della Fortezza, alla presenza di una folla gremita proveniente da varie parti d’Europa. Il ciclo degli incontri sarà fittissimo e riempirà i quattro giorni di lavoro, dall’8 all’11 novembre, con discussioni e workshop dedicati a tematiche quali: democrazia in Europa, austerity e debito, beni comuni sociali e naturali, diritti sociali e del lavoro, l’Europa e il mondo, interconnessione e azioni comuni. Soprattutto ques’tultimo punto riguarda uno dei piloni portanti su cui è stato pensato Firenze 10+10. L’intento è infatti quello di creare una rete di movimenti, associazioni e sindacati capace di muoversi in maniera coordinata e definita, dandosi degli appuntamenti su cui concentrare azioni di protesta e di attivismo. Elemento più volte sottolineato da Tommaso Fattori, rappresentante del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua nonché organizzatore dell’evento: “Non mancano in Europa lotte sociali e risposte forti ma la frammentazione e la distanza dai luoghi decisionali, come Bruxelles, rende le nostre azioni inefficaci o limitate al solo livello locale”.

INTERVISTA A TOMMASO FATTORI:

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L’OBIETTIVO. L’obbiettivo, ribadito durante la conferenza, non è quello di uscire con un documento o una carta, ma quello di intavolare una programmazione comune su azioni e date da portare a compimente in maniera comune e condivisa. Per questo tutti i lavori alla Fortezza da Basso serviranno per creare una base di partenza comune aperta a integrazioni e modifiche nel corso del tempo.

I SINDACATI. Ma alcune date sono già state confermate. La prima, in ordine cronologico, riguarda lo sciopero indetto dalla Confederazione Europea dei Sindacati, del 14 novembre, a cui hanno aderito CIGL e Cobas. Per questo sono saliti sul palco Mauro Fuso, segretario provinciale della CIGL, e Alessandro Nannini, membro dei Cobas. Seguiti poi da Mirko Lami della RSU Lucchini di Piombini, che ha parlato della drammatica condizione nel mondo dell’acciaio nazionale ed europeo.

CIGL. “Siamo qui per dire no all’austerità e sì al lavoro! – dice dal palco Mauro Fuso – Perché dobbiamo essere sempre più internazionali, se non globali, nella nostra visione ed azione. Per questo la CIGL ha aderito allo sciopero europeo indetto dal CES.  CISL e UIL hanno preferito non dare la loro adesione. Adesso siamo a Firenze 10+10, ma il nostro ‘giorno dopo’ è il 14 Novembre. La CIGL c’è!”

COBAS. Alessandro Nannini prendendo la parola subito dopo: “Partecipiamo anche se non aderiamo e non ci riconosciamo nella CES, ma appoggiamo questo sciopero perchè è partito dal basso. Il governo Monti, appoggiato e voluto dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano, sta distruggendo il mondo dei lavoratori e degli studenti. Per questo dobbiamo unire non solo le forze ma anche le lotte”.

I MOVIMENTI. Molti sono stati anche gli interventi dei vari comitati e movimenti europei e italiani che hanno aderto a Firenze 10+10, come: Transform, Blockupy Frankurt, Prague Spring 2, Movimento Migranti, No Tav e altri ancora. Tra questi appunto Lorenzo Marsili di European Alternatives, che ha commentato: “In Cina il Partito Comunista oggi inizia i lavori per rinnovarsi dall’interno, ieri l’America si è affidata per altri quattro anni a Barak Obama. Un mutamento sistemico mondiale è in atto, un mutamento che ci obbliga ad attarvarci, non tanto per decidere se partecipare o meno, quanto per decidere se reindirizzare il processo o meno. Perchè il processo è già in atto e quello a cui porterà è un’Europa ricostruita su basi tecnocratiche”.

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Violenza sessuale su una disabile: condannato a quattro anni

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E’ stato condannato a quattro anni di reclusione l’uomo che aveva abusato di una donna disabile.

VIOLENZA SESSUALE. Il quarantenne è stato condannato dal gup di Livorno a quattro anni di reclusione per violenza sessuale continuata nei confronti di una disabile  31enne, oltre che per minaccia e molestie nei confronti di un’amica della disabile.

IN CHAT. Secondo quanto ricostruito in seguito alle indagini della polizia di Piombino, il quarantenne aveva contattato la donna su una chat per poi costringerla ad avere rapporti sessuali.

L’AMICA. Questa si era confidata con un’amica, la quale aveva tentato di dissuadere l’uomo: per tutta risposta, lui le aveva proposto un rapporto a tre minacciandola. Ora è arrivata la condanna.

Firenze 10+10 iniziano i lavori alla Fortezza da Basso

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A dieci anni dal Forum Sociale Europeo, oggi sono partiti i lavori di Firenze 10+10 alla Fortezza da Basso. “Unire le forze per un’altra Europa”

Firenze 10+10 iniziano i lavori alla Fortezza

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A dieci anni dal Forum Sociale Europeo, oggi sono partiti i lavori di Firenze 10+10 alla Fortezza da Basso. “Unire le forze per un’altra Europa”

Renzi: ”Il ministero dei beni culturali non funziona”

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“Scontro” sul ministero dei beni culturali in occasione di Florens.

FLORENS. Oggi a Firenze, nel Salone de’ Cinquecento, era presente il ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi. E il “padrone di casa”, il sindaco Renzi non le ha mandate a dire, ribadendo poi il concetto su Twitter. “Il ministero dei beni culturali non funziona, è vittima dei burocrati. Bisogna avere il coraggio di dirlo. E cambiare”, scrive Renzi. Ma non solo.

RENZI. “In 10 anni hanno tagliato il 30% dei fondi pubblici. Assurdo. Il Governo non deve spendere meno, deve spendere meglio”, aggiunge. E ancora: “Non avremo mai fondi privati se non cambiamo regime fiscale,sul modello americano. Oppure continuiamo col tremontismo?”.

IL MINISTRO. Concetti, quelli espressi da Renzi, cui il ministro non ha potuto rispondere dirattamente, perché al momento di prendere la parola il sindaco se ne era già andato. ”Il signor sindacoè’ assente, se fosse stato presente lo avrei innanzitutto intrattenuto su una questione filologica”, ha detto il ministro Ornaghi, come riportato dall’Ansa.

I sindaci dell’Elba salgono sul tetto dell’ospedale. Contro i tagli

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I sindaci sul tetto dell’ospedale per protesta.

SUL TETTO DELL’OSPEDALE. I primi cittadini di alcuni comuni dell’isola d’Elba sono saliti sul tetto dell’ospedale di Portoferraio. Il motivo? Per protestare contro la chiusura di alcuni reparti e servizi.

CONTRO I TAGLI. Già ieri Roberto Peria, sindaco di Portoferraio, si era dimesso contro l’ipotesi dei tagli all’ospedale, fra cui la chiusura del reparto di chirurgia.

SOLIDARIETA’. Ora il sindaco ha incassato la solidarietà di altri primi cittadini dell’isola, che si sono detti pronti a restare sul tetto dell’ospedale anche venti giorni, ovvero il tempo massimo entro cui il sindaco dimissionario può ritirare le sue dimissioni.