mercoledì, 21 Maggio 2025
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Cani avvelenati, un indiziato

In seguito a fatti accaduti a Montebonello e in altre località nel comune di Pontassieve, la polizia provinciale, con l’ausilio del personale del coordinamento della vigilanza volontaria della Provincia di Firenze, del gruppo antiveleni, ha ristretto le indagini su persone residenti nella zona, che avrebbero, secondo gli inquirenti, interessi a commettere atti criminosi contro animali sia selvatici che domestici.

“La ricostruzione dei singoli fatti – spiega l’ufficiale responsabile del nucleo di polizia giudiziaria della polizia provinciale Alessandro Quercioli – è stata configurata in una mappatura cartografica di casi di avvelenamento o ritrovamento di esche avvelenate, in modo da evidenziare la sistematicità del lancio dei bocconi, nonché la tipologia dei prodotti tossici usati”. Dal 2004 sono stati uccisi con il veleno o intossicati 16 cani e 2 gatti. Sono state rinvenute, inoltre, due esche avvelenate posizionate sul terreno.

Le denuncie e le querele sporte dai proprietari degli animali avvelenati e uccisi, e da chi ha trovato le esche avvelenate, hanno permesso di individuare varie sostanze tossiche immesse sul territorio allo scopo di uccidere animali, e di focalizzare i principi attivi delle sostanze tossiche usate per la confezione delle esche, tra le quali il fosfuro di zinco, stricnina, endosulfan, cumatretalyl, carbofuran e altre tipologie di veleni usati in agricoltura. Le indagini, durate tre anni, hanno condotto, infine, a perquisire la casa di una persona indiziata, residente nel comune di Pontassieve, consentendo agli inquirenti di acquisire un’ingente quantità di prodotti fitosanitari presumibilmente compatibili con il veleno utilizzato per l’uccisione degli animali domestici e selvatici o usato nei bocconi avvelenati rinvenuti.

Il materiale sarà sottoposto a specifiche analisi per verificare la tipologia dei principi attivi in essi contenuti. Gli investigatori, hanno sequestrato complessivamente anche 3.224 cartucce a pallini e 16 cartucce a palla per carabina, detenute illegalmente. La persona inquisita dovrà rispondere all’autorità giudiziaria per le munizioni detenute illegalmente e per l’uccisione dolosa degli animali.

Un ko che brucia poco

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Si torna dalla Milano nerazzurra con due gol sul groppone che però, per fortuna, a causa di incastri favorevoli di risultati non pesano troppo.

Non pesano anche perchè la squadra, ancora una volta, ha dimostrato personalità e bel gioco quasi dominando nella prima mezz’ora. Poi la nostra stanchezza e l’inevitabile superiorità di una squadra composta da campioni ha prevalso.

In campo gli stessi uomini dell’impresa di Eindhoven escluso Donadel squalificato, al suo posto in campo Kuz.

La viola come detto inizia a testa alta e macina gioco. Azioni poche per la verità, da una parte e dall’altra, ma il boccino passa dai piedini vellutati di Liverani e Montolivo – finchè Mancini non gli chiude – con un Santana che appare ancora ispirato la sulla fascia.

Al 13′ San Frey compie il primo miracolo di una partita per lui sontuosa deviando in corner un colpo di testa micidiale di Viera.

Si segnalano poi al 16′ una bella girata in area di Pazzini che però tira alto e al 18′ un bel tiro al volo di Mutu anch’esso alto. Poi di seguito ancora un tiro respinto a Kuz e un’azione personale di Mutu che il portiere mette in angolo, ma che crea scompiglio nella retroguardia interista.

L’Inter capisce che la Fiorentina può far male e reagisce. In avanti prima con un tiro di Zanetti al 33′ che costringe Frey in angolo e su quell’angolo altro miracolo del portiere con una parata su colpo di testa di Cruz.

Ma i miracoli a Frey stavolta costano cari. Prende una botta sulla coscia e rischia di uscire per infortunio, ma rimane al suo posto. Poi è di nuovo Fiorentina al 39′ con un tiro da molto lontano di Mutu che rischia però di far male a Julio Cesar, ma al 42′ è ancora San Frey a negare la gioia del gol ai padroni di casa con un’alltro paratone su altro colpo di testa di Cruz.

Si va al riposo su un giusto 0 — 0.


Nella ripresa l’Inter parte subito di gran lena, ha voglia di chiudere il match, anche perchè la Roma è ormai lì, col fiato sul collo. L’Inter ci mette dentro sopratutto il fisico sperando in una Fiorentina stanca dopo l’impresa olandese. Al 9′ un’azione ubriacante di Viera che s’incunea in area viola e la butta dentro trova Cambiasso al centro dell’area pronto per il tapin dell’ 1 – 0.

A questo punto Prandelli gioca la carta Vieri che da il cambio a Pazzini. La viola potrebbe pareggiare al 15′ con Vieri che scatta dal solo e mette una gran palla in mezzo per Kuzmanovic che batte male, col suo piede sbagliato, e spara alto.

Gol sbagliato, gol subito, è la legge del pallone. I nerazzurri assestano il colpo del ko al minuto 17′ quando Gobbi non sale per il fuorigioco e Cruz imbecca il ragazzino Balotelli che si ritrova a tu per tu con Frey e non sbaglia. 2 – 0.

La Fiorentina a questo punto non ci crede più, è un po’ sulle gambe e i ritmi del match calano vistosamente con l’Inter che gestisce e la viola che cerca di limitare i danni.

Si segnalano altri tentativi viola davanti, ma che però non pungono e dopo la girandola dei cambi è Julio Cesar al 47′ a compiere il miracolo su un colpo di testa da due passi di Vieri.

Finisce così, ma per fortuna questa sconfitta non fa troppo male

 


Pagelle

Frey – San Sebastian ferito, immolato e miracoloso. Sui due gol non poteva niente, ma prima e dopo ci infila una serie di miracoli da paura. Ferito e fasciato come Enrico Toti, ma rimane al suo posto. Voto: 8

Jorgensen – Copre bene e riparte con intelligenza. Del resto questo è quello che il Mister vuole da lui che esegue alla grande. Due partite in tre giorni ad altissimi livelli. Che abbia trovato il Gerovital? – Voto – 7

Gamberini – Non è brillante come al solito, qualche volta gli sfugge l’uomo, ma quelli sono bestioni! – Voto: 6

Ujfalusi – Conferma quello che s’è sempre pensato. In mezzo è un dominatore che riesce a rimanere lucido anche nei momenti più difficili – Voto: 6,5

Gobbi – Corre, ma stavolta sopratutto rincorre. La sua fascia risulta debole e l’Inter passa di lì. E’ lui che non fa scattare il fuorigioco sull’azione che ci costa il 2 – 0 – Voto: 5,5

Liverani – Soffre, ma davanti ne ha quattro e di un certo livello. Cerca di cavarsela col mestiere, ma non illumina. Voto: 6

Kuzmanovic – Come per Liverani soffre in mezzo a quei colossi che sono anche uno in più. Il rammarico di aver avuto sui piedi la palla buona per l’ 1 – 1 – Voto: 6

Montolivo – Partito bene, ma poi s’è spento anche lui, ma dopo quello che ha fatto gli ultimi tempi merita la sufficienza – Voto: 6

Santana – Anche lui brilla solo per mezz’ora poi sparisce. – Voto: 5,5

Pazzini – Poche gliene danno e poco fa, ma è in mezzo a due che si chiamano Materazzi e Burdisso – Voto: 5,5

Vieri – Cerca di fare e strafare davanti al suo ingrato ex pubblico e qualcosa di buono combina. Per poco al ’91 non l’infila… Voto: 6

Pasqual – Pochi minuti al posto di Montolivo – Voto: s.v.

Osvaldo – Timbra il cartellino – Voto: s.v.

Prandelli – Solo belle parole da spendere per lui. A caldo gli chiedono il perchè della sconfitta e risponde solo che se avessero vinto quelle due o tre partite in più adesso sarebbero più in alto, a lottare per qualcosa di grosso – Voto: 7

Il polmone verde di Novoli

Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti il sindaco Leonardo Domenici, il vicesindaco Beppe Matulli, gli assessori all’urbanistica, alla pubblica istruzione e alle attività produttive, la presidente del Quartiere 5 Stefania Collesei, i vertici di Immobiliare Novoli e il progettista Aimaro Isola. La porzione del parco inaugurato sabato 12 aprile è quella che si affaccia sulla nuova via Pertini.

Il parco, una volta terminato, si estenderà su 12 ettari della parte centrale dei 32 ettari dell’ex area industriale Fiat e sarà delimitato da viale Guidoni a nord, da via di Novoli a sud e dalle nuove edificazioni ad est e ovest. Si tratta quindi di un grande polmone verde recintato e a cui si accederà attraverso sette accessi. Gli elementi caratteristici del progetto del parco sono il lago e il ponte pedonale, ancora in via di costruzione, situati in posizione centrale.

Il lago è di forma ellittica e un vialetto pedonale corre lungo tutto il perimetro ponendo lo specchio d’acqua al centro del collegamento pedonale tra la zona est e la zona ovest dell’intervento di recupero ex Fiat. Il ponte pedonale attraversa tutto il lago e si collega ai viali interni che conducono in via di Novoli e viale Guidoni. Prevista anche la realizzazione di una cascata che accoglierà i visitatori all’ingresso di via di Novoli.

Per quanto riguarda le opere di giardinaggio, l’area destinata a semina si estende su circa 8,5 ettari. Complessivamente saranno piantati oltre 530 alberi ad alto fusto e quasi 1.600 tra piccoli alberi e specie arbustive.

Politiche, ha votato l’83,6%

Alle 22 di domenica 13 aprile aveva votato il 68,7% degli aventi diritto, contro il 72,9% del 9 aprile di due anni fa alla stessa ora. Una differenza del 4%. Ma l’affluenza è più alta che nel resto d’Italia.

Dunque affluenza in calo per questa tornata alettorale, in linea con quello che sta accadendo in tutta Italia, dove meno elettori del 2006 si sono presentati alle urne. Il calo rispetto al 2006 è di quasi il 4%.

Questi i votanti:

SEZIONI 362 su 362


SENATO

votanti %

224.465: 83,69

 

CAMERA

votanti %

238.629: 83,84

Voucher per la formazione

Si tratta di una legge nazionale, caposaldo nel finanziamento delle inizlative formative dei lavoratori, che viene oggi declinato in chiave più moderna e flessibile.

Per la prima volta, infatti, grazie a un decreto approvato nel marzo scorso (decreto 869, 5 marzo 2008), la Regione Toscana ha deciso di sperimentare lo strumento del rimborso diretto di voucher aziendali. In altre parole si tratta di un rimborso, che viene erogato all’impresa che fa domanda, dei costi sostenuti per l’avvio di uno o più dipendenti ad iniziative formative.

L’assessore all’istruzione, formazione e lavoro sottolinea che questo strumento fa parte del quadro di iniziative volte a favorire, grazie e procedure più snelle e mirate, l’innovazione e la qualità del sistema economico toscano. La domanda per i voucher aziendali è semplificata rispetto al passato. L’impresa infatti non deve presentare un progetto formativo, con tutta la complessità del caso, ma solamente indicare l´agenzia ed il percorso desiderato.

Ma non è tutto. Il finanziamento può inoltre essere mirato ad alcuni lavoratori, per i quali vi siano specifiche esigenze di formazione da soddisfare, sia in Toscana che anche fuori regione.

L´istruttoria condotta dalla pubblica amministrazione (Province e Circondario empolese) è anch´essa semplificata e punta unicamente a verificare la sussistenza di condizioni oggettive che danno diritto a punteggi diversificati.

L´avviso, che scade il 30 aprile prossimo, prevede una particolare priorità per le piccole e medie imprese ed assegna risorse per l’ammontare complessivo di 1 milione e 200 mila euro.
L´avviso ed i relativi allegati tecnici sono scaricabili dalla pagina web
http://www.rete.toscana.it/sett/lavoro/incentivi/bandi/bandiattivi/voucherazienda li236/voucheraziendali236.htm.

Fiorentina Baseball: buona la prima!

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Doppio successo contro il Cus Messina, nonostante i siciliani siano stati più incisivi nel box di battuta. 9 a 6 il risultato della prima gara; 13 a 3 il finale della seconda.

I ragazzi di Duimovich hanno fatto la differenza in difesa, dimostrandosi una squadra molto compatta e attenta commettendo solo due errori, contro i sei del Messina. Nel box i battitori fiorentini, a differenza degli avversari, hanno saputo capitalizzare al meglio tutte le occasioni create.

Grande soddisfazione a fine gare da parte dello staff fiorentino: “Sono molto contento del risultato – commenta il manager Marco Duimovich – anche perché sulla carta non era poi così scontato che vincessimo tutte e due le gare. Il Messina è una squadra molto giovane con dei buoni battitori che darà sicuramente del filo da torcere a molti. I miei sono stati bravi, soprattutto, in difesa, con le ottime prestazioni di Pinto, Ristori e soprattutto di Giacono Falciani. Da segnalare anche l’impiego positivo di Mattia Rosati nel ruolo di seconda base e battitore designato. Domenica prossima a Viterbo ci aspetta un’altra gara difficile contro una delle squadre più forti del campionato, ma adesso è giusto goderci questa meritata vittoria”.

Florentia: maschi sù, femmine giù

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Accesso ai play off scudetto, quindi, per la Rari Nantes Florentia maschile che ha vinto sulla Lazio nell’ultima giornata per 16 a 9 con 5 reti di Hosnyanszky e 4 di Vasovic. Partita vibrante che la Rari ha portato in porto già dal terzo tempo. Nell’ultimo quarto l’allungo nonostante l’ammonizione, per proteste al tecnico Marco Risso, e l’espulsione, grave, del portiere Luca Minetti con il conseguente utilizzo tra i pali di Hosnyanszky che, non contento di aver contribuito in maniera determinante a far vincere i biancorossi si è permesso il lusso di fare almeno due parate decisive contro i laziali. Un fenomeno. Davanti all’ex tecnico Riccardo Tempestini, esonerato in settimana dal Brescia, la Rari maschile ha mostrato di meritare i play off scudetto. Gare il 23, 26 e, eventuale “bella”, il 30 aprile.

Dopo il successo all’andata, di misura per 12 ad 11 il Rapallo si è ripetuto a Bellariva contro le Rari girl per 11 a 7. Non c’è stata la sorpresa che tutti invocavano. Le liguri si sono mostrate nettamente superiori alle fiorentine. Doppiette per la Flavia Fernandes e per Lucia Giannetti. Ora Rari Nantes Florentia e Mc Donald’s Firenze si scontreranno per evitare la serie A2 in tre derby. Prima gara il 26 aprile, ritorno il 30 e, eventuale “bella” il 3 maggio.

“Metti il melanoma in fuorigioco”

Anche quest’anno l’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) – un’associazione no-profit che ad oggi conta oltre 300 medici soci e rappresenta la maggior parte delle principali istituzioni che si occupano di ricerca sul melanoma distribuite su tutto il territorio nazionale – ha organizzato la giornata ‘Metti il Melanoma in Fuori Gioco’ (giunta alla sua terza edizione), sostenuta dal patrocinio del Segretariato Sociale RAI, dal sostegno della Lega Calcio e delle compagnie telefoniche Telecom/TIM, Vodafone, Wind e Tre.

Scopo dell’iniziativa è finanziare borse di studio da 20 mila euro per giovani scienziati e progetti di ricerca da un minimo di 100 mila euro. Nonché educare i cittadini al valore della prevenzione e della diagnosi precoce.
«La prevenzione è l’arma più efficace per combattere il melanoma», conferma Alessandro Testori, direttore della Divisione Melanomi e sarcomi muscolo cutanei all’Istituto europeo di oncologia di Milano e presidente dell’Imi. «Per questo il nostro slogan è “occhio ai nei!”». Sono circa 6.000 i nuovi casi di melanoma registrati ogni anno in Italia e, secondo le più recenti statistiche internazionali, il 90 per cento dei tumori diagnosticati in fase precoce guarisce definitivamente, spesso grazie alla sola asportazione chirurgica, mentre le forme che sfuggono alla diagnosi precoce diventano malattie molto aggressive, potenzialmente mortali. “Siamo impegnati a sensibilizzare i medici di famiglia sull’importanza della regola dell”ABCDE’ – riprende Testori – invitandoli a fare attenzione, quando visitano i loro pazienti, ai nei e al loro aspetto (A come asimmetria, B come bordi, C come colore, D come dimensioni ed E come evoluzione)”

Si ricorda inoltre, che per l’intera giornata di oggi sabato 12 aprile, sono previsti banchetti per raccolta fondi in alcuni centri commerciali e la possibilità di versare un euro, in aggiunta alla spesa.
Per effettuare delle donazioni è a disposizione un conto corrente del Banco di Napoli: IT88A0101003400100000013267.

Fonte: Ufficio stampa Intergruppo Melanoma Italiano 2008.

Oriana Fallaci rivive in una mostra

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La grande giornalista e scrittrice è stata la migliore ambasciatrice nel mondo dell’acume, dell’intelligenza ma anche delle asprezze tipiche della sua città, verso cui nutriva un amore profondo. Alla Fallaci, però: pieno di litigi, rotture, incomprensioni. Ma qui Oriana è voluta venire a morire, cercando di conservare come una delle ultime immagini la cupola del Brunelleschi, visibile dalla stanza della clinica in cui spirò il 15 settembre del 2006. Un addio intimo con la sua Firenze dopo un finale di esistenza, quella scaturito dalla «Rabbia e l’Orgoglio», battagliero e polemico. Una straordinaria carriera da venti milioni di copie giocata su una scrittura sublime e una passione viscerale racchiusi nella rigorosa scritta incisa sulla lapide sotto la quale riposa al Cimitero degli Allori: «Oriana Fallaci, scrittore». E ora la mostra su Oriana a Firenze, un omaggio che sa di riconciliazione e di riscoperta della grandezza del personaggio. È questa la terza tappa di un’esposizione nata lo scorso settembre a Milano, città sede della Rizzoli e dell’Europeo (i «datori di lavoro» ai quali lei rimase sempre fedele) e poi proseguita a Roma.
La vita della Fallaci scorre in foto, scritti, bozze, filmati, cimeli: straordinaria la quantità di materiale che gli organizzatori della mostra, guidati da Edoardo Perazzi, nipote della scrittrice ed erede universale, sono riusciti a raccogliere. La Fallaci era d’altronde una vera star, sempre sotto i riflettori alle feste newyorkesi come sotto le bombe in Vietnam. Fino a quando nel ’92 non annunciò di essere malata di cancro e decise di nascondersi alla Greta Garbo. Ma il nuovo capitolo fiorentino riserva testimonianze inedite, legate soprattutto agli anni toscani, quelli dell’infanzia e dell’adolescenza. Su questo periodo è incentrata, infatti, la parte dell’esposizione presentata a Palazzo Medici Riccardi. Un’immagine bellissima resta il punto di partenza per capire la tempra di Oriana: è il ’43, lei quattordicenne inforca la bicicletta come staffetta partigiana. Il padre Edoardo era un granitico antifascista, esponente nel movimento Giustizia e Libertà; e lei portava volantini e armi superando i posti di blocco tedeschi col candore di una ragazzina con le treccine bionde. Negli anni Trenta, eccola bimbetta al mare a Lido di Camaiore o mentre scia all’Abetone o tra i fiori sulle Alpi Apuane; e subito dopo la guerra compare già come una cronista sicura di sé appoggiata al colonnato degli Uffizi. Aveva diciassette anni quando, terminato il liceo classico con un anno di anticipo e il massimo dei voti in tutte le materie (tranne in matematica), la Fallaci volle cominciare a lavorare e andò a chiedere un impiego al quotidiano «Il Mattino dell’Italia Centrale». Oriana raccontava che quella scelta fu il frutto di un errore, entrò in quegli uffici pensando si trattasse della «Nazione ». Il caporedattore dell’epoca rimase piuttosto perplesso di fronte alla ragazzina ma la mise subito all’opera ad ampio raggio, dalla cronaca nera ai fatti di costume.
La mostra espone alcuni dei suoi primi articoli: un’intervista a Dior, giunto a Firenze per un defilé, e l’ironico racconto di un dancing lungo l’Arno in cui le ragazze andavano a cercare un futuro marito accompagnate, però, dalle mamme, custodi delle loro virtù. Ecco le foto di Greve, scenario delle giornate felici accanto ai genitori Edoardo e Tosca e alle sorelle Neera e Paola, nido d’amore per il suo legame con Alessandro Panagulis, il dissidente greco che combatté il regime dei colonnelli. Lui, Alekos, ritorna naturalmente anche nel-l’altra parte della mostra, quella di Palazzo Panciatichi, che ripercorre i momenti più importanti della carriera della Fallaci attraverso i libri più famosi. Oriana lo ricorda in un’intervista tv e legge una sua poesia. Dopo di che si sarebbe rinchiusa per tre anni a scrivere «Un uomo». Scorrono le immagini del Vietnam, il suo luogo prediletto da inviata al quale dedicò reportage memorabili e lo splendido «Niente e così sia». Ci si incanta davanti alla sua descrizione delle paure degli astronauti impegnati nelle missioni Apollo con cui trascorse un lungo periodo alla Nasa e che ritrasse in «Se il sole muore». E c’è una chicca audio: il passaggio dell’intervista a Henry Kissinger, uno dei suoi celebri incontri con i potenti della Terra, in cui lei riesce a strappare all’allora consigliere per la sicurezza americano la frase: «In Vietnam io agisco come un cowboy solitario». Affermazione che gli creò non pochi problemi nei rapporti con Nixon e che fu motivo di una lunghissima polemica. La registrazione in inglese è precaria ma il braccio di ferro tra Oriana e Kissinger è ben evidente. Infine l’Oriana post 11 settembre, l’Oriana che brutalizza le coscienze con le sue invettive all’«Eurabia» incubo dei valori occidentali e che, tornando a Firenze, si scaglia contro il «Social Forum». E qui c’è spazio anche per la satira, quella di Sabina Guzzanti che la imitò con fucile ed elmetto. Una donna sempre in guerra, non certo da santificare, ma da ammirare per bravura, passione, coraggio.

Da Pananti omaggio a Gualtiero Nativi

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“Come si fa a chiamare arte questa roba (…) questa esposizione di orrori e di scemenze come avvenimento artistico? Diciamo la verità: queste brave persone la pensano come noi tutti; nessuno di loro ritiene che o sente che sia opera d’arte uno qualsiasi degli scarabocchi qui riprodotti…”. Così sentenziò Palmiro Togliatti in vista di un’esposizione sull’Astrattismo Classico a Palazzo Strozzi a Firenze nel lontano 1949.
Gualtiero Nativi, nasce a Pistoia nel 1921 e vive e lavora per tutta la sua vita tra Greve in Chianti e Firenze. Partecipa ai movimenti del dopoguerra ed insieme a Brunetti, Berti, Nuti e Monnini fonda nel 1947, il Manifesto dell’Astrattismo Classico. Partecipa dal 1950, alle più importanti rassegne d’arte contemporanea, in Italia e all’estero: la Quadriennale di Roma, la Biennale di Venezia, la Biennale di San Paolo del Brasile.
Ma la storia di questo artista e del suo gruppo è stata davvero singolare e sfortunata. L’Astrattismo Classico ebbe, infatti, solo un breve periodo di notorietà nell’immediato dopoguerra, per poi piombare nell’oscurità e nell’incomprensione della cultura ufficiale.
Le ragioni di questa incomprensione furono principalmente politiche, perché l’Astrattismo Classico si era legato fin dall’inizio, grazie alla ideale militanza politica dei suoi fondatori, verso la nascente ideologia marxista. Il suo scopo era quello di favorire un’auspicata avanzata innovativa della cultura popolare in Italia.
L’obiettivo del gruppo era quello di trasporre in chiave artistica l’ideologia marxista; ma purtroppo questo, come si è visto, venne decisivamente a mancare grazie all’incomprensione di Palmiro Togliatti.
Per fortuna in seguito, Nativi ha avuto innumerevoli riconoscimenti, fra tutti ci piace ricordare questo di Carlo Ludovico Raggianti, che a ragione, è stato uno dei maggiori critici italiani: “…c’è un’arte astratta che non investe soltanto con moti fisici o emotivi, ma con climi di sentimento con pensieri, basti pensare a un Maestro che abbiamo vicino, Nativi, e alla forma con cui integra nella sua pittura commozione contemplativa, e meditazione sul modo umano, conscio di un nostro stare non passivo od opaco nel mondo, ordinandolo.”.
La mostra “Omaggio a Gualtiero Nativi”, si compone di 22 opere realizzate dal 1948 al 1986.
Nell’opera di Nativi, da sempre, la purezza e la pulizia si fondono in impeccabili reticoli geometrici ed in armoniose asimmetrie intrecciando l’aspirazione alla purezza con la complessità delle infinite combinazioni della forma.
Gualtiero Nativi conosce il segreto di raccontare per immagini e forme un’astrazione tutta concettuale, le idee si trasformano in realtà pittorica densa di angosce alla ricerca di una liberazione poetica.
L’artista muore a Greve in Chianti il 2 luglio del 1999.