Si è spento ieri a Lisbona lo scrittore Antonio Tabucchi.
IL CAPOLAVORO. Autore di numerose opere, sarà ricordato soprattutto per il suo capolavoro “Sostiene Pereira”, scritto nel 1994 e tradotto in più di quatanta Paesi, vincitore di numerosi premi e da cui è stato tratto anche un film con Marcello Mastroianni. Era un ammiratore e uno dei più importanti studiosi del poeta portoghese Fernando Pessoa.
LA VITA. Nato e cresciuto a Pisa, divideva la sua vita tra la Toscana (dove insegnava letteratura all’Università di Siena) e Lisbona, città di cui si era innamorato. A ricordare Tabucchi, tra gli altri, è l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti. “Con Antonio Tabucchi scompare una delle più importanti figure italiane del Novecento, uno scrittore che aveva diviso la sua vita e i suoi interessi tra la Toscana e il Portogallo, innamorandosi delle opere di Fernando Pessoa, di Lisbona, della sua gente e di tutti gli aspetti tipici della cultura portoghese”.
IL RICORDO. “Il suo romanzo più famoso, ‘Sostiene Pereira’ – continua Scaletti – lo colloca di diritto tra i grandi scrittori contemporanei, ma sarebbe riduttivo ricordare Tabucchi per il successo e la lunga sequela di premi di un solo libro (oltre alla celebre versione cinematografica con Mastroianni) e non sottolineare invece i quaranta anni di produzione letteraria, alternati alla passione per l’insegnamento e all’impegno nella vita sociale, che lo aveva portato a prendere posizioni molto critiche nei confronti dei governi di centrodestra. Tabucchi era stato tra gli ideatori del ‘Fatto Quotidiano’ e credo che il suo intervento su quel giornale sull’Italia del malaffare sia da ritenersi una fotografia perfetta dell’Italia berlusconiana da consegnare come memento alle generazioni future”.