domenica, 15 Dicembre 2024
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Rinaldo Carnielo ricordato con un ciclo di tre incontri a Villa Arrivabene

Cento anni fa scompariva lo scultore Rinaldo Carnielo e, per ricordare il 100esimo anniversario della sua morte, partiranno da domani un ciclo di incontri a Villa Arrivabene, in Piazza Alberti. Il quartiere di Campo di Marte, zona in cui visse l'artista, vuole ricordare l'artista che per anni ha avuto lo studio in Piazza Savonarola, diventato oggi la “Galleria Carnielo”.

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Cento anni fa scompariva lo scultore Rinaldo Carnielo e, per ricordare il 100esimo anniversario della sua morte, partiranno da domani un ciclo di incontri a Villa Arrivabene, in Piazza Alberti.
Il quartiere di Campo di Marte, zona in cui visse l’artista, vuole ricordare l’artista che per anni ha avuto lo studio in Piazza Savonarola, diventato oggi la “Galleria Carnielo”.

CICLO DI INCONTRI. “Onora l’arte che è la vita della vita” è il titolo degli incontri che si terranno in ricordo dell’artista trevigiano, ma di adozione fiorentino, legato alle avanguardie toscane e francesi; si comincia domani 18 novembre alle 17.30 a Villa Arrivabene che si trova in Piazza Alberti al numero civico 1a.

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DOMANI. L’incontro di domani con la curatrice del museo Laura Lucchesi, sarà dedicato al museo Carnielo e alla sua donazione, effettuata nel 1958 dal figlio Enzo al Comune di Firenze, e ai diari della moglie Virginia Incontri.

SECONDO INCONTRO. Giovedì 25 novembre, poi, sarà la volta di Paola Cammeo, storica dell’arte, che parlerà del “verista arrabbiato”, come venne definito lo scultore.

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TERZO INCONTRO. Il giovedì successivo, 2 dicembre, toccherà a Marco Fontanari della facoltà di architettura che parlerà di come la comunicazione multimediale sia riuscita ad entrare nella galleria Carnielo.

ARTE. Lo scultore che visse per anni a Firenze e lavorò in Piazza Savonarola, dove allora aveva lo studio che oggi è stato trasformato nella “Galleria Carnelio” attualmente in ristrutturazione, era un grande appassionato e collezionista di arte al punto di possedere più di trecento opere tra cui moltissimi macchiaioli. Alcune di queste opere furono successivamente donate alla città, mentre la maggior parte di esse andò perduta negli anni tra le due guerre.

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