La domanda che gli storici si ponevano da quattro secoli era se il granduca di Toscana rimase davvero vittima di un attacco di malaria, come scrissero i medici di corte, oppure fu avvelenato con l’arsenico, secondo la voce popolare del tempo ispirata dai profondi dissapori di Francesco con il fratello Ferdinando.
I risultati delle analisi sui resti del granduca, effettuate dalla divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa in collaborazione con il Laboratorio di Parassitologia dell’Università di Torino, hanno rilevato, in alcuni campioni di osso spugnoso di Francesco I la presenza di Plasmodium falciparum, l’agente della malaria perniciosa.
”I risultati di laboratorio – afferma il professor Gino Fornaciari, autore dello studio – uniti alla descrizione del decorso della malattia che ci è giunta dai referti dei medici che ebbero in cura il granduca, ci forniscono la certezza storica sulla fine di Francesco I e, di riflesso, su quella della moglie Bianca Cappello, per la quale però gli elementi di valutazione disponibili sono enormemente ridotti”.