Inaugurato nel 2002, il Museo ha l’intento di documentare e di far rivivere un mondo ormai scomparso attraverso foto d’epoca, oggetti originali, passi letterari, musiche, canti, filmati e documenti d’archivio, il tutto presentato e gestito da apposite postazioni multimediali. Il percorso è un viaggio che rievoca ambientazioni e testimonianze di un complesso sistema sociale ed economico nel quale hanno vissuto la maggior parte delle famiglie toscane fino alla metà del Novecento. Le figure parlanti del padrone, del fattore, del mezzadro e della massaia introducono, dando ognuno il proprio punto di vista, il mondo della mezzadria, con ritmi narrativi e da termini dialettali diversi per sottolineare la distanza anche linguistica dei diversi ruoli sociali. Il secondo piano è occupato dalla suggestiva casa colonica, realmente accessibile, che ricrea l’atmosfera umile di un’abitazione contadina e delle sue tradizioni domestiche. Tra le attività più impartanti del Museo risultano i laboratori didattici, che, dopo dibattiti con gli operatori e incontri con gli anziani, permettono ai bambini delle scuole elementari e medie di ripercorrere, giocando, una delle esperienze fondamentali della cultura storica locale e nazionale.
Il 2010 è stato decretato dalla Regione Toscana l’anno del Mezzadro. Il Consorzio del Vino Orcia, nuova realtà rurale senese, ha deciso di sponsorizzarecon i propri vini la presentazione del restauro del più antico contratto mezzadrile della provincia di Siena. “Il prestigioso appuntamento si inserisce all’interno di Divin Orcia, ha spiegato la Presidente Donella Vannetti, l’evento istituzionale del Consorzio del Vino Orcia che quest’anno ha scelto come location il Museo della Mezzadria Senese, orgoglio di Buonconvento e di tutta Siena. Qui è partita la vita rurale, un’antica tinaia restaurata dalla Fondazione Musei Senesi; e qui ci piace festeggiare il decennale della moderna viticoltura senese oggi rappresentata anche dalla Doc Orcia. Ieri e oggi si fondono in un calice di vino Orcia: questo prestigioso restauro ci offre l’occasione per ripercorrere le nostre radici senesi.”
Il Prof. Gianfranco Molteni, direttore del Museo della Mezzadria, ci ha raccontato un pezzo di storia contadina senese: La mezzadria, è stato il sistema di conduzione della terra che per oltre sette secoli ha caratterizzato le campagne toscane ed ha coinvolto una parte considerevole della popolazione agricola. La lunghezza della durata temporale e l’ampiezza sociale del fenomeno lo rendono un elemento essenziale per capire la nostra storia remota e prossima. Elemento fondamentale della mezzadria era il contratto colonico con cui proprietario del podere e famiglia contadina stabilivano le caratteristiche specifiche di un accordo che a livello generale prevedeva lo scambio tra il capitale fondiario, come la casa colonica e i campi, e lavoro con una suddivisione delle spese, il seme, e degli utili, il raccolto,.nel tempo, a seconda delle condizioni economiche e sociali i vari punti del patto si spostarono a favore, ora del proprietario, ora della famiglia mezzadrile fino alla metà degli anni cinquanta quando il sistema della mezzadria non resse più alle grandi trasformazioni economiche e sociali e finì nel breve giro di un trentennio (1981). E’ difficile dire quando è nata la mezzadria, un termine sicuro è la presenza presso gli archivi dei primi documenti giuridici, infatti erano per lo più stesi da notai, che stabilivano e formalizzavano l’accordo. L’Archivio di stato di Siena ne possiede uno, ad oggi il più antico, che è datato 15 agosto 1221, edito e tradotto da Giuliano Pinto e Paolo Pirillo descrive una situazione ancora generica ma già con i principali punti del patto colonico:” Un documento perciò assai importante che rischiava però di essere perduto nella sua forma originale per i gravi danni arrecati dal tempo. Il museo della mezzadria senese di Buonconvento ( Fondazione musei senesi), le associazioni IDAST e SIMBDEA hanno deciso di intervenire e di partecipare economicamente al restauro che è stato condotto sotto la direzione dell’Archivio di Stato di Siena ( dott.ssa Patrizia Turrini).. Il Consorzio del Vino Orcia ha festeggiato sabato 25 Settembre il Divin Orcia 2010, con il banco d’assaggio dei vini Orcia Doc. Nato nel 2000, Il Consorzio del Vino Doc Orcia rappresenta un territorio vasto incastonato tra le prestigiose realtà del Brunello e del Vino Nobile di Montepulciano: 13 comuni con una varietà pedologica tale da esprimere un’ampia diversità di caratteri nella produzione delle aziende associate. Ricordiamo: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, , Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia e Trequanda. Inoltre, parte dei comuni di Abbadia San Salvatore , Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena .Ad oggi la superficie dei vigneti iscritti all’albo della Doc Orcia è pari a 400, di cui 90 ha di viticoltori associati al Consorzio, attualmente costituito da 38 produttori di cui 28 imbottigliatori. Nel 2009 la produzione rivendicata dagli associati del Consorzio è stata pari a 3800 q.li in flessione di circa il 10% rispetto al 2008, mentre il numero delle bottiglie prodotte è rimasto invariato a 160.000 pezzi. Ciò è dovuto all’introduzione dei controlli, che impone dei costi fissi in base alla produzione, per cui i produttori stanno più attenti alle quantità denunciate e evitando o limitando i declassamenti successivi alla denuncia delle uve. È confortante che in un momento di crisi molto accentuata non si assista ad una diminuzione dell’imbottigliato, che invece dovrebbe ulteriormente espandersi con l’approvazione del nuovo disciplinare.
Fabrizio Del Bimbo