giovedì, 12 Dicembre 2024
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Torna don Santoro, “Non sono pentito”

È tornato a celebrare messa alla comunità delle Piagge don Alessando Santoro, il sacerdote sollevato dall'incarico sei mesi fa per aver celebrato le nozze tra Sandra Alvino, una donna nata uomo, e Fortunato Talotta. "Non sono pentito", ha detto don Santoro celebrando la sua messa all'aperto davanti ai fedeli della comunità delle Piagge, "non ci si può pentire per qualcosa che si vive per amore perché c'è amore".

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Dopo sei mesi di sospensione, don Santoro era stato nei giorni scorsi reinserito nel ministero attivo dall’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori. La decisione è avvenuta dopo che don Santoro ha scritto una lettera all’arcivescovo nella quale ammetteva “di aver provocato disagio e turbamento in buona parte della comunità ecclesiale e presbiterale” e di “aver provocato, anche se senza volere, un’incrinatura” nella comunità stessa.
 
Betori ha voluto scrivere a sua volta una lettera a tutta la comunità delle Piagge per in occasione del rientro di don Santoro. “Carissimi fedeli delle Piagge – scrive l’arcivescovo – voglio accompagnare con questa lettera il ritorno tra voi come cappellano di don Alessandro Santoro. In questi mesi ho avuto modo più volte di misurare quanto grande sia l’affetto che vi lega a questo nostro sacerdote e me ne rallegro, come mi accade quando posso constatare il legame di stima, riconoscenza, devozione che la gente nutre verso i preti di questa diocesi”. “Don Alessandro – prosegue Betori – torna a voi dopo un periodo in cui gli ho chiesto particolare riflessione e preghiera, a seguito della ben nota vicenda in cui, come egli stesso si esprime nella lettera che mi ha inviato, si è incrinato il rapporto di comunione ecclesiale e presbiterale che vincola il prete e il suo ministero. Egli torna al servizio pastorale in considerazione di questo suo riconoscimento e dell’impegno assunto ad attenersi alla fede e agli ordinamenti della Chiesa, con un vincolo speciale al vescovo diocesano, secondo una formula sottoscritta da tutti coloro che assumono, con diretta e personale responsabilità, un compito ufficiale nella Chiesa, come ad esempio quello di parroco”.
 
Betori ha scritto inoltre di non aver “mai pensato il provvedimento dell’ottobre scorso come punitivo, né verso di lui né verso di voi, e sono perciò lieto di aver ora trovato le condizioni per riprendere il cammino. Mi piace pensare che non sia semplicemente una ripresa dopo una pausa, bensì un nuovo inizio, potendo far tesoro della pur sofferta esperienza di questi mesi”.
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