Scavi in un cantiere e trovi la Cupola del Brunelleschi in miniatura. È quello che è successo, o meglio, è quello che sembra essere successo nel corso degli scavi che precedono l’inizio dei lavori per l’ampliamento del museo dell’Opera del Duomo, nella piazza omonima di Firenze.
LA SCOPERTA. La scoperta – che andrà ulteriormente verificata – è stata annunciata stamattina alla presenza del presidente dell’Opera Franco Lucchesi, del sottosegretario al ministero per ai beni culturali Alessandro Cecchi, del funzionario della soprintendenza archeologica Carlotta Cianferoni e di Francesco Guerrieri, professore di restauro all’Università di Firenze e grande studioso della materia.
IL LABORATORIO. La nuova parte del museo (i cui lavori partiranno a gennaio 2013 per concludersi dopo circa trenta mesi) si trova proprio accanto all’attuale, nello spazio occupato fino a poche decine di anni fa da un garage e, prima ancora, nel Settecento, dal celebre Teatro degli intrepidi. “Durante gli scavi – ha spiegato il presidente dell’Opera nel corso della visita al cantiere – abbiamo riscontrato la presenza di un vero e proprio laboratorio, il laboratorio utilizzato durante la costruzione della cattedrale”. “Ma la cosa più interessante – ha aggiunto – è la presenza di questa cupola in miniatura, che presenta le stesse, rarissime caratteristiche di quella progettata dal Brunelleschi”.
LA CUPOLA. “Secondo i nostri saggi – ha spiegato carlotta Cianferoni – la piccola costruzione risalirebbe al periodo compreso tra la fine del quattordicesimo e l’inizio del quindicesimo secolo, quindi coinciderebbe col periodo in cui Brunelleschi stava lavorando al suo grandioso progetto. Prima di mettere la mano sul fuoco, però, vorrei fare degli ultimi saggi sui materiali intorno al manufatto”. A far pensare subito a un modello di “Ser Pippo” e a far emozionare studiosi ed archeologi è stata la cosiddetta muratura a spina di pesce, che il maestro utilizzò per il Cupolone e che ricorre in pochissimi altri esempi architettonici dell’epoca.
IL SOTTOSEGRETARIO CECCHI. Per il sottosegretario al ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roberto Cecchi: “Siamo di fronte ad un ritrovamento importante, in considerazione anche del fatto che la tecnica costruttiva usata dal Brunelleschi per la cupola del Duomo si esaurisce con lui ed è circoscritta a Firenze. Fuor dii Firenze, troviamo solo 2 o 3 esempi di impiego di questa tecnica e sono più tardi del Cinquecento”.
LE IMMAGINI:
{phocagallery view=category|categoryid=527|limitstart=0|limitcount=0}
IL NUOVO MUSEO. Tornando al nuovo museo, questo, su progetto architettonico e di allestimento di Adolfo Natalini e Guicciardini & Magni architetti, disporrà del doppio dello spazio rispetto a quello attuale, con una superficie utile di 5.250 mq di cui 2.430 espositivi e il resto destinato ad aree d’accoglienza e spazi tecnici. Il nuovo complesso espositivo comprenderà due strutture: quella storica, già adibita a museo, e l’ambiente del Teatro degli Intrepidi, acquisito dall’Opera di Santa Maria del Fiore nel 1998, collegate in un percorso unitario. L’ampliamento del museo permetterà l’esposizione dell’intera collezione con un allestimento razionale delle opere, che saranno divise tra quelle realizzate per l’esterno dei monumenti e gli arredi interni. Capolavori come la Porta del Paradiso del Ghiberti, la Pietà di Michelangelo e la Maddalena di Donatello saranno finalmente esposti in spazi adeguati che consentiranno una lettura corretta e suggestiva delle opere. Il Museo dell’Opera si caratterizzerà per la forte suggestione degli ambienti e dell’esposizione delle opere. Tra le sale più spettacolari quelle della “Pietà di Michelangelo” e “dell’Antica Facciata” (29 metri x 21 x 16 di altezza). Quest’ultima conterrà la ricostruzione in scala reale della facciata trecentesca del Duomo di Arnolfo di Cambio, in legno chiaro su struttura metallica, e sul lato opposto della sala, su una parete costituita da una galleria su tre livelli rivestita da lastre di marmo bianco statuario, saranno collocate la Porta del Paradiso con le statue del Sansovino e i gruppi bronzei del Danti e del Rustici. Sulla stessa parete andranno, dopo il restauro e la loro sostituzione con repliche all’esterno, anche le altre due Porte del Battistero.