giovedì, 25 Aprile 2024
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Alfredo Martini, un anno fa l’addio

Un anno fa se ne andava il campione di ciclismo. L’assessore Vannucci: ''Tante sono state le iniziative già promosse e tante altre sono in calendario prossimamente per ricordare la sua figura e proseguire nel suo lavoro''

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Firenze ricorda Alfredo Martini a un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 25 agosto 2014. “E’ già passato un anno da quando ci ha lasciati, ma le sue imprese, la sua personalità, la sua umiltà e profonda umanità, la sua saggezza sono più che mai vive nelle persone, che sono tantissime, che gli hanno voluto bene”, ha detto l’assessore allo sport Andrea Vannucci ricordando Alfredo Martini a un anno esatto dalla sua scomparsa.

“figura sempre presente”

“Purtroppo non ho conosciuto personalmente Martini – ha aggiunto l’assessore Vannucci – ma in questo mio primo anno da assessore ho potuto apprezzare quanto la sua figura sia sempre presente nel mondo del ciclismo e dello sport più in generale. Attraverso il rapporto con le figlie e il nipote Edoardo ho maturato una serie di conferme sullo spessore del personaggio e per quello che è stato Alfredo nella storia del pedale ma non solo. Mi piace ricordare che accanto ai 22 anni a bordo dell’ammiraglia azzurra con 6 titoli iridati, 7 argenti e altrettanti bronzi, Martini è stato protagonista della lotta di Liberazione attraverso il suo impegno nelle formazioni partigiane e successivamente come amministratore nella sua Sesto Fiorentino. Determinante è stato poi il suo contributo affinché Firenze e alla Toscana ospitassero i campionati del mondo nel 2013”.

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le iniziative

“Tante sono state le iniziative già promosse e tante altre sono in calendario prossimamente – ha concluso Vannucci – per ricordare la sua figura, ma soprattutto per proseguire nel suo lavoro ispirato con tenacia e ostinazione per la promozione verso le nuove generazioni di sani principi nel ciclismo e nello sport. Un messaggio più che mai attuale, che tutte le persone che hanno voluto bene ad Alfredo hanno il dovere di perseguire. E’ il minimo che dobbiamo a un grande uomo”.

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