martedì, 15 Luglio 2025
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Un quartiere a misura di bimbo? La parola passa alle mamme

Una delle priorità per chi va a vivere in un nuovo quartiere è spesso la presenza di servizi quali supermercati, farmacie, aree verdi. Non solo, si fa molta attenzione anche all’esistenza, nella zona, di scuole per i figli (quando se ne hanno), aree giochi e quanto di più utile per mamme e bambini.

LA “PROVA”. Ma il quartiere 4 è a prova di mamma? Cosa cerca una madre per sé e per i propri figli nella zona in cui abita? Sicuramente negozi che vendano di tutto un po’ per i bambini, dai vestitini ai biberon e alle culle. Importante anche la presenza di scuole, ludoteche e giardini, con aree ludiche dove portare i figli. E sotto più punti di vista il quartiere 4 è considerato da diversi cittadini un quartiere “a prova di mamma”, grazie proprio alla presenza di molti servizi rivolti alle famiglie. Nessuna mancanza, infatti, per quanto riguarda i negozi “ad hoc”.

NEGOZI E NON SOLO. Sono tanti i punti vendita dedicati ai bebè e in generale all’infanzia, distribuiti sia all’Isolotto che a Legnaia e Soffiano. Negozi in cui i genitori possono trovare tutto l’occorrente per la crescita dei propri figli. Dallo storico negozio Rosazzurro, in cui le mamme si possono sbizzarrire tra passeggini, giocattoli e corredini per neonati, a Baby Bazar, negozio dell’usato per i più piccoli dove trovare – in perfetto stato – tutto ciò che occorre alla crescita di un bambino. Fino al dicembre scorso era presente sul territorio dell’Isolotto anche il Bazar dei Piccoli, altra attività che si occupava della compravendita di articoli per l’infanzia, che dopo quindici anni di aiuti alle mamme del quartiere ha chiuso i battenti. “Come mamma non mi posso lamentare, il nostro è un quartiere fornito benissimo da questo punto di vista – commenta una signora con il figlio nel passeggino – ci sono tra l’altro tante scuole, asili nido, anche le ludoteche dove portare i bambini”. La presenza di asili nido e scuole materne dove portare i propri bimbi è infatti considerata di grande importanza da tutti i genitori, come del resto i giardini. Nel quartiere 4 se ne possono contare diversi, a partire dai più grandi e conosciuti, come il parco di Villa Vogel, in cui si possono trovare spazi per i bambini con tanto di altalene, scivoli e castelli di legno, ma anche una pista da pattinaggio e una giostra per il divertimento dei più piccoli.

SPAZI. Spazi per i bambini sono disseminati poi per tutto il quartiere: in molte strade è possibile trovare piccole aree giochi recintate in cui le mamme possono far correre e far divertire i propri figli tranquillamente. Inaugurata recentemente, a novembre 2010, una delle ultime aree ludiche predisposte nel quartiere, in viale dei Bambini, proprio nel cuore dell’Isolotto, dove sono stati sistemati giochi e attrezzature. In linea di massima i genitori (e in particolar modo le mamme della zona) si sentono ben servite e assistite: non ci sono troppe critiche mosse a causa di problemi legati all’esser mamma nel quartiere 4. “Difficoltà? A esser sincera non mi pare di averne avute – dice una neomamma – anzi, mi pare che rispetto ad altri quartieri di Firenze il nostro proponga servizi adatti alle esigenze di tutte noi”. Considerato di grande importanza, inoltre, lo spostamento – accanto alla BiblioteCanova – della ludoteca “La carrozza di Hans”, un servizio rivolto ai bambini e ai ragazzi fino ai 14 anni e ai loro genitori, in cui è possibile giocare in ambienti appositamente attrezzati e partecipare ai laboratori e alle attività proposti.

Da Dante a Povia, il Galluzzo ”sconosciuto”

Aprile è tempo di gite, complici i primi tepori primaverili ma anche i tanto agognati ponti legati alle festività del periodo. Un 2011 che però non è stato molto generoso da quest’ultimo punto di vista. Pasquetta cadrà esattamente il 25 aprile, giorno in cui si ricorda la Liberazione, mentre il vicino 1° Maggio, festa dei lavoratori, si celebrerà di domenica.

TESORI DI CASA NOSTRA. “Occasioni perse per viaggiare e soprattutto per staccare un po’ dal lavoro”, dice sconsolato qualcuno. Ma chi l’ha detto che per ricaricarsi occorra per forza andare lontano? Questa, infatti, può essere l’occasione buona per riscoprire i tesori che ci circondano e che, nella frettolosa quotidianità, rischiamo di dimenticare o, peggio ancora, addirittura non conoscere, nonostante magari si trovino a due passi da casa. Pensiamo al Galluzzo. Famoso per essere lo snodo di traffico veicolare per eccellenza, lo è molto meno per la sua storia e i personaggi di rilievo che l’hanno attraversata. Tanto per cominciare, il Galluzzo esisteva già a partire dal 1200, contrariamente a chi pensa che sia un quartiere moderno e senza storia. Basti pensare che l’illustre Dante Alighieri lo menziona nel XVI canto del Paradiso della Divina Commedia (vv. 52-55): “Oh quando fora meglio esser vicine quelle genti ch’io dico, ed al Galluzzo ed a Trespiano aver vostro confine”.

“DRITTE”. Su questa preziosa scia, ecco alcune dritte per riscoprire un po’ di storia galluzzina. Innanzitutto, giusto ai confini della cittadina, è possibile incamminarsi per la famosa Certosa. Un gioiellino dell’architettura costruito sul monte Acuto: è un piacere godersi la vista da questo inedito punto. Per chi ha un po’ di tempo a disposizione vale sicuramente la pena visitarla anche al suo interno (vedi focus qui accanto). Tornando nel cuore della cittadina, è d’obbligo, dopo una breve camminata, soffermarsi all’ex Palazzo del Podestà, sull’omonima via. La facciata è caratterizzata da ben 42 stemmi, appartenuti ai vari Podestà che lì si sono succeduti dal 1415 al 1765. Tra i tanti in cattivo stato di conservazione se ne possono notare circa una ventina in maiolica colorata del XV-XVI secolo. Il più pregiato è quello Frescobaldi, riconoscibile da una folta ghirlanda di foglie con all’interno lo stemma nobiliare. Dopo l’abolizione della podesteria il Palazzo ebbe altre funzioni: oggi è uno spazio espositivo. Proprio di fronte a questa residenza signorile, da alcuni anni, si trova il distaccamento della scuola superiore Rodolico: interessante sapere che questo stabile è stato, fino al 1913, sede dell’antico Comune del Galluzzo.

MONTALE. Proseguendo lungo la vicina via Camillo Barni, costeggiando campi e terreni vari, si arriva al poco conosciuto Palagio de’ Corbinelli, dal cognome della famiglia di Pozzolatico che lo prese in possesso nel Trecento. L’edificio, un caratteristico casolare della campagna toscana dalla curiosa forma a “U”, alla morte dei proprietari fu comprato dal canonico Antonio Fossi, che ne fece un istituto di rieducazione per giovinette. Per concludere il giro, la chiesa di San Felice a Ema è l’ideale. Proprio di fianco si trova l’omonimo cimitero che conserva le spoglie del poeta Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura nel 1975. La sua tomba non è meta di pellegrinaggio come quella di Jim Morrison a Parigi, ma è un onore il solo fatto di saperlo sepolto qua. Infine, il Galluzzo piace anche ai personaggi famosi di oggi. Proprio due passati vincitori del Festival di Sanremo sarebbero legati a questo quartiere: se il cantante Marco Masini è stato spesso visto in una pizzeria della zona, il cantante Povia, per alcuni anni, ha preso casa qui con la sua famiglia.

Se il traffico blocca il quartiere. Cresce l’allarme lungo le arterie

Un quartiere sempre più congestionato dal traffico e “prigioniero” nella morsa dello smog, con residenti e commercianti sul piede di guerra alla ricerca di una soluzione. È il quadro poco rassicurante del quartiere 2, dove la circolazione e l’inquinamento la fanno sempre più da padrona lungo arterie stradali come via Aretina, via Faentina e via Bolognese, bloccate nelle ore di punta da auto che entrano ed escono senza sosta dalla città.

NUMERI. Sono oltre 18mila le autovetture che attraversano giornalmente via Aretina, secondo i dati riportati da Acitraff, sistema di monitoraggio del traffico stradale del Comune di Firenze, aggiornato a novembre 2010. Un numero che va sommato alle 11mila auto giornaliere in transito lungo via Bolognese e alle 16mila in viale Alessandro Volta. “I dati – spiega Gianluca Paolucci, presidente del Quartiere 2 – riguardano soltanto queste tre arterie prese a campione. Ma se fossero sommate alle altre strade del nostro quartiere il quadro diverrebbe ancor più allarmante”. “È un traffico – aggiunge Paolucci – da strade di grande percorrenza, e per risolvere la questione ci vogliono interventi strutturali come il Passante Urbano”. Il Comune, dopo aver abbandonato l’idea del “Tubone”, che prevedeva una tangenziale sottoterra che attraversava la città da Campo di Marte a Careggi, ha approvato nel novembre dello scorso anno un nuovo sistema viario, un “Passante Urbano” prevalentemente sotterraneo di 6 chilometri che, partendo da Rovezzano, raggiungerà la stazione di Campo di Marte e si snoderà verso nord est raggiungendo il Ponte di Mezzo.

TRASPORTO PUBBLICO. “Questo progetto – prosegue Paolucci – consentirebbe di collegare i diversi quartieri della città e ridurrebbe il traffico sui viali di circonvallazione. Certo, i tempi di realizzazione non saranno brevi. Ci auguriamo che lo sviluppo di nuove arterie per la circolazione privata e la realizzazione di altre tramvie possa mitigare il traffico e con esso l’inquinamento”. “Dobbiamo far capire al cittadino – conclude – che per brevi spostamenti deve prendere il meno possibile la macchina. Dobbiamo inoltre rendere efficiente il sistema di trasporto pubblico attraverso tramvie e portare avanti l’ipotesi della mobilità ferroviaria come appoggio. Non ultimo, come ho detto, partire con il passante urbano di circonvallazione nord, anche se serviranno tempi lunghissimi”. E da parte di residenti e commercianti del quartiere sono tante le voci che si alzano, voci insoddisfatte per le condizioni di viabilità e preoccupate dall’inquinamento.

CITTADINI. “Via Faentina è molto stretta e persino a doppio senso per un tratto – precisa un residente – è normale che si ritrovi congestionata nelle ore di punta. Per non parlare di via Masaccio…”. “Ma vogliamo parlare di piazza delle Cure e piazza Alberti? – si chiede un altro residente – veri e propri snodi viari a ridosso della ferrovia e di grandi arterie. La ferrovia rappresenta una barriera seria che crea difficoltà di smaltimento del traffico. Forse il passante urbano che è previsto potrebbe essere una soluzione, ce lo auguriamo”. “Piazza Alberti è l’incrocio ‘magico’ – ironizza un commerciante – da qui passano coloro che provengono dall’autostrada, da Firenze sud, da Fiesole e dallo stadio, e confluiscono verso via Gioberti, i lungarni e il centro. Un flusso ininterrotto – conclude – e non c’è neanche una centralina di monitoraggio antismog…”.

Le Cascine studiano da grande (parco)

“È primavera, svegliatevi bambine, dalle Cascine messere aprile fa il rubacuor”, cantava Alberto Rabagliati nel suo famoso pezzo degli anni Quaranta “Mattinata Fiorentina”. Quando arriva la primavera, infatti, il parco delle Cascine diventa una meta quasi obbligata per i cittadini, un luogo in cui prendersi qualche ora di svago e relax all’aria aperta. E da quest’anno sono previste molte novità, che si aggiungeranno alle opere di restauro già effettuate. L’amministrazione comunale ha avviato alcuni lavori di manutenzione e di recupero che serviranno a fare di quest’area verde di Firenze uno spazio più bello, più fruibile e più vivibile, in piena sicurezza.

LUNA PARK. Nel giro di un anno sono già stati risistemati il monumento dell’Indiano e l’area adiacente, mentre lo scorso febbraio il luna park solitamente in piazzale Kennedy è stato spostato sul viale Lincoln, tra piazza Vittorio Veneto e il ponte della tramvia sull’Arno. La decisione di trasferire le giostre è stata presa all’unanimità dal Comune e dagli operatori dei giochi, con il via libera della Soprintendenza dei Beni Architettonici e del Paesaggio, ma la nuova postazione è soltanto provvisoria: il permesso di permanenza è concesso sino all’11 giugno, e intanto si discute sulla locazione definitiva delle giostre, che potrebbe essere il Lotto Zero o l’Argingrosso, sempre nel quartiere 4. Di conseguenza, piazzale Kennedy è tornato a rappresentare il cuore del parco, a totale disposizione dei cittadini.

INTERVENTI. Per quest’area sono già stati attuati interventi di recupero dell’arredo urbano, di risanamento dei marciapiedi e di recupero delle aiuole. Interventi di restauro sono stati effettuati anche al giardino della Catena, nel pieno rispetto del progetto iniziale di Emilio Pucci, il primo soprintendente ai giardini e alle Pubbliche Passeggiate del Comune di Firenze, che nel 1871 organizzò questo spazio inserendo gli elementi tipici dello stile romantico (il laghetto, la Grotta – detta Grotta del Frate – la montagnola, piccole aree di sottobosco) per offrire un piacevole luogo di svago a coloro che non potevano, o non volevano, inoltrarsi nel parco. In questo piano di riqualificazione delle Cascine non poteva certo mancare un progetto per rinnovare l’Anfiteatro delle Cornacchie, per rendere lo spazio protagonista delle future estati fiorentine, proponendolo come luogo naturale di incontro e socializzazione per i cittadini. Qui sarà collocato un palco smontabile di 280 metri quadrati per ospitare diversi concerti, e saranno risistemati gli elementi lapidei delle sedute.

IL PROGETTO. E ancora, l’ex casermetta attigua diventerà l’edificio in cui saranno situati locali di servizio, wc, spogliatoi e camerini per gli artisti. L’accesso all’area sarà più sicuro grazie all’aumento dell’illuminazione pubblica e al ripristino dei vialetti. Ma le novità non finiscono qua: il prossimo 5 giugno (il giorno della festa del Grillo) sarà ufficialmente presentato dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il progetto che farà delle Cascine il parco più grande d’Europa. Questo ambizioso obiettivo sarà raggiunto unendo al giardino pubblico l’area dell’Argingrosso, i lungarni del Pignoncino e dei Pioppi, l’area del Podere La Trave – il Barco e il nuovo polo musicale con il teatro del Maggio Fiorentino. Tra i primi lavori è prevista una nuova passerella ciclo-pedonale situata a metà strada tra il viadotto all’Indiano e la passerella dell’Isolotto, a sottolineare una volta di più la volontà di rendere la città sempre più vivibile e sicura. Anche in bicicletta

Questa è una guerra di pianerottolo

C’è chi vieta l’uso dell’ascensore al cane del vicino, chi getta mozziconi di sigaretta e cotton fioc nel giardino altrui, chi sbatte i tappeti alle 6 del mattino e chi chiede i rilievi fonometrici alla Asl a causa dei figlioletti urlanti del dirimpettaio di pianerottolo.

IN “TRINCEA”. Benvenuti in trincea, anzi no, in condominio, dove la guerra è di posizione, le questioni di confine (del posto auto) comportano imboscate e rappresaglie e la battaglia può durare un giorno o più probabilmente una vita. Al primo posto tra le cause di conflitto di vicinato i rumori più o meno molesti: spostamento di mobili, musica a tutto volume, elettrodomestici in funzione alle ore piccole. Ma più spesso bastano un paio di tacchi a scatenare reazioni infastidite. Al secondo posto tutto ciò che cade/gocciola/viene deliberatamente gettato dai “piani alti”. C’è chi non si limita alle briciole del- la tovaglia: blog specifici e racconti di vita quotidiana parlano di interi scarti di cibo “defenestrati”, fino ad arrivare a profilattici e assorbenti “caduti”. Di fronte a cronache di questo tipo, chiunque abbia protestato per i panni stesi gocciolanti si faccia un esame di coscienza.

ANIMALI. Entrano in classifica anche gli animali domestici: dati del 2009 raccolti da Aidaa parlano di un litigio ogni 12 minuti in Italia, in aumento rispetto agli anni precedenti. In quasi due terzi dei casi sono i cani a essere poco tollerati, il 26% delle volte si discute di gatti (o di “gattare” che danno da mangiare ai cuccioli nel cortile interno), mentre ben il 2% dei conflitti è provocato dai pacifici conigli. C’è poco da stare allegri, perché chi è coinvolto nella diatriba rischia talvolta un esaurimento nervo- so. E si tratta di guerre senza quartiere, nel vero senso della parola: dal palazzo di pregio alla casa popolare, le risse di pianerottolo sono all’ordine del giorno. Tant’è che spesso si arriva in tribunale. “Su dieci contenziosi – spiega Simone Porzio, presidente del Sunia, il sindacato degli inquilini – quattro proseguono per vie legali”.

ACCORDI. Ma il dato è in calo: “Fino a pochi anni fa si parlava di 7 casi su 10”. Non fatevi illusioni, però, perché “è solo una conseguenza della crisi economica – continua Porzio – che ha costretto molti a far marcia indietro per evitare le spese”. Già, perché spesso si tratta di soldi buttati al vento: durante il procedimento i battibecchi si intensificano e la sentenza non fa altro che acuire le acredini. A meno che non si riesca a raggiungere un accordo bilaterale prima del verdetto. In questo senso va il decreto approvato lo scorso marzo, che rende obbligatorio il passaggio dalla commissione di arbitrato prima di andare davanti al giudice. Altra strada da percorrere può essere quella del mediatore sociale: a Firenze c’è uno sportello ad hoc in ogni quartiere, aperto un giorno la settimana. E c’è quasi sempre la fila.

 

Il mediatore parla straniero

Hu, Assan, Mourad, Lovinescu. Più che un amministratore di condominio talvolta servirebbe un interprete, in grado di far dialogare culture e abitudini diverse. Con campanelliere sempre più multietniche i motivi di scontro si moltiplicano, come minimo per il numero di lingue parlate. Nasce così il progetto-scommessa della Provincia di Firenze: formare mediatori condominiali multietnici, in grado di dirimere le questioni tra vicini che non parlano la stessa lingua, nemmeno in termini di regole e di uso degli spazi comuni. L’iniziativa è stata lanciata, anche su segnalazione del Sunia, lo scorso mese.

LEZIONI. “Adesso si tratta di selezionare un’agenzia in grado di svolgere l’attività di formazione – spiega Sandra Breschi, responsabile della Direzione Istruzione – in modo da aprire i corsi”. In pratica si tratta di imparare a conoscere le abitudini altrui e a mediare nelle tensioni, dai vicini che si lamentano dell’odore del cibo straniero a chi non sopporta le “invasioni” del vano scale con poltrone o altri oggetti di uso privato. Le lezioni si rivolgono ai responsabili di condominio, ovvero a coloro che si incarica- no dell’autogestione delle case popolari, su base volontaria. Le iscrizioni si apriranno presumibilmente in questi primi giorni di aprile, presso l’agenzia scelta e la Provincia stessa, ma chi volesse avere informazioni prima o “prenotarsi” può già rivolgersi alla Direzione Istruzione di via Capo di Mondo.

PROGETTI. Circa 80mila euro i fondi investiti dalla Provincia in un progetto di formazione che, oltre all’aspetto della comunicazione interculturale, abbraccia anche le politiche ambientali. L’altro cardine del corso riguarda infatti il risparmio energetico e la raccolta differenziata, temi su cui c’è ancora molto da lavora- re per sensibilizzare i cittadini.

Tennis, i campioni di domani alle Cascine

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Martina Hingis, Jennifer Capriati, Roger Federer. Eccoli i nomi dell’albo d’oro del torneo giovanile di tennis “Città di Firenze”, giovani che ne hanno fatta di strada, dalle Cascine in poi. La 36esima edizione si terrà dal 18 al 25 aprile, sempre nel parco fiorentino.

AL CIRCOLO. La manifestazione, diventata ormai un appuntamento fisso del periodo pasquale, si terrà sui campi del Circolo Tennis Firenze, appunto alle Cascine. “Questo circolo – sottolinea il vicesindaco Nardella – fa parte della storia di Firenze e dello sport. Qui infatti è nata la federazione tennis e qui sono passati tanti campioni che hanno scritto pagine indelebili nelle cronache di questa disciplina. E’ importante che un circolo che ha oltre 100 anni di vita riesca ancora a parlare ai giovani. Questo torneo, che ormai rappresenta uno degli eventi sportivi più qualificati della nostra città, ne è la testimonianza più concreta. Un appuntamento per i giovani e che guarda al futuro, fa capire l’intelligenza e la lungimiranza degli amici del Ct Firenze che ogni anno riescono a rendere sempre più interessante questo torneo”.

IL TORNEO. Il Torneo Internazionale Giovanile di Firenze è stato, per quanto riguarda l’Italia, il primo ad essere inserito nello Junior World Ranking e può considerarsi tra i più vecchi a livello europeo. L’esordio risale al 1976, ma quell’anno vi parteciparono solo giocatori italiani. Dall’anno successivo il torneo ha assunto una dimensione internazionale, ospitando alcune tra le più “grandi piccole promesse” del tennis.

Alcol, schiavitù per undicimila

In città sono undicimila gli “schiavi della bottiglia”

Alcolici e superalcolici, in Italia, attraggono sempre più i giovani. Si calcola che siano quasi 500mila, in tutto lo Stivale, i ragazzi che bevono troppo, a volte fino al coma etilico. Un dramma che colpisce in modo trasversale, senza alcuna distinzione, molte famiglie, che si trovano a dover fare i conti con un problema il più delle volte sottovalutato. Da uno studio condotto dal Ministero della Salute emergono dati impressionanti: “La percentuale di coloro che consumano alcol al di fuori dei pasti è aumentata significativamente negli ultimi dieci anni – chiarisce il report – in particolare per via del cosiddetto ‘binge drinking’, ovvero il bere appositamente per ubriacarsi, consumando grandi quantità di alcol nel giro di poche ore”.

NUMERI. Stando ai dati, l’atteggiamento riguarderebbe più del 20 per cento dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni e il 17,4 fra i 25 e i 44 anni. Fra le ragazze, la percentuale complessiva è del 7,9%, ma nella fascia d’età fra gli 11 e i 15 anni la quota è più alta rispetto ai coetanei maschi. In Toscana le cose non vanno certamente meglio, e sono sempre di più i giovani che si rivolgono a strutture specializzate per curarsi dall’alcol-dipendenza. Nella sola provincia di Firenze sono quasi 11mila gli alcolisti tra i 15 e i 64 anni. A ruota, nella classifica delle città dove si alza troppo il gomito, si trovano Livorno (4.484 alcolisti), Arezzo (4.439) e Pisa (4.318). Si calcola, ancora, che i ricoveri ospedalieri tra i minori di 14 anni (maschi e femmine) invece siano pari al 6,5 per cento. Un’enormità. Molte volte sono gli stessi genitori a rivolgersi ai professionisti del Centro alcologico regionale dell’ospedale di Careggi, dove si viene sotto- posti a un percorso, soprattutto psicologico, nel quale è necessaria anche la presenza della famiglia.

DIPENDENZA. “L’alcol – afferma la dottoressa Ilaria Londi del Car – è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e capace di indurre una dipendenza superiore rispetto alle sostanze o alle droghe illegali più conosciute. L’alcol puro, apportando 7 chilochilocalorie per grammo, non è una sostanza nutriente, in quanto il nostro organismo non lo utilizza per portare avanti le sue funzioni. È invece una delle cause di danno diretto a molti organi: i più colpiti sono il fegato e il sistema nervoso centrale. I giovani, le donne e gli anziani sono considerati i soggetti più vulnerabili, perché il loro organismo ha una ridotta capacità di metabolizzare l’alcol”. Il Centro alcologico, negli ultimi anni, ha ottenuto grandi risultati tra i ragazzi, sperimentando il “Mese della Prevenzione”, un progetto approvato anche dal Ministero. “Il risultato più grande – sottolinea la dottoressa Londi – è stato quello di realizzare materiali informativi omogenei su tutto il territorio nazionale, di diffondere i punti di riferimento per questo tipo di problematiche e di iniziare a parlare di alcol in termini di rischi e non solo di piacevole bene e patrimonio della nostra cultura”.

 

alcolici_bottiglieTanti, troppi diciottenni in terapia

Quando il pensiero diventa fisso, ossessivo, non si può più parlare di un innocuo vizio ma più drammaticamente di dipendenza. Una schiavitù che imprigiona giovani e meno giovani, una assuefazione fisica e mentale che le associazioni di recupero degli alcolisti conoscono bene. “Chi arriva da noi soffre di un disagio esistenziale, vivendo una vita che non ha più un senso”, racconta Claudia, responsabile dei comitati esterni della Toscana, gruppo Alcolisti anonimi. “Stiamo seguendo alcuni ragazzi giovanissimi, molti intorno ai 18 anni, che sono incredibilmente schiavi della bottiglia più di un adulto. Perché per certi ragazzi bere diventa l’unico modo per aggregarsi e trovare relazioni con altri giovani”. Una trappola, dunque, che non fa sconti a nessuno.

AIUTO. L’aiuto offerto al paziente è totalmente anonimo e gratuito: si tratta infatti di gruppi di auto-aiuto, che non contemplano la pre- senza di psicologi o educatori. “Chi frequenta gli Alcolisti anonimi lo fa senza vergogna, perché il nostro è una sorta di percorso spirituale con il quale si impara a vivere senza bere”. L’associazione, che nasce negli Stati Uniti nel 1935, raccoglie oggi a Firenze circa otto gruppi di auto-aiuto, frequentati da un minimo di tre a un massimo di 30 membri, per un totale di oltre 150 persone. “In Toscana – continua la responsabile – c’è ancora molta omertà nel riconoscere la presenza, all’interno di una famiglia, di un figlio alcolizzato. Paradossalmente, è più facile ammettere che sia drogato. Eppure l’alcol fa più vittime di tutte le droghe, essendo una sostanza subdola che si insinua come una malattia dell’ani- ma”. Recentemente si stanno sviluppando nuovi gruppi terapeutici, per sconfiggere il mostro dell’alcol. Al momento una formula efficace è il percorso terapeutico dell’orienta- mento “all’esterno”: quando il paziente riesce ad applicare all’esterno i comportamenti acquisiti all’interno del gruppo può, grazie a questi modelli di comportamento appresi, instaurare nuovi rapporti interpersonali.

GIOVANI. Per utilizzare sui giovani questa terapia un ruolo fondamentale lo hanno i genitori. Sono loro che devono “disintossicarsi” (pur non avendone necessità) per dimostrare ai figli come si possa riuscire a vivere senza toccare una goccia d’alcol. Dunque, il primo passo è fermarsi e riconoscere il problema, avere la consapevolezza del bivio di fronte al quale compiere una scelta, una scommessa per se stessi e per il proprio futuro. La vittoria arriva già con la scelta di entrare in terapia, un cammino faticoso, certo, ma che conduce verso la riconquista della libertà. A sentir parlar i responsabili dei centri di ascolto e aiuto si scopre un mondo fatto di storie contrasta- te, di grandi dolori, di perdite e di sofferenze, ma anche di gioie, recuperi e riappropriazioni.

Aprile, torna la pioggia di sbadigli

Aprile dolce dormire, recita la saggezza popolare. Che come al solito si basa su un fondo di verità e trova riscontro nei disturbi tipici del cambio di stagione. Chi non ha mai accusato irritabilità, nervosismo, stanchezza, difficoltà di concentrazione o debolezza muscolare al momento del passaggio dall’inverno alla primavera? Certo che il contrario – la fine dell’estate, l’arrivo dell’autunno e l’avvicinarsi dell’inverno – è ben più stressante per psiche e corpo, complice la fine delle ferie e la sindrome da rientro, ma anche la bella stagione, per quanto attesa e desiderata, può portare qual- che disturbo. I neurologi attribuiscono sonnolenza e stanchezza diffusa al fatto che l’organismo ha bisogno di energie supplementari per affrontare l’aumento di luce e temperatura della primavera.

ACCORGIMENTI. A questo si aggiunge che lo stesso organismo, in questo periodo, tende a essere reduce da vari attacchi virali subiti in inverno, dalla classica influenza alle sindromi parainfluenzali e alle gastroenteriti più acute. Alcune ricerche concludono addirittura che una persona, di media età e condizioni psico- fisiche, abbia bisogno di circa una settimana extra di riposo in questo periodo. Visto che è obiettivamente difficile riuscire a concedersi così tanto tempo libero per affrontare la bella stagione, tanto vale premunirsi con alcuni piccoli accorgimenti che aiutano il fisico nel momento dello sbocciare della primavera. Fra le buone abitudini rientrano il rispettare orari di lavoro ragionevoli e concedersi, nell’arco della giornata, brevi pause per staccare con la mente e con il corpo, oltre a praticare, appena possibile, sport e attività fisica.

SOLUZIONI. Grande importanza è rivestita anche dalla regolarità – fortemente consigliato andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora – e dall’alimentazione: il pasto serale deve essere leggero, per consentire un buon riposo, ed è bene evitare di bere alcolici dopo cena, mentre fa bene aumentare il consumo di cereali integrali, vegetali a foglia verde, limoni, noci e miele. E ancora, è il caso di ridurre tè, caffè e cioccolata, che contengono sostanze eccitanti ma controproducenti perché il loro effetto è di breve durata e non cura la stanchezza. Sono poi sconsigliati i farmaci, anche perché esistono numerosi rimedi naturali per combattere i disturbi legati al passaggio dall’inverno alla primavera. Fra questi la cura con gli elementi minerali, l’omeopatia e la fitoterapia. Rosmarino, alloro e salvia sono alcune erbe aromatiche che la tradizione spesso indica come efficaci rimedi antistanchezza in generale, ma si può ricorrere anche a erbe più specifiche come l’eleuterococco, adatta alla stanchezza da “stress” fisici e mentali, e il ginseng, che stimola il sistema nervoso, aumenta il rendimento fisico e intellettuale, migliora l’attenzione e diminuisce la sensazione di fatica.

 

Allergie, i trucchi per limitarle

La maggior parte delle persone attende la primavera per passare giornate all’aria aperta nei prati, ma non è così per chi soffre di allergie. Per queste persone la bella stagione porta con sé fastidi e disturbi, talvolta anche molto violenti. Con le prime giornate di sole, infatti, si assiste alla maggiore presenza nell’aria di pollini, che sono la prima causa dei disturbi per chi soffre di allergie. A provocare questi fastidi non sono solo le graminacee, che si trovano nei nostri campi e prati, o la parietaria rintracciabile nelle città, ma anche betulle, cipressi e noccioli. Le reazioni allergiche riguardano principalmente gli occhi (con lacrimazioni e arrossamenti) e le vie respiratorie, con episodi che vanno dalla tosse al raffreddore fino a crisi asmatiche vere e proprie.

TRATTAMENTI. La cosa migliore, se si avverte il manifestarsi di questi sintomi allergici, è quella di recarsi dal proprio medico, e sottoporsi ai test che consentono di trovare una cura efficace e mirata. In questi casi, i trattamenti più diffusi sono a base di farmaci che agiscono sui sintomi allergici, o vaccini che aiutano la risposta immunitaria. Tuttavia, nella vita di tutti i giorni, è utile mettere in pratica, soprattutto nei periodi dell’anno più critici, semplici attenzioni per ridurre i possibili episodi allergici. Può rivelarsi utile, ad esempio, ridurre la permanenza e le  attività all’ aria aperta durante i periodi in cui maggiore è la diffusione di pollini, evitare di passeggiare dove l’erba è stata tagliata di fresco, chiudere le finestre verso sera o viaggiare in auto con i finestrini chiusi.

Tavolini in strada, Nardella ci ripensa. Nuovo progetto in 7 giorni

Tavolini in strada sì o no? Il tormentone primaverile si aggiorna con una nuova puntata. Dopo annunci, smentite e proteste delle associazioni di categoria commerciali, questa mattina il vicesindaco Dario Nardella ha incontrato i vertici di Confesercenti. E ha dato loro un’altra chance.

PRODUTTIVO INCONTRO. Secondo quanto dichiarato da Nardella, “l’incontro è stato produttivo”. A Palazzo c’erano Uliano Ragionieri e Stefano Fontinelli, rispettivamente vicepresidente e coordinatore cittadino di Confesercenti Firenze. Il dialogo, se non altro, è stato riaperto.

NUOVO PROGETTO. E Confesercenti potrà adesso presentare un nuovo progetto. I giorni però sono contati: il nuovo progetto dovrà arrivare entro una settimana. Attenzione particolare sarà riservata alla valorizzazione delle strade nel loro insieme, alla cura dell’arredo, al tema della sicurezza e alle manifestazioni collaterali. Sperando che altre eventuali polemiche (tra cui la questione dehors) non rovinino le premesse di distensione. L’anno scorso erano state circa 60 le attività commerciali, tra bar, locali e ristoranti, ad aderire al progetto “Il centro io lo vivo”.

Vendeva eroina sotto il Mercato Centrale. Sorpreso spacciatore

Il parcheggio sotterraneo di piazza del Mercato Centrale era evidentemente un luogo sufficientemente nascosto e poco ”trafficato” per portare avanti indisturbati un’ attività di spaccio di droga. Ma qualcosa è andato storto e, ieri pomeriggio, uno spacciatore marocchino di 33 anni è nuovamente finito in manette.

SORPRESO CON DUE ACQUIRENTI ITALIANI. L’uomo, già conosciuto alle Forze dell’ Ordine per i suoi precedenti specifici, è stato sorpreso mentre cedeva una dose di eroina a due acquirenti italiani (di 41 e 50 anni) nel parcheggio sotterraneo di piazza del Mercato Centrale, nel quartiere di San Lorenzo.

L’INSEGUIMENTO E L’ARRESTO. Gli agenti avevano già notato i clienti dell’arrestato in Piazza Salvemini, quando, insospettiti, avevano deciso di seguirli a distanza per osservare le loro mosse. Oltre che con la cattura del magrebino, la vicenda si è conclusa con la segnalazione dei due italiani quali consumatori di stupefacenti.