sabato, 7 Giugno 2025
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Alfabetizzazione digitale: le competenze essenziali nell’era moderna

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L’era digitale ha trasformato radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo. In questo contesto in rapida evoluzione, l’alfabetizzazione digitale è diventata una competenza fondamentale, paragonabile alla capacità di leggere e scrivere nel secolo scorso. Ma cosa significa veramente essere “alfabetizzati digitalmente” e perché è così cruciale nel mondo moderno? Scopriamolo insieme, esplorando le sfaccettature di questa abilità essenziale e il suo impatto sulla nostra società.

Cos’è l’alfabetizzazione digitale?

L’alfabetizzazione digitale va ben oltre la semplice capacità di utilizzare un computer o uno smartphone. Si tratta di un insieme complesso di competenze che includono abilità cognitive, emotive e sociologiche. In sostanza, essere alfabetizzati digitalmente significa saper navigare, valutare e comunicare efficacemente nell’ecosistema digitale.

Non si tratta solo di conoscenze tecniche, ma di una vera e propria “survival skill” nell’era dell’informazione.

Pensa un attimo: quante volte al giorno interagisci con tecnologie digitali? Probabilmente più di quante ne sia consapevole. L’alfabetizzazione digitale influenza profondamente il modo in cui prestiamo attenzione, elaboriamo le informazioni, memorizziamo e persino pensiamo. Non è un’esagerazione affermare che sta plasmando la nostra cognizione in modi che stiamo solo iniziando a comprendere.

Nel mercato del lavoro, l’importanza dell’alfabetizzazione digitale è lampante. Secondo un recente studio del World Economic Forum, il 65% dei bambini che entrano oggi nella scuola primaria finiranno per lavorare in professioni che ancora non esistono. Questo dato sottolinea quanto sia cruciale sviluppare competenze digitali flessibili e adattabili. Non si tratta solo di conoscere specifici software o piattaforme, ma di coltivare una mentalità che ci permetta di evolverci con la tecnologia.

L’evoluzione della lettura nell’era digitale

Ti sei mai chiesto perché leggere su uno schermo sembra “diverso” rispetto alla carta stampata? Non è solo una tua impressione. La lettura digitale coinvolge aree cerebrali differenti rispetto alla lettura tradizionale, influenzando profondamente il nostro processo di apprendimento e comprensione.

Studi neuroscientifici recenti hanno rivelato che mentre la lettura su carta stampata attiva principalmente l’area V2 del cervello, responsabile della decodifica lineare e sequenziale, la lettura digitale coinvolge maggiormente l’area V3, associata alla codifica temporale del movimento. Questo cambiamento non è banale: influenza il modo in cui assimiliamo e ricordiamo le informazioni.

La differenza si manifesta anche nel nostro comportamento di lettura. Quando leggiamo su uno schermo, tendiamo a scorrere rapidamente il testo, cercando parole chiave e informazioni rilevanti. Questo tipo di lettura “a scansione” può migliorare la nostra capacità di trovare rapidamente informazioni specifiche, ma potrebbe anche ridurre la nostra abilità di comprensione profonda e di analisi critica dei testi più lunghi.

Questa evoluzione nella lettura sta plasmando una nuova generazione di lettori, più abili nel multitasking informativo ma forse meno inclini alla riflessione prolungata su un singolo testo. Come educatori, professionisti e cittadini, dobbiamo essere consapevoli di questi cambiamenti per adattare le nostre strategie di apprendimento e comunicazione.

Nuove abilità sviluppate attraverso l’alfabetizzazione digitale

L’alfabetizzazione digitale non si limita a modificare le nostre abitudini di lettura; sta forgiando un set completamente nuovo di competenze cognitive.

Pensa alle tue capacità: probabilmente sono molto più sviluppate di quanto lo fossero per le generazioni precedenti, grazie all’interazione costante con interfacce grafiche e contenuti multimediali.

Un aspetto particolarmente interessante è lo sviluppo di una memoria visiva potenziata. La costante esposizione a icone, layout e design digitali ha affinato la nostra capacità di ricordare e riconoscere rapidamente elementi visivi. Questo non è solo un trucchetto cool: è una competenza che può essere incredibilmente utile in molti contesti professionali, dalla progettazione grafica al data analysis.

Inoltre, l’alfabetizzazione digitale sta favorendo lo sviluppo di un pensiero più intuitivo-associativo. La navigazione ipertestuale, con i suoi link e connessioni non lineari, ci sta abituando a fare collegamenti rapidi tra concetti apparentemente distanti. Questa abilità può tradursi in una maggiore creatività e capacità di problem-solving in contesti lavorativi e personali.

Differenze generazionali nell’alfabetizzazione digitale

Quando si parla di alfabetizzazione digitale, non possiamo ignorare il divario generazionale che si è creato. I nativi digitali, la Gen Z e la nascente Gen Alpha hanno un approccio alla tecnologia radicalmente diverso rispetto alle generazioni precedenti, come viene anche detto in un interessante ricerca pubblicata da ExpressVPN. Ma cosa significa esattamente?

Per i nativi digitali, la tecnologia non è uno strumento esterno, ma una parte integrante del loro mondo. Hanno sviluppato una sorta di “intuizione digitale” che permette loro di navigare nuove interfacce e piattaforme con una facilità che può sembrare quasi magica agli occhi di un immigrato digitale. Questa facilità, tuttavia, non si traduce automaticamente in una comprensione profonda o in un uso critico della tecnologia.

D’altra parte, le generazioni più anziane possono trovarsi in difficoltà con le nuove tecnologie, ma spesso portano con sé competenze preziose come il pensiero critico e la capacità di concentrazione prolungata. Un recente studio ha mostrato che mentre il 90% dei Millennials si considera “tech-savvy”, solo il 60% supera test di base sull’alfabetizzazione digitale. Questo dato ci ricorda che la familiarità con la tecnologia non equivale necessariamente a una vera alfabetizzazione digitale. In più in molti casi si prevedono delle attività e corsi di formazione per over 60 per riuscire a incrementare le competenze in questo settore.

Il punto chiave? Non si tratta di stabilire quale generazione sia “migliore”, ma di riconoscere che ciascuna ha punti di forza e debolezze uniche. La sfida sta nel creare un dialogo intergenerazionale che permetta uno scambio reciproco di competenze e prospettive.

Impatto dell’alfabetizzazione digitale sull’istruzione e l’apprendimento

L’alfabetizzazione digitale sta rivoluzionando il modo in cui apprendiamo e insegniamo. Le aule tradizionali si stanno trasformando in spazi di apprendimento ibridi, dove la tecnologia gioca un ruolo centrale. Ma attenzione: non si tratta semplicemente di sostituire i libri con i tablet.

L’integrazione della tecnologia nell’istruzione sta portando a nuovi metodi di insegnamento basati su apprendimento personalizzato, collaborazione online e accesso istantaneo a risorse globali. Questi cambiamenti stanno influenzando profondamente lo sviluppo cognitivo degli studenti, favorendo competenze come il multitasking, la ricerca rapida di informazioni e la collaborazione a distanza.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. La crescente dipendenza dalla tecnologia sta creando nuove sfide. Ad esempio, molti giovani studenti stanno mostrando difficoltà nella lettura di testi lunghi su carta, un problema che potrebbe avere implicazioni significative per l’apprendimento profondo e la comprensione critica.

Come sta rispondendo il sistema educativo? Molte scuole stanno adottando approcci bilanciati, integrando le tecnologie digitali pur mantenendo focus sulle competenze tradizionali come la scrittura a mano e la lettura approfondita. L’obiettivo è creare un ambiente di apprendimento che prepari gli studenti per un futuro digitale senza sacrificare le competenze fondamentali.

Sfide e rischi dell’era digitale: l’importanza del pensiero critico

Nell’era dell’informazione, il pensiero critico è diventato una componente essenziale dell’alfabetizzazione digitale. Con l’esplosione dei contenuti online, la capacità di valutare criticamente le informazioni non è mai stata così importante. Ma quali sono le sfide specifiche che dobbiamo affrontare?

La disinformazione online è forse la sfida più pressante. Fake news, deepfake e teorie del complotto si diffondono a velocità allarmante, mettendo alla prova la nostra capacità di discernere il vero dal falso. Non si tratta solo di un problema di “verità”, ma di come la disinformazione può influenzare le decisioni personali e collettive, dalla salute pubblica alle scelte politiche.

Un altro aspetto cruciale è la sicurezza dei dati e la privacy digitale. Nell’era dei big data, la nostra impronta digitale è più estesa che mai. Comprendere come i nostri dati vengono raccolti, utilizzati e potenzialmente sfruttati è fondamentale per navigare in modo sicuro nel mondo digitale. Ti sei mai chiesto quante informazioni stai condividendo inconsapevolmente ogni volta che usi un’app o visiti un sito web?

Come possiamo sviluppare il pensiero critico nell’ambiente digitale? Ecco alcuni suggerimenti pratici:

  • Verifica sempre le fonti delle informazioni che consumi.
  • Impara a riconoscere i bias cognitivi che possono influenzare il tuo giudizio.
  • Pratica la “lettura laterale”, confrontando diverse fonti su uno stesso argomento.
  • Fai domande e non aver paura di mettere in discussione ciò che leggi o vedi online.

Ricorda: l’alfabetizzazione digitale non riguarda solo l’uso della tecnologia, ma la capacità di navigare criticamente nel mare di informazioni che ci circonda.

Tramvia Firenze: quando l’apertura della linea per San Marco?

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Dopo ritardi e intoppi, si avvicina il debutto della “linea” della tramvia di Firenze diretta in piazza San Marco: questi sono giorni cruciali per capire quando avverrà l’apertura ai passeggeri della Vacs (Variante al centro storico). Da settimane sono in corso i test su tutta la nuova infrastruttura, che hanno avuto anche ripercussioni sul traffico, come successo nella serata del 26 novembre. Un problema sulla linea elettrica ha bloccato un vagone in piazza San Marco, scatenando un effetto domino che ha ingolfato la viabilità sui viali di circonvallazione e sulle principali direttrici. Ma fino a quando continueranno queste prove? La sindaca Sara Funaro, a più riprese, ha espresso l’intenzione di inaugurarla prima di Natale, ma il via libera della commissione ministeriale è ancora in sospeso.

I test per la Vacs dopo la fine dei lavori

Facciamo un passo indietro. I lavori sono finiti ufficialmente lo scorso 24 ottobre e da inizio novembre è scattata la fase finale della marcia della tramvia verso San Marco e l’apertura ufficiale delle corse. Il 5 novembre si è insediata infatti la Commissione di Agibilità dell’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Sarà questo pool di esperti a valutare i test fatti finora e, in caso ne fosse riscontrata la necessità, saranno richieste nuove prove.

Da ottobre le simulazioni non si sono mai fermate e stanno interessando i sistemi di sicurezza e di comunicazione, i semafori (che, a causa della sincronizzazione con il passaggio dei convogli, stanno creando qualche grattacapo agli automobilisti in zona Fortezza e piazza della Libertà) e le varie tecnologie. Sui nuovi binari, 2 chilometri e mezzo che toccano anche viale Lavagnini, via Cavour, via La Pira e via La Marmora, circolano le vetture già in servizio sulle linee 1 e 2. Di fatto la Vacs è un’estensione del percorso della T2, che così crescerà da 13 a 21 (o 20) fermate. Non è ancora chiaro se la fermata di piazza dell’Unità sarà mantenuta o soppressa, con i tram che potrebbero dirigersi direttamente verso via Valfonda.

Quando l’apertura della tratta della tramvia di Firenze verso piazza San Marco? Si saprà dopo il 5 dicembre

Sarà la commissione a stabilire i tempi del pre-esercizio prima dell’apertura al pubblico, ossia quella fase in cui la tramvia per San Marco circolerà come se fosse effettivamente in funzione, ma senza passeggeri a bordo. La data da segnare sul calendario è il 5 dicembre: in questo giorno ci sarà il verdetto e il Comune di Firenze potrà fissare ufficialmente il giorno di inaugurazione.

Dopo la Vacs, dovranno partire a ruota i lavori per la linea 3 verso Bagno a Ripoli, che già scontano ritardi sul cronoprogramma. Per non perdere i finanziamenti del Pnrr tutto dovrà essere concluso entro la fine del 2026. Insomma serve un vero e proprio sprint, con i cantieri che interesseranno più punti contemporaneamente.

Per approfondire:

Potenziata l’illuminazione in piazzale Donatello

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Nell’area di piazzale Donatello, a Firenze, arrivano nuovi lampioni a candelabro, tutti a led con luce bianca calda, per potenziare l’illuminazione dell’area e contribuire a
garantire una maggiore sicurezza ai pedoni e ai veicoli. Il potenziamento dell’impianto,  curato da Firenze Smart, ha interessato il tratto compreso fra via La Farina e via degli Artisti.

La nuova illuminazione di piazzale Donatello

La nuova illuminazione è stata attivata oggi, 26 novembre, alla presenza dell’assessore alla mobilità e alla sicurezza urbana del Comune di Firenze Andrea Giorgio e del Presidente di Firenze Smart Matteo Casanovi. La progettazione ha tenuto conto delle caratteristiche della zona che derivano dall’intervento urbanistico ottocentesco del Poggi per Firenze
Capitale e sottoposta a vincolo paesaggistico. I nuovi lampioni sono stati realizzati con materiali di pregio in linea con l’identità storica della città già presente in molte strade e luoghi caratteristici di Firenze.

Saldi 2025 a Firenze: quando iniziano gli sconti invernali

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A pochi giorni dal Black Friday arriva la data di altri sconti: la Regione ha approvato la delibera che stabilisce quando iniziano i saldi invernali 2025 in Toscana (e quindi anche a Firenze). Anche stavolta batteranno sul tempo la Befana, addirittura quest’anno le svendite di fine stagione scatteranno un giorno prima rispetto al consueto, per effetto del calendario delle feste: si partirà sabato 4 gennaio per andare avanti per un massimo di 60 giorni.

Quando iniziano i saldi invernali 2025 a Firenze?

Per la data di inizio dei saldi invernali 2025 la Toscana ha seguito le linee guida indicate dalla Conferenza delle Regioni, indicando il primo giorno feriale antecedente l’Epifania: gli sconti partiranno quindi il 4 gennaio come succederà in gran parte Italia, salvo rarissime eccezioni. Ecco spiegato perché rispetto all’anno scorso i ribassi cominceranno prima. Il 5 gennaio (il “classico” giorno di inizio saldi) cade di domenica e così il via alle promozioni è stata anticipata di 24 ore.

A stabilirlo è stata la delibera regionale n°1354 del 18 novembre 2024 su proposta dell’assessore al Commercio Leonardo Marras. Nelle settimane precedenti non sarà però difficile scorgere nei negozi già le prime offerte, in genere riservate ai possessori delle carte fedeltà.

Quando finiscono le svendite dei saldi in Toscana?

I saldi, a Firenze come nel resto della Toscana, potranno andare avanti per 60 giorni e quindi dovranno finire necessariamente entro il 5 marzo 2025. E quelli estivi? Se anche per la bella stagione saranno seguite le linee guida della Conferenza delle Regioni, l’inizio verrà fissato il primo sabato di luglio, ossia il 4.

I consigli per chi acquista sono i consueti. Controllare che sul cartellino sia riportato il prezzo iniziale e la percentuale di sconto (in Toscana non è più obbligatorio specificare il costo finale), diffidare di sconti che superano il 50% e chiedere se è possibile fare il cambio (che è a discrezione dell’esercente se la merce è integra e non difettata). Allo stesso modo la prova degli abiti è una “cortesia” che il commerciante fa al cliente e non un obbligo.

Affitti brevi, Firenze aumenterà la Tari per chi gestisce più di 4 case

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In arrivo una nuova stretta sugli affitti brevi e gli Airbnb a Firenze: la sindaca Sara Funaro ha annunciato di voler alzare la Tari per chi gestisce più di 4 case, creando un fondo per diminuire la tassa dei rifiuti per i residenti. Lo ha detto in un’intervista sulle pagine locali di Repubblica.

Gli affitti brevi a Firenze e l’aumento della Tari

“Ho dato mandato agli uffici di lavorare per andare a differenziare la tariffa della Tari, sui rifiuti, per le case che vengono usate con finalità domestiche e quelle che vengono destinate ad attività ricettiva – ha detto Funaro a Repubblica -. Oggi chi gestisce 600 appartamenti paga la stessa Tari di una famiglia, e non è corretto. La normativa nazionale ci permette di agire su chi affitta più di quattro case“. Per individuare questi soggetti potrebbero essere usate le banche dati o il nuovo Cin, il codice identificativo nazionale, la targhetta che dal 1° gennaio 2025 bisognerà esporre all’esterno di ogni attività di locazione turistica breve in Italia.

Da tempo Palazzo Vecchio è impegnato in azioni per governare il fenomeno dell’overturism e della proliferazione degli affitti brevi e degli Airbnb, che ha fatto lievitare i prezzi di locazione per i residenti. Si va dal blocco per i nuovi affitti brevi nella zona Unesco, “eredità” della giunta Nardella e adesso inserito nel piano operativo comunale (ma al centro di contenziosi con il Comune pronto a dare battaglia davanti al Tar), fino al piano in 10 punti per un turismo sostenibile in città lanciato in occasione del G7 ministeriale su questo tema.

Il fondo per abbassare la tassa sui rifiuti ai residenti

“Chi affitta quattro o più case sui portali deve pagare di più di Tari – ha aggiunto la sindaca – E con quei denari creeremo un fondo per abbassare un po’ la tariffa a chi usa la casa come residenza“. Poi è tornata anche sulla questione delle keybox, quelle piccole cassette con combinazione in cui proprietari lasciano le chiavi degli appartamenti per gli ospiti, che stanno spuntando un po’ ovunque in centro. Funaro ha detto che si tratta di una questione estetica, ma anche di sicurezza, sui cui il Comune si sta confrontando con la prefetta di Firenze Francesca Ferrandino.

È morto Franco Mariani, giornalista e studioso dell’alluvione di Firenze

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Firenze dice addio a Franco Mariani: il giornalista è morto all’età di 60 anni dopo una grave malattia. Vaticanista, critico cinematografico, impegnato nel mondo della cultura, del volontariato e della politica, negli anni Novanta ha anche fondato l’Associazione Firenze Promuove, per tenere vivo il ricordo dell’Alluvione del 1966, rintracciando tutti i nomi delle vittime perché fossero commemorate. Il funerale si terrà nella Pieve di Antella, frazione di Bagno a Ripoli, mercoledì 27 novembre, e sarà officiato dal cardinale Giuseppe Betori.

La morte del giornalista Franco Mariani, grande conoscitore dell’alluvione di Firenze

Mariani, nato a Firenze il 7 maggio 1964, si è spento nella notte tra lunedì 25 e martedì 26 novembre 2024. Laureato in Teologia, ha iniziato la sua carriera scrivendo per L’Osservatore Romano e lavorando negli anni con diversi periodici e anche con radio e tv. Ultimamente collaborava con Rai 3 Toscana e Lady Radio.

Era membro attivo di associazioni giornalistiche come l’Associazione Stampa Toscana, il Gus (Gruppo uffici stampa) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa italiana). Franco Mariani non è stato solo giornalista: era coinvolto in attività culturali, civili e sociali per il Comune di Firenze e in iniziative e libri legati alla storia locale, oltre a essere impegnato come volontario in vari associazioni. Autore di oltre 40 volumi, Mariani ha curato inoltre progetti su personaggi storici e religiosi come il Cardinale Florit, Padre Carlo Lano e Monsignor Pio Alberto Del Corona, portando avanti la sua causa di beatificazione conclusa nel 2015.

I più lo ricorderanno come grande conoscitore dell’alluvione di Firenze del 1966: trent’anni fa ha fondato l’Associazione Firenze Promuove, di cui era presidente, per tenere viva la memoria storica dell’evento con numerose pubblicazioni, mostre e documentari. Grazie la suo lavoro sono stati individuati tutti i nomi delle vittime del disastro.

Il funerale di Franco Mariani all’Antella

La salma di Franco Mariani sarà esposta mercoledì 27 novembre alla parrocchia di Santa Maria del Pignone (via Felice Cavallotti) a Firenze, dalle ore 9 alle 13, mentre il funerale sarà celebrato nella Pieve di Antella (Bagno a Ripoli) mercoledì 27 novembre 2024, alle ore 15, officiato dal cardinale Giuseppe Betori, ex arcivescovo di Firenze.

“Stanotte ci ha lasciato Franco Mariani, antellese di adozione, una colonna portante della Misericordia di Antella – ha scritto su Facebook il primo cittadino di Bagno a Ripoli Francesco Pignotti – Impossibile pensare a Franco senza la sua divisa azzurra e gialla. Protagonista (ma anche cronista con il suo inseparabile tablet) di tantissime iniziative benefiche e di solidarietà che in questi anni hanno animato l’Antella. Non dimenticherò tutti i consigli e il sostegno ricevuto sia da assessore sia in questi primi mesi da sindaco”.

Cordoglio per la morte del giornalista Franco Mariani è stato espresso anche dalla prima cittadina di Firenze Sara Funaro. “Se ne va un grande conoscitore della storia di Firenze e delle sue tradizioni. Ha ricostruito con dovizia i giorni drammatici dell’alluvione di Firenze, onorando la memoria di chi ha perso la vita. E ha fatto un lavoro prezioso per divulgare la conoscenza del Gonfalone, il vessillo della nostra città. Le più sentite condoglianze a familiari e amici”.

Qual è il futuro del digital marketing?

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Il digital marketing si trova in un momento di grande trasformazione, perché influenzato da continui cambiamenti tecnologici, dai comportamenti dei consumatori e dall’emergere di sempre nuove piattaforme. Mentre ci dirigiamo verso un futuro sempre più digitale, è importante comprendere come queste dinamiche influenzino le strategie di marketing, quindi quelle che riguardano search advertising, SEO e link building.

Le persone hanno iniziato a cambiare il modo con cui cercano informazioni online, ricorrendo sempre più spesso alle AI; di conseguenza, per essere visibili in rete e farsi trovare sul web dagli assistenti virtuali, occorrono nuove strategie di posizionamento.

Proprio per questo è sempre più necessario affidarsi a professionisti capaci e seri, che possono diventare importanti alleati in questo particolare compito. Ad esempio, Elemaca, composta da un team di esperti di link building, può rivelarsi un partner ideale per farsi trovare pronti alle novità che stanno stravolgendo il digital marketing.

L’evoluzione delle strategie di digital marketing

Il digital marketing, come detto, sta cambiando rapidamente, grazie all’innovazione tecnologica e all’evoluzione delle abitudini dei consumatori. L’uso crescente di intelligenza artificiale e assistenti virtuali modifica il modo in cui gli utenti cercano informazioni online. Pertanto, le strategie SEO devono adattarsi a queste nuove modalità di ricerca, puntando su contenuti ottimizzati per domande formulate in linguaggio naturale. Questo richiede ad esempio un’attenzione particolare alle frasi colloquiali, che migliorano la visibilità nelle ricerche vocali e che si avvicinano meglio agli intenti reali di ricerca delle persone.

Il content marketing rimane centrale, ma la sua efficacia dipende dalla capacità di produrre contenuti originali e riconoscibili, magari affidandosi a esperti di copywriting: gli utenti non cercano più solo informazioni, ma narrazioni autentiche e contenuti interattivi. Il brand, cioè tutto ciò che contribuisce a rendere riconoscibile un marchio, diventerà sempre più centrale nelle strategie di marketing.

Anche saper analizzare i dati è fondamentale, perché consente alle aziende di comprendere meglio le loro preferenze e di segmentare con maggior efficacia le campagne. Le aziende che sfruttano i dati possono anticipare le tendenze e adattarsi con più rapidità ai cambiamenti del mercato.

Nuove tendenze nel comportamento dei consumatori

Le attitudini dei consumatori influenzano anche le strategie di marketing digitale. Oggi, i social media non servono solo per interagire con i brand, ma anche per cercare raccomandazioni e opinioni. Di conseguenza, le aziende devono prendersi cura della loro presenza sui social anche attraverso le interazioni con il pubblico. Essere reattivi e presenti può migliorare di molto la percezione del brand.

C’è anche un crescente interesse verso la sostenibilità e l’etica. I consumatori, soprattutto le nuove generazioni, prestano attenzione alle pratiche aziendali e tendono a preferire brand che dimostrino un impegno reale verso la responsabilità sociale e ambientale. Le aziende possono integrare questi valori nelle loro strategie per attrarre clienti, ma solo se sono realmente intenzionati a sostenere certe cause, altrimenti l’effetto boomerang potrebbe essere distruttivo.

Infine, il futuro del digital marketing si presente sempre più omni-canale. I consumatori interagiscono con i brand attraverso molteplici canali, e le aziende devono garantire un’esperienza rapida, ovunque sul percorso di acquisto e scoperta.

Attraverso la coordinazione di comunicazioni e offerte su tutte le piattaforme, il messaggio del brand sarà percepito come coerente e uniforme, mentre il cliente avrà diverse soluzioni per entrare in contatto con l’azienda, aumentando così le opportunità di conversione e fidelizzazione.

Palazzo Vecchio, visite gratis negli spazi di norma inaccessibili

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Sette visite guidate (gratis), una volta al mese da dicembre a giugno, nelle stanze di Palazzo Vecchio, che solitamente sono inaccessibili al pubblico perché ospitano gli uffici amministrativi o del Consiglio comunale di Firenze. Prenotando sarà possibile ad esempio entrare in quello che fu l’appartamento del barone Bettino Ricasoli oppure nelle sale di Firenze Capitale e ancora nella Sala Rossa, dove oggi sono ospitati i matrimoni civili.

La collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei

L’iniziativa, come successo in passato, è possibile grazie alla collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti fiorentini. I volontari accompagneranno i visitatori fuori dal normale percorso museale di Palazzo Vecchio, per svelare storia e curiosità di alcuni ambienti normalmente inaccessibili ai più. In particolare durante questi tour speciali sarà possibile vedere gli spazi nei quali nel 1860 fu ricavato l’appartamento del barone Bettino Ricasoli, Governatore della Toscana, e dove oggi hanno sede anche gli uffici della vicesindaca Paola Galgani, oltre alle sale di Firenze Capitale, che ospitano adesso gli uffici del Consiglio comunale.

“Questa è un’opportunità straordinaria per entrare nel cuore del Palazzo e conoscerne gli angoli meno noti – ha detto l’assessore alla Cultura Giovanni Bettarini -. Per questo, abbiamo voluto riproporre un calendario di appuntamenti offrendo l’opportunità di esplorare la storia politica di Firenze attraverso queste sale spesso poco conosciute. Un ringraziamento ai volontari degli Amici dei musei monumenti che ci sostengono nell’impegno a rendere accessibile la storia ai cittadini, in modo da creare un legame prezioso tra passato e presente di Firenze, specie nelle giovani generazioni. Un ringraziamento anche alla vicesindaca Paola Galgani e al presidente del consiglio comunale Cosimo Guccione per la collaborazione”.

Come e quando si svolgono le visite in Palazzo Vecchio (gratis)

Il calendario di 7 visite negli spazi di Palazzo Vecchio normalmente chiusi al pubblico è in programma dal 4 dicembre al 5 giugno con prenotazione obbligatoria, chiamando il numero 055286465 o scrivendo una mail all’indirizzo [email protected]. Queste le date:

  • Mercoledì 4 dicembre 2024 – dalle 15 alle 17
  • Mercoledì 8 gennaio 2025 – dalle 15 alle 17
  • Mercoledì 5 febbraio 2025 – dalle 15 alle 17
  • Mercoledì 5 marzo 2025 – dalle 15 alle 17
  • Mercoledì 2 aprile 2025 – dalle 15 alle 17
  • Mercoledì 7 maggio 2025 – dalle 15 alle 17
  • Mercoledì 4 giugno 2025 – dalle 15 alle 17

Il primo pezzo del parco Florentia: pista BMX e orti all’Argingrosso

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Al via i lavori all’Argingrosso per creare il primo nucleo del parco Florentia, la grande area verde in progetto sulla sponda sinistra dell’Arno a poca distanza dall’Isolotto e dal Ponte all’Indiano. Le prime opere riguardano proprio il fazzoletto di verde tra il fiume Arno e via dell’Argingrosso con l’aumento del territorio a disposizione degli orti sociali, una nuova zona per lo sport e i giochi, una mini-pista BMX e il servizio di noleggio bici.

Come cambierà il parco dell’Argingrosso per il progetto del parco Florentia

Gli interventi in questa porzione del futuro Parco Florentia, finanziati con  600mila euro dal programma nazionale PN Metro Plus per la sostenibilità ambientale, dureranno tre mesi. Saranno piantati nuovi alberi, arriveranno altri punti luce e arredi e saranno rinnovati anche i percorsi pedonali e ciclopedonali. Nel parco dell’Argingrosso, alle spalle degli orti sociali, sarà inoltre realizzata una mini pista BMX con la possibilità di noleggio bici per la visita del parco e verrà riqualificata l’area giochi. Saranno così create nuove zone dedicate alle diverse fasce di età e una “stanza verde” per la ginnastica soft e il relax. Sarà recuperata pure la struttura del vecchio lavatoio. Crescerà poi l’estensione degli orti sociali dell’Argingrosso, con 2 ettari in più, allaccio di acqua, recinzione, pergola, nuovo pozzo e la piantumazione di nuovi alberi da frutto.

La prima “fetta” del parco

“Stiamo lavorando per dare un nuovo volto a questa grande fetta del parco Florentia che guarda verso l’Isolotto – ha detto Paola Galgani, vicesindaca di Firenze e assessora all’Ambiente – Si tratta di interventi che renderanno più fruibile e più sostenibile l’area da parte dei cittadini e che creeranno una maggior offerta in termini di svago e relax, generando indubbiamente effetti positivi dal punto di vista di riqualificazione urbanistica, paesaggistica, socio economica ed ambientale. Una ventina di ettari che saranno resi funzionali e fruibili per varie attività da tutti i cittadini”. Il progetto del parco Florentia è stato rilanciato due anni fa, anche grazie ai finanziamenti della Fondazione CR Firenze, per riqualificare la riva sinistra dell’Arno e l’area dell’ex Poderaccio, “casa” per lungo tempo di un campo rom.

Come fare la targa al monopattino elettrico? Quanto costa l’assicurazione?

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Obbligo di targa, casco e assicurazione: il nuovo codice introduce una piccola rivoluzione per chi si sposta a bordo del monopattino elettrico, ma come fare per rispettare le nuove norme e quanto costa questa modifica? Ci sarà però ancora tempo per mettersi in regola prima dell’entrata in vigore della stretta sulla mobilità “leggera”. Secondo i dati Istat, gli incidenti stradali con lesioni a persone che vedono coinvolti i monopattini sono in costante aumento negli ultimi anni. Nel 2023 sono stati 3.365, un anno prima erano stati 2.929, mentre 2.101 nel 2021. Intanto il mondo dello sharing è in allarme, perché le modifiche comporteranno un aumento dei costi e anche problemi per fornire agli utenti il casco.

Viabilità regole del nuovo codice della strada

Non solo targa e assicurazione, ma cambiano limiti di velocità e regole per la circolazione a bordo del monopattino. Non potranno più andare fuori dai centri urbani e saranno off limits anche le strade extraurbane e le gallerie. Non potranno quindi transitare in strade con un limite superiore ai 50 chilometri orari. La velocità massima consentita scenderà dagli attuali 25 chilometri orari ai 20 chilometri orari, quando circolano sulla normale carreggiata con gli altri mezzi, mentre resta ferma a 6 chilometri orari nelle aree pedonali, pena una multa da un minimo di 100 euro fino a un massimo di 400, a seconda della gravità dell’infrazione. E poi frecce obbligatorie e freni su entrambe le ruote, prescrizioni che sono rispettate già da numerosi modelli.

Viene inoltre vietato il parcheggio sui marciapiedi, fuori delle aree di sosta dedicate. Il casco non sarà più obbligatorio solo per i minorenni, ma con l’entrata in vigore del nuovo codice della strada anche i maggiorenni dovranno mettersi il caschetto quando sono alla guida di un monopattino elettrico. Alcuni Comuni, come Firenze, in passato avevano tentato di anticipare questo obbligo, vedendosi poi bocciare le delibere dal Tar. Infine, come successo finora, gli under 14 non potranno condurre questo tipo di veicolo.

Come fare la targa per il monopattino elettrico? Da quando?

Fin qui le regole certe. Ci sono però degli aspetti ancora oscuri nei loro contorni. Se le principali novità per la sicurezza entreranno in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione del nuovo quadro del Codice della strada in Gazzetta Ufficiale (attesa a fine novembre), altre come la targa per il monopattino elettrico o l’assicurazione obbligatoria, dovranno essere normate nel dettaglio tramite un decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quindi servirà qualche mese come minimo.

Ecco cosa si sa già. La targa del monopattino, spiega lo stesso dicastero, sarà un contrassegno identificativo adesivo, plastificato e non rimovibile, stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Ancora invece non si conosce quale sarà la procedura per fare la targa al monopattino e il costo di questa operazione.

Quanto costa l’assicurazione per il monopattino elettrico?

Come detto l’altra questione dubbia, legata alle regole del nuovo codice della strada, è l’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile per il monopattino che scatterà quando sarà emanato il decreto attuativo. Allo stesso modo di quella prevista per le auto e i motorini, tutela in caso di incidente e di richiesta di risarcimento danni (all’interno delle cifre limite, ossia i massimali, previste dalla polizza). La novità riguarderà in particolare i singoli cittadini privati, visto che le società di sharing sono già assicurate.

Molte compagnie assicurative offrono già delle soluzioni per questo tipo di mobilità, come anche per i ciclisti, oppure all’interno delle cosiddette RC Capofamiglia, che prevedono un pacchetto di garanzie per l’intero nucleo familiare. Secondo un’analisi di Facile.it il costo di un’assicurazione per un monopattino elettrico parte dai 40 euro l’anno per quella specifica sul mezzo e dai 75 euro annui per la versione Capofamiglia. Bisognerà però capire quali requisiti saranno stabiliti dalla legge, se un’assicurazione che copra il veicolo qualsiasi sia il conducente del monopattino elettrico (legato quindi alla targa) oppure che tuteli solo la singola persona.

Un altro aspetto critico è stato messo in evidenza da Assosharing, l’associazione degli operatori della mobilità condivisa. Una sentenza della Corte europea ha affermato che l’obbligo di assicurazione non sia applicabile sotto i 25 chilometri orari. Ma il nuovo codice della strada prevede la diminuzione del limite di velocità per i monopattini elettrici a 20 chilometri orari. Quindi si rischierà di andare in contrasto con la normativa comunitaria. Il decreto attuativo dovrà sciogliere anche questo nodo.