venerdì, 6 Giugno 2025
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Quante persone possono entrare in un negozio: come calcolare il numero massimo

Nei negozi il numero massimo di clienti ammessi deve essere riportato su un cartello all’ingresso, come dal Dpcm anti-Covid del 16 gennaio 2021. Va detto subito che per calcolare quante persone possono entrare in un negozio o in un bar per metro quadro vanno presi in considerazione diversi fattori: bisogna valutare le caratteristiche della singola attività commerciale, se si tratta di vendita al dettaglio oppure se c’è anche consumo di alimenti al tavolo, come succede in bar, caffetterie e ristoranti, senza dimenticare la grandezza dei locali e la presenza di scaffali, banconi, espositori e via dicendo.

L’accesso deve essere contingentato in base alle indicazioni delle linee guida e l’obbligo del “numero chiuso” vale sia per le piccole botteghe sia per i grandi supermercati affinché siano evitati assembramenti.

Covid, obbligatorio il cartello sulla capienza massima

Come già successo a novembre e dicembre, anche il Dpcm del 16 gennaio 2021 in vigore fino al  marzo obbliga a esporre fuori dall’entrata del negozio un cartello che indichi la capienza massima del locale perché possano essere seguite le regole anti-contagio sul distanziamento fisico. Ecco cosa dice il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio al 6° comma del primo articolo:

È fatto obbligo nei locali pubblici e aperti al pubblico, nonché in tutti gli esercizi commerciali di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti.

Quante persone possono entrare in un negozio o in un bar secondo il Dpcm? L’allegato 9

Facile a dirsi, un po’ più difficile a farsi. L’allegato 9 al Dpcm riporta i protocolli di sicurezza per le attività di commercio al dettaglio, ma le singole Regioni o i Comuni possono adottare misure locali con maggiori restrizioni rispetto al quadro nazionale. Succede ad esempio in Toscana, dove un’ordinanza regionale ha stabilito un tetto più basso per il contingentamento delle persone e norme stringenti sui controlli di sicurezza.

Ecco però la regola generale nazionale su quante persone possono entrare in un negozio, riportata nelle linee guida: il numero massimo ammesso deve permettere ai clienti di mantenere la distanza di almeno un metro, “in modo da evitare assembramenti”, si legge nella scheda dell’allegato 9, dedicato al commercio al dettaglio.

Come calcolare quante persone possono entrare in un negozio: il calcolo per metro quadro

Fatti due calcoli quindi per rispettare la distanza di sicurezza servono almeno 4 mq per cliente (1 metro a destra, un altro metro a sinistra, uno davanti e l’altro dietro), ma per calcolare quante persone al massimo possono stare in un negozio bisogna tenere conto di quali sono le superfici effettivamente calpestabili: dal computo vanno tolti ad esempio banconi, tavoli, scaffali, le zone dietro la cassa accessibili solo agli addetti, ecc.

Inoltre per i negozi più piccoli (meno di 40 metri quadrati) viene raccomandato di far entrare al massimo una persona per volta e di prevedere la presenza di non più di 2 addetti alle vendite, mentre nei locali più grandi come quelli dei supermercati l’accesso regolamentato e scaglionato deve essere fatto “in proporzione alla relativa superficie aperta al pubblico”. Come detto però vanno controllati i protocolli regionali e le regole comunali. In Toscana la Regione ha stabilito un parametro diverso per calcolare il numero massimo di persone ammesse: 1 cliente ogni 10 metri quadri di superficie di vendita (una persona per volta nei negozi più piccoli di 40 metri quadrati).

Al bar e al ristorante: quante persone possono entrare in negozio e stare al tavolo?

Per quanto riguarda i servizi di ristorazione ci sono poi delle restrizioni in più da tenere a mente, che complicano il conteggio. Per il calcolo del numero massimo di clienti per mq, da riportare sul cartello da esporre all’entrata, bisogna considerare anche quante persone possono stare sedute al tavolo (al massimo 4 se non sono conviventi, dice anche l’ultimo Dpcm) mantenendo tra loro la distanza di 1 metro.

Tra i clienti seduti e la zona di passaggio dei camerieri deve poi rimanere sempre un metro. E così anche per la consumazione in piedi al bancone: tra gli avventori e il personale deve essere rispettato il distanziamento interpersonale di un metro. Per aiutare la clientela nell’osservanza delle regole è bene attaccare a terra degli adesivi che indichino dove posizionarsi in modo da rispettare le distanze.

Non solo il limite massimo delle persone: le altre regole

Restano in vigore tutte le altre disposizioni per limitare la diffusione del coronavirus nelle attività economiche e commerciali: mascherina obbligatoria nei luoghi chiusi e anche nelle porzioni all’aperto (ad esempio ai tavolini fuori dai bar, quando non si consuma), dispenser di gel disinfettanti per le mani a disposizione dei clienti e igiene degli ambienti almeno due volte al giorno e in funzione dell’orario di apertura. Sul sito del governo è possibile consultare in pdf gli allegati al Dpcm di gennaio-febbraio con tutti i protocolli di sicurezza anti-Covid.

Zona rosso scuro: cosa significa per chi vuole viaggiare in Europa e Italia

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Tra le mille sfumature cromatiche dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, adesso arriva un nuovo colore. Accanto alla zona gialla, arancione e rossa che abbiamo imparato a conoscere in Italia, si aggiunge la “zona rosso scuro”, decisa dall’Europa: ecco cosa significa, cosa cambia per chi vuole viaggiare e cosa si può fare.

Cosa significa zona rosso scuro UE: cos’è

La Commissione europea ha appoggiato l’idea lanciata la scorsa settimana dal Consiglio dei leader UE di prevedere una “zona rosso scuro” per le aree dei Paesi del Vecchio continente ad alto rischio per il Covid: diventare zone rosso scuro significa quindi avere sul proprio territorio una circolazione rilevante del virus. Questa classificazione si andrà ad aggiungere ai colori già presenti nella mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECD – European Centre for Disease Prevention and Control) ossia zona verde, gialla, arancione, rossa e grigia.

Attenzione però non bisogna confondere questo “termometro UE della pandemia”, che misura la gravità del contagio nei diversi territori, con la classificazione in colori Covid presente in Italia e che comporta restrizioni diverse a seconda della zona (gialla, arancione e rossa). Si tratta di due cose distinte: ci sono le zone italiane Covid in base a cui sono previste specifiche norme nelle diverse regioni e poi la zona rosso scuro europea che – secondo la proposta della Commissione – potrà prevedere limitazioni per chi vuole viaggiare all’estero in Europa da questi territori a rischio.

I parametri per le diverse zone

Ecco i parametri per le zone colorate europee previste dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie:

  • Verde – tasso di notifica degli ultimi 14 giorni sotto i 25 casi ogni 100.000 abitanti e il tasso di positività sotto il 4%
  • Arancione – tasso di notifica degli ultimi 14 giorni sotto 50 casi ogni 100.000 abitanti ma il tasso di positività pari o superiore al 4%
  • Rosso – tasso di notifica degli ultimi 14 giorni pari o sopra 50 casi ogni 100.000 abitanti e il tasso di positività pari o superiore al 4%
  • Grigio – non ci sono sufficienti informazioni sul tasso di notifica

A queste 4 aree si pensa ora di aggiungere un nuovo colore per i Paesi (o singole regioni all’interno degli Stati comunitari) ad alto rischio: essere in zona rosso scuro vuol dire che nelle ultime 2 settimane l’incidenza del Covid supera i 500 casi ogni 100.000 abitanti.

Quali regioni d’Italia sono in zona rosso scuro e cosa succede: si può viaggiare o no?

La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen sta pensando a misure comuni, in tutta Europa, per fronteggiare l’emergenza Covid-19, anche prevedendo una zona rosso scuro, ma evitando la chiusura delle frontiere. Prima di tutto la commissione scoraggia tutti gli spostamenti non essenziali tra i paesi dell’UE: si può ancora viaggiare, ma è in arrivo una stretta.

La zona rosso scuro significa anche questo: prevedere per chi parte dai territori ad alto rischio Covid il tampone 72 ore prima della partenza e la quarantena di 14 giorni all’arrivo in un altro Paese europeo con le eccezione dei lavoratori transfrontalieri e di chi lavora nel settore dei trasporti. Secondo una prima simulazione, in Italia finirebbero nella zona rosso scuro 3 regioni e una provincia autonoma: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Provincia autonoma di Bolzano.

Covid in Toscana: contagi in calo il 25 gennaio, l’aggiornamento dei dati

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Secondo i dati del bollettino di oggi, 25 gennaio, i casi di Covid in Toscana diminuisco, a fronte però un numero molto inferiore di tamponi effettuati per individuare i nuovi contagi, come succede generalmente dopo il weekend. Stando all’aggiornamento dei dati, nelle ultime 24 ore 422 persone sono risultate positive al coronavirus (ieri erano state 526), grazie a 5.913 tamponi molecolari e 1.009 test rapidi (il giorno prima erano stati fatti 9.406 tamponi molecolari e 3.133 tamponi antigenici rapidi).

Cresce il tasso di positività: il 6,10% delle persone sottoposte al test è risultato contagiato dal Covid-19. Un giorno fa questa percentuale era al 4,2%. Aumentano i ricoverati negli ospedali e nelle terapie intensive, 14 i morti. I dati positivi sui contagi delle ultime settimane sono valsi alla Toscana la permanenza in zona gialla: ecco i numeri dal bollettino aggiornato a oggi (25 gennaio).

Quanti contagi di Covid in Toscana il 25 gennaio: i dati del bollettino della Regione,l’aggiornamento

  • Nuovi contagi di Covid in Toscana, 25 gennaio: 422 positivi (526 nel precedente bollettino)
  • Tamponi molecolari in 24 ore: 5.913 (ieri 9.406)
  • Test antigenici rapidi: 1.009 (ieri 3.133)
  • Totale test in un giorno: 6.922
  • Tasso dei nuovi positivi: 6,7% (ieri 4,2%)
  • Persone attualmente positivi al Covid-19: 8.460 (+0,5%)
  • Ricoverati nei posti letto Covid della Toscana: 770 (+28 ricoverati)
  • di cui 109 in terapia intensiva (+3)
  • Morti comunicati oggi: 14

Coronavirus in Toscana, totale dei casi e vaccino: l’andamento

  • 131.281 casi positivi al Covid in Toscana da febbraio a oggi (25 gennaio)
  • Guariti totali dall’inizio dell’emergenza: 118.712
  • Decessi totali: 4.109

Questa la situazione dei positivi provincia per provincia: 36.551 contagi complessivi ad oggi a Firenze (131 in più rispetto a ieri), 11.100 a Prato (24 in più), 11.149 a Pistoia (21 in più), 8.272 a Massa (30 in più), 13.535 a Lucca (41 in più), 17.835 a Pisa (30 in più), 10.052 a Livorno (52 in più), 11.854 ad Arezzo (57 in più), 5.966 a Siena (29 in più), 4.412 a Grosseto (7 in più).

Questi i dati sulla campagna vaccinale anti-Covid in Toscana, alle ore 14.00 di oggi, 25 gennaio.

  • 75.5785 persone sottoposte al vaccino in Toscana
  • di cui 12.678 hanno ricevuto il richiamo
  • 88.256 dosi totali somministrate dall’inizio della campagna vaccinale.

Nel pomeriggio di oggi si saprà anche quanti contagiati ci sono in Italia.

Dove vedere Torino Fiorentina in tv: Sky o Dazn?

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Boccata d’ossigeno per la Fiorentina che torna alla vittoria superando 2-1 il Crotone. Il prossimo incontro, vedrà i viola impegnati contro il Torino venerdì 29 gennaio alle 20.45 allo Stadio Olimpico Grande Torino: ma dove vederla in tv, su Sky o Dazn?

Dove vedere Torino Fiorentina in tv: sky o dazn?

La partita sarà trasmessa in diretta e in esclusiva dai canali satellitari Sky: Sky Sport  (numero 252 del satellite) anche in 4K HDR per i clienti Sky Q. 

Dove vedere Torino Fiorentina in streaming

Gli abbonati Sky potranno seguire la partita anche su Sky Go, l’app di streaming in diretta per seguire i programmi del proprio pacchetto Sky anche su pc, tablet e smartphone.
Torino Fiorentina sarà trasmessa inoltre anche su NowTv, la piattaforma di streaming a pagamento.
La radiocronaca in diretta sarà trasmessa da RadioRai.

Torino Fiorentina in chiaro? 

Non ci sono opzioni per vedere Torino Fiorentina in chiaro.

Duomo Firenze: riapertura per cattedrale (gratis) e cupola, gli orari

Riapertura per la cupola del Duomo di Firenze e per l’interno della cattedrale con nuovi orari nel 2021, mentre per il Battistero, il campanile di Giotto e il museo del Duomo si dovrà ancora aspettare la decisione dell’Opera di Santa Maria del Fiore. La Toscana resta in zona gialla almeno fino a sabato 30 gennaio e, grazie al via libera dell’ultimo Dpcm, anche un altro pezzo da novanta dell’arte fiorentina riapre le porte al pubblico, ma solo durante la settimana.

Dallo scorso ottobre si erano interrotte le visite in questi luoghi, per l’aggravarsi dell’emergenza Covid e il Duomo era rimasto accessibile finora solo per partecipare alla messa e per la preghiera dei fedeli.

La riapertura del Duomo di Firenze e della Cupola: gli orari dal 25 gennaio 2021

Uffizi, Boboli e altri musei di Firenze sono aperti dalla scorsa settimana, adesso si aggiunge anche il Duomo: l’opera di Santa Maria del Fiore ha deciso di spalancare le porte della cattedrale e della celebre cupola progettata da Filippo Brunelleschi a partire da lunedì 25 gennaio 2021 con nuovi orari.

Il Duomo di Firenze è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.15 alle 16.00, mentre la Cupola si può visitare sempre dal lunedì al venerdì, ma con orari diversi rispetto agli interni di Santa Maria del Fiore: si può salire sul “tetto” della cattedrale dalle 12.45 – 18.00, con prenotazione obbligatoria dei biglietti. Cupola e Duomo sono chiusi il sabato e la domenica: l’ultimo Dpcm impone infatti per i musei la chiusura durante i weekend.

Biglietti e prenotazione per il Duomo di Firenze e la Cupola del Brunelleschi

Riapertura sì, ma sempre con il contingentamento degli ingressi: per salire sulla Cupola del Brunelleschi la prenotazione è obbligatoria anche online (sono disponibili 50 posti ogni 45 minuti), mentre per entrare nel Duomo di Firenze e vedere gli interni non è necessario prenotare.

La visita nel Duomo di Firenze è gratis (ingresso dalla porta laterale destra), per la Cupola i biglietti costano 20 euro l’intero e 10 euro il ridotto (dai 7 ai 14 anni). Ingresso gratuito per i bambini sotto i 6 anni.

Museo del Duomo, Battistero e Campanile di Giotto

Restano chiusi al momento il Museo del Duomo di Firenze, il Campanile di Giotto e il Battistero. In quest’ultimo sono in corso lavori di restauro che – salvo imprevisti – si concluderanno alla fine del 2021. Aggiornamenti sulla pagina Facebook dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Risorge la Fiorentina, battuto il Crotone

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Dimenticata la sconfitta di Napoli la Fiorentina torna alla vittoria superando 2-1 il Crotone. Sotto la pioggia, allo stadio Franchi, segnano Bonaventura e Vlahovic, nella ripresa Simy per i calabresi. I viola ‘girano’ a quota 21, come la scorsa stagione, allontanandosi dalla zona calda della classifica. Nel primo tempo predominio dei viola che hanno fatto valere il proprio maggior tasso tecnico e segnano anche le due reti, ripresa con il ritorno del Crotone che riapre la gara ma non riesce a pareggiare. Cesare Prandelli non cambia la squadra con Igor, Pezzella e Milenkovic davanti a Dragowski, centrocampo con Castrovilli, Bonaventura e Amrabat e con Biraghi e Caceres sulle fasce e Ribery e Vlahovic in attacco. Giovanni Stroppa sceglie Djidji Marrone e Luperto in difesa con Cordaz in porta. Zanellato, Eduardo e Vulic con Pereira e Reca ai lati, Simy e Messias in avanti.

Primo Tempo

Dopo un periodo di studio la Fiorentina sblocca il risultato al 20’ Reca respinge in area del Crotone e ne approfitta Bonaventura che da fuori area tira di esterno destro spedisce la palla in rete per l’1-0. La Fiorentina acquisisce sicurezza e al 32’ Vlahovic, alla settima rete stagionale, segna il raddoppio al termine di una bella azione partita da Castroville che serve Ribery per il talento serbo che spiazza Cordaz. Al 33’ ci prova il Crotone con Pereira ma la sfera finisce alta, sopra la traversa. Si va al riposo con i viola avanti per 2-0.

© Tiziano Pucci – Agenzia Fotografica Italiana

Secondo Tempo

Nella ripresa c’è più equilibrio in campo. Al 50’ ci prova Messias ma Pezzella riesce a liberare. Vlahovic sbaglia più volte. Al 51’ si trova davanti a Cordaz ma scivola goffamente e perde la possibilità di tirare a rete.  Al 54’ ci prova ancora Bonaventura ma Cordaz para. Al 56’ il secondo errore di Vlahovic che perde il pallone che finisce sul fondo. Al 63’ Pezzella va a rete ma l’arbitro Piccinini annulla in quanto il capitano viola nello stoppare il pallone lo colpisce di mano. Al 66’ il Crotone riapre la gara. Cross di Pereira dalla destra, il pallone attraversa l’area e Simy approfitta delle disattenzioni della retroguardia per segnare di testa il 2-1. All’84’ è Marrone ad impegnare, di testa, Dragowski mentre nel recupero un tacco di Borja Valero libera Kouame, il cross per Pulgar ma la sfera finisce sul fondo. Si chiude con la vittoria della Fiorentina che torna a respirare.

L’allenatore e il presidente

Sorride Cesare Prandelli. “La vittoria ti porta sempre il sorriso, forse abbiamo giocato la nostra miglior partita. Sul 2-0 dovevamo chiuderla ma in questo momento era importante vincere perché le vittorie portano autostima. Serve la qualità di tutti, ma dobbiamo mantenere la mentalità di una squadra che vuole lottare sempre e deve essere ordinata. La qualità – aggiunge Prandelli –  dobbiamo averla ma non bisogna anteporla allo spirito di squadra. Il centrocampo stasera era molto più equilibrato e ordinato rispetto a quello visto a Napoli”.

Commenta a fine gara anche Rocco Commisso. “Io vengo a Firenze a soffrire, ci sono volute tre partite per vederne vincere una. Ho parlato ai ragazzi e hanno fatto quello che gli avevo detto di fare. Dobbiamo andare avanti così. Abbiamo cambiato l’allenatore ma abbiamo gli stessi punti che avevamo la scorsa stagione alla fine del girone d’andata. I ragazzi ce la faranno, abbiamo una buona squadra e un buon allenatore. Quando i ragazzi ce la mettono tutta, vincono”.

Toscana, zona gialla fino a quando. Fascia bianca ancora lontana

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La Toscana resta gialla sabato 23 e domenica 24 gennaio e nella settimana del 25, si allontana lo spettro di un retrocessione in arancione, ma la zona bianca Covid è ancora distante. Per capire fino a quando la Toscana resta in zona gialla bisogna prendere in considerazione i tempi del monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’arrivo della nuova ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza che decide il cambio di colore per le aree più a rischio.

Per restare in zona gialla serve un Rt sotto 1. Se l’indice di trasmissibilità supera questa soglia si finisce automaticamente in arancione, mentre con un Rt pari o superiore a 1,25 scatta la zona rossa. Anche il passaggio in uno scenario di rischio più alto, determinato da 21 parametri diversi, impone una retrocessione automatica in una zona con maggiori restrizioni.

L’indice Rt della Toscana oggi: i dati del monitoraggio

Fino a quando i parametri resteranno sotto controllo, la Toscana potrà evitare il cambio di colore e la retrocessione da zona gialla ad arancione. Secondo il nuovo report dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato venerdì 23 e riferito ai dati dall’11 al 17 gennaio, l’indice Rt della Toscana è a quota 0,98: un decimale in più rispetto a 7 giorni fa, ma pur sempre sotto 1, la soglia fatidica che fa scattare la zona arancione.

L’incidenza dei contagi di Covid in Toscana è di 72,12 casi settimanali ogni 100.000 abitanti (uno dei dati migliori a livello italiano), mentre si allenta la pressione sugli ospedali. Cala la percentuale di occupazione delle terapie intensive (la settimana scorsa era al 25% ora è al 22%), lontani quindi dalla soglia critica del 30%), il 14% dei posti letto ordinari sono occupati (la soglia critica è fissata al 40%), la capacità di tracciamento resta alta (99%): grazie a questi dati la Toscana resta gialla, ma è ancora troppo presto per parlare di zona biancaQui il report Covid di questa settimana.

Fino a quando la Toscana resta in zona gialla: può diventare bianca?

Quindi in che zona è la Toscana questo weekend (23-24 gennaio) e la prossima settimana? La nuova ordinanza del ministro Roberto Speranza ha stabilito solo due cambi di zona nel weekend del 24 gennaio, ma questa decisione non tocca la classificazione della Toscana che resta gialla anche nella settimana del 25 gennaio. Quindi fino a quando la Toscana resta in zona gialla? Ufficialmente fino a sabato 30 gennaio (incluso), come stabilito dall’ordinanza, ma i numeri positivi sui contagi degli ultimi giorni fanno ben sperare anche per la prima settimana di febbraio. La decisione arriverà venerdì prossimo in base al nuovo monitoraggio.

“Siamo una grande comunità, consapevole e attenta al rispetto delle regole come abbiamo ampiamente dimostrato in queste settimane – dice il governatore della Toscana Eugenio Giani – Adesso continuiamo così, manteniamo la responsabilità che ci appartiene e impegniamoci per diminuire sempre più i contagi”. Intanto ci si chiede se la Toscana possa diventare zona bianca in futuro, con la riapertura delle principali attività, tra cui anche le palestre. Ebbene per finire in questa fascia di basso rischio Covid serve avere un’incidenza dei contagi inferiore ai 50 casi settimanali su 100.000 abitanti, per 3 settimane consecutive. Il dato attuale della Toscana è di 72 casi ogni 100.000 abitanti, questo vuol dire che la strada per la zona bianca è ancora lunga.

Toscana: le regole della zona gialla, cosa si può fare

Fino a quando la Toscana resta in zona gialla ristoranti e bar sono aperti fino alle 18 ed è possibile uscire dal comune (ma non dalla regione). Dal lunedì al venerdì, sono attivi anche i musei (qui i musei aperti a Firenze), con un contingentamento degli ingressi, secondo quanto previsto dall’ultimo Dpcm. Resta il coprifuoco alle 22, confermato il divieto di asporto dai bar dopo le ore 18.

Che zona è sabato e domenica: gialla, arancione o rossa

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Un weekend “bicolore” in due regioni, tutto in zona gialla, arancione o rossa per altre. La nuova ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza stabilisce quali regioni cambiano colore, ma attenzione a che zona è sabato 23 e domenica 24 gennaio: in un paio di casi le regole e le restrizioni cambiano a seconda del giorno del fine settimana. La nuova classificazione scatta domenica, quindi fino a sabato (incluso) sono in vigore i “vecchi” colori. Facciamo allora chiarezza e vediamo che zona è sabato e domenica nelle diverse regioni, con un sunto di cosa si può fare e cosa no.

Che zona è sabato 23 gennaio

Come detto sabato le regioni restano del colore deciso la scorsa settimana e quindi il 23 gennaio 3 aree del paese sono in zona rossa, 11 regioni sono in arancione e gli altri 6 territori in gialla. Ecco quindi che zona è sabato 23 gennaio nelle diverse regioni italiane:

  • Zona gialla sabato 23 gennaio: Provincia autonoma di Trento, Toscana, Campania, Basilicata, Molise, Sardegna
  • Zona arancione sabato 23 gennaio: Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Calabria, Puglia
  • Zona rossa sabato 23 gennaio: Provincia autonoma di Bolzano, Lombardia, Sicilia

Made with FlourishLa mappa dei colori delle zone per le regioni fino a sabato 23 gennaio compreso

Che zona è domenica 24 gennaio e le regioni che cambiano colore

Domenica invece per due regioni scatta il cambio di colore disposto dalla nuova ordinanza del Ministro della Salute: la Lombardia diventa zona arancione (era diventata rossa per incongruenze nella comunicazione dei dati) mentre la Sardegna passa da zona gialla ad arancione. Le altre regioni non cambiano colore, ad esempio la Toscana resta gialla.

Ecco quindi che zona è nelle regioni italiane da domenica 24 gennaio (e nella settimana 25 – 30 gennaio)

  • Zona gialla domenica 24 – sabato 30 gennaio: Provincia autonoma di Trento, Toscana, Campania, Basilicata, Molise
  • Zona arancione domenica 24 – sabato 30 gennaio: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Calabria, Puglia, Sardegna
  • Zona rossa domenica 24 – sabato 30 gennaio: Provincia autonoma di Bolzano, Sicilia

La mappa dei colori delle zone per le regioni a partire da domenica 24 gennaio

Zona gialla, arancione e rossa: cosa si può fare nel weekend

Una volta controllato in che zona è la propria regione nel weekend di sabato 23 e domenica 24 gennaio è bene anche dare una ripassata alle regole, ecco cosa si può fare in sintesi.

  • In tutte le zone – non si può uscire dalla regione, coprifuoco dalle 22 alle 5, vietato l’asporto dai bar dopo le 18, centri commerciali chiusi sabato e domenica (a accezione dei negozi di beni non essenziali)
  • Zona gialla – si può uscire dal comune, i negozi sono aperti, bar e ristoranti aperti fino alle 18 (e fino alle 22 è consentito l’asporto solo per i ristoranti), musei chiusi (sono aperti solo dal lunedì al venerdì)
  • Zona arancione – non si può uscire dal comune, negozi aperti, bar e ristoranti aperti solo per l’asporto e la consegna a domicilio
  • Zona rossa – non si può uscire di casa senza un valido motivo (lavoro, salute, necessità), negozi di beni non essenziali chiusi, bar e ristoranti aperti solo per l’asporto e la consegna a domicilio

Multa Covid: come fare ricorso (ma si rischia il raddoppio della sanzione)

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Attenzione all’inghippo, quando si decide di fare ricorso per una multa Covid: contestare una sanzione notificata per il mancato rispetto delle regole anti-contagio, dalla zona rossa al coprifuoco fino alle limitazioni per gli spostamenti in macchina, può costare caro. Anche molto più della cifra (già salata) riportata sul verbale. Il doppio. A mettere in guardia sulla procedura per fare ricorso contro le sanzioni amministrative è anche l’associazione dei consumatori Aduc.

A quanto ammonta la multa Covid: la sanzione amministrativa

Secondo quanto previsto dal decreto Cura Italia, la multa (sanzione amministrativa) per chi non rispetta le regole anti-Covid va da un minimo di 400 euro a un massimo di 1.000 euro, a seconda della gravità del fatto: è prevista comunque la possibilità di fare ricorso, ma non è sempre una strada conveniente per il cittadino. Le multe sono elevate dalle forze dell’ordine (polizia municipale, carabinieri, polizia e via dicendo) che rilevano il mancato rispetto delle norme nazionali previste dai Dpcm e dai decreti legge per l’emergenza Covid-19.

Se invece nell’autocertificazione Covid – quella usata per gli spostamenti ad esempio in zona rossa e arancione o per il coprifuoco – si scrive qualcosa di falso (nomi, indirizzi, motivazioni) si rischia, oltre alla “normale” multa, la denuncia penale per dichiarazioni mendaci, che è punita con la reclusione da 1 a 6 anni.

Lo “sconto” per chi paga subito e cosa succede alle multe Covid non pagate

Come tutte le altre sanzioni amministrative, è possibile godere di uno “sconto” se si salda il conto subito. Pagando entro 5 giorni la multa Covid è meno salata: c’è una riduzione del 30% sulla somma del verbale, ma se la sanzione viene pagata, si rinuncia in automatico a fare ricorso.

E cosa succede se le multe Covid non vengono pagate? La stessa cosa che capita per le multe ricevute a seguito di violazioni del codice della strada: tutto passa all’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia) e arriverà a casa una cartella esattoriale con tanto di costi di notifica e interessi.

Multa Covid, come fare ricorso al Prefetto

Se si ritiene che le motivazioni per cui è stata contestata una multa non siano valide, è possibile presentare ricorso al Prefetto della città dov’è stata accertata la violazione delle regole anti-Covid dei Dpcm. “Il cittadino che non condivida il verbale di accertamento di violazione può pertanto fare pervenire scritti e documenti difensivi al Prefetto”, spiegano le FAQ del governo. È possibile farlo entro 30 giorni dalla notifica del verbale e gli scritti difensivi possono essere inviati anche tramite PEC.

Ma se fare riscorso può sembrare cosa facile, più difficile è vedersi accettati i motivi della contestazione: la mancata conoscenza delle regole anti-Covid, ad esempio, non è una motivazione valida. Inoltre se il Prefetto non accetta il ricorso, la cifra della multa raddoppia. A questo punto non resta che fare ricorso entro 30 giorni al giudice di pace.

I consigli dell’associazione dei consumatori

“E’ bene fare molta attenzione visto che circolano consigli di ricorsi semplici se non class action” spiega l’Aduc, anche a seguito delle proteste di alcuni ristoratori che non hanno rispettato l’orario di chiusura imposto dal Dpcm.  Per chi vuole contestare la multa Covid l’associazione dei consumatori ricorda che “il ricorso nella maggior parte dei casi si presenta al prefetto, che è autorità di polizia e non giudiziale e quindi si chiede di essere valutati dallo stesso soggetto che ha rilevato l’infrazione. Per questo quasi sempre il ricorso viene respinto e l’importo da pagare raddoppia“. Come detto, se il ricorso viene rigettato resta solo la via del giudice di pace.

Fiorentina, contro il Crotone è un’altra sfida salvezza

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Dimenticare subito l’umiliante sconfitta di Napoli. È questo l’imperativo della Fiorentina che gioca al Franchi contro il Crotone. Un’altra sfida salvezza, valida per l’ultima giornata del girone di ritorno, che gli uomini di Prandelli devono vincere per girare almeno a 21 punti. Si gioca sabato 23 gennaio alle 20.45 allo stadio Franchi di Firenze.

Fiorentina – Crotone, le probabili formazioni

Prandelli pare intenzionato a schierare lo stesso undici che è uscito sconfitto dallo stadio Diego Armando Maradona. Vlahovic continua ad essere favorito a Kouamé dal primo minuto, con Callejon e Ribery ai suoi lati. Ancora panchina per Bonaventura, a meno di cambi repentini dell’ultimo minuto. A centrocampo Amrabat e Castrovilli, sulle fasce ancora Venuti e Biraghi. In difesa c’è il solito tridente con Pezzella, Milenkovic e Igor con Caceres pronto ad entrare. Stroppa mette schiererà Magallan in difesa. A destra dovrebbe giocare Pedro Pereira, preferito a Rispoli. In mezzo al campo c’è Zanellato. In attacco Messias e Simy dovrebbe essere il tandem con Riviere pronto a entrare a partita in corso.

Ecco Kokorin, il nuovo attaccante viola

La Fiorentina ha scelto Aleksandr Kokorin per l’attacco. Un giocatore molto discusso in patria ma con ottime referenze da parte di molti allenatori, il ct Roberto Mancini in primis. L’attaccante è nato a Mosca il 19 marzo 1991. È considerato ancora il miglior talento russo in circolazione, ma con un passato tormentato. Kokorin ha lasciato lo Spartak Mosca per 5 milioni di euro e potrà affiancare Vlahovic in attacco per rincorrere la salvezza. La speranza, tra i tifosi, è che abbia messo davvero la testa a posto.