domenica, 24 Agosto 2025
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Covid Toscana, casi ancora sopra ai 1.200: i dati del 26 febbraio

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Resta alto, sopra quota mille, il numero dei nuovi casi di Covid rilevati in Toscana oggi, 26 febbraio, secondo le prime anticipazioni dal bollettino regionale: i dati parlano infatti di 1.254 nuovi contagi. Aumentano anche i pazienti in terapia intensiva e sono 22 i nuovi decessi.

Un dato solo leggermente più basso dei 1.374 di ieri e che conferma l’andamento in peggioramento del contagio in Toscana, adesso a rischio di un passaggio in zona rossa dalla seconda settimana di marzo. Per correre ai ripari intanto, la Regione Toscana ha disposto la zona rossa nelle province di Siena e Pistoia a partire da sabato 27 febbraio.

L’età media dei nuovi contagiati è di 41 anni circa. Sono stati rilevati grazie ai 23.028 test eseguiti nelle ultime 24 ore. Di questi, 14.130 sono tamponi molecolari e gli altri 8.898 sono test rapidi. Il tasso di positività complessivo è del 5,45%, che sale però al 10,6% per quanto riguarda le sole prime diagnosi.

I dati sulla situazione del Covid in Toscana a oggi (26 febbraio): il bollettino

  • Nuovi casi di Covid in Toscana al 26 febbraio: 1.254 (ieri 1.374)
  • Totale test in un giorno: 23.028 (ieri 22.375)
  • di cui 14.130 tamponi molecolari e 8.898 test rapidi
  • Rapporto positivi/tamponi, inclusi i tamponi di controllo: 5,45% (6,04% nella giornata precedente)
  • Rapporto positivi/tamponi, prime diagnosi: 10,6% (10,9% nella giornata precedente)

Il coronavirus in Toscana dall’inizio dell’emergenza

  • Totale contagiati dall’inizio della pandemia: 154.041

I 22 nuovi decessi sono quelli di 15 uomini e 7 donne con un’età media di 75,8 anni. Scende in termini assoluti il numero dei pazienti ricoverati in ospedale (5 in meno), ma aumenta quello delle terapie intensive (4 in più), che oggi sono 163.

Ad oggi si contano 16.883 positivi in Toscana, di cui 15.876 in isolamento a casa. Altre 36.825 persone sono in isolamento dopo aver avuto contatti con soggetti risultati positivi.

 

 

Riapertura palestre, via libera alle lezioni individuali: cosa significa

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Sono state le prime a chiudere e, con tutta probabilità, saranno tra le ultime a riaprire. Intanto però della riapertura delle palestre si comincia a parlare come una possibilità, partendo per il momento dalle lezioni individuali: ma cosa significa e quali sono?

Il nuovo protocollo messo a punto dal Comitato tecnico scientifico ipotizza un primo allentamento dei divieti che potrebbe portare alla riapertura delle palestre. Il documento parla di “riapertura scaglionata” in base alle zone di rischio, con la ripresa delle lezioni individuali in palestra in zona arancione e zona gialla, anche se non viene specificato con esattezza cosa significa. Esclusa invece la ripartenza in zona rossa.

Solo linee guida, per il momento. Anche perché i dati del contagio delineano uno scenario in deciso peggioramento nelle ultime settimane e il governo ha già deciso di rimandare la riapertura delle palestre.

Palestre, sì alle lezioni individuali: cosa significa

Secondo quanto delineato dai tecnici, in zona gialla si potrebbe consentire la riapertura delle palestre per le lezioni individuali e anche la ripresa degli sport dilettantistici, compresi quelli di contatto. In zona arancione, palestre aperte ma allenamenti solo individuali per gli atleti degli sport dilettantistici di contatto. Tutto vietato invece in zona rossa, dove resterà in ogni caso consentita l’attività sportiva individuale all’aperto come la corsa.

Se anche riapertura sarà, nelle palestre quindi saranno permesse solo le lezioni individuali: per capire cosa significa si può intanto partire da quello che sicuramente resterà escluso. In breve, saranno vietate tutte le attività di gruppo, i classici corsi in palestra che non riprenderanno neanche in caso di riapertura delle palestre. Niente da fare quindi per aerobica, fit boxe, Gag, zumba, funzionale e simili resteranno fermi, così come yoga, pilates, spinning e tutto quello che prevede un istruttore e un gruppo di allievi.

Per lezioni individuali si possono intendere insomma tutte le attività in cui il singolo sportivo si allena in autonomia o seguito da un personal trainer.

Riapertura delle palestre, quando e come

Si potranno usare gli attrezzi, i pesi e i macchinari, nel rispetto però di un protocollo che sarà ancora più stringente di quello rimasto in vigore fino all’inizio dell’autunno scorso. Spogliatoi aperti ma niente docce, si dovranno riporre eventuali indumenti in delle borse personali. Distanziamento interpersonale minimo di 2 metri obbligatorio sempre, quindi numero chiuso e contingentamento degli ingressi. Per questo anche la prenotazione sarà obbligatoria.

Mascherina obbligatoria in qualsiasi momento non sia quello dell’allenamento, sempre indosso per trainer e operatori. E poi dispenser con gel disinfettanti posizionati in maniera diffusa all’interno di tutti gli ambienti e obbligo di disinfettare tutti gli attrezzi dopo l’uso. In piscina è previsto l’obbligo di mantenere un’area di almeno 10 metri quadrati per ciascun nuotatore.

Si tratta di linee guida redatte dai consulenti del governo. Sarà poi compito del governo stesso valutare se e come tramutarle in legge. Ma vista la recrudescenza del contagio delle ultime settimane, sarà difficile che si possa parlare di riapertura delle palestre prima del prossimo mese.

Slitta ancora la riapertura delle palestre: oggi si decide fino a quando restano chiuse

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Non è ancora il momento. Tra le decisioni che il consiglio dei ministri dovrà prendere oggi c’è quella sulla riapertura delle palestre, o per meglio dire su fino a quando resteranno chiuse: il nuovo Dpcm 26 febbraio confermerà le restrizioni attualmente in vigore senza specificare ancora un’indicazione precisa su quando riapriranno le palestre e le piscine.

Il consiglio dei ministri è convocato alle 12.30 di oggi, 26 febbraio, per licenziare il nuovo Dpcm, il primo firmato dal premier Mario Draghi. Tra le restrizioni introdotte dai precedenti decreti e ora in scadenza c’è anche la chiusura delle palestre.

Riapertura delle palestre, oggi la decisione

Alla luce degli ultimi dati sul contagio da Covid, la riapertura delle palestre oggi sarà spostata ancora più in là, con un Dpcm che stabilirà fino a quando resteranno chiuse: il fatto è che i dati fotografano una situazione in peggioramento e dunque è ancora troppo presto per decidere quando riapriranno le palestre.

Come minimo la chiusura delle palestre sarà confermata per un altro mese, fino al 27 marzo. È quella la data alla quale il decreto prolungherà molte delle restrizioni, come il divieto di spostamento tra le regioni. Ed è anche la data per la quale è verosimile immaginare possano esserci aggiornamenti.

Quando riapriranno le palestre: ipotesi 27 marzo

Il Comitato tecnico scientifico oggi confermerà il suo parere positivo alla riapertura di cinema e teatri proprio per il 27 marzo, con un protocollo di sicurezza ancora più rigido e una decisione finale comunque legata all’andamento dell’epidemia. Se così fosse, ci sarebbe qualche speranza anche per la riapertura delle palestre, se non altro per le lezioni individuali. Lo stesso Comitato aveva infatti aperto alla possibilità di riprendere almeno con questa modalità.

Il colore della Toscana la prossima settimana: zona arancione o rossa?

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La zona gialla è ormai un lontano ricordo e lo rimarrà per settimane. La Toscana vede ancora arancione, anche se all’orizzonte resta il rischio di una possibile zona rossa a metà marzo, con le province di Pistoia e Siena che diventano già zone rosse da sabato 27 febbraio. Insomma la nostra regione è sempre con il fiato sospeso. Il colore della Toscana la prossima settimana non dovrebbe cambiare, stando alla prime stime dell’Agenzia regionale di sanità: l’Rt sotto 1,25 consentirebbe alla Toscana di restare in zona arancione da lunedì 1° marzo, quando entrerà in vigore la nuova ordinanza del Ministro della Salute.

I picchi di contagi, come quello registrato il 25 febbraio con oltre 1.300 nuovi casi, non fanno però dormire sonni tranquilli per le settimane avvenire. Il governatore Eugenio Giani si dice preoccupato, ma invita a non cedere all’allarmismo: “a ottobre abbiamo avuto per due giorni anche più di 2.700 contagi – osserva – però il trend è in crescita”. Giani ha valutato quindi l’introduzione della zona rossa in altri comuni a rischio, dopo quella scattata a Cecina per 9 giorni, per limitare la diffusione del contagio.

Il colore della Toscana la prossima settimana: zona arancione o rossa da lunedì 1° marzo?

La prima novità è la modifica il calendario per il cambio di colore, a partire dalla prossima settimana: l’ordinanza per retrocedere le regioni in zona arancione o rossa scatterà da lunedì e non più da domenica, come chiesto dalla Regioni e anche dalla stessa Toscana poco prima di entrare in zona arancione. Lo ha annunciato il ministro per le Autonomie Mariastella Gelmini. Questo servirà a ritardare di un giorno eventuali chiusure, permettendo alle attività economiche di non “bruciare” una domenica di lavoro.

Il colore della Toscana la prossima settimana (1° – 7 marzo) sarà deciso in base al monitoraggio settimanale stilato dall’Istituto Superiore di Sanità che ha analizzato i dati dal 15 al 21 febbraio. Nonostante la crescita costante di contagi che ha fatto temere una retrocessione in zona rossa da subito, la Toscana ha buone chance per rimanere in zona arancione da lunedì, ha assicurato nei giorni scorsi lo stesso Giani. Secondo l’Ars l’indice Rt della Toscana nella settimana 15-21 febbraio è a 1,19, valore da fascia arancione. Questi numeri dovranno essere confermati dal monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità nella giornata di oggi, venerdì 26 febbraio. In ogni caso il ritorno in zona gialla della Toscana slitta ancora avanti, almeno per una ventina di giorni.

Il rischio di un cambio di colore per la Toscana nella seconda settimana di marzo

Si guarda alla seconda settimana di marzo, quando – se il nuovo Dpcm non cambierà regole e parametri per i “colori Covid” – la Toscana sarà sempre a un passo dalla zona rossa. Si continua a registrare un aumento dei casi, 3.966 nei primi 4 giorni di questa settimana contro i 2.601 dello stesso periodo della settimana scorsa (+52,5%). E la situazione negli ospedali è a tinte fosche, oltre 1.000 ricoveri da mercoledì, una cifra che non si vedeva da due mesi, mentre il tasso di occupazione delle terapie intensive si avvicina alla soglia critica.

Gli ospedali di Empoli e della provincia di Pistoia iniziano a registrare difficoltà, ha fatto sapere l’assessore alla Salute Simone Bezzini in audizione davanti alla Commissione Sanità del Consiglio regionale. Sensibile l’aumento dei pazienti alle Scotte di Siena, ma qui i reparti al momento stanno tenendo.

La provincia di Pistoia e quella di Siena in zona rossa: da quando e quanto dura

L’incidenza del Covid-19 è alta soprattutto nelle province di Pistoia, con 60 casi ogni 100 mila abitanti, e di Siena, dove preoccupa la veloce circolazione delle varianti. Proprio le varianti, chiarisce l’assessore, sono ad oggi responsabili del 40-50% delle infezioni di Covid in Toscana e quella inglese è destinata a diventare uno dei ceppi prevalenti. Questa situazione ha spinto la Regione a cambiare colore ai comuni della provincia di Pistoia e in quella di Siena, che saranno zona rossa nel weekend e tutta la prossima settimana, da sabato 27 febbraio al 7 marzo.

Sotto osservazione ci sono ora i comuni dell’empolese Valdelsa, nella Città metropolitana di Firenze, che rischiano di finire in zona rossa. Quindi la prossima settimana il colore della Toscana sarà con tutta probabilità arancione, ma la mappa sarà punteggiata di macchie purpuree, con i comuni più a rischio in zona rossa.

Dati, Covid in Toscana: oggi più di 1.300 contagi. Bollettino del 25 febbraio

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Boom di nuovi contagi: i dati sul Covid in Toscana oggi (25 febbraio) fanno registrare oltre 1.300 nuovi casi positivi al coronavirus. Per trovare una cifra così alta bisogna tornare indietro a fine novembre, quando era ancora in corso la seconda ondata. In questo momento più di 16.000 persone in totale sono positive, e tra queste 1.012 sono ricoverate in ospedale. 14 i decessi comunicati oggi. Questo picco di casi probabilmente peserà sulle prossime decisioni della Regione sui comuni della Toscana a rischio zona rossa. La prima cittadina a finire nella fascia di rischio massimo è Cecina, in lockdown per 9 giorni.

Secondo i dati del bollettino Covid della Regione Toscana, oggi – 25 febbraio – i nuovi contagi di coronavirus sono 1.374 a fronte di un numero leggermente superiore di test rispetto a ieri, 22.375. La “soglia psicologica” dei 1.000 contagi giornalieri non veniva sfondata ormai da due mesi e mezzo. Aumenta il tasso dei nuovi positivi: il 10,9% delle persone sottoposte al tampone per la prima diagnosi è risultato contagiato dal Covid. Ieri questa percentuale era al 8,6%. A influire su questo incremento anche gli screening di massa disposti dalla Regione nei territori più a rischio per le varianti.

I dati sulla situazione del Covid in Toscana a oggi (25 febbraio): il bollettino

  • Nuovi casi di Covid in Toscana al 25 febbraio: 1.374 (ieri 857 casi positivi)
  • Totale test in un giorno: 22.375 (ieri 21.198)
  • di cui 14.472 tamponi molecolari e 8.263 test rapidi
  • Rapporto positivi/tamponi, inclusi i tamponi di controllo: 6,04% (4% nella giornata precedente)
  • Rapporto positivi/tamponi, prime diagnosi: 10,9% (8,6% nella giornata precedente)
  • Persone attualmente positive al coronavirus: 16.130 (+4,7%)
  • Ricoverati nei posti di letto Covid: 1.012 (7 pazienti in più rispetto a ieri)
  • di cui 159 in terapia intensiva (4 pazienti in meno)
  • Decessi comunicati oggi: 14
  • Persone in quarantena per contatti diretti con positivi: 15.118

Il coronavirus in Toscana dall’inizio dell’emergenza

  • Totale contagiati in un anno: 152.787
  • Totale morti dall’inizio dell’epidemia: 4.613
  • Totale guariti dall’inizio dell’emergenza: 132.044 (635 nell’ultima giornata)
  • Vaccinazioni anti-Covid dall’inizio della campagna vaccinale in Toscana: 276.763 (aggiornamento alle ore 13.00 del 25 febbraio)
  • di cui 200.039 prime dosi e 76.724 vaccinazioni di richiamo
  • Vaccini somministrati ieri 9.325

La Fiorentina deve guardare avanti, parola di Benzivendolo

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Siamo tutti un po’ più sereni dopo la vittoria sullo Spezia in quella sorta di spareggio delle scorse settimane. Molti di noi innamorati della Fiorentina hanno vissuto il gol di Eysseric come un segno inequivocabile del destino: la Serie B è solo un incubo, il fato tifa viola. Con il nostro Andrea Di Salvo, ovvero il “Benzivendolo” di Campo di Marte, analizziamo il momento della nostra amata Fiorentina con maggior spensieratezza.

Benzivendolo, credi ancora in un futuro con Ribéry alla Fiorentina?

Ribéry è stata una bella ciliegina. Però, probabilmente deluso da quello che è successo nelle sue due stagioni in viola, adesso ha perso entusiasmo e voglia. Sembra più un peso nella tattica della squadra. Peccato non aver sfruttato il suo essere fenomeno, peccato
davvero.

Il mago di “Orz”.

Prandelli secondo me non si aspettava di trovare questa situazione nello spogliatoio, pensava che sarebbe stato più semplice da gestire. Se ci salverà è la persona giusta, sennò no. Nel calcio sono gli obiettivi che contano e lui è stato preso per salvare la squadra. Contro lo Spezia è stata la sua vittoria.

Le noti dolenti: Pradè.

Sicuramente alcune scelte di mercato sono molto discutibili. Dalla  sua parte ha il fatto che aveva Juric in mano e Rocco non lo ha voluto. Ho grandi dubbi sulla sua permanenza, penso che ci voglia un azzeramento totale per ripartire con un progetto nuovo.

Vogliamo i nomi…

Petrachi e De Zerbi sembrano in pole, ma sarebbe un’altra scommessa. Io punterei su un allenatore già affermato perché adesso servono certezze, non scommesse. A fine stagione gli allenatori sono tutti sul mercato, basta pagare e prendi chi vuoi. La scelta del nuovo mister ci darà indicazioni anche sul progetto Fiorentina.

Ma possiamo stare tranquilli, siamo davvero salvi?

Il fatto che Crotone, Parma e Cagliari siano così inguaiate dà molto più respiro. Se la Fiorentina riuscisse a trovare tre vittorie consecutive uscirebbe da sola dalla zona calda,
indipendentemente dalle altre. Prima si arriva a 40 punti, prima si torna a dormire sereni.

Commisso?

Rocco è arrivato a Firenze e fino adesso ha speso 300 milioni, fra l’acquisto della società e tutto il resto. Il Covid e altre situazioni non gli hanno dato la possibilità di lavorare in maniera adeguata. La prossima stagione, con la scadenza dei contratti in corso, tre
allenatori e alcuni giocatori, vedremo se vuole provare a vincere davvero. Diamogli un pochino di tempo e poi vediamo.

Il mio giocatore preferito è Quarta, sei d’accordo?

Quarta si sta dimostrando un grande acquisto. Deve fare il centrale in difesa, abbiamo bisogno di certezze e lui lo è, visto il Pezzella di questa stagione.

La mia delusione più grande: Kouamé.

Kouamé è un mistero e anch’io pensavo fosse meglio. È ancora molto giovane, forse andrebbe dato in prestito per capire se è un giocatore da Serie A o no. Ecco un acquisto di Pradé che non ho capito.

Ora ti dico chi vorrei vedere per sempre in viola: Vlahovic

Da quando è sempre titolare è una macchina da gol, a 21 anni in Serie A non si può chiedere di più. Se arriva a 15 reti chi lo critica si dovrà ricredere. E se gli arrivano i palloni giusti ne farà molti.

Domanda cattiva: era necessario un americano a Firenze?

La gestione americana ha portato molti cambiamenti in società e, forse, qualcuno non riesce ancora ad adeguarsi al nuovo sistema. Per fare tanti cambiamenti ci vuole tempo. Riparliamone fra un paio di anni. Il Viola Park sarà un fiore all’occhiello, però Commisso
deve pensare anche al comparto sportivo, a una squadra che lotti e ottenga qualche risultato. Non me ne importerebbe niente di allenarmi in un centro sportivo bello in Serie B.

Fiorentina in Europa quando, secondo il Benzivendolo?

Dalla prossima stagione, se Rocco decide di cominciare a fare le cose sul serio. Tre acquisti a stagione e in tre anni si comincerà a godere.

Riapertura di cinema e teatri a marzo in zona gialla: le ipotesi per il Dpcm

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L’apertura di cinema e teatri in zona gialla? Il ritorno in sala è ancora un sogno, ma c’è una flebile speranza. Il ministro Dario Franceschini, in vista del nuovo Dpcm sta lavorando alla possibile riapertura di cinema e teatri in zona gialla, da fine marzo 2021, ma quando tornerà il pubblico tra le poltroncine scatteranno nuovi protocolli anti-Covid. Si tratta ancora di un’ipotesi al centro della discussione.

Cinema e teatri, come palestre e piscine, sono chiusi da fine ottobre ma di sicuro non potranno essere aperti dal 6 marzo, quando entrerà in vigore il nuovo Dpcm del presidente del Consiglio Mario Draghi. Nessuna apertura subito, ma forse il via libera per spettacoli e film arriverà 3 settimane dopo e solo nei territori che rientrano nelle fasce di rischio più basse. Franceschini preme per la riapertura di cinema e teatri in questa prima parte del 2021, in una data simbolica.

Il protocollo anti-Covid per l’ok all’apertura delle sale

Il Comitato tecnico scientifico sul coronavirus dovrà adesso pronunciarsi sul nuovo protocollo anti-Covid per cinema e teatri, presentato in vista del nuovo Dpcm. Gli scienziati dovranno quindi analizzare le nuove regole e dire la loro sulla sicurezza di una eventuale riapertura in zona gialla di cinema e teatri, vista la situazione dei contagi. Il Cts, è bene ricordarlo, è un organismo puramente consultivo, ossia gli esperti danno pareri e suggerimenti, ma sta poi al governo Draghi decidere.

Nelle linee guida presentate al comitato viene previsto l’obbligo per tutti gli spettatori di indossare la mascherina Ffp2 sempre, sia nel foyer sia in sala o nei bagni, e che gli spettacoli debbano finire prima del coprifuoco delle ore 22. E poi capienza delle sale cinematografiche e teatrali ridotta di un terzo, per un massimo di 500 persone al chiuso (1.500 all’aperto), sanificazione degli ambienti al termine di ogni show o proiezione, biglietti nominativi da prenotare e pagare online per permettere il tracciamento dei contatti ed evitare code alle casse o al botteghino. Fuori discussione la possibilità di lasciare aperti cinema e teatri in zona arancione o rossa.

Quando la riapertura di cinema e teatri in zona gialla con il nuovo Dpcm: il 27 marzo 2021?

Il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini accarezza l’idea di riuscire a introdurre nel nuovo Dpcm l’apertura dei cinema e dei teatri in zona gialla da sabato 27 marzo 2021, quando ricorre la giornata mondiale del teatro a sostegno delle arti di scena. Non solo, ha portato sul tavolo del governo anche un’altra ipotesi per far ripartire in modo più deciso anche per il mondo espositivo: l’idea è di lasciare aperti in zona gialla i musei, le mostre e le aree archeologiche non solo dal lunedì al venerdì, ma anche il weekend e i giorni festivi.

I comuni della Toscana in zona rossa e quelli a rischio

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Nella lista dei comuni della Toscana in zona rossa, per l’alto rischio legato alle varianti del Covid, c’è già un nome: Cecina. Nella cittadina del livornese per 9 giorni entrano in vigore le regole delle zone rosse locali, dopo la decisione del sindaco e della Regione. Stop agli spostamenti dentro, verso e fuori del territorio comunale. Intanto ci sono altri comuni a rischio zona rossa in Toscana, come alcune città in provincia di Pistoia e di Siena.

La strategia del governatore Eugenio Giani si orienta adesso su mini-zone rosse da creare nei singoli comuni dove la situazione è preoccupante, per evitare un lockdown generalizzato in tutta la Toscana con l’arrivo di una zona rossa regionale per il peggioramento dello scenario di rischio per il coronavirus.

Da quando e per quanto Cecina è zona rossa

Nel comune di Cecina (Livorno) la zona rossa inizia giovedì 25 febbraio e dura 9 giorni, quindi fino a venerdì 5 marzo, per i focolai di Covid registrati negli ultimi giorni, ma potrà essere prorogata nel caso la situazione non migliori. La stretta arriva dopo che in una Rsa del territorio, la residenza “Iacopini”, si sono registrati numerosi casi positivi, di cui 16 riconducibili alla variate inglese. Una decina di contagi sono segnalati anche nella scuola elementare Marconi. La Regione ha annunciato l’inizio di uno screening di massa, con tamponi per tutti i cittadini.

La misura è stata decisa per arginare la diffusione del contagio. “Stiamo riscontrando problemi nel tracciamento dei casi e nell’analisi sequenziale per trovare le varianti  – dice il sindaco Samuele Lippi -. Dobbiamo prevenire e mitigare la diffusione del virus tra la popolazione e permettere i necessari tracciamenti e le necessarie verifiche da parte dell’Asl”.

I comuni a rischio zona rossa in Toscana

L’elenco dei comuni rossi sembra destinata ad allungarsi in Toscana. L’allerta è alta in provincia di Pistoia, con dati da zona rossa: nell’ultima settima si è registrato un boom di contagi con un’incidenza dei positivi più alta di quasi il 70% rispetto alla media regionale. Tre i comuni del pistoiese dove circola maggiormente il virus: Lamporecchio, Montale, Massa e Cozzile.

Difficile la situazione anche in provincia di Siena, nel giro di una settimana i positivi sono raddoppiati per effetto delle varianti più aggressive del Covid come quella brasiliana e inglese. Tra i possibili “comuni rossi” la stessa Siena, Sarteano e Sovicille. Monteroni d’Arbia, con scuole chiuse da giorni per un focolaio, per ora non sarà zona rossa: la campagna di tamponi a tappeto svolta dalla Regione, su mille test non ha trovato alcun positivo.

La campagna di screening “Territori sicuri” della Regione continua nel weekend a Sovicille, Barga (Lucca) e Ponte Buggianese (Pistoia). I cittadini possono prenotare online il tampone gratuitamente. Intanto il sindaco di Firenze Dario Nardella si dice favorevole alla strategia dei “comuni rossi”, con misure specifiche per singoli territori: “circoscrivere zone particolarmente sposte classificandole come zone rosse può essere una buona alternativa a trasformare l’intera Toscana in zona rossa”, osserva.

Le regole: cosa si può fare

Per quanto riguarda le regole della zona rossa locale, l’ordinanza della Regione Toscana per Cecina riprende le restrizioni previste del Dpmc per i territori con rischio massimo. In questa fascia non è possibile uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute e necessità. Lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata è consentito, dentro il territorio del comune, una volta al giorno, spiega la Regione.

Chiusi tutti i negozi, ad eccezione dei codici Ateco individuati negli allegati dell’ultimo Dpcm, attivi i parrucchieri. Stop anche ai mercati, ad eccezione di quelli alimentari e florovivaistici. I ristoranti possono stare aperti per l’asporto fino alle 22 e i bar per il take away fino alle 18, ma non è consentito il consumo al tavolo, né dentro o nei pressi dell’attività. Per quanto riguarda le scuole via libera all’apertura di asili, materne, elementari e prima media. Tutte le altre classi e scuole vanno in didattica a distanza. In altre regioni, come in Lombardia, si è optato per la zona arancione rafforzata.

Zone rosse in Toscana: in arrivo micro-lockdown contro le varianti del Covid

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Nuove micro zone rosse in Toscana, per fermare l’avanzata delle varianti più aggressive del Covid: il presidente della Regione Eugenio Giani pensa a lockdown molto circoscritti da far scattare nei comuni e nelle province dove si stanno sviluppando i focolai. “Non mi farò remore” dice il governatore, che ha già incontrato a Roma il ministro della Salute Roberto Speranza per confrontarsi sulla strategia anti-contagio. La Toscana ha qualche possibilità di evitare la zona rossa da domenica, ma già in questi giorni è attesa la stretta per i territori dove i contagi sono cresciuti esponenzialmente.

Quali sono le nuove micro zone rosse oggi in Toscana e da quando scatta il lockdown

La prima decisione sulle micro zone rosse in Toscana riguarda Cecina, comune del livonese dove il sindaco ha deciso una stretta per una settimana, dopo aver sentito la Regione. Giani, già nei giorni scorsi, ha riferito di essere in contatto con i sindaci dei comuni più colpiti dalle varianti del Covid per “disporre chiusure rapide nelle realtà dove il contagio cresce a ritmo esponenziale”.

Sono una ventina i comuni della Toscana a rischio zona rossa, in vari territori dalla provincia di Pistoia (l’area con la maggiore incidenza di positivi) fino a quelle di Siena di Arezzo e ad alcune cittadine dell’empolese, nella Città metropolitana di Firenze. A Monteroni d’Arbia (Siena) le scuole sono chiuse dopo che un focolaio è partito proprio dall’ambito scolastico e sono scattati i tamponi a tappeto per tutta la popolazione, grazie alla campagna della Regione “Territori sicuri”. Siena ha chiuso tutte le scuole fino al 3 marzo, dopo la comparsa della variante brasiliana, stop alle lezioni anche a Sovicille (Siena) e Sansepolcro (Arezzo).

La situazione dei contagi in Toscana

In questo mese di febbraio è sostanzialmente raddoppiato il numero di contagi, ha osservato lo stesso Giani e i nuovi casi viaggiano a un ritmo superiore ai 900 positivi al giorno. Ma a spingere il governatore verso la definizione di micro zone rosse in Toscana è l’andamento territoriale della curva: ci sono territori in cui il Covid corre più veloce e altri ancora “immuni” da questa crescita. A preoccupare come detto è il senese, nelle zone al confine con l’Umbria che hanno visto aumentare i contagi in modo esponenziale, mentre provincia di Pistoia da giorni ha dati da zona rossa.

L’obiettivo delle micro zone rosse in Toscana è impedire lo scoppio di una terza ondata proprio all’inizio della campagna vaccinale anti-Covid. La nostra regione è tra le più virtuose per la percentuale di dosi somministrate, il 96% di AstraZeneca per insegnanti e forze dell’ordine, e l’89% se si guarda il totale dei tre vaccini finora autorizzati. La potenza di fuoco per una campagna vaccinale di massa in Toscana c’è, ma mancano le “cartucce”, ossia la disponibilità di vaccini. Da qui l’appello al governo Draghi, portato avanti da Giani, di produrre in Toscana su licenza i vaccini anti-Covid.

Pulizia strade a Firenze “sospesa”: a marzo c’è l’obbligo di spostare l’auto?

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La pulizia strade a Firenze non è sospesa, le spazzatrici di Alia sono in attività, ma dallo scorso autunno è in vigore la sospensione dell’obbligo di spostare l’auto in occasione del lavaggio della carreggiata e così sarà anche a marzo 2021. A differenza di quanto comunicato in un primo momento, il Comune di Firenze ha deciso una proroga delle regole in vigore.

Pulizia strade a Firenze senza rimozione: a marzo 2021 non si deve spostare l’auto

Dallo scorso mese di novembre il sindaco di Firenze Dario Nardella ha stabilito la sospensione dell’obbligo di spostare l’auto in occasione della pulizia strade, misura che è rimasta in vigore anche a gennaio e per tutto febbraio. Inizialmente era stato deciso di interrompere l’ordinanza dal 1° marzo, ma visto il “perdurare dell’emergenza sanitaria”, si legge in una nota ufficiale, il Comune di Firenze ha deciso di prorogare il provvedimento fino al 1° aprile 2021.

Dunque per tutto marzo non è obbligatorio spostare l’auto in occasione della pulizia delle strade a Firenze, non si rischia né la multa né la rimozione del veicolo, e l’ordinanza sarà sospesa, se non ci saranno aggiornamenti legati al Covid, solo all’inizio di aprile. Una decisione analoga sulla pulizia strade era stata presa durante lo scorso lockdown per venire incontro alle persone in quarantena o in isolamento per il Covid.

Cosa cambia da aprile per il lavaggio delle strade

Niente più multa sospesa: da aprile, se non ci saranno novità, tornerà l’obbligo di spostare l’auto in occasione della pulizia delle strade. Da quel giorno scatteranno anche i controlli degli agenti della pulizia municipale e i veicoli trovati parcheggiati in vie e piazze interessate dal lavaggio meccanizzato di Alia saranno multati per divieto di sosta e scatterà anche la rimozione.

Il calendario dei giorni della pulizia strade a Firenze è consultabile sul sito di Alia, che mette a disposizione degli utenti anche un servizio gratuito di promemoria tramite mail. Basta registrarsi e selezionare una o più strade, per essere informati con un messaggio di posta elettronica pochi giorni prima della pulizia strade.