sabato, 28 Giugno 2025
Home Blog Pagina 543

Coronavirus, regolari i servizi di Silfi

Non recarsi nella sede della società, ma utilizzare il numero verde 800.865.155 per i guasti urgenti e il servizio di segnalazioni on line per quelli non urgenti. Silfi spa, la società che a Firenze gestisce, fra le altre cose, la rete dell’illuminazione pubblica e quella degli impianti semaforici, chiede la massima collaborazione a tutti gli abitanti in questo periodo caratterizzato dall’emergenza COVID-19 e dalle conseguenti misure adottate per contrastare la diffusione del Coronavirus, anche sul territorio metropolitano di Firenze.

Servizi garantiti, dall’illuminazione ai semafori

Silfi spa garantisce la continuità e la regolarità dei propri servizi: dall’illuminazione pubblica ai servizi on line dei Comuni metropolitani gestiti, dagli impianti semaforici al Contact Center 055.055, dai pilomat alle telecamere alle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici.

Numero verde e servizio on line per le segnalazioni

Ma, come detto, in questo momento più che mai la società chiede la massima collaborazione da parte di tutti i cittadini, che sono invitati a continuare a segnalare eventuali guasti all’illuminazione pubblica, ai semafori e agli altri servizi:
– utilizzando il numero verde 800.865.155, attivo tutti i giorni della settimana 24 ore su 24 (per i guasti urgenti);
– utilizzando il servizio di segnalazioni on line sul sito www.silfi.it (per i guasti non urgenti);
– in ogni caso non recandosi presso le sedi della Società.

Smart working e misure di sicurezza e prevenzione

Sempre nell’ottica del regolare svolgimento del servizio e della tutela del personale, nel rispetto delle direttive nazionali, Silfi spa ha attivato sin dalle scorse ore – ove possibile – lo smart working per il personale che opera negli uffici, oltre che tutte le necessarie misure di sicurezza e prevenzione per il personale operativo la cui presenza è necessaria per la continuità del servizio di illuminazione pubblica e semafori. Le misure più importanti sono e saranno concordate con gli enti pubblici di riferimento e con i sindacati rappresentativi dei lavoratori dell’azienda.

Ritorno alla normalità

“Crediamo fermamente che, facendo ciascuno la propria parte, riusciremo a fermare la diffusione del Coronavirus e tornare alla vita normale in un lasso di tempo ragionevole – viene spiegato da Silfi spa – Nel frattempo gli sforzi di Silfi spa saranno interamente diretti alla continuità di tutti i servizi gestiti dalla società, nei confronti dei cittadini”.

Palestra chiusa? No, è aperta sui social: gli esercizi da fare a casa

0

Le palestre sono chiuse ma nulla vieta di trasformare il proprio salotto o la cucina in un centro fitness. Almeno finché durerà l’emergenza coronavirus. Molte delle palestre di Firenze hanno infatti deciso di restare “aperte”, almeno online, proponendo sui propri profili Facebook e Instagram lezioni ed esercizi da fare a casa.

Un modo per tenersi in forma anche in questo periodo di isolamento, proprio quando il rischio di abbandonarsi alla pigrizia è più alto.

Uisp, esercizi a casa adatti a tutti

Anche senza essere amanti dei manubri o frequentatori assidui di palestre, tutti possono fare alcuni semplici esercizi per combattere gli effetti della sedentarietà. Il comitato di Firenze della Uisp, uno dei principali enti di promozione sportiva, ha pensato proprio a questo.

Sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un video che mostra come svolgere esercizi adatti a tutte le età, anziani compresi, facili da eseguire con l’aiuto di oggetti che tutti abbiamo in casa. L’obiettivo è quello di mantenersi attivi.

Klab, la palestra a casa propria

Anche Klab, la palestra di via del Ferrone, ha lanciato la sua campagna di allenamento in tempi di quarantena. Ogni giorno, sui profili social della palestra, sia Facebook che  Instagram, vengono pubblicati video corsi, programmi di allenamento e consigli di benessere.

 

Da Virgin a Olympus, gli esercizi da fare a casa

Non poteva mancare Virgin Active, uno dei principali franchising internazionali dei centri fitness che conta due palestre anche a Firenze.

Da tenere d’occhio è il suo canale Youtube, sul quale vengono caricati con frequenza dei video tutorial su esercizi adatti anche a essere eseguiti in casa e a corpo libero, senza l’aiuto di pesi o altri attrezzi.

Il corso di yoga ai tempi del coronavirus, in diretta YouTube

Gambe, glutei, addominali. Olympus Club, la palestra di via di Ripoli, ha creato un’applicazione che porta la palestra direttamente sul cellulare. È disponibile gratuitamente per tutti, sia per dispositivi iOs che Android, e permette di impostare il proprio programma di allenamento giornaliero.

Lezioni online, per mantenersi in forma

Dallo yoga al functional training, dal GAG allo stretching, la palestra Evolution di via Lulli resta aperta, virtualmente, su Facebook e Instagram. Dirette video e lezioni online tutti i giorni, da quel poco che basta per non perdere il tono ai consigli per allenarsi ad alta intensità anche a casa.

Videocorsi in pillole anche da parte della palestra Good di via di San Quirico. Dal pilates ai circuiti più intensi, ogni giorno, direttamente da casa propria, gli istruttori propongono esercizi a corpo libero attraverso dirette sulla pagina Facebook.

I sintomi del coronavirus

Quali sono i segnali che devono metterci in allarme per un possibile contagio? Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i sintomi più comuni del Covid-19, la malattia provocata dal coronavirus, sono febbre, senso di stanchezza e tosse secca: meno comuni ma altrettanto preoccupanti, la dispnea, la rinorrea e l’emottisi. Altri sintomi possono essere dolori muscolari, respiro corto, naso che cola, mal di gola e diarrea.

I sintomi più comuni

La febbre è un primo campanello d’allarme e uno dei sintomi più comuni del contagio da coronavirus. L’allerta scatta sopra i 37,5 gradi, ma può salire fino a temperature più alte. Le normative impongono, in caso di febbre, di restare in casa isolati.

Tabacchi, poste, banche, benzinai: servizi aperti e chiusi

Altrettanto comune è la tosse, che si presenta più spesso in forma secca e insistente, senza formazione di catarro.

Coronavirus, attenzione alla rinorrea

Tra i sintomi del contagio da coronavirus c’è anche la rinorrea, nome scientifico di quella condizione che comunemente viene chiamata “naso che cola”.

Coronavirus, verso la sospensione dei mutui: venerdì il decreto

La rinorrea è la perdita eccessiva di materiale dal naso, che va dal liquido chiaro al muco più denso, sia verso l’esterno che verso la gola. È un sintomo solitamente associato a patologie come il raffreddore, l’influenza e le allergie.

Dispnea, la “fame d’aria” tra i sintomi del coronavirus

La dispnea, o “fame d’aria”, è un altro dei sintomi del Covid-19, la malattia del coronavirus. La dispnea è la sensazione di far fatica a respirare, dovuta alla difficoltà che insorgono nel processo scambio di gas tra il sangue e l’aria respirata che avviene negli alveoli polmonari. È un sintomo comune delle malattie polmonari, prima fra tutte l’asma.

I negozi di animali sono aperti? Scatta la corsa al cibo per fido

Emottisi, sangue dai polmoni

Altro sintomo meno comune, ma che di certo deve far suonare il campanello d’allarme per un possibile contagio da coronavirus è l’emottisi, l’emissione di sangue dai polmoni. È un’emorragia dovuta alla rottura di vasi sanguigni presenti nei bronchi e negli alveoli. Il sangue può uscire dalla bocca con un colpo di tosse o anche senza alcuna causa occasionale. È un sintomo tipico di varie patologie, anche gravi, dell’apparato polmonare, ma può in certi casi presentarsi anche in seguito a Covid-19.

Chi rischia di più?

Le persone che hanno un rischio più alto di sviluppare una forma grave di malattia in seguito al contagio da coronavirus sono le persone anziane e i pazienti immunodepressi. Massima attenzione anche per le persone che soffrono di ipertensione, problemi cardiaci, diabete o di altre patologie croniche.

Giardini e parchi chiusi a Firenze: “Basta con le passeggiate”

Ragazzi che si ritrovano in gruppo, bambini che giocano a calcio, addirittura picnic all’aria aperta come se fosse una normale giornata di marzo. Dopo le numerose segnalazioni arrivate alla polizia municipale sul mancato rispetto delle regole anti-affollamento per il coronavirus, a Firenze 56 tra giardini e parchi pubblici dotati di cancelli saranno chiusi fino a nuova disposizione, mentre Palazzo Vecchio annuncia il pugno duro con maggiori controlli dei vigili nelle altre aree verdi che non sono recintate.

Perché i giardini pubblici di Firenze sono stati chiusi

La giornata con le maggiori segnalazioni è stata quella di giovedì 11 marzo, caratterizzata dal bel tempo, con un alto afflusso di persone nei parchi pubblici fiorentini, senza il rispetto della distanza minima soprattutto intorno a scivoli, altalene e giochi per bambini. “Questo ci ha costretto a chiudere i giardini dotati di cancelli, che sono chiusi fino a nuove disposizioni – dice l’assessore all’Ambiente del Comune di Firenze Cecilia Del Re – gli altri saranno aperti ma maggiormente presidiati, grazie al servizio della Polizia municipale che potrà ora concentrarsi su minori spazi da controllare”.

“Farsi una passeggiata non è un motivo di necessità”

L’indicazione è chiara: stare a casa, uscire solo strettamente necessario, anche se è bel tempo. Sta al buon senso di tutti evitare che ci sia una gran massa di persone in giro per le strade e nei parchi pubblici, dove è più probabile che si formano assembramenti di persone.

Farsi una passeggiata non è un motivo di necessità – ha detto il sindaco Nardella durante la diretta Facebook dalla sua abitazione dove si trova in quarantena – capisco quanto sia faticoso stare in casa chiuso dalla mattina alla sera, ma per il bene vostro e degli altri rinunciate a fare la vostra passeggiata. Non è vietato uscire da soli per prendere una boccata d’aria – ha chiarito il primo cittadino – ma è fortemente raccomandato ridurlo allo stretto indispensabile”.

Gepostet von Dario Nardella am Donnerstag, 12. März 2020

Anche per chi esce a piedi è necessaria poi l’autocertificazione. “È un sacrificio per tutti, ma dobbiamo farlo tutti insieme per uscire il prima possibile da questa situazione – ha aggiunto l’assessore Del Re – Se volete portare fuori il vostro cane fatelo intorno alla vostra abitazione così da non aggregarvi tutti in un medesimo spazio”.

Serrata del verde anche nella piana fiorentina

Misure analoghe sono state prese anche da altri amministrazioni nella Città metropolitana di Firenze: Scandicci ha chiuso i suoi giardini e ha disposto l’utilizzo  dei guanti e il rispetto della distanza minima di un metro per chi usa i fontanelli di Publiacqua. Anche Campi Bisenzio ha deciso la serrata delle aree verdi comunali.

Coronavirus: Università di Firenze, esami e tesi si fanno online

Esami e tesi all’Università di Firenze si faranno online, dal 24 marzo e fino a quando resterà l’emergenza coronavirus. Così ha deciso il rettore Luigi Dei, che oggi ha firmato un nuovo decreto per disciplinare le attività curricolari degli studenti e quelle lavorative dei dipendenti dell’Università di Firenze durante l’epidemia da coronavirus. Slitta la data per il pagamento della seconda rata delle tasse universitarie.

Università di Firenze, esami e tesi si fanno online

Le nuove misure entreranno in vigore al termine del periodo di stop alle attività didattiche già decretato fino al 23 marzo. Dal 24 marzo 2020, quindi, gli esami e la discussione delle tesi di laurea verrano svolti online. Lo stesso varrà per la sessione di laurea di aprile 2020.

La modalità telematica dovrà essere tale “da garantire l’identificazione dei candidati, il corretto svolgimento della prova e la sua pubblicità”, come si legge nel decreto. Il rettore ha poi invitato i docenti a trasformare gli esami scritti in esami orali, in modo da favorire lo svolgimento del maggior numero di prove possibili.

Università, come si svolgono esami e tesi online?

Gli esami e le tesi online si svolgeranno, come precisa il decreto dell’Università di Firenze, attraverso l’utilizzo di Meet, una piattaforma che verrà messa a disposizione dall’Ateneo stesso.

Il software consentirà la corretta identificazione dello studente o del laureando, lo svolgimento della seduta in forma pubblica e la corretta verbalizzazione dell’esame. L’Università ha diffuso anche una breve guida all’uso di Meet.

I docenti hanno tempo fino a mercoledì 18 marzo per comunicare le date degli appelli online per i propri esami. Dalla mattina del 19 marzo si apriranno le iscrizioni agli esami. Gli studenti potranno iscriversi fino due giorni prima della data dell’esame.

Per motivi organizzativi, l’Università di Firenze non accetterà iscrizioni a esami e tesi in ritardo per nessuna ragione.

Il messaggio del rettore: “La salute priorità assoluta”

Nel comunicare le nuove direttive contenute nel decreto, il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei ha anche inviato un videomessaggio, così come aveva fatto il 4 marzo scorso.

Dei, rivolgendosi agli studenti e a tutto il personale dell’Università, ha voluto prima di tutto rivolgere “Un sentito e sincero ringraziamento a tutte e a tutti per come state collaborando in modo davvero esemplare in questo difficile e complesso momento. Non avevo dubbi, ma la realtà è stata oltre ogni più ottimistica aspettativa”.

“Dobbiamo avere come prioritario – ha poi sottolineato il rettore – il tema della salute di tutta la cittadinanza e della indispensabile drastica riduzione della mobilità da casa e dei contatti sociali”.

Lezioni online, anche sullo smartphone

Il rettore Dei ha precisato inoltre che l’attività didattica proseguirà con le lezioni online, così come si è iniziato a fare da qualche giorno. “L’attività didattica – ha detto – continuerà nelle forme a distanza sperimentate in questa settimana senza interruzione. Essa non confligge con le norme restrittive di sicurezza sanitaria e offre d’altra parte alle nostre studentesse ai nostri studenti il servizio che meritano e che è doveroso mantenere”.

Coronavirus: Università Firenze, cosa cambia: aule chiuse, esami e tesi

Sul come tenere queste lezioni online, il rettore dell’Università di Firenze ha invitato alla massima flessibilità. Si potranno “impiegare anche modalità meno ortodosse, tipo registrazione vocale con smartphone a casa, privilegiando assolutamente il distanziamento sociale e la non mobilità”. Al punto che la presenza dei docenti in ufficio per la didattica a distanza verrà autorizzata “solo in casi veramente eccezionali”.

Tesi di laurea online, sessione fino a maggio

E per chi deve laurearsi ad aprile? “Potrebbero forse rendersi necessari degli slittamenti di date per le lauree, sia come data di discussione che come data di scadenza della chiusura
carriera, che saranno tempestivamente comunicate”, ha anticipato Dei.

Il rettore ha poi fatto sapere che sono in corso colloqui con il ministero per ottenere l’autorizzazione a prorogare la sessione straordinaria di aprile fino almeno a tutto il mese di maggio.

Tasse universitarie, slitta la scadenza

Ci sarà più tempo anche per pagare la seconda rata delle tasse universitarie: l’Università di Firenze sta infatti per approvare un decreto che proroga la scadenza al 31 maggio, “in armonia con le norme governative su rate di mutuo, bollette e quant’altro”, ha detto il rettore Dei.

Tutte le informazioni sulle attività dell’Università di Firenze durante l’emergenza coronavirus

I negozi di animali sono aperti? Scatta la corsa al cibo per fido

Non si ferma la fobia da “saracinesca chiusa” e stavolta tocca ai negozi di animali, con la corsa dei padroni per trovare punti vendita aperti e fare provviste di cibo per cani, gatti e piccoli amici pelosi. A scatenare questa ennesima psicosi da carrello vuoto è stata la firma del decreto sul coronavirus dell’11 marzo che ha stabilito lo stop per molte attività commerciali, salvando però quelle per i beni di prima necessità, come alimenti e medicine.

A Firenze, ad esempio, all’indomani della firma del provvedimento, si sono formate lunghe code davanti ai supermercati specializzati in pet food, da Zooladia ad Arcaplanet fino all’Isola dei tesori. In alcuni casi, racconta il personale, è stato anche necessario chiudere le porte per contingentare gli ingressi e rispettare le norme anti-affollamento sulla distanza di almeno un metro tra le persone.

Decreto 11 marzo, negozi di animali aperti

Dopo l’ennesima stretta, decisa per arginare il contagio da Covid-19, i negozi per animali domestici restano comunque aperti in tutta Italia: ricadono infatti nelle eccezioni previste dal decreto dell’11 marzo. Anche il cibo per fido e micio è inserito tra i beni di prima necessità che vengono garantiti ai cittadini, oltre a medicinali, alimenti (per umani), sigarette e giornali. In questo articolo il dettaglio dei negozi aperti e di quelli chiusi, anche con il link al testo del decreto per controllare tutti i dettagli.

Il consiglio però resta sempre lo stesso: uscire di casa solo se strettamente necessario e non farsi prendere dall’isteria dell’acquisto per evitare assembramenti di persone, perché solo così è possibile fermare la diffusione e la trasmissione del virus.

Todo Modo, libri a domicilio contro l’isolamento da virus

0

Nell’attesa che tutto torni alla normalità, molte attività si stanno ingegnando per trovare soluzioni fantasiose (sempre nel rispetto delle normative) per continuare a prestare il loro servizio e magari rendersi utili in questo particolare momento di emergenza sanitaria.

Un’emergenza che ha portato milioni di italiani a ricorrere allo smart working, prolungando il più possibile la permanenza a casa.

E cosa c’è di meglio, nelle pause casalinghe, che leggere un buon libro, magari bevendo un buon vino? La libreria Todo Modo può provvedere a entrambi, senza il bisogno di uscire di casa. Da Todo Modo a “Todo Domo”, il nuovo servizio di consegna a domicilio di libri e di vini a Firenze.

Basta prenotare con una mail, una telefonata o un messaggio sulle pagine Facebook e Instagram e l’ordine è fatto. Sarà la libreria stessa a occuparsi della consegna a domicilio di libri e vini.

Per i libri desiderati, basta indicare titolo, autore e casa editrice.

Todo Modo - Todo Domo
Libreria Todo Modo: Un metro di libri

Non solo. Giocando con l’ormai ben nota regola della distanza di sicurezza di un metro, la libreria ha lanciato l’iniziativa “Non un metro di distanza ma un metro di libri”. Invece che ordinare un titolo preciso si può chiedere di ricevere a casa “un metro di libri”, tanti volumi quanti ne servono per coprire la misura di un metro, uno accanto all’altro, scelti direttamente dai librai. Con 100 euro si ricevono i consigli, i libri e, in regalo, i quaderni di Todo Modo e la nuova sportina TODO DOMO – Todo Modo a casa tua!

Todo Modo, libri a domicilio a Firenze: come nasce l’iniziativa

“L’iniziativa è nata insieme a quella di altre librerie indipendenti in Toscana che hanno deciso di fare la stessa cosa; a noi piaceva l’idea di consegnare i libri e che le persone potessero avere questo servizio stando a casa come è stato richiesto di fare”. Difatti iniziative simili ce ne sono e tra servizi a domicilio e dirette su piattaforme online  continuano ad arrivarne di nuove.

La risposta degli utenti effettivamente è positiva e come ci racconta Maddalena Fossombroni, responsabile della libreria Todo Modo, “c’è stata una buona risposta da parte dei lettori e ne siamo felici. Abbiamo fatto delle consegne e speriamo di riuscire a farne il più possibile”.

todo modo - todo domo

“La scelta di chiudere non è stata semplice, tutt’altro” – continua Maddalena – “ma per il bene della collettività questo gesto ci è sembrato davvero importante”.

E tra le letture più consigliate? “Dai grandi classici come Ulisse di James Joyce o Dracula di Bram Stoker alle idee dal gruppo di lettura della libreria come Il giunco mormorante di Nina Berberova, Adelphi”.

Ecco i contatti per ordinare a domicilio libri e vini:

Alla consegna è possibile effettuare pagamenti in contanti, carte di credito e bancomat.

Tabacchi, poste, banche, benzinai: servizi aperti e chiusi

Nuova stretta per arginare i contagi da coronavirus: negozi chiusi in tutta Italia, ha deciso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ad eccezione di farmacie, commercio di alimentari, supermercati e attività di pubblica utilità. Tabacchi, poste, banche, benzinai, edicole, ristoranti, bar: quali sono i servizi che restano aperti, sempre seguendo le norme anti-affollamento, e quali devono restare chiusi?

Supermercati aperti: no alla corsa al carrello

Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: i negozi di generi alimentari e i supermercati possono restare aperti in tutta Italia per garantire ai cittadini l’acquisto di cibo e beni di prima necessità. Non c’è motivo quindi, assicurano le autorità, di precipitarsi a fare provviste: i punti vendita devono rispettare le misure contro gli assembramenti di persone, quindi gli ingressi possono essere contingentati per permettere di rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone.

Farmacie e parafarmacie

Restano aperte anche le farmacie e le parafarmacie, per garantire la possibilità di comprare medicinali.

Coronavirus: tabacchi, aperti o chiusi?

Niente chiusura anche per le tabaccherie, che sono considerate come dei servizi essenziali. Nonostante si siano registrate lunghe code di fronte ai negozi di tabacchi dopo il discorso del premier Conte, questi esercizi pubblici possono restare regolarmente aperti.

Banche e Poste aperte

Anche i servizi finanziari sono assicurati: le banche e le Poste possono restare aperte. È consigliato però, invece di recarsi agli sportelli, usare il più possibile i servizi online, ad esempio l’home banking del proprio istituto di credito e i servizi web per pagare le bollette messi a disposizione dalle Poste.

Edicole

Le edicole possono restare in attività, perché considerate un servizio di pubblica utilità: informarsi (in modo corretto) è fondamentale più che mai in questi giorni, perché i comportamenti di ognuno di noi influiscono direttamente sulla lotta al coronavirus.

Bar e ristoranti: chiusi, ma sì alla consegna a domicilio

Lo chiedevano a gran voce molti esercenti, con un tam tam anche sui social partito dalla Toscana. Ristoranti e bar sono chiusi in tutta Italia per evitare assembramenti di persone. Resta consentita solo la ristorazione con consegna a domicilio e rimangono aperti gli autogrill nelle stazioni di servizio, come gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande all’interno di stazioni ferroviarie, aeroporti e ospedali. Via libera anche ai distributori automatici.

Parrucchieri, centri estetici: chiusi

Era nell’aria da giorni. Anche parrucchieri e centri estetici tirano giù la saracinesca e si aggiungono all’elenco delle altre attività per cui è stata disposta la chiusura, come palestre e piscine. Possono stare aperte invece le lavanderie.

Decreto coronavirus: non solo tabacchi e banche, la lista di cosa può restare aperto

Oltre ai supermercati, ai tabacchi, alle banche e alle Poste ci sono anche altri servizi che possono rimanere attivi come i negozi di computer e di hi-fi, quelli di ottica e anche gli store di prodotti per l’igiene personale e degli ambienti. L’elenco completo nel decreto del Presidente del Consiglio firmato l’11 marzo 2020 (link).

Coronavirus, negozi chiusi in tutta Italia

Lombardia e Veneto chiedono misure più drastiche per frenare il contagio da coronavirus: negozi chiusi, tutti tranne alimentari e farmacie, e non è da escludere che l’ipotesi possa essere presa in considerazione per tutta Italia. Il governo non esclude misure più rigide di quelle attuali e, in attesa delle possibili comunicazioni di stasera, sono intanto in arrivo nuove direttive per le pubbliche amministrazioni.

Aggiornamento 11 marzo: Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato la chiusura di tutti i negozi e le attività commerciali in tutta Italia. Restano aperti solo i negozi di generi alimentari e le farmacie.

Lombardia e Veneto chiedono negozi chiusi

Quanto fatto finora, per quanto drastico, non basta. C’è bisogno di un’ulteriore stretta. Così i governatori di Lombardia e Veneto, rispettivamente Attilio Fontana e Luca Zaia, hanno pubblicamente chiesto al governo di inasprire le misure di prevenzione per tentare di fermare una volta per tutte l’epidemia. Negozi chiusi per 15 giorni, salvo quelli indispensabili come alimentari e farmacie.

Coronavirus: negozi chiusi? Supermercati aperti? Cosa prevede il decreto

Una misura estrema e senza precedenti, con la speranza di riportare sotto controllo la situazione nel giro di due settimane invece che prolungare l’agonia per più tempo. Un modo, soprattutto, per evitare il collasso dei sistemi sanitari regionali che già adesso sono in estrema difficoltà.

Negozi chiusi in tutta Italia contro il contagio?

Che si vada verso i negozi chiusi in tutta Italia per fermare il contagio da coronavirus? Al momento, il governo non esclude regole più stringenti di quelle attuali e sta proseguendo nel confronto con gli amministratori locali e i consulenti tecnici e scientifici.

Coronavirus, il nuovo modulo di autocertificazione (pdf e word – 26 marzo)

In serata arriverà intanto una direttiva dal ministero della Pubblica amministrazione, come riporta l’Ansa. Il documento conterrà misure anti-contagio che rafforzate sulla possibilità di ricorrere alle turnazioni e sulla distanza di sicurezza da mantenere.

Spesa al mercato: Firenze “chiude” quelli non alimentari

Stop ai banchi del mercato extra alimentari, via libera invece a quelli che vendono cibo: lo ha deciso il Comune di Firenze con un’ordinanza che recepisce le nuove direttive del governo. L’esecutivo infatti ha chiarito alcuni passaggi del decreto sul coronavirus dello scorso 9 marzo.

Mercati rionali aperti

Nei mercati rionali fiorentini potranno quindi rimanere in attività le bancarelle di genere alimentare, purché recintate con adeguate barriere e rispettando le norme contro l’affollamento e per il rispetto della distanza tra le persone di almeno un metro. Può rimanere aperto anche il piano terra del Mercato centrale di Firenze e il mercato coperto di Sant’Ambrogio (limitatamente sempre alle attività alimentari), con ingressi contingentati per evitare assembramenti. Il primo piano del Mercato centrale è invece chiuso, per la decisione presa dagli stessi gestori.

Non sono in attività invece i raggruppamenti turistici di bancarelle come il mercato del Porcellino e il mercato esterno di San Lorenzo.

Mercato a Firenze, le nuove regole

L’ordinanza del sindaco Dario Nardella sul commercio ambulante è in vigore da giovedì 12 marzo fino al 3 aprile. Per chi non rispetta le regole sono previste sanzioni, che nei casi più gravi possono arrivare fino all’arresto per 3 mesi.

“In questo momento difficile è necessario attenersi alle regole per evitare il più possibile il diffondersi dell’epidemia“, dice l’assessore al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Firenze Federico Gianassi, che ricorda anche come queste misure siano state rese necessarie dalle nuove disposizioni del Governo. “Per questo – continua – è sospesa l’attività di quei banchi che non vendono generi di prima necessità. Viene data la possibilità di restare aperti a chi vende generi alimentari ma con l’obbligo di garantire le misure di sicurezza”.