sabato, 28 Giugno 2025
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Spesa a domicilio: a Firenze ci pensano i piccoli negozi (gratis)

Anche le piccole botteghe fanno squadra “contro” il coronavirus, per aiutare i tanti che hanno deciso di non uscire di casa in questi giorni difficili. Alla periferia di Firenze, per la precisione nel rione di Peretola, i negozi che fanno parte del centro commerciale naturale “Le Botteghe del Borgo” hanno messo a disposizione un servizio di consegna gratuita a domicilio della spesa per tutta la clientela della zona e adesso altri ccn della città hanno seguito l’esempio, dal centro a Gavinana fino a piazza della Libertà.

Spesa online? No, è alla vecchia maniera, si telefona direttamente in bottega e poi l’ordine arriva davanti alla porta di casa con il fattorino. Non solo pane, frutta, verdura e carne, le attività commerciali mettono a disposizione anche prodotti di ottica, erboristeria, vestiti e biancheria intima da ordinare via telefono (alla

Firenze, la consegna della spesa a domicilio (gratis)

Il progetto pilota a Peretola è stato promosso da Comune, Quartiere 5 e Confesercenti di Firenze. Qui hanno aderito 9 attività commerciali: accanto a macelleria, forno-alimentari, ortolano, enoteca e a un bar ci sono anche negozi di ottica, abbigliamento, intimo e biancheria per la casa, erboristeria. Basta chiamare i numeri delle botteghe, riportati nel volantino qui sotto, fare il proprio ordine e fissare l’orario di consegna.

Spesa consegna domicilio gratis Firenze Peretola

Consegna a domicilio: l’elenco dei negozi in centro e in periferia

Intanto la lista dei piccoli negozi che stanno aderendo all’iniziativa per consegnare la spesa a domicilio al vicinato si allunga si ora in ora, fa sapere la Confesercenti di Firenze. Al momento sono 12 i centri commerciali naturali, oltre a quello di Peretola, che hanno attivato il servizio, in dettaglio: in centro e in Oltrarno via de’ Calzaioli, via Cavour, via de’ Neri e CCN Boboli (via Romana); in periferia Lo Scarabeo (via di Ripoli), Carlo del Prete, Le Botteghe del Varlungo (via Aretina), Punti d’Incontro (via Datini), Novoli. Qui l’elenco completo in pdf con i numeri telefonici dei negozi.

“Un’iniziativa importante – ha commentato l’assessore al commercio e alle attività produttive del Comune di Firenze Federico Gianassi – che dimostra ancora una volta l’importanza delle nostre botteghe di vicinato. La consegna gratuita a domicilio va incontro, in questa emergenza, alla necessità di uscire il meno possibile da casa e ai commercianti che così possono continuare a lavorare in questo momento anche di grave difficoltà economica”.

Sollicciano, rivolta nel carcere di Firenze? VIDEO

Una colonna nera di fumo che si alza dal carcere di Sollicciano: continua la protesta dei detenuti nell’istituto penitenziario al confine tra Firenze e Scandicci, dopo la rivolta scattata in altri penitenziari italiani a seguito della stretta sulle visite dei parenti per l’emergenza coronavirus. Nel primo pomeriggio di mercoledì 11 marzo un gruppo di reclusi, secondo le prime informazioni, avrebbe dato fuoco ad alcune lenzuola.

Molti cittadini della zona hanno visto levarsi del fumo dall’interno del perimetro del carcere di Sollicciano e le immagini sono finite sui social. In particolare alcuni video mostrano una colonna di fumo levarsi da una zona all’esterno della struttura principale, dove sono ospitate le celle. Al momento, da quanto si apprende, la situazione sarebbe sotto controllo.

? Le immagini che ci arrivano dal carcere di Sollicciano. Nuove proteste dei detenuti. A breve aggiornamenti.?LEGGI LA NEWS ??http://bit.ly/Solliccianovideo

Gepostet von Il Reporter am Mittwoch, 11. März 2020

Rivolta dei detenuti, le proteste nel carcere fiorentino di Sollicciano

I detenuti di Sollicciano sono già stati protagonisti di altre proteste, con cori, urla e oggetti sbattuti sulle sbarre nella serata di lunedì 9 marzo, sempre a seguito dello stop ai colloqui tra i detenuti e i familiari deciso dal governo per limitare il contagio da coronavirus. Sulla questione, nei giorni scorsi, si è anche svolto un incontro tra il direttore della casa circondariale fiorentina e alcuni rappresentati dei reclusi.

Il teatro chiude? No, va in scena su Facebook

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Maria Paola Sacchetti è un’attrice professionista nonché proprietaria di una scuola di recitazione fiorentina che si chiama CAT 23 e che si trova in via Carlo Cattaneo 23. Perché vi raccontiamo di lei? Perché è una delle tante storie di fiorentini che in questo momento si sono dovuti fermare, smettere con le loro attività lavorative (nel suo caso calcare la scena teatrale e mandare avanti la scuola di teatro di sua proprietà) e, nella angosciosa consapevolezza di non avere più un reddito, hanno dato uno stop al lavoro, ma non alla solidarietà e alla vita.

Maria Paola Sacchetti: leggo agli altri per salvare me stessa donando bellezza

Ogni sera, alle ore 21:00, direttamente dalla sua pagina Facebook Maria Paola legge e interpreta pagine meravigliose tratte da romanzi e racconti che ama e che regalano, a chi la ascolta, momenti di pura bellezza attraverso la capacità narrativa e interpretativa che solo un attore professionista è in grado di trasmettere. Per chi non può partecipare alla diretta, la lettura della sera rimane disponibile per tutti sulla sua pagina Facebook.

L’idea di realizzare queste pillole teatrali, perché di teatro stiamo parlando, visto che non c’è solo la voce, ma anche un set preparato per realizzare l’atmosfera giusta alla narrazione, è nata la sera del 7 marzo, come ci ha raccontato Maria Paola stessa.

“Il 7 marzo 2020 sarei dovuta andare in scena con uno spettacolo che da tre anni accompagna me e il mio cast sui palchi dei teatri italiani. Il titolo dello spettacolo è Il dubbio, una pièce che ha avuto diverse repliche, ma non così tante dall’esimerci dal fare, ogni volta, molte prove e tanto studio. Soprattutto per me è uno sforzo enorme: avendo la parte principale, ho un grande carico di battute da ricordare. Ebbene, due giorni prima di andare in scena, il teatro mi ha comunicato l’adeguamento alle normative di questo periodo e mi ha informato che la replica sarebbe stata annullata“.

Come si può immaginare, la compagnia ha ricevuto la notizia con sgomento e tristezza assolute. È stato in quel momento che Maria Paola si è chiesta, prima di tutto per se stessa e il suo equilibrio mentale, come rispondere a questa situazione, perché lasciarsi andare alla depressione non era sicuramente la via da seguire.

“Per gli attori e gli artisti in generale”, spiega Maria Paola, “l’espressione del sé è un’esigenza fondamentale che viene proprio subito dopo i bisogni primari. Gli artisti hanno bisogno di comunicare, poiché questo è proprio il modo per non lasciarci morire”.

Il lavoro che Maria Paola ha fatto è stato quello di chiedersi che cosa l’appassionasse e la facesse stare bene, subito dopo l’attività teatrale. “Che cos’è che nutre i miei giorni e le mie sere? La risposta l’ho trovata nella lettura”.

Maria Paola è un’utente Facebook attivissima, sul suo profilo pubblica sempre molto e soprattutto dà sempre notizia di tutto quello che legge: “Ogni volta che finisco un libro faccio un post. Mi fa piacere condividere le cose belle o meno belle, dare consigli, ma anche riceverli in base a ciò che leggo”.

Torniamo alla sera del 7 marzo. “Quella sera ho pensato che c’era un libro che era da tanto tempo mi sarebbe piaciuto leggere pubblicamente, un libro sul quale da tempo pensavo di fare un monologo: leggerlo ad alta voce e interpretarlo sarebbe stato un regalo a me stessa e a quelli che avessero voluto ascoltarlo, attraverso una diretta Facebook”.

Maria Paola non aveva mai fatto una diretta Facebook. Ha dovuto capire come si realizzava il tutto tecnicamente e, poiché sabato 7 marzo ancora non era ancora in vigore il divieto di fare riunioni, ha deciso di invitare quattro amici presso la sua scuola. Facendosi aiutare dalla sua coinquilina, ha allestito un set all’interno della scuola Cat 23 e ha messo in scena una piccola performance.

“Io e la mia coinquilina abbiamo lavorato tutto il giorno alla preparazione di questa piccola performance. Avevo caro un libro di Eric-Emmanuel Schmitt, autore teatrale francese, dal titolo Oscar e la dama in rosa e così, con i miei quattro ospiti, alle 21:00, siamo andati in scena su Facebook, facendo una diretta di un’ora e quaranta. Niente saluti, baci e abbracci, ma quattro sedie nella platea del teatro della mia scuola, bene a distanza di sicurezza l’una dall’altra”.

L’esperimento è riuscito alla grande, anche per gli stessi attori. Racconta Maria Paola: “È stato emozionante e mi sono sorpresa a commuovermi alla fine della lettura: quasi non riuscivo a portare a termine il testo, ma c’erano persone collegate in diretta e quindi dovevo arrivare in fondo in qualsiasi modo. Un momento bellissimo, perché mi ha costretto a rimanere attiva, a non lasciarmi abbattere”.

Da lì l’idea di ripetere l’esperienza la sera successiva, proponendo la lettura di un racconto di Dino Buzzati. Lunedì un nuovo cambiamento. “Lunedì ho dovuto prendere la dolorosa decisione di chiudere completamente la scuola di teatro, una scelta che mi ha ucciso psicologicamente ed economicamente. È stata una scelta difficile, anche perché al momento ancora non era chiaro in quale categoria la scuola di teatro fosse, rispetto alle disposizioni del Governo”.

“Ho chiuso seguendo una decisione dettata dalla mia coscienza e ho pensato che in qualche modo dovevo salvarmi, continuando a fare qualcosa di bello per me e per gli altri. Subito mi è saltata alla mente la frase famosa di Dostojevski ne L’idiota: la bellezza salverà il mondo. Per me la bellezza sono le parole dei libri, perché in questo momento non ho parole mie da dire”.

E così Maria Paola si è rifugiata nelle parole che tanti hanno scritto: “Ho tanti libri e racconti belli da parte. Fino a che non potrò lavorare, tornare a tenere le mie lezioni serali alla scuola, finché non potrò accogliere i miei amati studenti di teatro, staremo vicini, anche se distanti, attraverso le dirette Facebook. È uno sforzo che faccio anche per me stessa: ogni sera, esattamente come quando faccio lezione al Cat 23, mi vesto, mi trucco, creo un bel set, preparo le luci e vado in scena su Facebook. È il mio modo per non lasciarmi andare coltivando la speranza di fare una cosa bella per gli altri.

L’appuntamento è sulla pagina di Maria Paola Sacchetti, ogni sera alle 21:00 in diretta, ma anche in qualsiasi altro momento della giornata, accedendo ai contenuti pubblicati.

Link alla pagina Facebook: facebook.com/maria.p.sacchetti

 

Coronavirus, verso la sospensione dei mutui: venerdì il decreto

Un decreto economico con misure per 12 miliardi di euro a sostegno di famiglie, imprese e lavoratori, che con ogni probabilità conterrà la sospensione dei mutui e del pagamento di alcune tasse per l’emergenza coronavirus.

È quanto hanno annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’economia Roberto Gualtieri in conferenza stampa. Lo stanziamento straordinario è stato approvato stamani dal Consiglio dei ministri.

Coronavirus, il nuovo modulo di autocertificazione (pdf e word – 26 marzo)

Il governo ha scelto per ora di mantenere un certo riserbo sui contenuti della misura straordinaria. Si sa che verranno messi a disposizione 25 miliardi di euro in totale, i primi 12 dei quali da spendere subito. Come? Sarà il decreto di venerdì prossimo a chiarirlo.

Coronavirus: sospensione mutui, in arrivo il decreto

Il decreto conterrà nuovi ammortizzatori sociali e aiuti per imprese e famiglie: quasi scontato che preveda anche la sospensione dei mutui. Resta da capire per chi, se per tutti o solo per le fasce di reddito più basse, e quali saranno le regole per le imprese.

Il governo si sta confrontando con Abi, l’Associazione bancaria italiana, e con Banca d’Italia per arrivare al provvedimento più esteso possibile. Uno degli obiettivi è quello di tenere aperte le linee di credito.

È confermato che il decreto interverrà anche su tasse e tributi, anche se non è ipotizzabile uno stop completo dei pagamenti. Lo sforzo si concentrerà sulle categorie e i settori più colpiti dall’emergenza coronavirus.

Coronavirus: negozi chiusi? Supermercati aperti? Cosa prevede il decreto

Stop a mutui e tasse, venerdì il decreto del governo

Le risorse serviranno poi al sostegno del Sistema sanitario nazionale, della Protezione civile e delle forze dell’ordine. Anche la cassa integrazione sarà rafforzata così come gli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori.

Il decreto dovrebbe formalizzare infine le nuove norme sui congedi parentali e sui cosiddetti “voucher babysitter”.

Spesa online e consegna a domicilio, chi offre il servizio a Firenze

Anche il carrello cambia con l’emergenza coronavirus: i supermercati e i negozi alimentari restano aperti con misure per evitare gli affollamenti, ma i servizi di spesa online e consegna a domicilio anche a Firenze registrano un boom di richieste, con ritardi e rallentamenti nell’arrivo a casa degli ordini. Intanto anche le piccole botteghe si organizzano per fare consegne gratuite porta a porta nel vicinato, mentre le grandi insegne, tra cui Coop, hanno risposto all’appello del Comune di Firenze per organizzare la consegna a domicilio della spesa, gratis, agli anziani proprio per evitare che i soggetti più vulnerabili debbano uscire dalla propria abitazione per comprare i beni di prima necessità.

Spesa online e a domicilio: Esselunga, Conad, Pam a Firenze

Le catene di supermercati presenti a Firenze che già offrivano servizio per fare la spesa online, consegnata poi comodamente a casa con un sovrapprezzo, hanno ricevuto negli ultimi giorni una grande mole di ordini che stanno rallentando il servizio di e-commerce: succede per “Esselunga a casa” (che fino a Pasqua ha azzerato i costi di consegna per gli over 65), per “Conad al tuo servizio” e per “Pam a casa”. I ritardi si aggirano tra i 7 e i 10 giorni, anche se molti gruppi stanno lavorando per potenziare il servizio e ridurre le tempistiche.

Supermercato 24

Discorso analogo anche per i siti internet che mettono a disposizione shopper per la “spesa a distanza” e fare acquisti nei supermercati preferiti come ad esempio Coop, Lidl o Carrefour, senza uscire di casa. Per quanto riguarda ad esempio Supermercato 24, in alcune zone periferiche di Firenze non sono disponibili shopper, in altre si registrano ritardi proprio per l’aumento smisurato di richieste.

Consegna della spesa a domicilio, gratis: i piccoli negozi di Firenze

Accanto ai giganti della grande distribuzione, anche i piccoli negozi si organizzano per l’emergenza coronavirus: il progetto è partito da Peretola, con una decina di attività del centro commerciale naturale “Le Botteghe del Borgo” coinvolte, e ora si è esteso ad altri 12 ccn di Firenze che propongono la consegna a domicilio della spesa (alimentare e non) gratuita per i clienti della zona. Non è un servizio online, ma funziona alla vecchia maniera: basta telefonare in negozio e fare l’ordine. Qui i numeri di telefono e le botteghe fiorentino che offrono il servizio della consegna a domicilio.

Spesa a domicilio per anziani a Firenze (gratis)

5 catene di supermercati hanno risposto all’appello lanciato dal Comune di Firenze, per dare una mano ai soggetti più fragili. Carrefour Express, Conad, Esselunga, Pam Panorama e Unicoop Firenze stanno attivando sul territorio cittadino un servizio di consegna a domicilio della spesa e dei beni di prima necessità, gratuito, per gli anziani e persone con patologie.

Decathlon chiude per l’allerta coronavirus

Dal negozio di Firenze Novoli a San Benedetto del Tronto, da Lastra a Signa a Molfetta fino a Sesto Fiorentino: Decathlon chiude tutti i suoi punti vendita in Italia a seguito dell’allerta per il coronavirus. Lo ha annunciato lo stesso gruppo di store sportivi che solo nella piana fiorentina ha 3 negozi, 8 in tutta la Toscana, oltre 120 sull’intero territorio nazionale. Al momento lo stop è stato deciso per una settimana, ma non è escluso che posso andare avanti anche successivamente.

Chiusura fino a quando?

Tutti i punti vendita italiani sono chiusi da mercoledì 11 a venerdì 13 marzo 2020 “per decisione aziendale”, si legge nella comunicazione inviata ai clienti dalla grande catena di attrezzature sportive attiva nel Bel Paese ormai da 30 anni, ma le saracinesche resteranno giù anche sabato 14 e domenica 15 marzo per effetto del decreto del Presidente del consiglio del 9 marzo, che impone tra le altre misure anche la chiusura dei centri commerciali e delle grandi e medie superfici di vendita durante il weekend, nei giorni festivi e prefestivi, ad eccezione dei negozi di alimentari e dei supermercati.

Coronavirus, Decathlon chiude in tutta Italia (ma non online)

“Nelle ultime giornate abbiamo seguito l’evoluzione della situazione contingente, inaspettatamente rapida – si legge nel messaggio del ‘gigante dello sport’ – . Abbiamo affrontato ogni cambiamento con responsabilità gli uni verso gli altri, nel rispetto delle indicazioni ricevute dalle Autorità nazionali e locali. Reagire alle difficoltà è ciò che sappiamo fare, da veri sportivi, cercando le migliori soluzioni per andare avanti. Come Azienda, abbiamo deciso di adottare un nuovo schema di gioco”. Resta infatti attivo lo shop online di Decathlon, per ordinare e ricevere attrezzature sportive direttamente a domicilio, mentre nelle prossime settimane la società valuterà di nuovo la situazione legata all’emergenza coronavirus.

Il corso di yoga ai tempi del coronavirus, in diretta YouTube

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Qualche minuto di meditazione, respiro profondo per ritrovare la calma, posizioni per entrare in contatto con se stessi. La sala yoga chiude per l’allerta coronavirus e allora il corso prosegue online, con dirette su YouTube per continuare a praticare questa antica disciplina senza uscire di casa. Da Nord a Sud si moltiplicano le idee per tenersi in forma a distanza, nel fisico ma anche nella mente. A Firenze il centro Cintamani Yoga dell’Isolotto da lunedì 9 marzo, proprio nelle ore in cui il governo Conte scriveva il nuovo decreto con limitazioni stringenti per tutta Italia, ha dato il via alle sue “trasmissioni yogiche”.

Cellulare e tappetino

Le  insegnanti del centro hanno deciso di passarsi il testimone giorno dopo giorno, garantendo sedute di yoga sul web ai frequentatori della struttura (ora chiusa per effetto del decreto) e a tutti gli iscritti al canale YouTube. “Lo yoga ci aiuta a ritrovare una grande fiducia in noi stessi, rilassamento, consapevolezza e di conseguenza ci aiuta a modificare il nostro stile di vita per mantenerlo in linea con le leggi della natura e quindi del benessere –spiega Jahnava Sundari, italo-indiana alla guida del centro – smettere di dare questo grosso supporto alle persone era un peccato. La gente ha bisogno di ritrovare positività, coraggio, sicurezza e gioia”.

Perché fare yoga in diretta Youtube

Così in un momento difficile, dominato da paure e psicosi, c’è chi si affida allo yoga per trovare la voglia di andare avanti, anche tra le quattro mura domestiche. “Quando stiamo bene dentro il nostro sistema immunitario è  forte, abbiamo più  coraggio e forza nel affrontare la vita e i nostri disagi – aggiunge la giovane insegnante – fare yoga e meditazione, specialmente in questo momento, è  fondamentale per la nostra salute”.

Dopo la prima diretta con una lezione di Vinyasa yoga, uno “stile” che unisce posizioni, movimenti fluidi e respiro, il secondo appuntamento è stato fissato martedì 10 marzo alle 18.45 con una seduta di Chakra yoga, per riscoprire i sette centri energetici individuati da questa antica pratica. Tutte le lezioni restano poi a disposizione (gratis) sul canale Youtube di Cintamani Yoga (questo il link).

Coronavirus, Toscana “zona rossa”: quando si può uscire di casa

Anche la Toscana, come il resto d’Italia, è diventata una “zona rossa” per il coronavirus, o meglio una “zona protetta” citando le parole del premier Conte usate per illustrare il decreto del 9 marzo: significa che gli spostamenti delle persone devono essere ridotti al minimo, è raccomandato stare in casa e uscire solo se necessario, per comprovati motivi di salute o per lavoro. Questo vale ancora di più se si è anziani, i soggetti più vulnerabili ed esposti alle gravi complicazioni del coronavirus.

È possibile lasciare l’abitazione anche per fare la spesa alimentare (solo nelle vicinanze), ma in tutti i casi è importante evitare sempre affollamenti, oltre a rispettare il metro di distanza dalle altre persone. Ecco un vademecum per capire cosa è possibile fare e cosa no, quando uscire di casa e quando è consigliabile restare nella propria abitazione.

Il perché del decreto del 9 marzo

Tutte misure sono state decise per cercare di limitare la diffusione del coronavirus in Italia: i casi stanno aumentando e il sistema sanitario rischia di essere sovraccaricato con problemi soprattutto per i malati più gravi. In pratica i letti di terapia intensiva non potrebbero essere abbastanza. Le misure più efficaci contro il contagio sono quelle non farmacologiche, dice l’Organizzazione Mondiale di Sanità: non esiste una cura al nuovo coronavirus e l’unico modo al momento provato per fermare il dilagare dell’infezione è limitare al massimo i contatti delle persone, come fatto in Cina.

Coronavirus, quando si può uscire di casa e quando no

Il decreto del Presidente del Consiglio del 9 marzo, che allarga la “zona rossa” anche alla Toscana e alle altre regioni finora non interessate dal provvedimento, vieta tutti gli spostamenti non necessari anche dentro al proprio Comune di residenza per limitare la diffusione del coronavirus. Ci sono però tre eccezioni: necessità, lavoro e salute, che specifichiamo qui sotto, da giustificare con un’autocertificazione (in questo articolo le informazioni e i moduli in pdf e word). In ogni caso vanno sempre seguite le regole di base per la prevenzione: non formare assembramenti e stare a una distanza minima di un metro dalle altre persone.

Posso fare la spesa fuori dal Comune di residenza?

È consentito uscire di casa per fare la spesa, ma solo vicino al luogo dove si abita e quindi non fuori dal Comune di residenza. Attenzione si parla di acquisti alimentari e di beni essenziali, ma non di shopping in generale, perché il fine del “decreto coronavirus! è quello di limitare al massimo i contatti con le altre persone.

Il sabato e la domenica saranno chiusi tutti i centri commerciali, le medie e grande strutture di vendita, ad eccezione dei punti vendita dove comprare generi alimentari. Ristoranti e bar possono stare aperti dalle ore 6.00 alle 18.00 ed effettuare consegne di pasti a domicilio. In tutti i casi resta l’obbligo a carico del gestore di predisporre le condizioni per garantire la distanza interpersonale di 1 metro all’interno delle attività commerciali.

Toscana “zona rossa” per il coronavirus: posso andare al lavoro?

Sì. In Toscana, come nelle altre regioni, è consentito recarsi sul posto di lavoro, anche fuori dal proprio Comune di residenza e questo vale per chi è dipendente, per i lavoratori autonomi o i liberi professionisti. Fa fede sempre l’autocertificazione da rilasciare in caso di controlli. Il governo ha chiesto però alle aziende di favorire il più possibile il telelavoro e lo smart working da casa.

Spostamenti per comprovati motivi di salute

Sono consentiti anche gli spostamenti per motivi di salute, ad esempio per ritirare farmaci salvavita oppure per fare analisi o visite specialistiche. È importante ricordare però che in caso di febbre (37,5° o più) e sintomi sospetti di coronavirus non bisogna né andare nei pronto soccorso né negli studi del medici, ma è necessario restare a casa e contattare via telefono il proprio medico di base per evitare di contagiare altre persone.

Posso andare ad assistere i miei genitori anziani?

Anche in Toscana, come previsto dal decreto del 9 marzo sul coronavirus, è possibile uscire di casa e lasciare il proprio Comune di residenza per assistere i propri genitori anziani non autosufficienti, che necessitano di aiuto. Questo non vale però per motivi futili, ad esempio per pranzare insieme ai genitori o per stare in compagnia. Attenzione: si tratta di soggetti vulnerabili e a rischio, quindi è importante proteggere gli anziani il più possibile dai contatti.

Posso andare a trovare un amico?

No, come detto gli spostamenti nella “zona rossa” sono possibili solo se strettamente necessari. Questo non vale quindi per cene con gli amici o anche un semplice tè in compagnia.

Si può uscire di casa per correre o passeggiare nella zona rossa?

Anche in Toscana, secondo il decreto 9 marzo, è possibile uscire di casa per fare una breve passeggiata, ma non in luoghi affollati e solo se non si creano assembramenti, non si formano gruppi e comunque tenendo le distanze di almeno 1 metro tra le persone. Da più parti arrivano inviti a limitare al massimo le uscite: due passi intorno all’abitazione per prendere una boccata di ossigeno o per portare fuori il cane, non di più. Il Comune di Firenze ha disposto anche la chiusura dei giardini pubblici per evitare assembramenti di persone.

Coronavirus: negozi chiusi? Supermercati aperti? Cosa prevede il decreto

Tutta Italia è diventata una “zona rossa”, anzi una “zona protetta”, come l’ha definita il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo l’ennesimo decreto, annunciato nella tarda serata del 9 marzo, per arginare la diffusione del coronavirus: ma cosa succede ai negozi e ai supermercati del Bel Paese, dalla Toscana alla Sicilia, dal Nord a Sud, sono aperti o chiusi? Ecco quanto prevedono le nuove disposizioni.

Supermercati aperti, ma “No alla corsa agli acquisti”

Il nuovo decreto sul coronavirus prevede che i supermercati, come tutti i negozi di generi alimentari, possano restare aperti al pubblico per garantire ai cittadini l’approvvigionamento di cibo. Da più parti si fa appello a non correre a fare acquisti e a non farsi prendere dalla psicosi: il trasporto merci è garantito e una grande affluenza di persone nei punti vendita avrà effetti controproducenti, proprio perché vanno assolutamente evitati assembramenti di persone. È possibile uscire di casa per fare la spesa di beni di prima necessità, una persona per famiglia.

Alla grande distribuzione e ai gestori dei negozi alimentari viene prescritto di garantire all’interno dei locali la distanza tra le persone di almeno un metro. Per questo motivo molte catene di supermercati contingentano gli ingressi in momenti di alta affluenza: come vi abbiamo raccontato, succede ad esempio negli oltre 100 punti vendita Coop gestiti da Unicoop Firenze in 7 province della Toscana. In molte città le piccole botteghe stanno inoltre organizzandosi per consegne gratuite della spesa a domicilio, come alla periferia di Firenze.

Coronavirus, il nuovo modulo di autocertificazione (pdf e word – 26 marzo)

Coronavirus, chiusi i negozi non alimentari in tutta Italia

Aggiornamento 11 marzo: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la chiusura di tutti i negozi e gli esercizi commerciali a partire dal 12 marzo. Resteranno aperti i negozi di generi alimentari, i supermercati, le farmacie e le parafarmacie. Chiusi tutti gli altri, compresi bar, ristoranti, pub e simili. Non c’è nessuna ragione per correre a fare la spesa, gli approvvigionamenti saranno garantiti anche nei prossimi giorni.

Restano aperti anche i servizi essenziali e di pubblica utilità qui il dettaglio su banche, poste, benzinai, edicole, tabaccai.

Il testo del decreto

Per le misure in dettaglio sul sito della presidenza del Consiglio dei Ministri è consultabile il decreto del 9 marzo 2020 che estende a tutto il territorio italiano le disposizioni per le zone rosse previste nel decreto dell’8 marzo (qui il testo completo), oltre al testo del decreto dell’11 marzo.

Coop, anche la spesa al supermercato è a “numero chiuso”

Le nuove misure previste dal decreto del presidente del Consiglio per arginare la diffusione del coronavirus arrivano anche nel carrello della spesa: Unicoop Firenze, la cooperativa di consumo con oltre 100 punti vendita Coop in 7 province della Toscana, ha annunciato nuove disposizioni per evitare affollamenti. Intanto, per l’area di Firenze, si pensa ad attivare il servizio di spesa a domicilio per i soggetti più fragili, come gli anziani.

Anche gli acquisti diventano quindi a “numero chiuso”, nel caso di un alto afflusso di soci e clienti. Gli ingressi e le corsie dei supermercati Coop.fi sono presidiati da addetti che valutano via via la situazione e indicano ai frequentatori le pratiche corrette da tenere, come ad esempio la distanza di almeno un metro dalle altre persone. Nei momenti di maggiore affluenza, può essere deciso un accesso contingentato all’area di vendita.

Aggiornamento del 10 marzo: Unicoop Firenze informa che i suoi punti vendita sono aperti regolarmente e che non ci sono problemi di approvvigionamento. Il DPCM del 9 marzo 2020, che allarga la zona protetta a tutto il Paese, prevede la possibilità di uscire di casa per motivi strettamente legati al lavoro, alla salute e alle “situazioni di necessità”. Tra queste rientra anche il recarsi a fare la spesa.

I 104 punti di vendita di Unicoop Firenze in 7 province della Toscana resteranno aperti con i consueti orari. La cooperativa assicura la disponibilità dei prodotti.

Coop, la spesa nell’era del coronavirus

“La consapevolezza che svolgiamo un servizio di pubblica utilità – si legge in una nota ufficiale di Unicoop Firenze – ci impone di operare con determinazione per garantire il massimo di assistenza e del servizio ai consumatori, invitandoli a seguire con attenzione e rigore le direttive relative alle distanze e alle misure volte a non determinare inutili assembramenti nell’area di vendita”.

All’interno dei punti vendita sono presenti cartelli che riportano i corretti comportamenti da tenere, sono stati messi adesivi per indicare i punti di attesa davanti alle casse e ai box informazioni. Inoltre vengono diffusi ogni 30 minuti annunci audio per invitare soci e clienti a evitare assembramenti.

Coronavirus misure Coop

A ruba alcol e disinfettanti

Già durante la mattinata di lunedì 9 marzo, si sono formate code all’esterno di alcuni supermercati Coop.fi, a seguito del contingentamento degli ingressi nei momenti di maggiore afflusso. Con l’allerta per il coronavirus, continuano ad andare a ruba, sugli scaffali, tutti i prodotti disinfettanti, come alcol etilico, gel per le mani, salviette igienizzanti e liquidi per disinfettare gli alimenti.

Coop.fi, spesa a domicilio per gli anziani

Intanto Unicoop Firenze ha aderito all’invito lanciato dal Comune di Firenze e si sta organizzando per offrire un servizio di consegna a domicilio della spesa nei confronti di soggetti fragili, come anziani e persone con patologie.