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Elezioni regionali Toscana 2020, la Lega candida Susanna Ceccardi

È Susanna Ceccardi la candidata indicata dalla Lega per guidare la coalizione del centrodestra alle elezioni regionali 2020 in Toscana. L’europarlamentare ed ex sindaca di Cascina, fedelissima di Matteo Salvini, è stata scelta dalla segreteria regionale per acclamazione. La sua candidatura verrà ora proposta al leader della Lega e agli alleati (su tutti, Forza Italia e Fratelli d’Italia) per essere discussa e, se condivisa, ufficializzata.

Elezioni regionali Toscana 2020: Susanna Ceccardi è la candidata della Lega

Quello di Susanna Ceccardi come possibile candidata del centrodestra era stato uno dei primi nomi a circolare mesi fa, quando si iniziavano a programmare le elezioni regionali 2020 della Toscana. Ma lo stesso Matteo Salvini sembrò mettere da parte la candidatura dichiarando, all’inizio di novembre 2019: “Susanna è bravissima e penso che lavorerà bene in Europa”.

Elezioni regionali 2020 in Toscana, la guida completa

Sono passati mesi, gli altri nomi forti si sono tirati indietro – lo hanno fatto il giornalista Paolo Del Debbio, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e quello di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna – e il centrodestra è ancora senza un candidato. La Lega toscana ha così deciso di accelerare, anche per lanciare un segnale agli alleati.

Elezioni regionali Toscana: sarà Susanna Ceccardi a sfidare Eugenio Giani?

Il 7 marzo scorso l’annuncio è arrivato con una diretta Facebook (non in un incontro pubblico, a causa dell’emergenza coronavirus) trasmessa dal coordinamento della Lega Toscana. Susanna Ceccardi sarà la candidata presidente della Lega alle elezioni regionali 2020 in Toscana.

“Grazie a chi ha sollecitato la mia candidatura – ha commentato Ceccardi –. È una sfida impossibile? No, è una sfida difficile. Per le sfide difficili occorrono sacrificio e impegno, ma non sono impossibili, si possono vincere”.

La candidatura di Susanna Ceccardi verrà ora discussa dalla Lega e dai suoi alleati che dovranno al più presto indicare il candidato della coalizione di centrodestra per le elezioni regionali in Toscana. L’ultima parola spetterà a Matteo Salvini.

Chi è Susanna Ceccardi

Susanna Ceccardi è nata il 19 marzo 1987 a Pisa. Completati gli studi al liceo classico, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pisa, dove muove i primi passi nella politica come rappresentante studentesca.

Sondaggi sulle elezioni regionali in Toscana 2020

Viene eletta nel consiglio comunale di Cascina nel 2011 come esponente della Lega. Dopo essersi candidata alle politiche del 2013 e alle regionali del 2015 senza essere eletta, nel 2016 diventa sindaco di Cascina vincendo le elezioni comunali al ballottagio con il 50,3% dei voti.

Si impone subito anche a livello nazionale come uno dei volti nuovi della Lega, tanto da entrare nello staff di Matteo Salvini il leader leghista diventa ministro dell’Intero. Nell’aprile 2019 viene eletta al Parlamento europeo e lascia quindi l’incarico di sindaco di Cascina.

 

 

Coronavirus, palestre chiuse? Ecco dove

Attenzione con il decreto del presidente de Consiglio del 9 marzo sono sono sospese tutte le attività di palestre, piscine e centri benessere sull’intero territorio italiano fino al 3 aprile.


Il nuovo giro di vite stabilito dal governo per prevenire la diffusione del coronavirus ha imposto restrizioni anche a palestre, piscine, centri sportivi e di benessere, ma le strutture non sono chiuse in tutta Italia. Vediamo dove sono previste limitazioni e come il mondo dello sport di base si sta attrezzando alle nuove regole.

Piscine e palestre chiuse nella zona arancione

I provvedimenti più restrittivi sono previsti per la zona arancione dove sono presenti molti casi di Covid-19, ossia in tutta la Lombardia e in 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Per queste aree il decreto sancisce la chiusura di tutte le palestre, piscine, spa e centri benessere.

Coronavirus, palestre chiuse a Roma e nel Lazio

C’è anche il caso di singole Regioni che hanno emanato autonomamente disposizioni più dure. La Regione Lazio ha firmato un’ordinanza in cui stabilisce che le palestre siano chiuse su tutto il territorio, Roma compresa, per evitare la diffusione del coronavirus. Sospese le attività anche di piscine e centri benessere.

Palestre aperte (ma con limitazioni) nel resto d’Italia

Per quanto riguarda le altre zone d’Italia, il decreto del Presidente del Consiglio per limitare la diffusione del coronavirus prevede che le palestre e le piscine possano restare aperte a patto che ci siano le condizioni per far rispettare la distanza di un metro tra i frequentatori. Stessa regola anti-affollamento vale anche per lo sport di base e le attività motorie all’aperto.

Palestre a Firenze e in Toscana: aperte o chiuse? Lezioni a numero chiuso

Anche in Toscana valgono le stesse misure stabilite per le altre aree italiane fuori dalla zona arancione: i centri fitness, le piscine e i centri benessere possono restare aperti sempre se al loro interno i gestori possono garantire la distanza minima tra le persone di almeno un metro. E così le strutture si attrezzano.

Alcune palestre di Firenze, quelle più grandi, hanno attivato un servizio di prenotazione online per le varie attività, in modo da evitare il sovraffollamento, altri centri più piccoli usano Whatsapp per far riservare i posti ai frequentatori. C’è anche chi ha pensato a lezioni yoga in diretta youtube per quanti restano fuori dal numero chiuso.

Surreale pareggio tra Udinese e Fiorentina

Senza pubblico e con poche idee. Dopo due settimane la Fiorentina torna a giocare in campionato ed alla Dacia Arena divide la posta con l’Udinese. Un pareggio senza reti che rispecchia la pochezza di gioco mostrato dalle due formazioni. Il successo delle due genovesi imponeva sia i friulani che ai viola di cogliere i tre punti, il punto guadagnato serve a poco ad entrambe. Gotti preferisce Nestorovski a Lasagna al fianco di Okaka, in regia Jajalo, De Paul sempre mezzala. Viola con Chiesa-Vlahovic, Badelj la spunta su Pulgar, Duncan su Benassi a centrocampo.

Primo Tempo

Prima parte di gara davvero povera di emozioni. Viola molto lenti, friulani che si adeguano. Entrambe le squadre fanno fatica a superarsi. L’equilibrio si spezza alla mezz’ora con Okaka che, di testa, fa tremare Dragowski. Dopo 10 minuti la risposta della Fiorentina scheggia il palo con un gran tiro di Milenkovic sugli sviluppi di un corner. Si va al riposo a reti bianche.

 

Secondo Tempo

 

Cambia poco nella ripresa. Al 54’ ci prova Vlahovic ma Musso para con facilità. Al 61’ De Paul prova il tiro potente da fuori area ma non trova lo specchio della porta. Al 71’ contropiede dell’Udinese con Lasagna e Okaka, poi la palla arriva a Fofana che, in fuorigioco, spara alto sopra la traversa. Al 75’ ci prova di nuovo Lasagna ma Dragowski para. Al 78’ Badelj serve Duncan che però sbaglia davanti a Musso. All’80’ Vlahovic serve il neo entrato Cutrone che, a sua volta, offre l’opportunità a Badelj di poter sbloccare il risultato ma poi l’azione si spegne. Proprio nel recupero è di Chiesa l’ultima opportunità da gol ma ancora una volta Musso para. Un punto per uno, dunque, in attesa delle decisioni che verranno prese nelle prossime ore. Si parla di un nuovo stop del campionato per affrontare l’emergenza coronavirus.

 

L’allenatore

 

Beppe Iachini è, comunque, soddisfatto a fine gara. “I ragazzi hanno fatto bene, considerando le porte chiuse e il valore degli avversari che avevamo davanti. Peccato, la squadra ha fatto una buona gara, Musso ha fatto delle belle parate. Buon atteggiamento, andiamo avanti con i giovani che abbiamo, possiamo migliorare, Ribery lo abbiamo riabbracciato con molta gioia, seguiremo gli sviluppi con lo staff medico ma la sua presenza è importante, è uno di quelli che ti possono sempre dare qualcosa in più. In settimana è stato difficile, si rischia sempre di parlare di tutto – ha aggiunto il tecnico viola – fuorché del campo, non è semplice, ma pur con dispiacere per il disagio che vivono le persone noi possiamo solo augurare il meglio a tutti e fare il nostro lavoro. C’è stata incertezza anche oggi, spero che si possa trovare una linea comune anche nell’interesse dei tifosi, una decisione importante ma che va presa. Noi ci alleniamo, avremmo voluto vincere oggi per Astori, che andrà sempre ricordato”.

Saltano gli eventi e la libreria “trasloca” su Facebook

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Marco Vichi veste i panni del fiorentino comune, che per la prima volta prende un libro in mano e scopre il piacere delle pagine stampate, visto “che ‘un si può far nulla”. La poetessa Denata Ndreca dà voce ai suoi versi e invita tutti a leggere in questi giorni perché “il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo”. La scrittrice Sandra von Borries suggerisce di spiegare ai bambini il gesto di responsabilità per cui ci stiamo chiudendo in casa pur di proteggere i più fragili. Tra gli scaffali della Liberia Libraccio di Firenze, a due passi dal Duomo, i clienti sono ormai pochi. In piazza la gran folla di turisti è un miraggio, in negozio gira una manciata di persone.

Tutte le presentazioni previste durante il mese di marzo sono state annullate nel rispetto delle misure per la prevenzione del contagio da coronavirus. Il punto vendita resta aperto, ma questo salotto letterario della città si è trasformato all’improvviso in un deserto di parole. E allora chi lavora ogni giorno dietro ai volumi esposti in vetrina ha avuto un’idea: fare un appello a tutti i personaggi che sarebbero dovuti passare di qui, per un breve “video d’autore” da condividere sulla pagina Facebook del bookstore.

La risposta all’appello del Libraccio di Firenze

Via via sono iniziati ad arrivare i contributi, seguiti dai primi like e da commenti e messaggi di solidarietà. “Vogliamo mantenere un legame con chi ci ha sempre seguito, anche se ora non può venire fisicamente in negozio”, spiegano i lavoratori di questa libreria che nella sua storia ha cambiato insegna più volte,  prima Seeber Melbookstore, poi Ibs, ora Libraccio, ma che è sempre rimasta nel cuore dei fiorentini. In cantiere c’è adesso un progetto simile sui social per riallacciare il filo con le partecipanti del social knit, le appassionate di gomitoli e uncinetto che da oltre 10 anni si ritrovano in libreria per sferruzzare insieme.

#libraccioleggereinsieme#libraccioautori#marcovichi#firenzenonsiferma

Gepostet von Libraccio am Donnerstag, 5. März 2020

Il coronavirus e le vendite di libri

Nonostante molti abbracceranno la lettura in questi giorni di “clausura forzata”, tra gli scaffali non si è registrato un aumento delle vendite. “Non è successo come ai supermercati, svaligiati di farina e zucchero. Per ora il libro non è un bene di prima necessità”, scherzano i librai del Libraccio. Perché nonostante le incognite sul futuro e le paure per il presente, il sorriso resta, con una speranza. Quella di poter ripartire, di poter riportare gli autori dai social virtuali, alla libreria reale.

Tampone per coronavirus: come funziona e chi lo deve fare

Mai si era parlato così tanto di un esame diagnostico. E forse non tutti hanno le idee chiare: come funziona, chi deve fare e quanto costa il tampone per rilevare la presenza del coronavirus?

IMPORTANTE: Se si presentano i sintomi e si sospetta di aver contratto il coronavirus, l’unica cosa da fare è rivolgersi al proprio medico di base. I medici hanno una scheda di triage con delle domande da porre ai pazienti per fare una prima valutazione. Sarà il dottore a fornire tutte le istruzioni successive, compresa la possibilità di eseguire il tampone.

In alternativa ci si può rivolgere al numero verde unico nazionale 1500 o al numero verde dedicato attivato da ciascuna regione per l’emergenza coronavirus. Per la Toscana, il numero è 800.556.060.

Coronavirus, come funziona il tampone

Il test per il coronavirus è un normale tampone faringeo. Un esame di routine per gli istituti medici, che si esegue rapidamente ed è indolore.

Di fatto non è niente più che un bastoncino con una punta rivestita di cotone. Il medico lo introduce manualmente nella faringe e preleva un campione di muco e saliva presenti naturalmente nella gola. Il bastoncino viene poi immerso in un gel conservativo e inviato al laboratorio per l’analisi. Altri tipi di campioni che è possibile prelevare sono quelli nasali e quelli delle vie aeree basse, ottenuti tramite un lavaggio bronco alveolare. Il tampone viene spesso eseguito due volte, per ulteriore conferma.

Coronavirus, così si frena il contagio: intervista al professor Paolo Bonanni

Qualsiasi sia la tecnica, lo scopo è lo stesso: rilevare la presenza del virus nell’organismo. Per farlo, il tampone viene sottoposto a un test molecolare che ricerca l’RNA del coronavirus Covid-19 attraverso una tecnica che si chiama “reazione a catena della polimerasi“, grazie alla quale è possibile amplificare l’RNA virale moltiplicandolo fino a renderlo visibile.

La presenza dell’RNA virale è quasi sempre una conferma della presenza del virus nell’organismo.

Coronavirus in Toscana, i link utili per le ultime notizie

Il primo test sui tamponi per il coronavirus viene eseguito da uno dei tanti laboratori di analisi abilitati presenti sul territorio. C’è poi un secondo livello di screening che ha come riferimento i centri di eccellenza come l’Ospedale Sacco di Milano e lo Spallanzani di Roma. La conferma definitiva viene però rilasciata solo dall’Istituto Superiore di Sanità, al quale vengono inviati i tamponi.

Al momento, l’analisi di un tampone per coronavirus richiede dalle 4 alle 6 ore. Nel mondo si stanno sperimentando nuove tecnologie per accorciare i tempi.

Quanto costa il tampone per coronavirus?

Il costo del tampone per il coronavirus è interamente coperto dal Servizio sanitario nazionale e dunque è gratuito per il paziente che si sottopone al test. Visto che le strutture e il personale qualificati per questo tipo di esame sono limitate, non ci si può liberamente sottoporre al test.

Cosa fare se la paura è più contagiosa del coronavirus

Test coronavirus, chi deve farlo?

Il tampone per coronavirus viene eseguito solo su quei pazienti che si sospetta possano aver contratto il virus e sulle persone che hanno avuto contatti con loro. Sono i medici a deciderlo caso per caso e il tampone viene eseguito dagli operatori sanitari direttamente a domicilio.

 

La peste a Firenze: il coronavirus di altri tempi!

Firenze, dal Trecento al Seicento, patì il terribile morbo della peste per ben 23 volte! La peste fu subito sinonimo di morte; il suo nome, probabilmente, trovò le radici nel latino peius, “peggio”, a significare il “peggiore” dei mali che, insieme alla fame ed alla guerra, erano le più gravi sciagure che affliggevano l’umanità.

Tutte le notizie sul coronavirus a Firenze

In queste tristi epidemie i fratelli della Misericordia si distinsero per coraggio e abnegazione, portando la loro assistenza agli sfortunati concittadini rimasti colpiti dal morbo, somministrando loro cibo, curando i piagati, trasportando i malati al lazzaretto, sotterrando i morti e separando i sani dai presunti “infetti”, conducendoli fuori le mura di cinta.

Coronavirus, così si frena il contagio: intervista al professor Paolo Bonanni

Storia della peste a Firenze

Infatti, nelle pestilenze del 1523 e del 1527, addossate alle mura esterne da Porta alla Giustizia fino alla Porta al Prato, furono allestite frettolosamente 600 capanne con assi e paglia per alloggiare coloro, più emaciati e in cattivo arnese, ritenuti verosimilmente in quel particolare stato ormai prossimo per essere “ammorbati”. Il contagio nelle persone si manifestava con sbadigli e insistenti starnuti. Da ciò l’uso, rimasto fino ad oggi, quale espressione augurale, di dire a chi starnutiva: “salute!”. Questo come augurio, ma il consiglio ricorrente era quello di esortare i sani a fuggire al più presto dalla città verso luoghi non affollati e particolarmente ventilati.

Meglio andarsene, come fece nel 1523 Andrea del Sarto, “il pittore senza errori”, che si trasferì a Luco nel Mugello, dove eseguì la famosa Pietà di Luco oggi alla Galleria Palatina a Palazzo Pitti, e così pure il Pontormo – con il suo allievo Bronzino – che si ritirò, quale ospite, alla Certosa del Galluzzo, dove affrescò le lunette del chiostro con scene della Passione. Naturalmente fuggiva solo chi poteva permetterselo, mentre i poveri, rimanendo, cercavano rimedio attraverso una particolare prevenzione d’igiene facendo fregagioni su tutto il corpo con aceto, vernaccia o malvasia, disinfettando l’aria con “fuoco di buone legna”, cercando di nutrirsi al meglio per corroborare il fisico, riposare e “prendere sollazzi” per non avvilirsi e cercare di non aver contatto con la gente.

Cosa fare se la paura è più contagiosa del coronavirus

Storia di Firenze, dalla peste al coronavirus: stesse paure, stesse precauzioni

Era tanta la paura di essere contagiati che, per comprare qualcosa, non si entrava nelle botteghe, ma indicando dalla strada la merce da acquistare col gesto della mano o con una canna. Le monete del pagamento (come i ritiri della merce) venivano poste su delle apposite palette dal lungo manico, simili a quelle dei fornai e fatte cadere in catini pieni d’acqua e aceto, vuotati poi alla sera a chiusura dell’esercizio, quando si ritenevano disinfettate.

Pure le chiese, all’inizio affollate di devoti imploranti, non erano più frequentate per paura del contagio, per cui si assisteva alla Santa Messa all’aperto, celebrata agli incroci delle strade nei tabernacoli a mensa. Si partecipava così alla liturgia da lontano, a debita distanza gli uni dagli altri, ma anche dalle finestre e dai balconi per evitare il più possibile ogni contatto col prossimo.

L’Arciconfraternita della Misericordia, sempre nella pestilenza del 1523, ebbe anche l’intuizione di fornire alla cittadinanza un manuale per far conoscere e prevenire il morbo, curarlo e renderne meno efficace la diffusione. Il libretto, scritto dal medico Girolamo Buonagrazia, iniziava con l’affermare che la peste era mandata da Dio per correggere il popolo dai suoi peccati… per cui occorreva confessarsi, dire le orazioni, fare “limosina” e opere buone.

L’illustre medico passava poi ai consigli pratici d’igiene, senza mai citare abluzioni con l’acqua, ma suggerendo di andare ad abitare in zone ventilate e non vicino alle “acque morte”, mangiare cibi con pane, carne e vino ed assumere certe sostanze ricostituenti ed efficaci contro il male come la polvere di corallo o quelle di corna di cervo, di ambra e di perle. Consigli per i benestanti, che la massa popolare non poteva permettersi, rimanendo pertanto la più esposta al contagio.

Probabilmente i consigli del Buonagrazia, eccetto quello di andarsene dalla città, avranno avuto poco effetto, mentre invece, più efficace per tutti era il provvidenziale aiuto dei fratelli della Misericordia che si distinsero anche nel gestire il Lazzaretto di San Bastiano degli Ammorbati, in via dei Malcontenti. Da allora il primo patrono della Misericordia, San Tobia, iniziò a lasciare il posto nel patrocinio a San Sebastiano, sempre più vicino alla devozione dei Fiorentini proprio in occasione delle pestilenze.

Nel lazzaretto le terapie usate contro il male erano mirate in primo luogo a cercare di riportare un po’ di colorito sui volti lividi degli appestati, attraverso la somministrazione di farmaci composti da zafferano e pane arrostito intriso d’aceto con ruta e cipolla. Si propinavano poi sciroppi curativi a base di cedro e limone, bevande di orzo e semi di popone e la famosa “Triaca”, farmaco di origine antichissima ottenuto dall’unione di cento ingredienti, dotato di virtù magiche e capace, si diceva, di risolvere ogni tipo di male. I bubboni della peste venivano trattati con l’unguento di scorpione e le piaghe erano cauterizzate a mezzo di ferri roventi, vetriolo e calce viva.

I panni dei ricoverati dovevano essere “purgati” cioè lavati nel lazzaretto dai “lavapanni”, operai ben pagati perché pochi accettavano questo incarico ritenuto molto a rischio per il contagio. Alla fine di ogni epidemia i sopravvissuti andavano a ringraziare la Vergine al Santuario della Santissima Annunziata, mentre per la città si gridava a squarciagola, per riconoscenza: “Viva la Compagnia della Misericordia!”.

Cinema chiusi a Firenze? No, la sala è a scacchiera

ATTENZIONE come previsto da decreto di stanotte è sospesa l’apertura dei musei e sono sospese manifestazioni eventi e spettacoli di qualsiasi natura.

Il proiettore non si spegne, ma cambiano le regole per sedere in sala: non sarà più possibile stare uno a fianco all’altro, gli spettatori saranno disposti a scacchiera in modo da creare una “zona cuscinetto”, con posti liberi, intorno a ogni persona. Mentre i teatri di Firenze sono chiusi a seguito delle nuove misure contro la diffusione del coronavirus, molti cinema di Firenze hanno deciso di restare aperti, introducendo però delle novità.

I cinema di Firenze che non sono chiusi

Succede ad esempio ai cinema Flora di piazza Dalmazia e al Fiorella di via Gabriele d’Annunzio, che da ora mettono in vendita biglietti solo per un terzo della capienza delle sale, per garantire la distanza minima tra ogni spettatori di almeno un metro. Questo per rispettare le disposizioni  distanza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, che ha anche deciso la chiusura delle scuole e delle università in tutta Italia fino al 3 aprile.

Spettatori a scacchiera e ingressi contingentati

Misure analoghe sono state prese anche da altri cinema di Firenze che restano aperti con la regolare programmazione di film, ma contingentano gli ingressi sempre per assicurare la distanza di almeno un metro: lo Spazio Uno di via del Sole, l’Odeon di piazza Strozzi, La Compagnia di via Cavour, il cinema Adriano di Rifredi, lo Spazio Alfieri di via dell’Ulivo, il Portico di via Capo di Mondo e lo Stensen di viale Don Minzoni, che ha ridotto la capienza della sala a 70 posti.

Uci cinema Firenze e Luxe Campi Bisenzio aperti

Allo stesso modo anche i grandi multiplex continuano a proiettare film, assicurando il rispetto delle disposizioni contenute nel decreto Conte sul coronavirus. I cinema del gruppo Uci a Firenze e Campi Bisenzio sono regolarmente aperti e anche in questo caso gli spettatori sono disposti nelle sale in modo che intorno a ogni persona sia rispettata la distanza di sicurezza.

Cinema Cabiria di Scandicci chiuso (per ora), Teatro delle Arti di Lastra aperto

Nei dintorni di Firenze, il Cinema Cabiria di Scandicci ha comunicato che la sala sarà chiusa fino a giovedì 12 marzo, per potersi adeguare al decreto del Presidente del Consiglio. Aperto a Lastra a Signa il Teatro delle Arti, che propone anche una programmazione di film, limitando l’ingresso per ogni proiezione a cento spettatori disposti a distanza l’uno dall’altro.

Discoteche chiuse a Firenze, eventi annullati

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Discoteche chiuse il weekend, club pure, i teatri annullano gli spettacoli e le sale dei cinema di Firenze restano aperte ma con un giro di vite sugli accessi degli spettatori, fatti entrare con il contagocce. Il mondo della cultura e dell’intrattenimento è alle prese con l’allerta per il coronavirus e con le misure decise del governo per evitare il moltiplicarsi dei casi: no ai luoghi sovraffollati, va sempre garantita la distanza minima di un metro tra le persone. Queste raccomandazioni di fatto rendono impossibile organizzare eventi sulle piste da ballo o confermare i concerti in programma.

Discoteche chiuse: l’annuncio del Tenax di Firenze

Il Tenax, una delle discoteche storiche di Firenze, ha annunciato con un comunicato ufficiale che tutti gli eventi previsti nel locale nel weekend del 6 e 7 marzo sono stati annullati. “Vi terremo aggiornati in attesa di nuove disposizioni – si legge sulla pagina Facebook -. Sperando di tornare quanto prima alla normalità ringraziamo tutti per il supporto che ci state dimostrando”.

Club chiusi e concerti annullati

Analoghe le decisioni per i principali locali notturni di Firenze che ospitano concerti e feste: annullate tutte le esibizioni all’Auditorium Flog che resterà chiusa fino al 3 aprile, alcuni appuntamenti saranno recuperati più avanti; il Viper Theatre ha sospeso gli eventi del weekend del 6 e 7 marzo; il Glue rimarrà chiuso fino al 6 aprile; il Combo al momento ha sospeso la sua programmazione.

L’Hard Rock Cafe ha inoltre annullato i live previsti dal 6 marzo al 3 aprile 2020, restano aperti il ristorante e la caffetteria, nel rispetto delle direttive nazionali in materia di coronavirus.

Questa invece la situazione nei teatri di Firenze e questi i cinema aperti.

Coronavirus, così si frena il contagio: intervista al professor Paolo Bonanni

Pur nell’incertezza delle ultime settimane, di una cosa il professor Paolo Bonanni è sicuro: “Si sta facendo tutto quello che è possibile fare” per contenere il contagio da coronavirus. Docente di Igiene generale e applicata all’Università di Firenze, Bonanni è uno dei massimi ricercatori nel campo dell’epidemiologia, della prevenzione delle malattie infettive e delle malattie invasive batteriche. È stato componente della Commissione nazionale per le vaccinazioni del Ministero della salute e consulente per alcuni dei maggiori centri europei che si occupano di prevenzione. La persona giusta per cercare di capire qualcosa sull’epidemia di un virus che, premette, “stiamo osservando da poco tempo e su cui abbiamo conoscenze ancora limitate”.

“Quella dei coronavirus – spiega Bonanni – è però una famiglia di virus ben noti in medicina. Di solito si manifestano in forme piuttosto lievi. Ogni tanto invece ne viene fuori qualcuno più ‘cattivo’: lo fu il coronavirus della SARS, nel 2002-03, e quello della MERS, la Sindrome respiratoria mediorientale del 2012. Il COVID-19 di oggi è un virus meno cattivo ma probabilmente più diffusivo. Il fatto di potersi manifestare in forme paucisintomatiche o forse addirittura asintomatiche – questo ancora non lo abbiamo capito con esattezza – da un certo punto di vista lo rende peggiore, perché rende difficile identificare le persone potenzialmente contagiose e metterle in isolamento in tempo utile”.

Qual è questo tempo utile?

Tutto fa pensare che il periodo della massima possibilità di contagio sia quello in cui le persone sono sintomatiche: quando hanno febbre, tosse, raffreddore. Non abbiamo ancora una valutazione precisa sulla diffusione nella fase che precede la malattia o se addirittura ci sono persone totalmente asintomatiche ma che hanno comunque un certo grado di contagiosità.

Cosa fare se la paura è più contagiosa del coronavirus

Contenere il contagio da coronavirus: parla il professor Bonanni

Il professor Paolo Bonanni, docente di Igiene generale e applicata all’Università di Firenze

L’isolamento è una misura efficace?

L’isolamento delle persone malate e di quelle che sono entrate in contatto con i malati è l’unica misura che abbiamo a disposizione, in attesa di un vaccino. Se non impedisce la diffusione del virus, di certo la ritarda o comunque la confina. Capire quanto questo ridurrà la diffusione del virus e per quanto tempo, è ancora presto per dirlo. Ma le misure di distanziamento sono le uniche che possono funzionare. Fare più di quello che si sta facendo è oggettivamente difficile.

Quanto è rischioso questo virus?

È presto anche per poter calcolare il dato di letalità, cioè il numero di persone che muoiono rispetto a quelle malate. Soltanto quando l’epidemia si sarà esaurita e andremo a misurare gli anticorpi nella popolazione potremo avere numeri certi. Probabilmente sarà più basso rispetto a quanto appare ora perché per adesso contiamo sostanzialmente soltanto i casi evidenti e gravi.

Chi rischia di più?

Le persone più deboli hanno un rischio più elevato di sviluppare forme complicate di questa malattia: anziani, persone con malattie croniche gravi preesistenti, persone con uno stato immunitario compromesso. Serve attenzione, bisogna tenerle lontane dal contagio, cercare di fare in modo che non frequentino luoghi affollati. Anche chi si prende cura di loro deve fare grande attenzione. Escludere al cento per cento il contagio è impossibile, ma adottando le buone pratiche se ne riduce di molto la possibilità.

Contagio da coronavirus, che fare?

Coronavirus, scuole chiuse anche a Firenze e in Toscana

La soluzione più efficace sarebbe un vaccino. È lecito sperare di averlo in tempi brevi?

Oggi esistono tante tecnologie diverse per poter sviluppare un vaccino. Fare poche dosi di un prototipo è possibile anche in tempi relativamente brevi. Il problema, comunque lo si faccia tecnicamente, è che prima di poter esser distribuiti, i vaccini devono superare una grande quantità di prove di sicurezza ed efficacia. Sono i prodotti più testati nel campo dell’industria farmaceutica e questi test richiedono almeno qualche mese.

L’altro problema è il cosiddetto scale-up. Un conto è farne 10 dosi, si fa prestissimo. Un conto è farne mille, si fa abbastanza presto. Quando se ne devono produrre milioni o centinaia di milioni il discorso è diverso. Normalmente per costruire una fabbrica che produce vaccini e risponde a tutti i requisiti ci vogliono dai tre ai quattro anni. L’attenzione e la legislazione sulla sicurezza in questi casi è maniacale. Si possono sennò convertire altri impianti già adibiti, col rischio però di andare in carenza di altri vaccini. Tutto questo rende le cose non immediate.

Come si sta muovendo la comunità scientifica internazionale in questa emergenza?

Il mondo scientifico è un mondo aperto in cui vige il principio dello scambio delle informazioni e delle conoscenze in modo da poter arrivare tutti insieme a un risultato. La scienza sta scoprendo una cosa nuova, un passo alla volta. Si può avere l’impressione che tra gli scienziati ci siano delle discrepanze di visione e magari a volte è proprio così. È perché si va per tentativi: siamo una società avanzatissima, abbiamo conoscenze estese in tantissimi campi della scienza, ma a volte succede in natura qualcosa che dobbiamo imparare a conoscere. Non conosciamo tutto. È una constatazione abbastanza banale, ma forse spesso la dimentichiamo.

Coronavirus, il professor Bonanni: “Contro il contagio si sta facendo tutto il possibile”

Nel mare di informazioni disponibili, a chi ci si deve rivolgere per orientarsi?

Ai canali ufficiali. L’Organizzazione mondiale della sanità diffonde informazioni basate sulla migliore evidenza scientifica possibile a livello mondiale, vagliate da una serie di scienziati al massimo livello. E l’Istituto superiore della sanità, che recepisce a livello nazionale le indicazioni dell’Oms.

Coronavirus, i numeri di emergenza da chiamare in Toscana

Facciamo chiarezza: le mascherine servono?

Non servono come protezione. Usarle in questo modo è anzi uno spreco che rischia di mandare in carenza quelli che ne hanno bisogno. Servono per chi presenta dei sintomi respiratori, in modo da limitare le possibilità di contagiare gli altri.

E se una persona presenta sintomi sospetti?

C’è un percorso preciso da seguire, ci si può rivolgere al numero verde dedicato, il 1500, per avere tutte le informazioni su come attivare una procedura di controllo e, eventualmente, essere presi in carico ed essere ospedalizzati. Non si deve passare attraverso il pronto soccorso: si rischia di contagiare il personale e le altre persone presenti, sarebbe un guaio per tutti.

Eventi a Firenze, cosa fare nel “weekend del coronavirus” (7-8 marzo)

ATTENZIONE come previsto da decreto di stanotte è sospesa l’apertura dei musei e sono sospese manifestazioni eventi e spettacoli di qualsiasi natura.

Lo diciamo subito, a scanso di equivoci. Gli eventi a Firenze durante questo weekend sono davvero pochi: molti degli appuntamenti in programma tra venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 marzo sono stati annullati a seguito del decreto del Presidente del Consiglio per limitare la diffusione del coronavirus. Per chi vuole uscire di casa (sempre rispettando le regole di prevenzione), ecco qualche idea su cosa fare. Un consiglio però: vista la situazione in evoluzione è sempre meglio contattare direttamente gli organizzatori per avere conferma dei vari appuntamenti.

Musei aperti a Firenze nel weekend, ma non gratis

L’apertura gratuita dei musei comunali fiorentini, inizialmente prevista questo weekend, è stata annullata, ma i vari siti d’arte civici rimangono aperti regolarmente, ad eccezione della Torre di Arnolfo, del camminamento di ronda e degli scavi archeologici (qui gli orari). Sospese le visite di gruppo.

Anche i musei statali, come gli Uffizi, Palazzo Pitti e la Galleria dell’Accademia, sono aperti regolarmente, ma ai visitatori viene indicato di mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro dalle altre persone e di rispettare le indicazioni delle autorità (ad esempio lavarsi spesso le mani, non toccarsi naso e bocca). Tutti gli eventi speciali e le presentazioni, previsti nei musei di Firenze tra il 6, 7 e 8 marzo sono stati annullati o rimandati.

Eventi a Firenze: le mostre (6-7-8 marzo 2020)

Tra i pochi eventi confermati a Firenze questo weekend, l’apertura della mostra “Peterson – Lavine, Come as you are- Kurt Cobain and the Grunge Revolution ospitata a Palazzo Medici Riccardi da sabato 7 marzo. Si tratta di un’esposizione di oltre 80 foto, tra cui alcune inediti, dedicati a uno dei simboli della controcultura americana degli anni Novanta.

A Palazzo Strozzi è aperta tutto il weekend la mostra “Aria” di Tomás Saraceno, tra palloni aerosolari, sculture sospese e teche che custodiscono suggestive tele dei ragni (venerdì, sabato e domenica l’orario va dalle 10.00 alle 20.00). Anche qui, ai visitatori è chiesto di mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone. Sul sito ufficiale gli aggiornamenti sulle attività in programma.

Visitabili anche le altre mostre in corso a Firenze, in dettaglio:

Eventi a Firenze nel weekend: teatri chiusi per il coronavirus, cinema aperti

L’effetto coronavirus ha interessato anche i palcoscenici: la stragrande maggioranza dei teatri di Firenze sono chiusi questo fine settimana, molti anche dopo il 7 e 8 marzo (qui i dettagli sulle chiusure e sui rinvii degli eventi). Fa eccezione il Teatro delle Arti di Lastra a Signa che contingenta gli ingressi (100 spettatori per rappresentazione, a distanza, l’uno dall’altro, superiore a un metro), ecco gli spettacoli in calendario: “Farsi fuori” con Luisa Merloni e Marco Quaglia, testo e regia Luisa Merloni venerdì 6 marzo; il film “Gli anni più belli” di Gabriele Muccino da sabato 7 marzo a mercoledì 11 marzo.

I cinema invece sono aperti questo weekend, ma gli ingressi sono contingentati e gli spettatori disposti a scacchiera sulle poltroncine, per garantire la distanza di sicurezza (qui i dettagli sui cinema di Firenze che non sono chiusi).

Eventi annullati a Firenze: Visarno Market

Tra i tanti eventi annullati questo weekend a Firenze, segnaliamo che non si terrà il Visarno Market, mercato vintage previsto inizialmente sabato 7 e domenica 8 marzo.