martedì, 19 Agosto 2025
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Incentivi auto 2020, rottamazione: eco-bonus per Euro 6, elettriche e ibride

Prima la legge rilancio, poi i ritocchi introdotti dal decreto agosto hanno rimesso in moto la “macchina” degli incentivi auto per il 2020, che raddoppiano nel caso di rottamazione delle vecchie vetture, e ampliano l’eco-bonus per l’acquisto non solo di elettriche e ibride, ma anche di veicoli Euro 6 a benzina e diesel. No invece al momento agli incentivi per veicoli commerciali e per comprare auto usate Euro 6 (su quest’ultimo punto si attende un decreto ministeriale). Intanto le singole case automobilistiche propongono sconti e promozioni ad hoc, oltre agli incentivi statali: succede ad esempio per FCA (Fiat, Alfa Romeo, Jeep e Lancia), PeugeotCitroen e Ford.

L’ecobonus auto, su cui si è discusso a lungo alla Camera, è stato pensato per aiutare il settore automobilistico messo a dura prova dall’emergenza coronavirus: ma vediamo come funziona il nuovo sistema di incentivi auto per il 2020 e i requisiti per ottenerli, dai limiti per le emissioni di anidride carbonica delle auto (le fasce sono state ritoccate ed estese dal decreto agosto), fino al prezzo massimo delle vetture.

Bonus e incentivi auto 2020: quando partono e quando finiscono

I nuovi incentivi auto sono iniziati il 1° agosto 2020 e valgono per gli acquisti e le rottamazioni fatte fino al 31 dicembre 2020: in pratica si parte con alcuni mesi di sconti, per vedere se e come confermare le agevolazioni per il 2021. Al momento non è prevista una proroga.

Dopo le prime due settimane di incentivi auto, dal 15 agosto (giorno di entrata in vigore del nuovo decreto) il contributo statale per comprare le auto con le emissioni minori di CO2, elettriche e ibride, è salito leggermente ed è stato esteso il finanziamento degli incentivi auto per la rottamazione a 400 milioni di euro.

Per calcolare a quanto ammontano gli incentivi statali è necessario controllare le emissioni di CO2 dei diversi modelli di auto, perché il bonus cambia in base a diverse fasce e anche se si rottama una vettura immatricolata prima del 1° gennaio 2020.

Euro 6: incentivi auto da agosto con la rottamazione o senza, come funziona il bonus (anche per le ibride)

Il bonus per l’acquisto di auto Euro 6, a benzina, diesel e ibride “di base”, va da 1.750 euro a 3.750 se si decide di rottamare o no la vecchia macchina usata, ma con questi requisiti: per ottenerlo, il modello che viene acquistato deve avere emissioni comprese tra i 61 e i 110 grammi di CO2 per chilometro e un prezzo che non superi i 40 mila euro (a cui va aggiunta l’Iva). Ecco quali incentivi sono previsti per l’acquisto di un’auto Euro 6 a benzina o diesel in base alle diverse fasce di emissioni:

  • Bonus pieno, 3.750 euro se si rottama un’auto con almeno 10 anni di vita e si compra una vettura con emissioni tra i 61 e i 90 g/km (incentivi statali più lo sconto del concessionario).
  • Bonus di 3.500 euro se si rottama un’auto più vecchia di 10 anni e si acquista un veicolo con emissioni comprese tra 91 e 110g/km
  • 2.000 euro di incentivi se si compra un’auto con emissioni tra i 61 e i 90 g/km ma senza senza rottamazione
  • 1.750 euro di incentivi per auto nella fascia 91 – 110 g/km, senza rottamazione

Auto ibride ed elettriche: gli incentivi 2020

Con il decreto rilancio crescono anche i fondi stanziati per il bonus previsto per l’acquisto di auto elettriche (full electric o ibride plug-in), con queste regole che permettono di risparmiare se si scelgono veicoli meno inquinanti:

  • 10.000 euro con la rottamazione della vecchia auto immatricolata prima del 1° gennaio 2020, se si compra una macchina con emissioni tra zero e 20 grammi per chilometro (in pratica le full electric, solo elettriche).
  • 6.500 euro con la rottamazione della vecchia auto più vecchia di 10 anni, se si acquista un veicolo elettrico o ibrido con emissioni tra 21 e 60 grammi per chilometro (ad esempio le ibride plug-in con motore termico ma la possibilità di essere ricaricate).
  • 6.000 euro senza rottamazione, come bonus per l’acquisto di un’auto con emissioni tra zero e 20 grammi per chilometro
  • 3.500 euro di incentivi senza rottamazione per auto con emissioni tra 21 e 60 grammi per chilometro.

Per tutti i modelli con emissioni di CO2 tra 0 e 60 grammi per chilometro, il prezzo massimo di listino per godere degli incentivi auto è di 50.000 euro (+ IVA).

Doppia rottamazione: 750 euro in più di ecobonus

Il decreto agosto prevede anche facilitazioni in più per chi decide la rottamazione di due veicoli: oltre agli incentivi auto riportati sopra si potrà godere di un eco-bonus fiscale di 750 euro da scaricare dalle tasse entro 3 anni.

Il credito di imposta, che si affianca al bonus bici, sarà riconosciuto in sede di dichiarazione dei redditi per l’acquisto di monopattini elettrici, bici (tradizionali o elettriche a pedalata assistita), abbonamenti al trasporto pubblico e se si è pagato il car sharing o servizi di mobilità condivisa ed elettrica. Le modalità operative saranno definite da un decreto attuativo del Ministero dell’Economia.

Conti correnti, impennata di sottoscrizioni online dopo il lockdown

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Dopo l’emergenza sanitaria che ha imposto il distanziamento sociale e l’obbligo di rimanere a casa per due mesi, si registra una forte crescita di sottoscrizione dei conti correnti online.

Una pratica sempre più seguita dagli italiani, soprattutto per ragioni di praticità e comodità.

Sottoscrivendo un conto corrente online, infatti, è possibile avvalersi di servizi come l’internet banking, che consente di monitorare costantemente i propri conti o gestire le operazioni bancarie anche attraverso smartphone.

Ma i veri vantaggi di un conto corrente online riconosciuti dagli i italiani sono legati all’assenza di spese accessorie connesse alla gestione del conto, come canone mensile o commissioni sulle operazioni.

Proprio la disponibilità del servizio internet banking, infatti, consente alle banche di abbattere quasi del tutto i costi del personale allo sportello e di gestione delle filiali, garantendo un risparmio anche ai clienti in un’ottica di reciproca convenienza.

I conti correnti online, inoltre, vengono gestiti in totale sicurezza, poiché l’accesso ai servizi via web viene generalmente effettuato attraverso il riconoscimento a due fattori.

Proprio in virtù di tutti questi aspetti positivi UBI Banca ha elaborato una formula specifica per la sottoscrizione di un conto corrente zero spese online.

UBI Conto non prevede infatti l’applicazione del canone mensile per i primi 24 mesi, se viene sottoscritto online.

A questo è associata anche la Carta di debito Libramat, per effettuare prelievi in tutti gli sportelli ATM del gruppo, sia in Italia che all’estero, oltre ai pagamenti online.

In più, è possibile accedere ai servizi di Internet Banking del circuito UBI, propedeutico alla sottoscrizione del conto online.

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Il “glamping” in Toscana dove è possibile dormire sugli alberi

È il sogno di tutti i bambini e forse anche di qualche adulto. Ritrovarsi in un camping dove dormire sugli alberi, anzi un glamping della Toscana: succede al Parco di Poggio Valicaia, a Scandicci, una manciata di chilometri da Firenze dove durante l’estate 2020 è stato approntato il “Florence tree camp”. Un’occasione unica per vivere a stretto contatto con la natura, mangiare con il crepitio del barbecue, il sottofondo delle cicale che friniscono e dormire sotto un cielo stellato.

Il primo a proporre in Toscana esperienze di questo tipo fu Matteo Cortigiani, esperto climber che dette vita al “tree sleeping”, notti passate su una quercia con vista sul golfo di Baratti (quest’anno è chiuso a causa dell’emergenza Covid19 ma riaprirà presto), nel cuore della Maremma. Dopo di lui, sempre in Toscana, c’è stato chi ha costruito una casa sull’albero – come Casa Barthel, nel Chianti fiorentino – e chi ha proposto una specie di glamping (che sta, alla lettera per glamour camping) ma nessuno aveva ancora pensato a portare sui rami degli alberi delle vere e proprie tende canadesi di ultima generazione, dove dormire e rilassarsi.

Completamente trasparenti, per consentire di vedere il firmamento durante le ore più buie, le “tentsile tents” – così si chiamano queste speciali tende – sono studiate apposta per dormire sugli alberi garantendo stabilità, sicurezza, senza rotolare da una parte all’altra e allo stesso tempo tenere a distanza eventuali insetti “scocciatori” che durante la notte si aggirano per i boschi. Quale modo migliore per fare un’esperienza speciale nell’anno del Covid19, quando il mantra è evitare assembramenti e luoghi chiusi?

Glamping in Toscana: dormire sugli alberi a Poggio Valicaia, come si fa

Il programma del Florence tree camp di Poggio Valicaia prevede una passeggiata all’interno del parco (dalle 15:30), una cena barbecue (con alternative anche per celiaci e vegani) a partire dalle 19 e poi a seguire, istruzioni e preparazione per passare la notte in sicurezza. Sacco a pelo, torcia, indumenti e scarpe comode e un beauty case con lo stretto indispensabile, questo bisogna portare con sé per prendere parte all’avventura. A tutte le dotazioni di sicurezza (moschettoni, cordini e materiali varie) sono fornite dagli organizzatori, che si occupano anche della sanificazione delle tende dopo ciascun utilizzo seguendo i protocolli anti-Covid della Regione Toscana.

Florence tree camp di Poggio Valicaia Scandicci

Quanto costa il Tree sleeping a Poggio Valicaia e le date

Ci sono ancora posti disponibili per dormire sugli alberi in questo particolare glamping della Toscana durante i quattro weekend di settembre (venerdì 4 e sabato 5 settembre, 11-12, 19-20 e infine 25 e 26) e il Florence tree camp di Poggio Valicaia costa 100 euro a persona compreso di accoglienza, pic-nic set cena barbecue, pernottamento e colazione.  120 euro a coppia, 160 euro per famiglie composte da tre persone e 200 per famiglie composte da 4 persone. C’è anche l’opzione fuga romantica che prevede il pernottamento lontano dal caos – si fa per dire – delle altre tende, in una location più riservata ed esclusiva. Infine esiste anche una proposta per gruppi di 10 con tende multiple, al costo di 500 euro a gruppo.

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Chi può dormire sugli alberi in questo speciale camping sospeso?

Sugli alberi del Florence tree camp di Poggio Valicaia possono dormire praticamente tutti, dai cinque anni in su, ma per i minorenni è richiesta la presenza di un adulto. Il Parco di Poggio Valicaia ha riaperto due anni fa con una nuova gestione e tanti eventi, si trova sulle colline di Scandicci che guardano il cuore della Toscana e i paesaggi del Chianti fiorentino.

Reddito di emergenza, decreto agosto: entro quando fare domanda all’Inps

Arriva la terza mensilità del reddito di emergenza (rem): il decreto legge agosto ha confermato una nuova “rata” di questo sussidio (un pagamento unico anche per settembre e parte di ottobre), stabilendo il termine entro cui le famiglie con un reddito Isee basso possono presentare una nuova domanda all’Inps a cui fanno capo molti altri bonus Covid.

Si tratta di una misura introdotta dal governo prima nel decreto Cura Italia e poi confermata in quello Rilancio (che ha spostato la scadenza delle richieste) per aiutare i nuclei familiari in difficoltà economica a seguito della crisi scatenata dal coronavirus. Adesso il decreto di agosto estende la possibilità di chiedere un ulteriore pagamento del reddito di emergenza per altri mesi, stabilendo il il “calendario” e i requisiti per averlo.

A chi spetta: Rem, i requisiti per averlo

A chi tocca? Restano fermi i requisiti per fare domanda del reddito di emergenza anche ad agosto, ecco quelli previsti secondo il nuovo decreto legge, pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore dal 15 agosto:

  • Un valore Isee familiare inferiore a 15.000 euro (per questo motivo è possibile presentare la DSU Isee corrente, per il calcolo in base a una situazione economica più aggiornata)
  • Un reddito familiare a maggio 2020 inferiore alla cifra del reddito di emergenza di cui si avrebbe diritto dall’Inps
  • Un patrimonio mobiliare familiare nel 2019 (ad esempio conti corrente, buoni postali, azione e via dicendo) inferiore a 10.0000 euro*
  • Essere residente in Italia al momento della presentazione della domanda
  • Non percepire altri bonus Covid
  • Non godere di una pensione
  • Non usufruire del reddito di cittadinanza

* Il limite aumenta di 5.000 euro per ogni componente della famiglia in più rispetto al primo (per massimo 20.000 euro) e di altri 5 mila euro se è presente una persona con disabilità grave o non autosufficiente

Il pagamento del reddito di emergenza di agosto, a quanto ammonta

Il decreto agosto conferma la cifra: anche la terza mensilità del rem varia tra i 400 e gli 840 euro in base ai componenti del nucleo familiare, come bambini o disabili. Il reddito di emergenza non è un’indennità uguale per tutti dunque, come succede invece nel caso degli altri bonus Covid, ma cambia in base a fattori già definiti in una circolare dell’Inps sul rem, ecco quanto spetta per le principali categorie:

  • 400 euro – famiglia con un solo componente adulto
  • 560 euro – famiglia di due adulti
  • 640 euro – famiglia con due adulti e un minorenne
  • 720 euro – famiglia composta da due adulti e due minorenni
  • 800 euro – famiglia con tre adulti e due minorenni
  • 840 euro – famiglia con tre adulti e due minorenni, di cui uno ha gravi disabilità

Quando fare domanda all’Inps per la terza mensilità del reddito di emergenza (agosto)

La data ultima entro quando fare domanda all’Inps della terza mensilità del reddito di emergenza, usando i servizi online, è stata fissata dal decreto agosto: 15 ottobre 2020, è questo il giorno da segnare sul calendario. Per fare la richiesta da soli sul sito dell’Inps serve una di queste credenziali: Pin Inps, codice Spid, CIE – carta di identità elettronica oppure CNS – Carta nazionale dei servizi. Altrimenti è possibile chiedere aiuto a un Caf o a un patronato.

Per quanti mesi ancora?

Si tratta quindi della terza “rata” di questo sussidio nato per tutelare le famiglie a basso reddito, nel momento dell’emergenza Covid: la prima mensilità è stata stabilita a marzo, per la successiva è stato possibile fare domanda fino al 31 luglio, adesso il decreto di agosto rinnova il finanziamento della misura per un totale di 172,5 milioni di euro per il 2020, proponendo una nuova tranche del rem da richiedere tra agosto, settembre e ottobre.

Al momento però non è possibile dire per quanti mesi ancora verrà rinnovato ancora il reddito di emergenza, dopo questo terzo step e dopo il 15 ottobre: sarà il parlamento in sede di conversione in legge del decreto agosto o il governo nei prossimi provvedimenti economici a decidere misure, indennità e sussidi.

Coronavirus in Toscana, positivi di nuovo sopra quota 700

Ci sono 31 nuovi casi di coronavirus in Toscana, cinque dei quali rientrati dall’estero dove tre di loro si trovavano in vacanza. L’età media dei nuovi positivi è di 42 anni circa e nessuno di loro presenta sintomi più che lievi. Questi i dati e le notizie del bollettino regionale di oggi, martedì 18 agosto, sul coronavirus in Toscana.

Positivi di nuovo sopra quota 700

I casi attualmente positivi superano quota 700: sono 718, il massimo registrato dall’8 giugno scorso. Il totale dei positivi in Toscana dall’inizio dell’epidemia da coronavirus è di 10.885, rilevati grazie a 474.476 tamponi. Sono 3.425 i test eseguiti in più da ieri.

Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri. Sono 3.392 i casi complessivi ad oggi a Firenze (9 in più rispetto a ieri), 584 a Prato (3 in più), 775 a Pistoia, 1.097 a Massa (8 in più), 1.455 a Lucca (4 in più), 980 a Pisa, 508 a Livorno, 739 ad Arezzo (4 in più), 457 a Siena (3 in più), 427 a Grosseto. Sono 471 i casi positivi notificati in Toscana, ma residenti in altre regioni.

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi (comprensivi di residenti e non residenti), con circa 292 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 421 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con 563 casi x100.000 abitanti, Lucca con 375, Firenze con 335, la più bassa Livorno con 152.

Complessivamente, 698 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (26 in più rispetto a ieri, più 3,9%). Sono 1.775 (41 in più rispetto a ieri, più 2,4%) le persone, anche loro isolate, in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate.

Coronavirus in Toscana: bollettino e notizie del 18 agosto

Le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid oggi sono complessivamente 20 (5 in più rispetto a ieri, più 33,3%), 4 in terapia intensiva (stabili rispetto a ieri). Le persone complessivamente guarite sono 9.028 (stabili rispetto a ieri): 117 persone clinicamente guarite (7 in meno rispetto a ieri, meno 5,6%), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 8.911 (7 in più rispetto a ieri, più 0,1%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con doppio tampone negativo.

Oggi non si registrano nuovi decessi. Restano quindi 1.139 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti: 417 a Firenze, 52 a Prato, 81 a Pistoia, 174 a Massa Carrara, 145 a Lucca, 91 a Pisa, 63 a Livorno, 50 ad Arezzo, 33 a Siena, 25 a Grosseto, 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 30,5 x100.000 residenti contro il 58,6 x100.000 della media italiana (11° regione). Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (89,3 x100.000), Firenze (41,2 x100.000) e Lucca (37,4 x100.000), il più basso a Grosseto (11,3 x100.000).

Permessi retribuiti legge 104 e Covid: agosto 2020, cosa succede

Il decreto Cura Italia, il primo varato per rispondere all’emergenza Covid, ha introdotto 12 giorni aggiuntivi di permessi retribuiti previsti dall’articolo 3 della legge 104, nei mesi di maggio e giugno 2020, un’estensione che molti si attendevano anche per luglio e agosto, con la proroga in favore dei lavoratori con disabilità grave o per quelli che assistono persone con disabilità grave. L’Inps ne ha chiarito le modalità di applicazione con la circolare 81 / 2020, nessuna novità, però, per quanto riguarda i permessi straordinari della legge 104 per Covid nel decreto agosto (legge n° 104/2020), ed è ormai lecito pensare che non ci sarà una ulteriore estensione.

Legge 104, i permessi retribuiti aggiuntivi per Covid

In particolare, il decreto Cura Italia ha introdotto 12 ulteriori giornate di permesso lavorativo retribuito per i mesi di maggio e giugno, in aggiunta alle 3 giornate mensili che la legge 104 già riconosce ai beneficiari. Per un totale di 18 permessi complessivi in due mesi: tre a maggio, tre a giugno, più 12 fruibili liberamente nel bimestre, anche tutti nello stesso mese.

Salta il Bonus caregiver, niente 600 euro per chi assiste un disabile

I permessi 104 aggiuntivi sono anche frazionabili in ore. Valgono gli stessi criteri di calcolo e di fruibilità previsti per i congedi ordinari. Lo stesso vale quindi per il cumulo dei permessi 104: il numero, ad esempio, raddoppia per i lavoratori che assistono due persone disabili, che quindi hanno diritto a un totale di 24 permessi extra.

Come precisato dall’Ufficio per le politiche in favore di persone con disabilità della Presidenza del consiglio, i permessi aggiuntivi sono riconosciuti a:

  • lavoratori con disabilità grave
  • genitori di figli con disabilità grave non ricoverati a tempo pieno
  • coniuge, parenti e affini entro il secondo grado di persone con disabilità grave non ricoverati a tempo pieno. La misura viene estesa al terzo grado se i genitori o il coniuge della persona con disabilità grave hanno compiuto 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

La circolare 81 dell’Inps sulla legge 104

Recependo quanto disposto dal Decreto rilancio, l’8 luglio scorso l’Inps ha diffuso la circolare 81 / 2020 in cui si affronta, tra gli altri punti, proprio l’estensione dei permessi retribuiti ai sensi della legge 104. Nella circolare si precisa che il Decreto rilancio “ha previsto l’incremento del numero di giorni di permesso retribuiti di cui all’articolo 33, commi 3 e 6, della legge n. 104/1992, di ulteriori complessive 12 giornate usufruibili nei mesi di maggio e giugno 2020”.

La circolare 81 dell’Inps conferma che i 12 giorni aggiuntivi possono essere fruiti anche consecutivamente nel corso di un solo mese e sono frazionabili in ore.

I controlli per la legge 104

La legge prevede, già in situazioni fuori dall’emergenza Covid, la possibilità di controlli, anche con l’uso di investigatori da parte dell’azienda, sull’uso improprio dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104. Sulla questione c’è anche una sentenza della Corte Costituzionale. Il rischio è il licenziamento del lavoratore per giusta causa e sanzioni di oltre 25.000 euro, oltre a responsabilità penali per indebita percezione di indennità statali.

Permessi legge 104, agosto 2020: cos’è previsto per l’emergenza Covid

La misura, così come prevista dal decreto Cura Italia, è scaduta. Cosa è stato previsto per l’estensione dei permessi lavorativi della legge 104 ad agosto? Alla luce dell’emergenza Covid, i congedi straordinari hanno subito una proroga?

Nel decreto agosto, entrato in vigore il 15 agosto 2020, non ci sono novità in merito e bisogna dunque attenersi a quanto scritto nel Cura Italia: l’articolo 24 del decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18 recita:

Il numero di giorni di permesso retribuito coperto da
contribuzione figurativa di cui all’articolo 33, comma 3, della legge
5 febbraio 1992, n. 104, e’ incrementato di ulteriori complessive
dodici giornate usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020.

Il testo non fa quindi riferimento alla possibilità di estendere la misura. Peraltro, le stesse Faq dell’Ufficio per le disabilità chiariscono che i permessi lavorativi aggiuntivi sono previsti “eccezionalmente per i mesi di maggio e giugno 2020“. Pertanto, al momento i permessi ai sensi della legge 104 aggiuntivi per l’emergenza Covid non sono previsti nei mesi di luglio e agosto 2020.

Bonus maggio: 1000 euro ai professionisti delle casse private, ok del decreto agosto

È confermato. Il bonus di maggio da 1000 euro sarà riconosciuto a tutti i professionisti iscritti alle casse private (quindi non alla gestione privata Inps), dagli avvocati ai commercialisti fino ai ragionieri: il pagamento avverrà in automatico per chi ha già avuto i 600 euro di indennità a marzo e aprile, mentre gli altri potranno fare domanda, secondo quanto previsto dall’articolo 13 del decreto agosto 2020 che fissa le regole per individuare a chi spetta il bonus. L’attesa per i professionisti di Cassa forense degli avvocati, Cassa geometri, Cnpad – cassa dei dottori commercialisti, Enpam, Cnpadc dei ragionieri e periti commerciali, Inarcassa, Enpap e delle altre casse previdenziali privatizzate è stata lunga, ma il dubbio è stato finalmente sciolto.

Il bonus da 1000 euro per i professionisti delle casse private veniva originariamente disciplinato dal Decreto rilancio, aggiornando quanto introdotto dal precedente Decreto Cura Italia. I tecnici dei ministeri competenti avevano redatto il decreto attuativo inter ministeriale, poi inviato alla Ragioneria di Stato per la “bollinatura” e alla fine emanato dal Ministero del Lavoro il 29 maggio 2020. Passaggi che hanno rallentato (e di molto) i tempi. Ma soprattutto restava un problema di coperture: il Decreto rilancio aveva messo a disposizione 650 milioni di euro per il pagamento dei bonus di aprile e maggio agli iscritti alle casse private. Per aprile ne sono stati utilizzati 300. Il budget rimasto non bastava ad aumentare l’indennità a 1000 euro per tutti i diversi settori.

Per questo è stato deciso di far slittare la questione al Decreto agosto 2020 (qui il testo in pdf), il dl convertito in legge ed entrato in vigore il 15 agosto, mettendo e a disposizione 530 milioni di euro per finanziare il bonus maggio, “esteso” da 600 a 1000 euro per i professionisti iscritti a tutte casse private.

Decreto agosto, bonus casse private maggio 2020: quando arriva?

I professionisti non iscritti all’Inps ma alle casse previdenziali private legate a ciascun Ordine professionale di appartenenza hanno ricevuto i bonus da 600 euro dei mesi di marzo e aprile 2020 esattamente come gli altri lavoratori autonomi e partite Iva.

Per quanto riguarda il bonus di maggio, i liberi professionisti Inps hanno ricevuto il bonus aumentato a 1000 euro in tempi più brevi, con la condizione però di di poter dimostrare un calo del fatturato di almeno di 33% nel secondo bimestre 2020.

Fin dall’inizio il governo aveva garantito che anche ai professionisti delle casse private sarebbe spettato il bonus di maggio nella stessa misura di 1000 euro. A lungo però non si è saputo con quali regole e requisiti.

Bonus maggio: 1000 euro per i professionisti iscritti alle casse private, a chi spetta e i requisiti

Con l’entrata in vigore del decreto agosto il governo ha scelto di ripagare l’attesa dei professionisti con l’estensione più ampia: il bonus di maggio verrà sì pagato dopo il decreto agosto, tre mesi più tardi, ma le regole rimangono le stesse delle indennità di marzo e aprile. Anche per velocizzare al massimo le procedure e l’erogazione, il bonus da 1000 euro sarà rinnovato in automatico a tutti i professionisti che avevano già ricevuto le indennità di marzo e aprile.

Ecco quindi a chi spetta il bonus maggio da 1000 euro, secondo quando previsto dal decreto agosto per i professionisti iscritti alle casse private:

  • i professionisti che hanno già goduto del bonus di marzo e aprile – in questo caso il pagamento 1000 euro di maggio avviene in automatico via bonifico (quindi non devono presentare una nuova domanda)
  • chi ha avuto nel 2018 un reddito professionale fino a 35.000 euro, e ha visto ridurre la propria attività a seguito dell’emergenza Covid
  • chi ha avuto un reddito professionale 2018 tra i 35.000 e i 50.000 euro, con una riduzione di almeno il 33% del reddito nel primo trimestre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019
  • I professionisti che hanno chiuso la partita Iva tra il 23 febbraio 2020 e il 31 maggio 2020 (prima del decreto agosto la data limite per richiedere il bonus maggio era il 30 aprile)

Questi invece i requisiti che i professionisti delle casse previdenziali obbligatorie private, diverse dall’Inps devono rispettare:

  • non essere in pensione
  • non avere in corso un contratto subordinato di lavoro a tempo indeterminato (via libera a chi ha invece un determinato)
  • non avere già presentato domanda per altri bonus all’Inps o ad altre casse di previdenza
  • non avere goduto di cassa integrazione per l’emergenza Covid o dei bonus per lavoratori stagionali del turismo, agricoli, dello spettacolo e collaboratori sportivi
  • non aver ricevuto reddito di emergenza o cittadinanza

C’è da dire che gli autonomi delle professioni ordinistiche erano stati in precedenza esclusi dal contributo a fondo perduto, al quale invece gli iscritti Inps potevano accedere.

Bonus agosto: 1000 o 600 euro, a chi spetta secondo il decreto

Come richiedere il bonus da 1000 euro: domanda entro un mese

Secondo il decreto agosto, le domande per il bonus di maggio da 1.000 euro devono essere presentate dai professionisti entro 30 giorni dall’entrata in vigore del dl e quindi entro il 14 settembre 2020. Per farlo è necessario presentare richiesta alla propria cassa di previdenza privata: ognuna ha messo a punto una procedura online.

Si stima che i fondi stanziati dal governo copriranno circa 530.000 professionisti. Per chi ha già ricevuto i bonus di marzo e aprile, l’indennità di maggio è riconosciuta in automatico.

Grecia, Spagna, Croazia: l’obbligo di quarantena per chi torna in Italia dall’estero

Finite le vacanze si va dritti in isolamento. Alcune regioni hanno disposto la quarantena obbligatoria per chi torna dalla Grecia, rientra dalla Croazia, dalla Spagna, da Malta (mentre al momento la Francia non fa parte della lista): dall’ordinanza della Regione Puglia al tampone obbligatorio in Emilia Romagna, gli enti locali hanno adottato provvedimenti in modo autonomo. Ai quali si è poi aggiunto il governo con l’ordinanza del Ministero della Salute: nessuna quarantena per chi torna dai paesi a rischio, ma obbligo di tampone.

Di fatto, anche quella stabilita dalle Regioni non è necessariamente una vera e propria quarantena. C’è l’obbligo di mettersi in isolamento, ma se il tampone – che in linea di massima viene effettuato trascorse 48 ore dal rientro – risulta negativo, si è liberi di interrompere la quarantena e riprendere la vita normale.

Quarantena per chi torna in Italia dall’estero: da quali paesi?

Sotto la lente sono alcune delle mete vacanziere più gettonate del Mediterraneo, visto che un numero consistente dei casi rilevati nelle ultime settimane riguarda proprio chi è tornato da lì dopo le ferie. Alcune regioni stanno prevedendo misure restrittive che si aggiungono a quelle già in vigore sulla quarantena per chi torna in Italia dall’estero.

Su quali sono i paesi per i quali è richiesta la quarantena o il tampone, regioni e il governo sono perfettamente allineati: Spagna, Grecia, Malta e Croazia.

Bonus vacanze 2020, l’elenco di hotel e strutture che lo accettano

Ordinanza del ministero: obbligo di tampone, non di quarantena

Per chi rientra da questi paesi, l’ordinanza del Ministero della Salute non ha previsto la quarantena ma ha introdotto l’obbligo di tampone. In particolare, chiunque abbia soggiornato o transitato in Spagna, Grecia, Croazia o Malta nei 14 giorni precedenti, al rientro in Italia dovrà:

  • mostrare il certificato di un tampone effettuato nelle 72 ore precedenti (dunque eseguito all’estero) il rientro e risultato negativo

oppure:

  • avrà l’obbligo di sottoporsi a un tampone: direttamente in aeroporto, se possibile, oppure presso la propria azienda sanitaria locale di riferimento entro 48 ore.

Il provvedimento è in vigore dal 13 agosto e resterà valido fino al 7 settembre.

Ibiza, Formentera, Canarie: la quarantena per chi torna dalla Spagna

In questi paesi la circolazione virale è maggiore che in Italia e nelle ultime settimane i numeri dei contagi sono aumentati di molto. In Spagna, ad esempio, la curva del contagio si era appiattita a giugno. Nel mese di agosto il paese ha invece registrato una nuova impennata, senza mai scendere sotto i duemila casi al giorno, con punte di 5.760 nuovi positivi in un giorno solo. Vero che la maggior parte di questi si verificano nella Spagna continentale, soprattutto in Catalogna. Ma anche nelle isole Baleari – Ibiza, Formentera, Maiorca –, mete turistiche tra le più gettonate in Europa, la tendenza è decisamente al rialzo. Per questo alcune regioni stanno introducendo la quarantena obbligatoria per chi rientra dalla Spagna.

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Obbligo di quarantena per chi torna dalla Grecia

In Grecia il coronavirus ha colpito in modo meno aggressivo che in altri paesi europei. I dati ufficiali parlano di neanche 6 mila casi registrati dall’inizio della pandemia. Ma proprio in questo agosto il paese sta osservando il picco massimo dei contagi giornalieri, con medie più alte rispetto anche ai mesi di marzo e aprile. Anche in questo caso, alcune Regioni hanno stabilito che chi torna dalla Grecia deve fare la quarantena.

Quarantena per chi rientra dalla Croazia

Stesso discorso, in scala più piccola, vale per Malta: anche qui il coronavirus ha rialzato la testa proprio nel mese di agosto, quello con il maggior afflusso di turisti.

Molti i casi di ritorno anche dalla Croazia: quarantena con obbligo prevista da alcune delle ordinanza regionali emanate in questi giorni anche per chi torna dalle spiagge dell’Adriatico.

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Chi rientra dalla Francia deve fare la quarantena?

Nonostante l’aumento dei casi di coronavirus che si registra Oltralpe, al momento non è prevista la quarantena per chi rientra in Italia dalla Francia, misura decisa invece dal Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) con 14 giorni di isolamento.

Obbligo di quarantena, in quali regioni?

Come spesso successo durante l’emergenza Covid, le regole per la quarantena sono diverse di regione in regione: dalla Puglia, alla Campania, passando da Campania e Sicilia sono state emesse delle ordinanze locali. Vediamo questa “mappa della quarantena”.

Spagna, Grecia, Malta e Croazia, quarantena obbligatoria: l’ordinanza della Regione Puglia

L’ordinanza della Regione Puglia invece dispone la quarantena obbligatoria per chi torna dalla Grecia, dalla Croazia, dalla Spagna e da Malta: quattordici giorni di isolamento fiduciario dopo il rientro dalle vacanze.

Ma, come precisato dalla Regione stessa, chi rientra da questi paesi sarà sottoposto a tampone “non prima di 72 ore dal rientro in Puglia”. Resta ora da capire se questo arco di tempo verrà ridotto a 48 ore per adeguarsi all’ordinanza nazionale. Se il tampone risulta negativo e i soggetti non hanno sintomi compatibili con il Covid 19, la quarantena sarà interrotta.

  • Il testo completo dell’ordinanza della Regione Puglia sulla quarantena obbligatoria

Ordinanza della Regione Campania: quarantena per chiunque sia stato all’estero (fino al tampone)

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha firmato un’ordinanza più restrittiva di quella nazionale che impone ai residenti campani che rientrano da tutti i Paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen (non solo da Spagna, Grecia, Croazia e Malta) il tampone, con quarantena obbligatoria fino all’esito negativo del test.

Entro 24 ore dal rientro ci si deve segnalare alle autorità sanitarie per essere sottoposti a tampone o test sierologico. In caso di esito negativo, si sarà liberi di interrompere l’isolamento.

In Toscana tampone gratis per chi rientra dall’estero

In Toscana un’ordinanza del presidente Enrico Rossi dà la possibilità a tutte le persone che arrivano nella regione da Paesi dell’Unione Europea o dell’area Schengen la possibilità di fare gratis il tampone.

Per chi rientra in Toscana da Spagna, Grecia, Croazia e Malta è obbligatorio registrarsi online e l’Asl competente per territorio contatterà direttamente gli interessati entro 24 ore per sottoporli a test Covid molecolare o antigenico. Per informazioni è attivo il numero verde regionale 800556060.

Emilia Romagna, Lazio e Sicilia

In Emilia Romagna il provvedimento regionale è stato superato dall’ordinanza nazionale del Ministro della Salute Roberto Speranza. Nel Lazio il rientro da Spagna, Grecia, Croazia e Malta va segnalato chiamando il numero verde 800.118.800 o con l’app “Lazio Doctor Covid”, mentre per il tampone è possible recarsi ai punti drive-in con tessera sanitaria e documento di viaggio. Registrazione obbligatoria anche in Sicilia sul sito www.siciliacoronavirus.it.

Coronavirus, nuove disposizioni in Toscana per chi rientra dall’estero

Obbligo di tampone, come succede in tutta Italia, per chi rientra da Croazia, Grecia, Malta e Spagna, ma ci sono nuove disposizioni della Regione Toscana in materia di coronavirus, che stabiliscono anche l’attesa massima per il test Covid: fino al tampone, dice l’ordinanza del Ministero della Salute, le persone devono stare in quarantena (il cosiddetto isolamento fiduciario).

Come fare il tampone in Toscana e quanto c’è da aspettare

Dal 17 agosto 2020, chi fa rientro in Toscana da Croazia, Grecia, Malta e Spagna ha l’obbligo di registrarsi sul sito della Regione compilando un modulo online (questo il link diretto) in cui indicare – tra le altre cose – i propri dati, lo Stato estero di provenienza, il proprio domicilio e i propri contatti, ed è previsto obbligatoriamente il tampone: finora la Regione aveva messo a disposizione un numero verde per richiedere il test per il coronavirus, ma visto il boom di chiamate ha introdotto nuove disposizioni. Solo in 3 giornate, dal 14 al 16 agosto, si sono registrate ben 4500 persone per effettuare il test.

Coronavirus, nuove disposizioni in Toscana per chi fa rientro da Spagna, Grecia, Croazia e Malta

Dopo essersi registrati online i viaggiatori saranno contattati direttamente dalle Asl di competenza per fare il test molecolare o antigenico tramite tampone: questo “avverrà nelle 24 ore successive all’arrivo”, spiega in una nota la Regione Toscana. Il numero verde 800 556060 rimane attivo per dare ogni informazioni sul tema.

Sul sito della Regione Toscana sono pubblicate inoltre tutte le nuove disposizioni per il coronavirus.

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Quarantena e tampone: per quali Paesi

Anche in Toscana valgono le regole nazionali stabilite dal Ministero della Salute. Chi proviene da Paesi extra Unione Europea e fuori dell’area Schengen, oltre che da Romania e Bulgaria, deve fare la quarantena obbligatoria di 15 giorni al rientro in Italia. Secondo l’ordinanza del Ministero della Salute dello scorso 12 agosto, i viaggiatori che arrivano da Spagna, Grecia, Croazia e Malta – Paesi dove si è registrato un boom di casi di coronavirus – devono obbligatoriamente sottoporsi al tampone in aeroporto o entro 48 ore dal loro rientro sul suolo nazionale, oppure presentare l’attestazione di un test fatto all’estero al massimo 72 ore prima del ritorno in Italia.

Obbligo di mascherina ad agosto: dove usarla e quando si può togliere

Difficile dire per quanto tempo ancora dovremmo girare con le mascherine. Certo è che il nuovo decreto del presidente del Consiglio Conte (dpcm) ha prorogato le limitazioni per buona parte dell’estate e le regole anti-coronavirus sono diventate più restrittive con l’ordinanza del 16 agosto 2020 del Ministro della Salute che ha introdotto l’obbligo dell’utilizzo della mascherina anche all’aperto dalle 18.00 alle 6.00 (ma in casi specifici): quando e dove va usata? All’aperto e al chiuso? Da quale età? Come funziona l’obbligo? Facciamo chiarezza sulle regole.

Luoghi pubblici al chiuso: obbligo di entrata con la mascherina, anche quando si fa la spesa

Secondo il dpcm di agosto resta l’obbligo di indossare la mascherina quando si entra in un luogo chiuso, che sia accessibile al pubblico: va messa quindi quando si fa ingresso in un negozio, si fa la spesa al supermercato o shopping in un centro commerciale, si entra in un ristorante o in bar, ci si reca negli uffici (pubblici e privati) o si accede ad ospedali, ambulatori e studi medici. Insomma lì dove ci troviamo tra quattro mura con altre persone vanno coperti naso e bocca (e non la bocca soltanto): nei luoghi al chiuso infatti il rischio di contagio da coronavirus è più alto ed è per questo che le mascherine sono obbligatorie.

Vanno messe anche in tutti quegli spazi al chiuso in cui non si può garantire la distanza di un metro dalle altre persone, per esempio sui posti di lavoro.

Mascherina obbligatoria in treno, aereo, bus e auto. No ai guanti

Discorso analogo per i mezzi di trasporto pubblici e per quelli condivisi con altre persone che non siano conviventi. L’obbligo di usare la mascherina vale anche sui treni, sugli aerei, sugli autobus di linea, in tram e in metro, ma anche sulla propria auto quando si trasportano persone che non vivono sotto lo stesso tetto. Questo perché gli spazi dei veicoli sono molto angusti e l’areazione è limitata.

Mascherina sì, ma guanti no: questi ultimi non sono obbligatori, perché secondo le ultime linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità sono pericolosi. Danno infatti una falsa sicurezza. Meglio quindi lavarsi spesso le mani che rischiare di toccare bocca e naso con dei guanti non sanificati e sporchi.

Coronavirus, decreto e ordinanza: mascherina e obbligo dalle 18.00 alle 6.00 anche all’aperto

Dal 17 agosto 2020 è entrata in vigore l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza dopo l’incontro tra governo e Regioni: oltre alle regole sulle mascherine già previste dal decreto del presidente del Consiglio del 7 agosto, viene introdotto l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto dalle ore 18.00 alle 6.00 in tutta Italia, negli spazi nei pressi dei luoghi aperti al pubblico (come davanti a un pub, nel giardino di una discoteca o negli stabilimenti balneari) e negli spazi pubblici come piazze, slarghi e sui lungomare a rischio di assembramenti.

La stretta sull’obbligo della mascherina tra le 18.00 e le 6.00 è stata decisa dopo gli assembramenti nei luoghi della movida, con il conseguente il rischio di focolai di coronavirus, e si unisce allo stop ai balli nelle discoteche di tutta Italia e nei locali assimilati, senza possibilità di deroga da parte delle Regioni.

Sul sito del Ministero della Salute si trovano tutte le informazioni sul corretto utilizzo delle mascherine.

Bar, ristorante, parrucchiere, palestra: quando la mascherina è obbligatoria e quando si può togliere

La mascherina inoltre deve essere messa quando ci troviamo al bar e al ristorante, si può togliere solo quando si raggiunge il tavolo o si consuma un cibo o una bevanda (tenendo la debita distanza dalle persone), ma va utilizzata in tutti gli altri casi, ad esempio quando si va in bagno o alla cassa per pagare.

Ad agosto resta l’obbligo di indossare la mascherina anche dal parrucchiere e dall’estetista, eccetto quando è necessario toglierla per particolari trattamenti, ad esempio per il taglio della barba o la pulizia del viso. Molte di queste attività si sono attrezzate con mascherine adesive, senza elastici per consentire agevolmente anche il taglio dei capelli. In palestra la mascherina è obbligatoria quando non è in corso l’allenamento, quindi va messa prima e dopo l’attività fisica, quando va mantenuta una distanza di almeno 2 metri dagli altri.

Fino a quando le mascherine saranno obbligatorie

Le regole anti-coronavirus, comprese quello sull’obbligo della mascherina, sono in vigore fino al 7 settembre 2020, quando scadono le misure dell’ultimo dpcm di agosto: entro quella data il governo, in base all’andamento dei contagi da Covid, dovrà decidere se prorogare le limitazioni, renderle più restrittive o allentare le maglie.

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Bambini, da che età va messa? E a scuola?

Anche dopo il 7 agosto l’obbligo di indossare la mascherina si applica a tutti i bambini sopra i 6 anni (i piccoli sotto questa età possono invece non portarla): in commercio si trovano particolari mascherine che si adattano al volto dei più piccoli. È importante infatti che questi dispositivi di sicurezza aderiscano bene al viso, per aiutare effettivamente la lotta al coronavirus.

Per quanto riguarda la riapertura della scuola il 14 settembre, le regole sull’obbligo di indossare o meno la mascherina non sono ancora chiare, gli esperti del Comitato tecnico scientifico stanno discutendo sul tema e sulle misure anti-Covid tra i banchi. Al momento l’orientamento è quello di far mettere le mascherine dalla scuola primaria in su, ma solo in casi eccezionali e per brevi periodi: non andranno portate quando gli alunni saranno seduti al banco, se i tavoli saranno distanziati di almeno un metro dagli altri. Obbligo invece quando ci si sposta nelle aule o negli edifici scolastici.