sabato, 17 Maggio 2025
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Pitti Immagine annuncia le nuove date e la nuova location di Taste 2021

Pitti Immagine ha fissato le date della 15° edizione di “TASTE. In viaggio con le diversità del gusto”, l’evento fieristico dedicato alle eccellenze gastronomiche italiane che presenta le novità di oltre 400 aziende italiane a un pubblico sempre più attento di buyer, operatori del settore, stampa specializzata e food lovers.

Nuova location

Nel 2021 il salone si svolgerà da sabato 10 a lunedì 12 aprile alla Fortezza da Basso di Firenze. “Dopo lo stop imposto dall’emergenza sanitaria nel 2020, torniamo a lavorare a questa nuova edizione con grande entusiasmo e con profonda consapevolezza del momento che stiamo attraversando”, annuncia Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. “Per questo abbiamo ritenuto necessario compiere alcune scelte di fondo a tutela della salute di espositori e visitatori”.

Innanzitutto, la location. Taste – per questa edizione – lascia la Stazione Leopolda e si sposta alla Fortezza da Basso, luogo in cui gli spazi espositivi e le aree comuni garantiscono il necessario distanziamento fisico e il rispetto delle norme di sicurezza.

“I nostri architetti sono già al lavoro per realizzare un allestimento che rispecchi lo stile che ha sempre caratterizzato Taste. Layout, grafiche e stand si adegueranno alla nuova location riproponendo l’atmosfera elegante e accogliente di sempre”, precisa Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine.

Sempre in tema sicurezza, sarà esteso anche a Taste il pacchetto straordinario di misure e servizi, #SaferWithPitti, progettato da Pitti Immagine in vista dei prossimi saloni fisici.

Nuove date

Altra novità: nel 2021 Taste “slitta” in avanti di un mese: non più marzo, ma dal 10 al 12 aprile.

“Riteniamo che questa sia una scelta strategica nell’interesse dei nostri espositori, oltre che di buon senso per la sicurezza di tutti. Posizionare il salone a primavera inoltrata servirà ad archiviare i mesi invernali e a incentivare la partecipazione”, prosegue Poletto.

Infine, anche per gli espositori di Taste, a integrazione del salone fisico, verrà attivata la piattaforma digitale Pitti Connect.

“Pitti Connect si è rivelato uno strumento molto importante per i nostri espositori. Attraverso questa piattaforma, le aziende di Taste vedranno aumentare le possibilità di essere contattate da buyer e operatori, anche quelli non presenti fisicamente in fiera. Potranno pianificare gli incontri, effettuare video chat e raccontare al meglio i propri prodotti e i propri valori”, conclude Poletto.

Bonus ristoro 2020: a chi vanno i 1000 euro Inps di ottobre

Per gli stagionali del turismo, i lavoratori dello spettacolo, i venditori a domicilio e gli stagionali dei settori in difficoltà arriva il “bonus ristoro Covid” da 1000 euro: la nuova tranche delle indennità è stata introdotta il 29 ottobre 2020 dal decreto legge del governo (detto “decreto ristoro” o “decreto ristori”) e sarà pagata sempre dall’Inps direttamente sul conto corrente. Si tratta di un sussidio che segue quelli già introdotti dal decreto agosto e che va in favore dei settori più falcidiati dalla crisi, tra chiusure e crollo delle presenze turistiche.

Lo stesso dl prevede anche misure, come i contributi a fondo perduto, per le società e le partite Iva che gestiscono attività danneggiate dalle restrizioni del nuovo Dpcm: ristoranti, cinema, teatri e quelle individuati dalla tabella dei codici Ateco dell’allegato 1 al decreto ristoro.

Il nuovo bonus ristoro per i lavoratori stagionali e intermittenti: i requisiti

Dopo l’indennità prevista dal decreto agosto, per i lavoratori stagionali del turismo e delle terme arriva anche il “ristoro” per il mese di ottobre 2020, con un bonus da 1000 euro, i cui pagamenti da parte dell’Inps inizieranno probabilmente a novembre.

Ecco i requisiti per cui si ha diritto al nuovo sussidio, una tantum:

  • Aver perso il lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà (ossia senza licenziarsi) tra il 1° gennaio 2019 e il 29 ottobre 2020
  • Aver lavorato almeno 30 giornate tra il 1° gennaio 2019 e il 29 ottobre 2020
  • Non godere dell’indennità di disoccupazione (Naspi)
  • Non avere in essere, al 29 ottobre 2020, un contratto di lavoro indeterminato
  • Non essere in pensione
  • Non godere di altri bonus Inps previsti dal decreto ristoro 2020
  • Non percepire il reddito di emergenza

Se si rispettano questi requisiti, hanno diritto al bonus di 1.000 euro deciso a ottobre: i lavoratori stagionali e a tempo determinato del turismo e delle terme (anche in somministrazione), i lavoratori stagionali e intermittenti degli altri settori, gli addetti delle vendite a domicilio (quest’ultimi con un reddito superiore a 5.000 euro), i lavoratori autonomi senza partita Iva iscritti solo alla Gestione Separata dell’Inps (contratto d’opera). Per i collaboratori sportivi è prevista invece un’indennità di 800 euro (qui i dettagli).

1000 euro per i lavoratori dello spettacolo: chi può richiedere i bonus del decreto ristoro

Tra le attività più danneggiate dall’emergenza Covid anche teatri e cinema. Per i lavoratori dello spettacolo, autonomi e intermittenti, il decreto ristoro di ottobre prevede una nuova mensilità del bonus da 1000 euro erogato dall’Inps: spetta a chi è iscritto al Fondo Pensioni lavoratori dello spettacolo (Fpls, ex Enpals) con almeno 30 giornate di lavoro dal 1° gennaio 2019 al 29 ottobre 2020 e con un reddito che non supera i 50.0000 euro oppure con 7 contributi giornalieri nello stesso periodo e un reddito inferiore a 35.000 euro.

Anche in questo caso non si può richiedere l’indennizzo se si gode di altri bonus di ristoro dei danni dell’emergenza Covid, se si è in pensione o si percepisce il reddito di emergenza.

Il nuovo decreto

Le disposizioni sui bonus ristoro dell’Inps sono contenute all’articolo 15 del decreto legge 137 del 28 ottobre 2020.

Le 4 stagioni per le strade di Firenze e la primavera “senza testa”

A Firenze si possono vedere raffigurati i simboli delle 4 stagioni dell’anno in almeno tre luoghi.

I luoghi delle 4 stagioni a Firenze

Nel primo, a Orsanmichele, proprio ai quattro pilastri d’angolo della chiesa, all’altezza di poco più di un metro dal suolo, dove si notano, purtroppo molto deteriorati dal tempo e dall’incuria dell’uomo, le raffigurazioni agresti dell’avvicendarsi delle stagioni: la Primavera con germogli d’alberi in fiore, l’Estate con le spighe del grano (simbolo eucaristico), l’Autunno con pampini e grappoli d’uva (anche questo simbolo eucaristico) e l’Inverno con gli alberi spogli.

Il secondo luogo è Piazza del Duomo, dove al numero civico 3 troviamo un bellissimo portone di legno a formelle decorate a sbalzo, in quattro delle quali ritroviamo le rappresentazioni umanizzate delle stagioni.

Ultimo luogo è il Ponte a Santa Trinita sul quale, nel 1608, ai quattro lati d’inizio delle spallette, vero capolavoro di eleganza, in occasione del matrimonio di Cosimo II de’ Medici con Maria Maddalena d’Austria, furono poste, per accrescere il decoro urbano, le statue raffiguranti le quattro stagioni: la Primavera di Pietro Francavilla, l’Estate e l’Autunno di Giovan Battista Caccini e l’Inverno di Taddeo Landini.

A proposito della Primavera del Francavilla vogliamo ricordare che durante la Seconda guerra mondiale lo splendido Ponte Santa Trinita, assieme a tutti gli altri della città – con la sola esclusione del Ponte Vecchio – veniva fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata nella notte del 4 agosto 1944. Finita la guerra, in un clima di grande volontà di ricostruire tutto ciò che era stato sventuratamente distrutto, un comitato cittadino al motto di “dov’era e com’era” diede vita alla riedificazione del ponte, che venne eseguita dall’architetto Riccardo Gizdulich e dall’ingegner Emilio Brizzi con le medesime caratteristiche strutturali ed estetiche dell’originale progetto dell’Ammannati.

La ricostruzione dell’opera dell’Ammannati

Dopo aver, con pazienza certosina, raccolto nel letto del fiume e nelle aree intorno quante più pietre possibili e riutilizzabili, ricuperato frammenti decorativi e quasi integralmente le statue, si passò alla fedele ricostruzione dell’opera dell’Ammannati, assemblando con precisione i reperti alle nuove e identiche pietre estratte dalla stessa cava del Giardino di Boboli appositamente riaperta dopo secoli. Si lavorò alacremente sotto la direzione dell’Ufficio del Genio Civile di Firenze e della Soprintendenza ai Monumenti, in un restauro illuminato e sapiente, per uscire al più presto dall’avvilimento delle distruzioni, nella certezza di riconquistare la grandezza del passato. Le difficoltà, bisogna riconoscerlo, non furono poche, perché ricostruire un capolavoro deve aver dato tremore ai polsi di tutte le maestranze impegnate nel difficile rifacimento. Una confortante constatazione fu il risultato, poiché problemi artistici e statici apparvero realizzati con serietà e competenza, rifuggendo da ogni improvvisazione grazie a studi sapientemente impostati e seriamente condotti.

 

Primavera Francavilla Firenze 4 stagioni

 

Lo strano caso della Primavera “senza testa”

Il 16 maggio 1957 i fiorentini poterono finalmente riattraversare il loro ponte, benedetto dal cardinale Elia dalla Costa, ancora ricco di dinamica michelangiolesca e davvero risorto dov’era e com’era. Ma proprio del tutto “com’era” non fu possibile ammirarlo poiché la statua della Primavera, ricollocata il 25 gennaio 1958, era purtroppo acefala in quanto la testa non era stata ritrovata. Tale mutilazione, durata 17 anni, si concluse finalmente la mattina del 7 ottobre 1961 quando, durante un’operazione di riordinamento del greto dell’Arno, dove ha sede la società sportiva Canottieri Firenze, nella benna dell’escavatrice, all’uopo impiegata, apparve un candido “ciottolo” assai più bianco degli altri: era la testa della Primavera! Prontamente restaurata, il 28 dicembre, allo squillodelle chiarine dei famigli del Comune la testa tornava sul suo collo, fra gli applausi di autorità e di tanti fiorentini intervenuti i quali poterono finalmente rivedere la loro Primavera “dov’era e com’era”, così com’era avvenuto per il ponte.

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Sospensione del pignoramento immobiliare della prima casa

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Con il decreto ristori viene prolungato il blocco delle procedure esecutive immobiliari che riguardano le abitazioni principali: il dl, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha stabilito la proroga della sospensione del pignoramento immobiliare sulla prima casa, vista l’emergenza Covid, fino al termine del 2020.

Debiti: il blocco dei pignoramenti immobiliari per Covid

A seguito della crisi legata al coronavirus, lo stop dei pignoramenti immobiliari sulla prima casa era stato introdotto inizialmente dal decreto Cura Italia a marzo e poi confermato dal Parlamento in sede di conversione di legge a fine aprile:  la durata del blocco delle cosiddette procedure immobiliari per l’abitazione principale era stata stabilita in 6 mesi dall’entrata in vigore della legge n° 27 del 24 aprile e quindi il provvedimento era scaduto proprio pochi giorni fa, lo scorso 25 ottobre.

Con “abitazione principale“, è stato chiarito proprio durante la conversione in legge del Cura Italia, si intende la casa (di proprietà o su cui si gode di un diritto reale, come l’usufrutto) nella quale la persona o i suoi familiari dimorano abitualmente.

Cosa dice il decreto ristori sul pignoramento della prima casa: sospensione fino a quando

Secondo l’articolo 4 del decreto legge ristori (n° 137 del 28 ottobre 2020, entrato in vigore il giorno dopo) la sospensione del pignoramento della prima casa è prorogata fino al 31 dicembre 2020, ma il provvedimento è anche retroattivo e stabilisce una sorta di “sanatoria” dei 4  giorni rimasti fuori da questo blocco. Nel testo definitivo del decreto ristori, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si legge che:

È inefficace ogni procedura esecutiva per il pignoramento immobiliare, di cui all’articolo 555 del codice di procedura civile, che abbia ad oggetto l’abitazione principale del debitore, effettuata dal 25 ottobre 2020 alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.

Correttivi e modifiche potranno quindi essere introdotti da Camera e Senato nel processo di conversione in legge del dl: l’approvazione dovrà avvenire entro il 28 dicembre 2020, quando scadono i 60 giorni di efficacia del decreto legge.

Come richiedere i contributi a fondo perduto del Decreto ristori

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C’è un nuovo contributo a fondo perduto per le imprese nel Decreto ristori, riservato a tutte le imprese e le partite Iva colpite dalle chiusure introdotte dal Dpcm 24 ottobre: come richiedere i contributi a fondo perduto e quali requisiti si devono avere.

Col Decreto ristori cambiano dunque le modalità di erogazione rispetto ai contributi a fondo perduto della primavera scorsa, quando vennero concessi a tutte le partite Iva. Resta invece il requisito del calo di fatturato. E, come già per i precedenti, i nuovi contributi non concorrono al calcolo della base imponibile dell’Irap e delle imposte sui redditi.

Contributi a fondo perduto, i requisiti

Nel dettaglio, i primi requisiti per richiedere i contributi a fondo perduto del Decreto ristori sono:

  • essere titolari di partita Iva attiva al 25 ottobre 2020
  • avere come attività prevalente dell’impresa uno o più di una delle attività incluse nella tabella dei codici Ateco riportata all’allegato 1 del testo definitivo del Decreto ristori.

I codici ammessi sono quelli che identificano i tipi di impresa colpiti dalle nuove restrizioni. Vi si trovano dunque bar, ristoranti, palestre, piscine, alberghi, discoteche e altro ancora. L’elenco completo dei codici Ateco ammessi ai contributi a fondo perduto del Decreto ristori.

A questi requisiti si aggiunge quello del calo di fatturato: per richiedere i contributi a fondo perduto previsti dal Decreto ristori si dovrà dimostrare un calo di almeno il 33% del volume di affari nel mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019. “Al fine di determinare correttamente i predetti importi – specifica il testo del Decreto –, si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi”. I requisiti di fatturato non si applicano in caso di nuove attività, cioè partite Iva attivate a partire dal 1° gennaio 2019.

Contrariamente ai contributi a fondo perduto della primavera scorsa, in questo caso non c’è il tetto massimo di 5 milioni di euro di fatturato nel 2019. Possono richiederlo dunque anche le imprese più grandi, a condizione che rientrino tra quelle colpite dalle restrizioni.

Bonus ristoro 2020: a chi vanno i 1000 euro Inps di ottobre

Contributi a fondo perduto del Decreto ristori, il calcolo sulla base del fatturato

Come funziona il calcolo dell’ammontare dei contributi a fondo perduto che spettano a imprese e partite Iva? Si parte sempre dal calo del fatturato che si è registrato nel mese di aprile. Una volta fatta la differenza tra quello del 2020 e quello del 2019, a quella cifra si applica una percentuale che sarà pari:

  • al 20%, per imprese con ricavi o compensi inferiori a 400 mila euro nel periodo di imposta precedente la 19 maggio 2020
  • al 15% per imprese con ricavi o compensi tra 400 mila e 1 milione di euro nello stesso periodo di imposta
  • al 10% per imprese con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro nello stesso periodo di imposta

I coefficienti

Ottenuta questa nuova cifra, ad essa si applica il coefficiente previsto per quel tipo di impresa, in base al suo codice Ateco, riportato nell’allegato 1. I coefficienti per i contributi a fondo perduto del Decreto ristori variano dal 100% al 200%, a seconda dell’attività.

Sono comunque previsti importi minimi (mille o duemila euro a seconda del tipo di impresa) e importi massimi (150 mila euro).

Come richiedere i contributi a fondo perduto del Decreto ristori

Questa volta non ci dovrebbero essere ritardi. Tanto che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha promesso i versamenti entro il 15 novembre. I contributi a fondo perduto saranno erogati direttamente con un bonifico da parte dell’Agenzia delle entrate: come richiedere l’erogazione?

Le imprese che hanno già ricevuto il contributo di maggio (e non lo hanno restituito) non dovranno fare niente. Il versamento sarà automatico.

Gli altri invece dovranno dovranno seguire la procedura indicata dall’Agenzia delle entrate con il provvedimento del 10 giugno 2020 per ottenere i contributi a fondo perduto.

Decreto ristoro: in Gazzetta Ufficiale testo in pdf e codici Ateco (allegato 1)

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La tabella dei codici Ateco, contenuta nell’allegato 1, è stata limata fino all’ultimo momento: dopo il varo del governo e la firma del presidente della Repubblica, il testo definitivo del “Decreto ristoro” di ottobre 2020 è stato pubblicato in pdf sulla Gazzetta Ufficiale con aiuti economici alle realtà danneggiate dalle misure restrittive decise con l’ultimo Dpcm per l’emergenza Covid, dai ristoranti alle partite Iva dello spettacolo, fino a palestre, piscine, teatri, cinema, taxi e ncc. Il provvedimento entra in vigore oggi, 29 ottobre.

Per queste categorie in particolare il dl n° 137 del 28 ottobre 2020 prevede contributi a fondo perduto che arriveranno direttamente sul conto corrente tramite un bonifico dell’Agenzia delle Entrate. E chi ha richiesto questo aiuto in passato potrà ricevere il pagamento già a metà novembre, ha annunciato il premier Giuseppe Conte. In tutto vengono stanziati 5,4 miliardi di euro con misure per sostenere l’economia, le imprese e anche le famiglie in difficoltà.

Le principali misure del dl ristori 137/2020

Tra le principali misure, la proroga della cassa integrazione fino al 31 gennaio 2021, due nuove mensilità del reddito di emergenza, un’indennità di 1.000 euro per i lavoratori autonomi e intermittenti dello spettacolo, 1.000 euro anche per i lavoratori stagionali del turismo e degli altri settori (qui i requisiti del “bonus ristoro”), oltre a un nuovo bonus per i collaboratori sportivi che rispetto a quello giugno sale a 800 euro.

Il testo del decreto ristoro prevede inoltre contributi a fondo perduto per le imprese danneggiate dalle nuove restrizioni (anche quelle con fatturato maggiore di 5 milioni di euro), stop al versamento dei contributi previdenziali per quelle aziende che hanno sospeso o ridotto l’attività a seguito dell’emergenza Covid, cancellazione della seconda rata dell’Imu per le attività sospese e l’estensione per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020 del bonus affitti per le imprese, già previsto dal Cura Italia e dal decreto rilancio.

La tabella dei codici Ateco: il testo definitivo dell’allegato 1 al decreto ristoro di ottobre

Una prima bozza in pdf del decreto legge ristoro era già circolata in rete, ma l’attesa era tutta per il testo definitivo in Gazzetta Ufficiale che contiene l’elenco aggiornato dei codici Ateco, ossia quel numerino che individua le varie attività economiche, e che quindi stabilisce nero su bianco a chi andranno gli aiuti economici e in quale misura.

Ecco i codici ateco inclusi nel decreto ristoro (allegato 1), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ma la lista potrà essere ampliata con decreti del Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, emanati in accordo con il dicastero dell’Economia:

Trasporti, taxi, NCC

  • 493210 – Trasporto con taxi 100,00%
  • 493220 – NCC, trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente 100,00%
  • 493901 – Gestioni di funicolari, ski-lift e seggiovie se non facenti parte dei sistemi di transito urbano o sub-urbano 200,00%

Alberghi, agriturismi e strutture ricettive

  • 551000 – Alberghi 150,00%
  • 552010 – Villaggi turistici 150,00%
  • 552020 – Ostelli della gioventù 150,00%
  • 552030 – Rifugi di montagna 150,00%
  • 552040 – Colonie marine e montane 150,00%
  • 552051 – Affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast, residence 150,00
  • 552052 – Attività di alloggio connesse alle aziende agricole (agriturismo) 150,00 %
  • 553000 – Aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte 150,00%
  • 559020 – Alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero 150,00

Decreto ristoro: ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie, catering

  • 561011 – Ristorazione con somministrazione 200,00%
  • 561012 – Attività di ristorazione connesse alle aziende agricole 200,00%
  • 561030 – Gelaterie e pasticcerie 150,00%
  • 561041 – Gelaterie e pasticcerie ambulanti 150,00%
  • 561042 – Ristorazione ambulante 200,00%
  • 561050 – Ristorazione su treni e navi 200,00%
  • 562100 – Catering per eventi, banqueting 200,00%
  • 563000 – Bar e altri esercizi simili senza cucina 150,00

Cinema, teatro, spettacoli: codici Ateco (allegato 1)

  • 591300 – Attività di distribuzione cinematografica, di video e di programmi televisivi 200,00%
  • 591400 – Attività di proiezione cinematografica 200,00%
  • 749094 – Agenzie ed agenti o procuratori per lo spettacolo e lo sport 200,00%
  • 773994 – Noleggio di strutture e attrezzature per manifestazioni e spettacoli: impianti luce ed audio senza operatore, palchi, stand ed addobbi luminosi 200,00%
  • 799011 – Servizi di biglietteria per eventi teatrali, sportivi ed altri eventi ricreativi e d’intrattenimento 200,00%
  • 900101 – Attività nel campo della recitazione 200,00%
  • 900109 – Altre rappresentazioni artistiche 200,00%
  • 900201 – Noleggio con operatore di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli 200,00%
  • 900209 – Altre attività di supporto alle rappresentazioni artistiche 200,00%
  • 900309 – Altre creazioni artistiche e letterarie 200,00%
  • 900400 – Gestione di teatri, sale da concerto e altre strutture artistiche 200,00%

Decreto ristoro: aiuti per viaggi, turismo, guide turistiche

  • 799019 – Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio nca 200,00%
  • 99020 – Attività delle guide e degli accompagnatori turistici 200,00%
  • 823000 – Organizzazione di convegni e fiere 200,00%
  • 855209 – Altra formazione culturale

I codici ateco per palestre, terme, centri benessere e sportivi

  • 931110 – Gestione di stadi 200,00%
  • 931120 – Gestione di piscine 200,00%
  • 931130 – Gestione di impianti sportivi polivalenti 200,00%
  • 931190 – Gestione di altri impianti sportivi nca 200,00%
  • 931200 – Attività di club sportivi 200,0
  • 931300 – Gestione di palestre 200,00%
  • 931910 – Enti e organizzazioni sportive, promozione di eventi sportivi 200,00%
  • 931999 – Altre attività sportive nca 200,00%
  • 960410 – Servizi di centri per il benessere fisico esclusi gli stabilimenti termali 200,00%
  • 960420 – Stabilimenti termali 200,00%

Discoteche, centri scommesse, intrattenimento

  • 920009 – Altre attività connesse con le lotterie e le scommesse (comprende le sale bingo) 200,00%
  • 932100 -Parchi di divertimento e parchi tematici 200,00%
  • 932910 – Discoteche, sale da ballo night-club e simili 400,00%
  • 932930 – Sale giochi e biliardi 200,00%
  • 932990-Altre attività di intrattenimento e di divertimento nca 200,00%
  • 949920 – Attività di organizzazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby 200,00%
  • 949990 – Attività di altre organizzazioni associative nca 200,00%
  • 960905 – Organizzazione di feste e cerimonie 200,00%

Il testo in pdf del decreto ristoro di ottobre 2020 in Gazzetta Ufficiale

Requisiti, codici Ateco e dettagli degli aiuti del decreto legge ristoro (137/2020) sono riportati sulla Gazzetta Ufficiale:

La Fiorentina passa in Coppa Italia contro il Padova, ma delude ancora

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La Fiorentina batte (2-1) il Padova grazie alle reti nel primo tempo di Venuti e Callejon. Nella ripresa meglio gli uomini di Mandorlini che, prima accorciano con Santini e poi vanno più volte vicini al pareggio. La gara è iniziata con 40 minuti di ritardo in quanto diversi giocatori del Padova erano in attesa dei tamponi per sapere se erano positivi al Covid 19. Mandorlini ha schierato 11 giocatori in campo e solo 2 in panchina. Rosa falcidiata dal Coronavirus. Iachini ha offerto l’opportunità a tanti giocatori che non riescono a mettersi in mostra in campionato di poter giocare effettuando un corposo turnover.

Le azioni salienti

Fiorentina in vantaggio al 10’ grazie a Saponara che effettua un cross che Venuti corregge a rete. Dopo tre minuti è ancora Saponara a servire un assist a Cutrone. Questa volta il portiere del Padova para. Al 32’ Callejon serve Duncan. Riesce il triangolo con lo spagnolo che segna il 2-0. E’ la prima rete stagionale in maglia viola per l’ex giocatore del Napoli. Nel secondo tempo i veneti sono più propositivi e, al 54’, accorciano le distanze. Viene battuto un angolo, palla in area e Santini riesce a tirare battendo Terracciano per il 2-1.  Al 60’ gli uomini di Mandorlini pareggiano, ancora con Santini, ma in fuorigioco e l’arbitro Santoro annulla. Al 75’ ci prova Nicastro che colpisce il palo. E all’89’ è ancora Nicastro ad impensierire Terracciano che si rifugia in angolo. La Fiorentina vince ma mostra ancora tanti limiti. Nel quarto turno i viola giocheranno, in trasferta, contro l’Udinese.

No alle scuole chiuse in Toscana: l’ordinanza sulla didattica a distanza

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Le scuole superiori della Toscana non saranno chiuse, ma viene introdotta fino al 24 novembre 2020 la didattica a distanza per il 75% delle ore, la soglia minima prevista dall’ultimo Dpcm per l’emergenza coronavirus. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha firmato l’ordinanza numero 99 del 28 ottobre 2020 che riguarda il mondo della scuola.

Il nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri dà infatti facoltà ai singoli governatori di ampliare il ricorso alle lezioni da remoto anche fino al 100%, ma in questo caso si è preferito lasciare aperte le aule almeno per una piccola parte. Nessun cambiamento per gli altri cicli: alla materna, alle elementari e alle medie si continuerà ad andare in classe, seguendo sempre i protocolli anti-contagio per il coronavirus.

No alle scuole chiuse per coronavirus, in Toscana didattica a distanza per tre quarti

In Toscana quindi le scuole non saranno chiuse. Gli studenti seguiranno dallo schermo del computer o del tablet tre quarti delle lezioni previste dagli istituti, ma torneranno sui banchi per il 25% delle ore, con particolare attenzione a tutte quelle attività pratiche che mal si prestano alla didattica a distanza, come laboratori e stage, oltre a favorire gli alunni che si preparano per la maturità e le “matricole” che hanno appena iniziato la scuola secondaria di secondo grado.

Un quarto dell’attività prevista ogni giorno nelle scuole superiori della Toscana – chiarisce infatti l’ordinanza regionale – va riservata, dove possibile, ai laboratori e agli alunni delle prime e ultime classi.

Professionali: laboratori e stage in presenza

Per quanto riguarda gli istituti professionali l’indicazione della Regione Toscana è quella di svolgere con didattica a distanza le attività teoriche e realizzare in presenza quelle pratiche che sono difficilmente replicabili in remoto, come i laboratori e gli stage.

Infine per gli alunni con disabilità, disturbi dell’apprendimento e con altri bisogni educativi specifici, l’ordinanza chiede che “venga garantita l’effettiva inclusione scolastica”. Qui il testo integrale (pdf) dell’ordinanza 99 del 28 ottobre 2020 della Regione Toscana.

La crescita esponenziale del crowdfunding immobiliare

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Il crowdfunding immobiliare, strumento di cui gli operatori del real estate possono beneficiare per reperire liquidità in maniera semplice e rapida, mostra una crescita esponenziale. Alla chiusura del 2019, lo strumento economico che si basa su una forma di finanziamento collettivo ha raddoppiato il volume di affari mosso attraverso le piattaforme dedicate. L’anno scorso, le campagne online di crowdfunding immobiliare sono arrivate a raccogliere la cifra record di 20 miliardi di euro su scala mondiale, il doppio della somma messa insieme nel corso dei precedenti 12 mesi.

Stando a quanto riportato nella guida informativa di Concrete Investing, vero e proprio punto di riferimento del settore, il business del real estate crowdfunding sta iniziando a correre anche in Italia. Lo scorso anno, nel nostro Paese sono stati erogati circa 69 milioni di euro alle imprese del comparto immobiliare tramite i servizi di equity crowfunding offerti da portali come Concrete Investing. Anche in questo caso si può parlare di primato, se si pensa che la raccolta di capitali è cresciuta di 114 punti percentuali rispetto a quella del 2018.

Il parere condiviso dagli analisti del settore è quello che la significativa crescita del crowdfunding immobiliare non accennerà a frenare. Secondo le stime più conservative degli addetti ai lavori, alla fine del 2020 in Italia il mercato potrebbe raggiungere la soglia record dei 100 milioni di euro. Questo è possibile nonostante, o grazie al fatto, che il mondo stia affrontando una crisi economico-sociale a detta di molti senza precedenti. La pandemia da coronavirus ha infatti contribuito ad accelerare il processo di digitalizzazione in corso, spingendo gli investitori e gli operatori del mercato immobiliare ad adottare soluzioni tecnologiche per la gestione dei propri affari.

Il crowdfunding immobiliare è uno strumento che offre notevoli opportunità di sviluppo al comparto dell’edilizia 4.0. Gli immobiliaristi hanno l’occasione di accedere al credito in maniera più rapida, semplice e trasparente rispetto a quella proposta dalle banche tradizionali. La raccolta dei capitali viene così rivoluzionata dall’applicazione della logica fintech, che favorendo la creazione di nuovi servizi contribuisce alla crescita e allo sviluppo di nuovi progetti immobiliari.

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Centri commerciali: la Toscana minaccia la chiusura di domenica

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Attenzione alla folla nei supermercati e alle file davanti ai centri commerciali della Toscana, che rischiano la chiusura nel weeekend: il governatore Eugenio Giani finora non ha deciso lo stop degli shopping center la domenica – questione rimasta aperta anche dopo l’ultimo Dpcm sull’emergenza Covid -, ma se i gestori non seguiranno le raccomandazioni della Regione sul contingentamento degli ingressi e su quante persone far entrare, potrà arrivare un’ordinanza restrittiva.

Dopo aver incontrato nei giorni scorsi le associazioni di categoria, Giani ha annunciato che sta preparando “delle raccomandazioni, chiedendo che il prossimo fine settimana le strutture mostrino molta disciplina”. Per ora non sarà quindi emanata un’ordinanza, che potrebbe però essere firmata dal governatore se i suggerimenti non saranno seguiti.

Contingentamento degli ingressi, no agli assembramenti dentro e fuori

Dai centri commerciali delle grandi insegne di supermercati, come Coop, Esselunga e Carrefour, ai mega store di Ikea, fino agli shopping center come i Gigli e agli outlet, la Regione Toscana raccomanderà ai gestori di vigilare costantemente sul numero degli ingressi nelle strutture per evitare assembramenti nell’area di vendita ma anche fuori dagli edifici.

Tra i consigli quello di far entrare solo una persona per famiglia, come ai tempi del lockdown, in modo che i clienti rimangano nel centro commerciale solo il tempo necessario per gli acquisti.

Se ci saranno problemi, chiusura dei centri commerciali in Toscana

Quello tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre sarà quindi un weekend di test a tutti gli effetti. Se si dovessero registrare problemi sul contingentamento degli ingressi e sulle misure anti-assembramento, “prenderemo seriamente in considerazione di intervenire”, ha detto Giani.

Di fatto un ultimatum ai centri commerciali della Toscana che rischiano la chiusura di domenica. Il messaggio è chiaro: o vigilate sugli assembramenti dandovi un’autodisciplina oppure arriverà un’ordinanza regionale toscana che potrebbe prevedere lo stop alle aperture delle attività durante il weekend.