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Il Reporter novembre 2020

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Andiamoci piano

Girava un meme simpatico qualche mese fa. Da una parte, la foto di un uomo di mezza età, sovrappeso e addormentato in posa scomposta sul divano. “Italiani durante tutto l’anno”, diceva la didascalia. Sotto, tre maratoneti con scarpette da corsa e pettorina: “Italiani quando gli viene detto di rimanere in casa in quarantena”.

Se non proprio a correre, persino i più improbabili tra noi col lockdown hanno imparato a camminare. Ora che ci risiamo, che anche tra congiunti è vietato (pardon, fortemente raccomandato non) fare tutto il resto, riprenderemo a camminare, ultima forma di socialità analogica. Almeno questo: il confinamento è un’esperienza traumatica per chi abita negli appartamenti di città. Studenti a distanza, lavoratori smart, bambini, pensionati… alla lunga la casa diventa un incubo claustrofobico, si cerca l’aria. Fuori, dove non importa.

Un piede davanti all’altro, senza nemmeno allontanarsi troppo, è un modo spontaneo per sentire d’esser vivi. Poco traffico sulle strade, vuote le autostrade, mezzi vuoti i vagoni dell’alta velocità, mentre l’Europa delle low cost, i fine settimana nelle capitali, il mondo intero a mezza giornata di volo non esiste più. La pandemia ha risucchiato l’orizzonte del nostro loisir, di tutto ciò che non è lavoro e dunque è cinema, bar, ristorante, teatro, gita. Il tempo, se è libero, è a piedi. Possiamo farne tesoro? Beninteso, tutta la retorica sulla riscoperta della bellezza nei dintorni di casa e del senso di tutto che sta nelle cose semplici ce la risparmieremmo volentieri. Vero è però che una passeggiata, al contrario di certi giri in macchina senza meta, non è mai un’esperienza deludente. Insegna ad aver pazienza, virtù che torna comoda per questi tempi.

Qualche settimana fa l’Organizzazione mondiale della sanità ha fatto uscire un pamphlet sulla pandemic fatigue, la stanchezza da pandemia. Tra i cittadini dei paesi dell’Europa occidentale si registra una crescente demotivazione a rispettare le prescrizioni sanitarie e a mantenere i comportamenti utili a contenere il contagio da Covid-19. C’entrano resistenze sociali, emotive, culturali, molte delle quali inasprite dalla durata di questa emergenza. Abbiamo a che farci da nove mesi, un tempo incompatibile con la nostra idea del mondo domato dall’uomo e dalla sua tecnologia. L’ipotesi stessa di una pandemia, un anno fa, pareva relegata ai tempi antichi. Titolare di una bella quota di questo senso di impazienza è la comunicazione irresponsabile dei governi nazionali – non tutti, ma quello italiano non fa eccezione – i quali fin dall’inizio hanno spergiurato che certe misure straordinarie, per quanto drastiche, erano transitorie, estremamente transitorie. E il messaggio è stato, nell’ordine: che l’estate se le sarebbe portate via, che avremmo avuto le nostre vacanze, che non c’erano rischi nella ripresa di scuola e lavoro, che forse nemmeno sarebbe arrivata una seconda ondata e, ora, che con l’ultimo sforzo avremo in premio un Natale sereno.

Tutti abbiamo bisogno di verità consolatorie, ma nel mezzo di una tra le peggiori pandemie di cui il genere umano abbia fatto esperienza non esistono risposte facili. Serietà minima vorrebbe che la classe dirigente lo dicesse con trasparenza, e poi aggiungesse che col virus dovremo fare i conti per altri 6-10 mesi, ad andar bene. Di pazienza, la virtù del camminatore, ne servirà ancora tanta. Una passeggiata ci salverà, per qualche ora almeno.

Andrea Tani
[email protected]

 

il reporter novembre 2020

SFOGLIA ORA

Nuovo lockdown in Italia, chiusure territoriali con il Dpcm di lunedì 2 novembre

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Non un nuovo lockdown totale come quello della primavera scorsa, ma una serie di chiusure territoriali e misure restrittive anti Covid valide in tutta Italia: questo il contenuto del nuovo Dpcm che il presidente del consiglio Giuseppe Conte presenterà lunedì 2 novembre al parlamento. Nuove regole per il trasporto pubblico e divieto di spostamenti tra regioni o comuni. Previste anche le chiusure dei centri commerciali nel weekend.

Italia verso lockdown territoriali: nuovo Dpcm il 2 novembre

Le restrizioni riguarderanno prima di tutto le grandi città considerate più a rischio. Lì le restrizioni, anche se non sarà una chiusura totale, saranno più simili a un nuovo lockdown: Milano, Napoli, Torino e – probabilmente – anche Roma.

Quante persone possono entrare in un negozio: il numero massimo

Si tratterà dunque di una serie di lockdown territoriali a livello provinciale e non di un lockdown nazionale né regionale. Tra le urgenze indicate dal Comitato tecnico scientifico al governo ci sarebbe prima di tutto quella di rivedere le modalità del trasporto pubblico. Per il resto i tecnici hanno ribadito la necessità di attendere ancora qualche giorno per poter valutare gli effetti del Dpcm 24 ottobre.

Ipotesi nuovo lockdown: lunedì il Dpcm 2 novembre

Chiusure mirate e divieto – o almeno forti limitazioni – agli spostamenti tra regioni e comuni. Questa almeno sembra essere l’indicazione emersa dopo gli incontri di oggi. Giuseppe Conte ha incontrato gli esponenti di governo e i capi delegazione delle forze di maggioranza. Presenti all’incontro anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, e il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri.

Fase 4 Covid, cosa significa e cosa prevede in Italia lo scenario di tipo 4

Nuovo lockdown locali, quali città: Milano, Napoli, Torino e (forse) Roma

Milano, Torino, Napoli, Roma: quali città saranno interessate dai nuovi lockdown territoriali da lunedì 2 novembre? Per ora le quattro indiziate sono queste, con qualche incertezza sulla Capitale. A queste si aggiungeranno zone rosse nelle regioni più a rischio, con dei veri e propri lockdown locali e territoriali.

Decisivo sarà il prossimo report del Comitato tecnico scientifico. Domani gli esponenti del governo avranno un confronto con i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni.

Il nuovo Dpcm, con le misure dei lockdown territoriali e locali in Italia, sarà presentato lunedì 2 novembre. Il presidente Conte sarà in parlamento per illustrarne i contenuti. Alle ore 12 sarà alla Camera, alle 17 al Senato. L’intenzione è quella di adottare le nuove misure già da lunedì sera.

Ipotesi nuovo lockdown in Italia, inizio possibile già dal 2 novembre

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Il contagio da Covid sta per raggiungere lo Stadio 4, il più grave. E non accenna a diminuire. Per questo l’ipotesi di un nuovo lockdown in Italia, il secondo, si fa sempre più concreta e il governo sarebbe al lavoro su un piano per farne scattare l’inizio il prima possibile, già da lunedì 2 novembre. Forse un lockdown “light”, leggero, sul modello di quello che sta per partire in Germania e non una serrata totale come quella di primavera e quella in vigore in Francia. Tra le condizioni ci sarebbero però anche forti limitazioni agli spostamenti.

Nuovo lockdown in Italia, da quando? Inizio possibile il 2 novembre

Lo scenario 4 si delinea quando si supera l’ultima soglia di pericolosità di diversi fattori, il più importante dei quali è l’indice Rt, ovvero il numero medio di infezioni trasmesse da ogni individuo infetto. Senza un’epidemia in corso, l’indice si chiama R0. Fintanto che l’indice resta sotto a quota 1 significa che l’epidemia è in fase decrescente. Se supera quota 1, scattano i diversi livelli di allarme.

Quante persone possono entrare in un negozio: il numero massimo

Nello studio consegnato al governo dall’Istituto superiore di sanità si afferma che l’Italia sta andando verso lo scenario 4, uno scenario in cui i valori di Rt regionali sono “prevalentemente e significativamente maggiori di 1,5“.  In questo caso sono necessarie misure di contenimento molto aggressive per scongiurare il sovraccarico del sistema sanitario. Ecco allora l’ipotesi di nuovo lockdown in Italia a novembre contro la pandemia da Covid.

Siamo ancora alle ipotesi, ma se i numeri del contagio non cambiano in fretta non sarà questione di se, ma di quando avrà inizio un nuovo lockdown in Italia a novembre, che sia light o meno: forse già da lunedì 2 novembre. Questa la data su cui sta riflettendo il governo, secondo alcune indiscrezioni.

Se non sul tutto il territorio nazionale, il lockdown potrebbe scattare in alcune grandi città e aree metropolitane considerate più a rischio. Alcune Regioni si sono già mosse in autonomia. La Valle d’Aosta ha introdotto il coprifuoco dalle 21 alle 5. In Campania si fermano anche i nidi e le scuole materne fino al 14 novembre. Didattica tutta online alle scuole superiori di Piemonte e Umbria.

Proprio per le scuole è possibile che arrivino le prime novità. Oggi, sabato 31 ottobre, è in programma una nuova riunione della maggioranza, con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, i ministri e i capi delegazione della coalizione del governo. Al centro della riunione, la situazione dei contadi nelle scuole e le possibili misure da adottare per contrastarli.

Decreto ristoro: in Gazzetta Ufficiale testo in pdf e codici Ateco (allegato 1)

Non così leggero: le possibili restrizioni del lockdown

Alle misure restrittive già introdotte dal Dpcm 24 ottobre si aggiungerebbero altre chiusure e limitazioni. Se e quando un nuovo lockdown avrà inizio a novembre, le prime chiusure interesseranno ristoranti, bar e locali pubblici che al momento possono restare aperti fino alle 18. Ad alto rischio chiusura anche parrucchieri e centri estetici. Verrà prolungato lo stop di tutte le attività sportive non professionistiche. Possibili strette riguarderanno anche la possibilità di spostarsi fuori dalla propria regione o dal proprio comune di residenza, oltre al numero di persone che si possono riunire in privato e alle modalità con cui ciò sarà permesso.

“Trilogia di New York” di Paul Auster, la recensione

La “Trilogia di New York” di Paul Auster è una raccolta di tre racconti che, seppur inizialmente pubblicati separati, vanno a comporre un’opera unica che racconta da più punti di vista l’alienazione dalla vita reale e da se stesso dello scrittore di professione.

Tutti e tre ambientati a New York, città alienante per eccellenza, in cui ci si ritrova e ci si perde con una facilità dirompente, i racconti hanno come minimo comune denominatore le vicende di scrittori-investigatori e il rapporto che ognuno di loro ha con il proprio “io”.

Il primo racconto della “Trilogia di New York” di Paul Auster

Nel primo racconto, “Città di vetro”, facciamo la conoscenza di Daniel Quinn, scrittore che si divide inizialmente tra tre personalità: la sua, quella di William Wilson, pseudonimo con cui firma le sue opere, e quella di Max Work, il detective protagonista dei suoi racconti. Quando poi decide di assumere addirittura una quarta personalità (quella del detective Paul Auster) accettando l’incarico di Virginia Stillman che gli commissiona di pedinare il suocero appena uscito di prigione per evitare che uccida suo marito, Daniel Quinn finisce per smarrirsi completamente. Non sa più quale, tra le sue molteplici personalità, è quella vera, non si riconosce più allo specchio, trasformandosi in corpo senza più un’identità, e con il solo scopo nella vita di scrivere nel suo taccuino rosso (cosa succederà quando finiranno le pagine?).

Secondo e terzo

Nel secondo racconto, “Fantasmi”, troviamo Blue che, ingaggiato da White, deve spiare e pedinare Black nei suoi rari spostamenti. Blue si riconosce talmente tanto in Black che ha la sensazione di guardarsi allo specchio, e vi vede la sua esistenza sprecata e angosciante.

Ne “La stanza chiusa”, infine, il protagonista  dedica anima e corpo a cercare Fanshawe, suo amico e scrittore sparito nel nulla. Se Daniel Quinn si perde nei suoi “io” e Blue si vede riflesso nell’identità di un altro, qua il protagonista si sostituisce completamente all’oggetto della sua ricerca, assumendone l’identità e vivendone l’esistenza. Complice l’ambientazione del luogo-non-luogo newyorkese, il libro riesce in maniera piacevole e scorrevole a trasmettere la sensazione di disorientamento che lo scrittore professionista ha nei confronti della vita reale.

Paul Auster, “Trilogia di New York”
Einaudi, 12,50 €

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Bonus bici mobilità 2020: come richiederlo al Ministero dell’Ambiente

Quando esce l’app web, come funziona il bonus bici 2020, chi ha diritto al rimborso della bicicletta acquistata, come richiederlo sulla piattaforma del Ministero dell’Ambiente: ormai il buono mobilità è ai blocchi di partenza, dopo la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale e l’attivazione del sito www.buonomobilita.it. Il 3 novembre, ecco la data da segnarsi sul calendario. Non si tratterà di un vero e proprio click day ma in quel giorno si potrà accedere alla procedura online per ottenere il bonus fino a 500 euro dedicato a chi acquista una bicicletta convenzionale o elettrica a pedalata assistita (comprese le mountain bike e le handbike) o altri veicoli per la micro-mobilità elettrica come monopattini, hoverboard e segway.

Per richiedere il bonus bici sono previste due fasi: una riservata a chi ha fatto acquisti prima dell’attivazione della piattaforma online del Ministero (quindi entro il 2 novembre 2020) con un rimborso diretto via bonifico, l’altra per chi vorrà comprare un mezzo green dopo l’arrivo dell’app web grazie a un buono sconto digitale da usare nelle strutture e nei negozi online aderenti. Vediamo allora tutti i dettagli e le novità introdotte dal decreto attuativo del bonus bici.

Bonus bici 2020: a chi spetta, i requisiti e come ottenerlo

Confermati i requisiti per richiederlo: il bonus per l’acquisto di bici e monopattini spetta ai maggiorenni che hanno la residenza (e non il domicilio) nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, nei capoluoghi di Provincia e di Regione (anche sotto i 50 mila abitanti) e nei Comuni delle Città metropolitane.

In Italia le Città metropolitane sono 14 e i cittadini che risiedono in Comuni appartenenti a queste zone possono richiedere il bonus per le biciclette, anche se il numero di abitanti è inferiore a 50 mila, ecco l’elenco delle Città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma Capitale, Torino, Venezia.

Cosa si può comprare: dalla bicicletta usata (anche elettrica) all’hand bike fino al monopattino

Il bonus bici 2020 ha un valore pari al 60% della spesa sostenuta fino a un massimo di 500 euro per l’acquisto di biciclette nuove o usate, sia convenzionali che elettriche a pedalata assistita (ebike); mountain bike nuove o usate; handbike nuove o usate; veicoli per la mobilità elettrica nuovi o usati prevalentemente elettrici (come ad esempio monopattini, hoverboard, segway); servizi di mobilità condivisa a uso individuale (come il bike sharing o lo scooter sharing) ma non quelli che impiegano auto (car sharing).

Non si possono comprare invece accessori, caschi, batterie, caschetti e via dicendo. È possibile chiedere il buono mobilità solo una volta.

App del Ministero dell’Ambiente: come funziona il bonus bici, come richiederlo e quando esce la piattaforma

Il bonus bici spetta per gli acquisti fatti a partire dal 4 maggio fino al 31 dicembre 2020: ecco come richiederlo. Nessun modulo cartaceo, la procedura è tutta online, attraverso un’app web che il Ministero dell’Ambiente ha creato per fare domanda in pochi passaggi del bonus bici: ma quando esce la piattaforma per fare richiesta? Il portale è attivo dal 19 ottobre 2020, ma solo per raccogliere le richieste dei negozi che vogliono aderire, mentre per la domanda di rimborso degli utenti si parte martedì 3 novembre 2020.

Per accedere e ottenere il buono mobilità è necessario lo Spid, la password unica per i siti statali (qui vi spieghiamo come richiederlo), bisogna poi compilare un’autocertificazione in cui si dichiara di avere i requisiti per il bonus bici 2020, ma la procedura è leggermente diversa in base al momento dell’acquisto della bicicletta o dei veicoli per la micro-mobilità elettrica, con due fasi:

  1. Buono mobilità per acquisti fatti dal 4 maggio al 2 novembre 2020
    allegando la fattura o la documentazione commerciale (scontrino) rilasciato dal negozio oppure dal gestore di servizi di mobilità condivisa e specificando l’IBAN del proprio conto corrente, si otterrà il rimborso via bonifico. La domanda per il bonus bici andrà fatta sulla piattaforma del Ministero dell’Ambiente entro il 31 dicembre 2020;
  2. Bonus mobilità per acquisti fatti dopo il 3 novembre 2020
    sarà generato un buono sconto digitale da usare, entro 30 giorni dall’emissione, in tutti i negozi e le strutture aderenti (al momento sono oltre 2.000), in base a un elenco che sarà pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente.

Il criterio per l’assegnazione del buono mobilità è l’ordine cronologico di arrivo delle richieste: si parte dalle prime per passare alle successive finché le risorse non saranno finite. Rispetto a quanto previsto inizialmente, il budget per il bonus bici 2020 è stato alzato a 210 milioni di euro, in modo da evitare che si crei un click day, ossia che molte persone facciano domanda tutte insieme esaurendo in poco tempo quanto stanziato.

Bicicletta elettrica bonus bici pedalata assistita ebike

I negozi e le strutture aderenti dove usare il buono mobilità

Per la prima fase, ossia per chi ha acquistato o ha comprato una bicicletta o un veicolo di micromobilità elettrica prima della partenza dell’app web il 3 novembre, non ci sono restrizioni: è possibile rivolgersi a piccoli negozi o grandi catene, come Decathlon, anche online per poi richiedere il rimborso diretto del bonus bici 2020. Basterà la fattura o un’altra documentazione commerciale valida ai fini fiscali.

Tutti quelli che invece fanno acquisti dopo la partenza della piattaforma online potranno usare un buono sconto digitale solo nei negozi aderenti al bonus bici: le attività commerciali, le strutture della grande distribuzione e gli e-commerce online si stanno accreditando sulla piattaforma del buono mobilità, mentre gli utenti troveranno la lista degli esercizi commerciali dove usufruire del buono mobilità direttamente sull’app web. Chiarimenti anche nelle Faq del Ministero dell’Ambiente, aggiornate dopo la pubblicazione del decreto attuativo.

Il buono mobilità per chi fa la rottamazione della vecchia auto

Accanto al bonus bici, da richiedere sulla piattaforma online entro il 31 dicembre, il decreto rilancio ha previsto anche un buono mobilità fino a 1.500 euro per chi rottama la vecchia auto, che può sommarsi al precedente. Detto in soldoni, chi otterrà il bonus per l’acquisto della bicicletta facendo domanda dal 3 novembre in poi, potrà poi richiedere il prossimo anno anche questa nuova agevolazione se rottamerà la sua auto più vecchia di 10 anni.

Ecco i requisiti: il bonus mobilità per la rottamazione verrà riconosciuto per chi rottama dal 1° gennaio 2021 al 31 gennaio 2021 auto fino a Euro 3 o motocicli fino a Euro 2 e Euro 3 a due tempi. Questo buono potrà essere speso entro il 31 dicembre 2024 per acquistare abbonamenti a bus e treni regionali, bici elettriche a pedalata assistita, mezzi elettrici per la micromobilità (monopattini, hoverboard e segway) e servizi di mobilità condivisa. Le modalità precise saranno definite con un nuovo decreto attuativo.

Il testo integrale del decreto attuativo del bonus bici 2020 in Gazzetta Ufficiale (pdf)

13 articoli con tutti i dettagli. Il testo integrale del decreto attuativo del Ministero dell’Ambiente sul bonus bici, pubblicato lo scorso 5 settembre, è disponibile sulla piattaforma online della Gazzetta Ufficiale.

Supermercati a numero chiuso: ordinanza della Regione Toscana (pdf)

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Con una nuova ordinanza firmata il 30 ottobre 2020 dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani cambiano le linee guida anti-Covid per il commercio, dai piccoli negozi ai supermercati: per ora non ci sarà la chiusura dei centri commerciali la domenica, ma torna – come ai tempi del lockdown – uno stretto contingentamento degli ingressi, con il numero di persone che possono entrare dimezzato rispetto alle regole stabilite dal Dpcm nazionale, e l’indicazione di permettere l’accesso soltanto a una persona per famiglia nei punti vendita alimentari dove si fa la spesa con cestini e carrelli.

Già nei giorni scorsi il governatore aveva chiesto alle catene della grande distribuzione un maggiore rigore per quanto riguarda lo scaglionamento degli accessi, pena la chiusura durante il weekend dei centri commerciali. Adesso arriva un aggiornamento del protocollo di sicurezza, visto che i contagi di coronavirus in Toscana continuano a crescere. Hanno sfondato la soglia dei 2.000 casi in più al giorno.

In quanti si può entrare al supermercato e in negozio in Toscana

La nuova ordinanza, firmata da Giani e in vigore dal 31 ottobre 2020, stringe le maglie per le attività del commercio in Toscana, rispetto a quanto previsto a livello nazionale: in particolare è vietato sostare all’interno dei negozi “più del tempo strettamente necessario agli acquisti” e nei punti vendita a prevalenza alimentare dove la spesa viene fatta con cestini o carrelli (come i supermercati) l’ingresso è consentito a una sola persona per famiglia. In questo caso quindi la spesa si può fare esclusivamente da soli, eccezion fatta per chi ha bambini e per le persone non autosufficienti.

Ma quante persone possono entrare in un negozio, secondo la nuova ordinanza della Regione Toscana? All’ingresso di ogni esercizio deve essere esposto un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse, per poi contingentare gli ingressi, e in Toscana il calcolo va fatto in base a questo parametro: 1 cliente ogni 10 metri quadri di superficie di vendita. Una norma più stringente dei protocolli nazionali anti-Covid, allegati all’ultimo Dpcm, che prevedono come criterio generale il solo mantenimento della distanza di sicurezza di un metro (e quindi basterebbero 4 metri quadri per cliente).

Negozi, centri commerciali e supermercati, le altre regole anti-Covid dell’ordinanza toscana

Nell’allegato 1 all’ordinanza del 30 ottobre della Regione Toscana è previsto sempre l’obbligo di indossare la mascherina e di rispettare la distanza di sicurezza di 1 metro dalle altre persone, anche se si consiglia di stare a 1,8 metri dagli altri, dove possibile. E poi: dispenser di gel disinfettanti all’ingresso, cartelli informativi e pannelli di plexiglass alle casse e ai banconi per proteggere i lavoratori (in alternativa il personale deve indossare la mascherina FF2 senza valvola).

Novità per i centri commerciali, le medie e grandi strutture di vendita come i supermercati per cui l’ordinanza della Regione Toscana prevede l’utilizzo all’ingresso di rilevatori della temperatura corporea, segnaletica a terra per indicare i percorsi di entrata e di uscita delle persone (anche nei parcheggi) e la giusta distanza da tenere quando si è in fila, contingentamento degli ingressi pure per l’uso dei bagni.

Allegato 1 alla nuova ordinanza della Regione Toscana, l’aggiornamento delle linee guida sul commercio (pdf)

Tutti i dettagli sono riportati nell’allegato 1 all’ordinanza n° 100 del 30 ottobre 2020, firmata dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e in vigore dal 31 ottobre 2020: a questo link è possibile scaricare il pdf del nuovo protocollo di sicurezza per negozi, supermercati e centri commerciali pubblicato sull’albo pretorio regionale.

La Fiorentina alla prova Roma

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Archiviata la brutta vittoria in Coppa Italia contro il Padova, che non è piaciuta neppure al presidente Rocco Commisso, la Fiorentina torna a giocare in campionato, domenica alle 18 all’Olimpico contro la Roma.

Dove vedere Roma Fiorentina in tv. Sky o Dazn?

Rocco Commisso è tornato negli Stati Uniti

Ufficialmente per affari urgenti sul fronte Mediacom, per altri invece i motivi sono da ricercare anche nella paura delle restrizioni legate alla pandemia. Comunque sia, Rocco Commisso ha anticipato di qualche giorno il rientro negli Stati Uniti. La gara contro la Roma la vedrà dal New Jersey, anche perché fortemente deluso dalla prestazione dei viola contro il Padova in Coppa Italia. Il presidente nei 45 giorni di permanenza in Italia ha visto sbloccarsi i permessi per il centro sportivo a Bagno a Ripoli ma non è riuscito a concretizzare nulla sul fronte stadio. Nessuna decisione per un nuovo impianto a Campi Bisenzio, nessuna decisione su una ristrutturazione dell’Artemio Franchi.

Iachini in bilico

Il presidente ha confermato Beppe Iachini in panchina ma lo stesso allenatore è consapevole che le prossime due gare saranno decisive per il suo futuro. Due trasferte, all’Olimpico e poi a Parma, potrebbero cambiare gli scenari. Maurizio Sarri, il candidato numero uno all’eventuale successione, è vicinissimo ad un accordo per svincolarsi dalla Juventus ma è chiaro che ogni decisione verrà presa, se sarà presa, durante la nuova sosta per la Nazionale in programma a metà novembre. Tutto verrà deciso, sentito Rocco Commisso, dal direttore generale viola Joe Barone.

Le probabili formazioni

All’Olimpico Iachini dovrà fare a meno di Pezzella che verrà sostituito, molto probabilmente, da Quarta con Milenkovic e Caceres in difesa. Ribery torna a guidare l’attacco, con lui Kouamé. Lirola e Biraghi sulle fasce. Nella Roma Fonseca dovrebbe schierare sulle fasce Bruno Peres e Spinazzola. In difesa da valutare Smalling. In attacco Dzeko sostenuto da Pedro e Mkhitaryan.

Fase 4 Covid, cosa significa e cosa prevede in Italia lo scenario di tipo 4

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Fase 4 per Covid, ci siamo: in Italia si va verso la massima allerta per i contagi da coronavirus, il tanto temuto “scenario di tipo 4” indicato dall’Iss, l’Istituto superiore di Sanità, ecco cosa prevede il documento realizzato dagli esperti in caso di alto rischio e cosa significa nella pratica questa classificazione in fasi diverse.

Cosa dice il documento dell’ISS

Il dossier, pubblicato a metà ottobre dall’ISS e dal Ministero della Salute, ha cercato di prevedere quanto potranno reggere gli ospedali italiani tra l’autunno e l’inverno in base a diversi scenari, numerati da 1 (basso rischio) a 4 (rischio molto alto), indicando anche le possibili misure per ogni fase: dalla chiusura mirata delle attività, alle zone rosse comunali, fino all’ipotesi di un nuovo lockdown generalizzato se la situazione degli infetti sfuggisse di mano come già successo a marzo.

Lo studio è stato effettuato per valutare l’impatto sul sistema sanitario nazionale di una situazione inedita e potenzialmente molto pericolosa soprattutto per i soggetti più fragili: la circolazione in contemporanea di due patologie con sintomi molto simili, il virus SARS-CoV-2 e la “normale” influenza.

Scenario di tipo 4 in Italia: cosa significa?

È proprio la “fase 4” del Covid a preoccupare di più, ossia la situazione peggiore prevista dagli esperti dell’ISS in Italia. Ecco cosa significa scenario 4: circolazione incontrollata del coronavirus a livello nazionale, valori di Rt nelle diverse regioni sopra l’1,5 e l’impossibilità di tracciare i nuovi contagi. In questo caso si prevede il rischio del collasso degli ospedali nel giro di un mese o di un mese e mezzo al massimo, per la crescita esponenziale dei ricoverati.

L’Rt è l’indice di contagio, ossia la capacità che ha un virus di replicarsi nel corso del tempo, e dà informazioni su quanto si può diffondere il contagio: un Rt sopra 1,5 – come quello indicato nello scenario di tipo 4 – significa che un positivo in questa fase può infettare in media una persona e mezzo. In tale situazione è molto difficile protegge i più fragili, come gli anziani, dice l’Istituto Superiore di Sanità.

Cosa prevede il documento per la fase 4 del Covid

In base a questo grave scenario, gli esperti suggeriscono anche delle possibili restrizioni anti-Covid per limitare la circolazione del virus nella fase 4, modulando le scelte in base al grado di rischio: si va da ulteriori chiusure delle attività, fino – nel caso più preoccupante – di un nuovo lockdown generalizzato.

Ecco nel dettaglio le misure consigliate:

  • Rischio settimanale moderato:  misure più stringenti anche su territori limitati (come in province o regioni specifiche), maggiori controlli sul rispetto delle regole, chiusura di attività commerciali e limitazioni degli spostamenti in aree mirate, come in province o comuni specifici;
  • Rischio Covid settimanale alto o molto alto: per questo tipo di scenario, i suggerimenti per la fase 4 prevedono attività e scuole chiuse con ricorso alla DAD (didattica a distanza), zone rosse, blocco degli spostamenti a livello provinciale e regionale dove i contagi sono fuori controllo o su larga scala, smart working al 100% e – in ultimo – anche un nuovo lockdown

Si tratta di suggerimenti degli esperti, che non sono però vincolanti: è il governo a prevedere le misure idonee per la fase 4, con una valutazione politica dello scenario epidemiologico e con strumenti come quelli dei Dpcm (decreti del presidente del Consiglio) finora adottati.

Fuori dalla fase 4, gli altri scenari in Italia

Prima di arrivare allo scenario 4 della pandemia di Covid, ci sono altre 3 fasi con un grado di rischio minore per la tenuta del servizio sanitario nazionale. Lo scenario di tipo 1 è sostanzialmente quello che si è verificato in estate, tra luglio e agosto, con focolai molto localizzati, l’Rt sotto 1 e bassa incidenza del virus Covid-19. Lo scenario 2 è in pratica quello a cui abbiamo assistito all’inizio dell’autunno, in cui il numero di contagi aumenta in modo significativo (Rt tra 1 e 1,25) ma i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva – seppur in crescita – sono ancora limitati e la situazione è gestibile nel breve e medio periodo.

Maggiori rischi per la tenuta degli ospedali sono quelli dello scenario di tipo 3 con il Covid che circola in modo molto sostenuto portando l’Rt tra 1,25 e 1,5 causando il possibile sovraccarico del sistema sanitario nel giro di 2-3 mesi. Qui è possibile scaricare il documento dell’ISS (pdf), con la definizione dei 4 diversi scenari e delle diverse fasi.

Careggi si prepara all’inverno del Covid: intervista a Stefano Grifoni

“C’è un elemento che ci fa ben sperare e un altro che desta un po’ di preoccupazione”. È così, spiega il dottor Stefano Grifoni, che a Careggi ci si prepara alla seconda ondata. La pandemia non accenna ad arretrare e quelli che stanno per arrivare saranno – lo ha detto l’Organizzazione mondiale della sanità – mesi duri. Con il direttore del Pronto soccorso del principale ospedale di Firenze e della Toscana cerchiamo di capire come li si affronteranno dal punto più caldo dell’emergenza.

“Partiamo da ciò che fa ben sperare, l’elemento qualitativo. I pazienti colpiti dal Covid-19 che vediamo oggi sono meno compromessi rispetto a quelli che arrivavano a febbraio e marzo scorsi. C’è però anche un elemento quantitativo: oggi ne arrivano molti di più. Per due ragioni. Non c’è il lockdown, e dunque la gente circola, e si fanno molti più tamponi. Per l’ospedale significa più lavoro”.

È questo che preoccupa?

Non tanto adesso, ma in vista di quando si uniranno i due virus, quello del Covid-19 e quello dell’influenza stagionale. È questo che ci preoccupa molto perché indubbiamente avremo delle difficoltà a distinguere l’uno dall’altro, anche se abbiamo oggi metodologie utili a farlo.

Per questo serve il vaccino antinfluenzale.

Sarà di grande aiuto, ma dobbiamo puntare in alto. Negli anni scorsi la campagna vaccinale ha raggiunto il 50% circa di copertura, che pure è molto sotto l’obiettivo minimo del 75% fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Oggi non possiamo accontentarci.

Ospedale Careggi Firenze Covid

A che punto siamo?

In questo momento tutti si vogliono vaccinare ma le dosi stanno arrivando lentamente. Ci vogliono circa tre settimane dall’iniezione prima che il vaccino garantisca la copertura. Se il virus influenzale si comporterà come negli anni passati, pensiamo che il picco dell’epidemia sarà tra i mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Sarà quello il periodo più difficile, fino ai primi mesi dell’anno prossimo. Aggiungo che la vaccinazione di per sé non garantisce necessariamente che una persona non possa sviluppare qualche sintomo di tipo influenzale. Il vaccino però protegge dalle complicanze dell’influenza, come ad esempio le polmoniti. Sapere se un soggetto che arriva in ospedale è stato vaccinato contro l’influenza aiuterà a superare alcune difficoltà interpretative dei quadri clinici.

Anche i medici sono più pronti rispetto alla primavera scorsa.

Certamente. All’inizio ci siamo trovati di fronte a un nemico di cui nessuno sapeva niente. I medici che operavano in trincea hanno visto tutti i giorni, per settimane, i tanti modi in cui aggrediva, lo hanno visto per primi. Abbiamo imparato a conoscerlo, riconoscerlo e individuarlo anche in situazioni più complesse dal punto di vista clinico. A scovarlo, in certi casi. Oggi possiamo arrivare alla diagnosi molto più in fretta.

Vi sentite pronti, quindi, per quello che arriverà nei prossimi mesi?

L’organizzazione ormai è rodata. C’è un sistema che opera a pieno regime con i percorsi separati, terapie intensive, terapie sub intensive disponibili per ventilare i pazienti, un numero di letti sufficiente nel reparto malattie infettive e negli altri reparti. Careggi ha creato il centro Covid che sarà a disposizione nel momento ce ne fosse bisogno. Siamo organizzati bene e la fiducia è sempre necessaria.

Intanto i medici sono quasi usciti dal discorso pubblico. Dalla retorica degli eroi, degli angeli, delle canzoni cantate in terrazza siamo arrivati a non parlarne quasi più. Non vi vengono più riconosciuti gli stessi meriti?

Il personale sanitario ha svolto il proprio lavoro nell’interesse pubblico senza chiedere niente. E senza nemmeno ricevere niente. In primavera si è tanto parlato di adeguarne gli stipendi, oggi quelli che lavorano negli ospedali guadagnano quanto un impiegato di banca. Poi nessuno se ne è più interessato. Un mio vecchio amico medico, quando le persone gli chiedevano come potessero ricompensarlo per quello che faceva, rispondeva: ‘Col sistema più antico del mondo: la moneta’. Forse davvero siamo in una società che rispetta le persone solo in base a quanto guadagnano.

Torna Firenze Home Texstyle e Immagine Italia & Co.

Sarà un’edizione speciale con importanti novità quella che aprirà i battenti alla Fortezza da Basso dal 6 all’8 febbraio 2021. In scena l’eccellenza del tessile per la casa, nautica, spa, contract & hotellerie insieme alla presentazione delle collezioni 2022 underwear, lingerie e homewear dei più prestigiosi brand a livello internazionale.

Buyer di department store, concept store, distributori, key player dei due comparti produttivi, ma anche opinion leader, giornalisti, influencer e blogger di settore potranno visitare al padiglione Spadolini le proposte 2021 di Firenze Home Texstyle (organizzata da Firenze Fiera) e Immagine Italia & Co, un’edizione speciale che segna l’inizio di un sodalizio tra i due saloni B2B, che per la prima volta uniscono know how e competenze specifiche per un progetto comune e speciale: diventare la più importante piattaforma di riferimento in Italia per tutti gli operatori delle due filiere.

Al via l’HUB, la prima vetrina virtuale delle nuove collezioni

Al suo debutto, HUB, la prima vetrina virtuale di presentazione delle nuove collezioni che si integrerà con la gestione del salone fisico. La piattaforma digitale sarà resa disponibile a partire dal prossimo mese di gennaio 2021 e permetterà a visitatori e buyer di fissare appuntamenti agli stand e programmare, con largo anticipo, la propria giornata lavorativa in fiera. Un nuovo servizio on line messo a disposizione di tutte le aziende partecipanti dove presentare i propri prodotti con strumenti di networking su misura.

Potenziato anche il portale accrediti che consentirà la creazione in autonomia del biglietto valido per l’ingresso ai due saloni e l’accesso ai contenuti esclusivi della vetrina virtuale HUB.

Parola d’ordine dell’edizione 2021 sarà dunque integrazione. A partire dall’immagine unica e coordinata delle due fiere che per la prima volta confluiscono in un unico evento all’interno del quale le risorse digitali supporteranno e favoriranno il buon esito della fiera fisica.

Grazie al nuovo accordo fra gli organizzatori saranno inoltre 300 i buyer accreditati ospiti in visita ad entrambe le fiere.

Un’edizione, quella 2021, con un concept nuovo e sinergico, programmata e studiata dunque fin nei minimi dettagli per favorire la partecipazione all’evento in assoluta sicurezza, grazie anche al protocollo Firenze Fiera Sicura che garantirà le procedure essenziali e il rispetto delle normative vigenti per la salvaguardia della sicurezza di espositori e visitatori.