domenica, 8 Giugno 2025
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Trekking in Toscana, ripartono le escursioni con le guide ambientali

Se in solitaria o in piccoli gruppi si era già liberi di farlo, in Toscana adesso ripartono anche le escursioni, i trekking e l’arrampicata in gruppo accompagnati dalle guide ambientali e alpine. L’ordinanza 59 della Regione Toscana stabilisce le regole anti coronavirus da rispettare: distanziamento, igiene e mascherina.

Come cambia il trekking: le regole anti coronavirus della Regione Toscana

Prima di tutto la distanza interpersonale. Trekking, escursionismo, arrampicata, quando praticati in gruppo e con l’accompagnamento di una guida ambientale, sono da equiparare all’attività sportiva. Dunque, distanza minima di due metri da mantenere per tutta la durata dell’escursione.

Viaggi all’estero e coronavirus, quando si potrà andare

La mascherina è obbligatoria negli spazi al chiuso. All’aperto lo è solo quando non è possibile mantenere i due metri di distanza. L’obbligo non vale per i bambini sotto ai sei anni, i soggetti con disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e i loro accompagnatori.

I conviventi, tra di sé, non sono tenuti a rispettare la distanza né a indossare la mascherina.

Mascherine e distanza, ripartono le escursioni con guide ambientali

Ci si dovrà lavare le mani a inizio e a fine attività, ma anche ogni volta che sarà possibile durante l’attività, usando gel o spray igienizzante. Si dovrà poi evitare di scambiarsi qualsiasi oggetto e, se non fosse possibile fare altrimenti, igienizzare tutti i materiali prima e dopo ogni utilizzo.

Musei di Firenze, la riapertura: Uffizi, Boboli, Palazzo Pitti e Duomo

L’ordinanza 59 della Regione Toscana

Escursioni e trekking in gruppo dovranno essere prenotati in anticipo, in modo che le guide ambientali possano organizzare l’attività garantendo il rispetto del distanziamento interpersonale. Per questo la presenza negli spazi chiusi dovrà essere contingentata. La guida ambientale o alpina dovrà anche accertarsi che il percorso non presenti necessità di contatto fisico coi partecipanti, ad esempio per superare guadi, passaggi impervi e simili.

Ai partecipanti potrà essere misurata la temperatura corporea. Il testo completo dell’ordinanza 59 della Regione Toscana. Il dettaglio sulle attività delle guide ambientali e alpine è contenuto nell’allegato 4.

Nuovi casi trovati con il sierologico: le ultime notizie sul coronavirus in Toscana

I nuovi casi di coronavirus in Toscana risalgono sopra quota 30 dopo quattro giorni al di sotto: sono 35 in più rispetto a ieri, 4 dei quali trovati grazie ai test sierologici. Stabile il trend dei decessi, 5 nelle ultime ventiquattro ore. Queste le ultime notizie e i dati del bollettino di oggi, venerdì 22 maggio, sull’andamento del coronavirus in Toscana.

Ultime notizie sul coronavirus in Toscana

Il totale dei casi rilevati in Toscana dall’inizio dell’emergenza sale così a 10.035. I tamponi eseguiti sono 222.505, 3.890 in più rispetto a ieri. Quelli analizzati oggi 4.003.

Anche oggi è Firenze la provincia che segna il maggior aumento dei casi, 16 in più da ieri per un totale di 3.436. Nella mappa del contagio in Toscana figurano poi i 559 casi a Prato (2 in più), 669 a Pistoia (3 in più), 1.044 a Massa Carrara, 1.356 a Lucca (4 in più), 885 a Pisa, 550 a Livorno (4 in più), 676 ad Arezzo (1 in più), 437 a Siena (5 in più), 423 a Grosseto.

Coronavirus in Toscana, il bollettino di oggi (22 maggio)

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 269 casi per 100.000 abitanti. La media italiana, a ieri, è di circa 378 ogni 100.000 abitanti. Massa Carrara è la provincia con il tasso di notifica più alto, 536 casi per 100.000 abitanti. Seguono Lucca con 350 e Firenze con 340. Le più basse sono Siena e Livorno con 164.

Ci sono attualmente 1.582 persone in isolamento a casa, positive ma con sintomi lievi o asintomatiche (meno 85 rispetto a ieri, meno 5,1%). Altre 7.994 persone (meno 376 rispetto a ieri, meno 4,5%) sono isolate in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate.

Posti letto Covid, il dato migliora solo di 6 unità

Scende anche oggi, sebbene di poco, il numero dei pazienti ricoverati: sono 204, 6 in meno di ieri. Di questi, 42 sono in terapia intensiva (1 in più rispetto a ieri). È il punto più basso raggiunto dal 12 marzo 2020 per i ricoveri totali.

Ci sono poi 121 nuovi guariti, per un totale che sale a 7.240. Di questi, 1.664 sono le persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione. Le altre 5.576 (+121 persone, più 2,2%) sono le cosiddette guarigioni virali, con doppio tampone negativo.

I 5 nuovi decessi sono quelli di due uomini e tre donne con un’età media di 86,4 anni. Quattro di questi notificati nella provincia di Firenze, uno a Pisa. I deceduti dall’inizio dell’epidemia in Toscana salgono a 1.009, così ripartiti: 366 a Firenze 45 a Prato, 79 a Pistoia, 141 a Massa Carrara, 134 a Lucca, 85 a Pisa, 57 a Livorno, 45 ad Arezzo, 29 a Siena, 20 a Grosseto. Altre 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti sulla popolazione residente) per Covid-19 è di 27,1 ogni 100.000 residenti. La media italiana è di 53,8 e la Toscana è l’11° regione più colpita. Il tasso di mortalità si riscontra in provincia di Massa Carrara (72,4 per 100.000 abitanti), seguono Firenze (36,2) e Lucca (34,5). Il più basso è a Grosseto (9)

Sono i dati aggiornati alle ore 12 di oggi ed elaborati dall’Agenzia regionale di sanità e dall’Unità di crisi Coronavirus per il bollettino giornaliero di oggi.

Coronavirus: l’indice Rt nelle regioni e il livello di rischio secondo l’ISS

Tutte sotto la soglia psicologica (Rt 1), eccetto la Valle d’Aosta. L’indice di trasmissibilità Rt però non serve a stilare una pagella delle regioni più a rischio coronavirus, mette in guardia l’ISS, l’Istituto superiore di sanità, che ha presentato il rapporto settimanale sull’andamento dell’epidemia in Italia. In base al prossimo report, il 29 maggio, il governo stabilirà tra quali regioni a  basso e medio rischio saranno consentiti gli spostamenti: per capire la reale situazione non basterà solo l’indice Rt regione per regione, ha spiegato il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro, ma andranno incrociati diversi dati.

Il monitoraggio sul coronavirus, ogni settimana, si riferisce infatti a 21 parametri diversi, dal numero di tamponi effettuati, allo stato di salute dei sistemi sanitari regionali e delle terapie intensive, fino all’indice di trasmissibilità Rt che durante la fase 2 ha sostituto l’indice R0 perché prende in considerazione anche il contesto delle contromisure per limitare l’infezione.

Il livello di rischio medio-basso nelle regioni: Italia a più velocità per il coronavirus

Ecco la buona notizia: “la curva epidemica è stabile ed in calo”, ha spiegato Brusaferro, con i contagi da coronavirus in diminuzione in tutte le regioni. Il Covid-19 però continua a circolare e non bisogna abbassare la guardia perché rimangono “differenze tra le regioni che dividono sostanzialmente in tre aree il paese”. Nonostante questo, i picchi che si sono registrati nelle ultime settimane in Molise e Umbria sono rapidamente rientrati, sintomo che c’è una capacità di risposta in tempi brevi.

Non deve sorprendere il dato della Valle d’Aosta (l’indice Rt più alto in Italia a 1,06) perché questo valore – ha chiarito l’ISS – può salire molto con pochi casi in più, registrati in un’area dove il virus ha circolato poco. Insomma, usando una metafora, gli strumenti utilizzati sono molto sensibili e anche un numero limitato di contagi può far squillare il campanello d’allarme, perché è importante agire tempestivamente.

E’ troppo presto inoltre per capire gli effetti delle riaperture della fase 2. L’Istituto Superiore di Sanità non esclude che nelle prossime settimane ci possa essere un aumento dei contagi,  “ma sapendo che abbiamo un sistema capace di intercettarli”, ha aggiunto il presidente dell’ISS Brusaferro.

Coronavirus: l’indice Rt regione per regione

Ecco quindi in sintesi i principali dati sul livello di rischio delle diverse regioni diffusi dall’ISS: qui sotto viene indicata prima la stima dell’indice Rt, poi l’incidenza settimanale del coronavirus su 100 mila abitanti e infine la situazione negli ospedali. Come detto per valutare il livello di rischio delle regioni, vanno presi in considerazione tutti i 21 parametri del report.

  • Abruzzo Rt 0,86
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Basilicata Rt 0,63
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Calabria Rt 0,17
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Campania Rt 0,45
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Emilia Romagna Rt 0,46
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Friuli Venezia Giulia Rt 0,63
    incidenza a livello medio-basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Lazio Rt 0,71
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Liguria Rt 0,52
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Lombardia Rt 0,51
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Marche Rt 0,48
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Molise Rt 0,51
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Piemonte Rt 0,39
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Provincia autonoma di Bolzano Rt 0,45
    incidenza a livello medio-basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Provincia autonoma di Trento Rt 0,77
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Puglia Rt 0,56
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Sardegna Rt 0,27
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Sicilia Rt 0,69
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Toscana Rt 0,59
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Umbria Rt 0,53 
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Valle d’Aosta Rt 1,06
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Veneto Rt 0,56 
    incidenza a livello medio-basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta

Il rapporto ISS su Rt e livello di rischio delle regioni

Da questo link è possibile scaricare in pdf il report dell’Iss del 22 maggio.

Viaggi all’estero e coronavirus, quando si potrà andare

Il peggio sembra passato. Con un po’ di timore e molte precauzioni in più si comincia a pensare alle vacanze estive. Restare in Italia (magari sfruttando il bonus vacanze) o invece guardare oltreconfine? In tempi di coronavirus, quando si potrà riprendere a fare viaggi all’estero? La data c’è: dal 3 giugno si può andare all’estero, ma sul dove e sul come pesano ancora diverse incertezze.

Coronavirus e viaggi all’estero

Gli italiani potranno ricominciare a spostarsi liberamente sul territorio nazionale, anche al di fuori della propria regione, a partire da mercoledì 3 giugno. Questa, almeno, è la data fissata dal governo. Ma il governo sta valutando la possibilità di consentire spostamenti solo tra regioni con lo stesso livello di rischio.

Ad oggi, ad esempio, tutte le regioni italiane hanno un indice “basso”, tranne Lombardia, Umbria e Molise considerate a rischio “moderato”. Ciò significa che gli italiani non potrebbero entrare in quelle tre regioni, mentre i residenti in Lombardia, Umbria e Molise potrebbero spostarsi solo tra le loro regioni. La situazione potrebbe però cambiare nelle prossime settimane.

Quando si potrà tornare a viaggiare all’estero?

Sempre mercoledì 3 giugno è la data fissata dal Dpcm 17 maggio per la ripresa degli spostamenti da e per l’estero. I viaggi all’estero, per la verità, non sono stati mai vietati nemmeno durante l’emergenza coronavirus, ma limitati alle comprovate esigenze lavorative, alle situazioni di assoluta urgenza e ai motivi di salute, dovendo poi adeguarsi alle normative nazionali del paese di destinazione. Stesse limitazioni applicate agli stranieri in arrivo in Italia, che dovevano poi sottoporsi  all’obbligo di quarantena.

In quali paesi all’estero si può andare

Molti spostamenti sono stati quindi rimandati a quando si potrà andare all’estero senza limitazioni, per viaggiare o per le vacanze. La data fissata dall’Italia è quella del 3 giugno. Da allora non saranno soggetti ad alcuna limitazione gli spostamenti da e per i paesi dell’Unione Europea, dell’Area Schengen, il Regno Unito e i “microstati” d’Europa. Saranno permessi i viaggi nei seguenti paesi.

  • Paesi membri dell’Unione europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.
  • Paesi extra-Ue dello Spazio Schengen: Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.
  • Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord.
  • Microstati europei: Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino, Stato della Città del Vaticano.

I cittadini degli stessi paesi potranno a loro volta fare liberamente ingresso in Italia, senza l’obbligo di quarantena.

Ogni paese con le sue regole

Sul come e quando si potrà andare all’estero pesa però quanto precisa il primo comma dall’articolo 6 del decreto. Vale a dire, spostamenti liberi “fatte salve le limitazioni disposte per specifiche aree del territorio nazionale […] nonché le limitazioni disposte in relazione alla provenienza da specifici Stati e territori”.

Tradotto: potranno esserci delle aree dalle quali sarà vietato partire e altre in cui non sarà permesso di entrare. E se le frontiere riaprono in uscita, non è detto che gli italiani trovino quelle degli altri paesi aperte anche per loro. La Germania, ad esempio, aprirà le proprie ai turisti dal 15 giugno, ma l’ingresso resta vietato a italiani e spagnoli. La Grecia riaprirà ai turisti stranieri solo il 1° luglio. In altri paesi vige ancora l’obbligo di quarantena.

E per quanto riguarda i paesi extra europei? Tutto ancora da decidere. Al momento si sa solo che i viaggi all’estero nei paesi non elencati nel decreto sono vietati fino al 15 giugno. Da lì in poi ci si dovrà adeguare alle decisioni di ogni singolo stato e ad accordi internazionali ancora tutti da scrivere. Meglio aspettare, dunque, prima di prenotare un viaggio in America, in Asia o in qualche meta tropicale.

“Mettete la mascherina”: il video di Dolcenera

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Un grande sorriso e un invito: indossare la mascherina e rispettare le regole. Anche Dolcenera, al secolo Emanuela Trane, ha aderito alla campagna #IoMettoLaMascherina lanciata dal Comune di Bagno a Ripoli. La cantante, salentina di nascita, abita nella cittadina alle porte di Firenze e ha registrato un breve video per sensibilizzare tutti sull’uso dei dispositivi di sicurezza, per limitare la diffusione del coronavirus.

“Cittadini di Bagno a Ripoli, vi invito a rispettare le regole, non mandiamo all’aria gli sforzi fatti per proteggerci l’un l’altro”, dice Dolcenera, ricordando importanza di “seguire le regole e indossare la mascherina” perché adesso, in questa delicata fase 2, “dipende tutto da noi”.

Dolcenera… e la mascherina: il video

Bonus sanificazione e mascherine: come funziona il credito d’imposta

Il decreto rilancio conferma il bonus sanificazione, con un credito di imposta più alto per i lavori di adeguamento degli ambienti di lavoro, per la pulizia approfondita anti-coronavirus e anche per l’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale (i cosiddetti “dpi”) come guanti e camici. Cambiano le regole: non serve più un decreto attuativo del Mef e del Mise, ma spetta all’Agenzia delle Entrate adottare un provvedimento per stabilire i criteri di applicazione del bonus sanificazione.

Credito d’imposta per il bonus sanificazione: i requisiti e come funziona

Secondo il dl rilancio, le imprese, i lavoratori autonomi, gli enti non commerciali (come quelli del terzo settore) e gli enti religiosi riconosciuti civilmente possono usufruire di un credito di imposta del 60% per le spese sostenute durante il 2020 per adeguare gli ambienti di lavoro alle misure di contenimento del virus Covid-19, fino a un massimo di 60 mila euro per ciascun beneficiario. In tutto il governo ha stanziato a copertura di questa misura 200 milioni di euro.

Il credito di imposta del bonus sanificazione può essere usufruito direttamente in dichiarazione dei redditi oppure ceduto, anche parzialmente, ad altri soggetti: se non si riuscirà a scaricare del tutto il tax credit quest’anno, potrà essere usato negli anni successivi, ma in ogni caso non potrà essere chiesto il rimborso.

Coronavirus, bonus sanificazione e mascherina: per cosa si può richiedere il credito

Ecco in dettaglio le spese, legate all’emergenza coronavirus, per cui può essere chiesto il credito d’imposta del bonus sanificazione:

  1. sanificazione degli ambienti di lavoro, gli strumenti e i prodotti usati per sanificare
  2. dispositivi di protezione individuale come mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari
  3. prodotti detergenti e disinfettanti
  4. termometri, termoscanner, tappeti e  vaschette decontaminanti e igienizzanti (il bonus vale anche per le spese di installazione)
  5. dispositivi per garantire la distanza interpersonale, come barriere e pannelli  protettivi (il credito d’imposta è riconosciuto anche per le spese di installazione)
  6. adeguamento dei luoghi di lavoro alle norme anti-coronavirus come il rifacimento di spogliatoi e mense e interventi per realizzare spazi comuni, ingressi e spazi medici

Niente più decreto attuativo

L’articolo 215 del decreto rilancio sul bonus sanificazione ha abrogato le misure analoghe del Cura Italia e del decreto liquidità: per stabilire le modalità di applicazione non serve più un decreto attuativo del Ministrero dell’economia (Mef) e di quello dello Sviluppo economico (Mise) ma un “provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, si legge nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate si trova un utile vademecum in pdf sulle agevolazioni previste dal decreto rilancio.

Duomo di Firenze: riapertura gratis a maggio, poi nuovi biglietti

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Porte aperte, ingressi con il contagocce, biglietti con prenotazione obbligatoria, gel igienizzanti per le mani e un dispositivo per avvisare i visitatori se non stanno rispettando la distanza di sicurezza. L’Opera di Santa Maria del Fiore ha deciso la riapertura di tutti i monumenti del Duomo di Firenze, compreso il museo, dal 22 maggio 2020, con visite gratis fino al termine del mese. Uniche eccezioni, la cripta di Santa Reparata, chiusa perché troppo piccola per far rispettare le linee guida anti-Covid, e la Cupola del Brunelleschi, temporaneamente off limts per alcuni lavori di manutenzione.

Oltre al Duomo, altri musei di Firenze hanno deciso la riapertura tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.

Museo e monumenti del Duomo di Firenze: prima gratis, poi nuovi prezzi dei biglietti

Fino al termine di maggio l’ingresso nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, nel Battistero di San Giovanni, sul campanile di Giotto e nel museo dell’Opera del Duomo di Firenze sarà gratis prenotando online, in seguito scatteranno le nuove tariffe e nuovi orari: non più un ticket unico, ma 5 diversi biglietti per visitare i vari luoghi d’arte, sempre con prenotazione obbligatoria.

Dal primo giugno il Duomo di Firenze, il museo e gli altri monumenti saranno aperti solo nel weekend (venerdì, sabato e domenica) e il 24 giugno per il giorno del patrono. Questi orari di apertura potranno essere ritoccati nei mesi successivi in base all’afflusso di visitatori. Da giugno ingresso gratuito ma su prenotazione alla cattedrale, mentre il costo del biglietto per il Museo del Duomo sarà di 10 euro. Per visitare il Battistero serviranno 5 euro, per il campanile di Giotto 15.

La visita alla Cupola del Duomo di Firenze

I biglietti per la Cupola del Brunelleschi costeranno 15 euro: la riapertura è fissata però il 18 giugno, al termine dei lavori all’impianto di illuminazione che erano stati rimandati a causa dell’emergenza coronavirus. Potrà salire un un numero limitato di persone e in piccoli gruppi: solo 304 visitatori ogni fine settimana, contro i 2.600 turisti registrati ogni weekend prima del coronavirus. Per tutti i monumenti del Duomo di Firenze è obbligatoria la prenotazione, che si può fare anche sul sito ufficiale.

coronavirus Museo Opera duomo Firenze

“Mancheranno all’appello 20 milio di euro”

L’Opera di Santa Maria del Fiore ha annunciato la sospensione delle celebrazioni per i 600 anni della Cupola e di tutta programmazione culturale, come le rassegne “O Flos Colende” e “Note al Museo”. Interrotta inoltre la collaborazione con la Pergola e il Teatro Niccolini di Firenze.

“Il venir meno della stagione turistica avrà un pesante impatto sulla nostra istituzione – ha spiegato il presidente Luca Bagnoli – 20 milioni di euro di ricavi perduti, come l’impegno di quattro anni di restauri che in queste condizioni sono resi impossibili, costringeranno l’Opera a interventi drastici. Inevitabile conseguenza la riorganizzazione dello svolgimento delle attività e il doloroso azzeramento della programmazione culturale”.

Le regole anti-coronavirus al museo

Con la riapertura, gli ingressi saranno contingentati secondo le regole del dpcm dello scorso 17 maggio: mille visitatori al giorno nel museo dell’Opera del Duomo di Firenze, 80 sul campanile di Giotto. E poi 304 persone ogni fine settimana per la Cupola, 1.710 in Battistero, 3.750 in Cattedrale.

Tra le misure prese la misurazione delle temperatura corporea con termoscanner, sanificazione certificata dei locali, postazioni per l’igiene delle mani, mascherina obbligatoria. A ogni visitatore sarà inoltre consegnato uno piccolo dispositivo elettronico, chiamato Tag EGOpro Social Distancing, che si illuminerà e vibrerà se ci si avvicinerà troppo alle altre persone. E’ la prima volta al mondo che in un museo viene impiegata una tecnologia di questo genere.

Coronavirus, Toscana a quota 10 mila casi

Sono 18 i nuovi positivi al coronavirus rilevati in Toscana da ieri, per un computo totale che raggiunge la cifra tonda, 10 mila casi dall’inizio dell’epidemia: queste le ultime notizie riportate dal bollettino della Regione di oggi, giovedì 21 maggio.

Coronavirus, oltre mille morti in Toscana

Dei 18 nuovi casi rilevati, tre sono emersi in seguito agli accertamenti dopo test sierologico positivo. Si contano poi 252 nuovi guariti e sei decessi, per un totale dei morti che supera i mille dall’inizio del contagio. Attualmente sono 1.877 le persone positive al coronavirus in Toscana, il minimo registrato dal 20 marzo scorso.

I test eseguiti hanno raggiunto quota 218.615, 4.316 in più rispetto a ieri. Quelli analizzati oggi sono 4.035.

Dei 18 nuovi casi, 7 sono stati rilevati nella provincia di Firenze. Che resta la più colpita in termini assoluti con 3.420 casi complessivi. Nella mappa del contagio si segnalano poi 557 casi a Prato (2 in più), 666 a Pistoia (3 in più), 1.044 a Massa Carrara, 1.352 a Lucca, 885 a Pisa (2 in più), 546 a Livorno (3 in più), 675 ad Arezzo, 432 a Siena (1 in più), 423 a Grosseto.

Coronavirus in Toscana, i dati del bollettino di oggi (21 maggio)

La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 268 casi per 100.000 abitanti. La media italiana è di circa 377 ogni 100.000 residenti. Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con 536 casi ogni 100.000 abitanti, Lucca con 349, Firenze con 338. La più bassa Siena con 162.

Complessivamente, sono 1.667 le persone sono in isolamento a casa, positive ma con sintomi lievi o prive di sintomi (meno 227 rispetto a ieri, meno 12,0%). Sono 8.370 (meno 195 rispetto a ieri, meno -2,3%) le persone, anch’esse isolate, in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con persone contagiate.

Le notizie dagli ospedali della Toscana: i posti letto Covid

Si riducono ancora le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid. Sono  complessivamente 210, 13 in meno di ieri (meno 5,8%), di cui 41 in terapia intensiva (meno 4 rispetto a ieri, meno 8,9%). È il punto più basso raggiunto dal 12 marzo 2020 sia per le terapie intensive che per i ricoveri totali.

I guariti salgono a 7.119, con 252 nuovi guariti rispetto a ieri, il 3,7% in più. Di queste, 1.664 persone sono “clinicamente guarite” (28 persone in più rispetto a ieri, più 1,7%), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione. Altre 5.455 (+224 persone, più 4,3%) sono dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con doppio tampone negativo.

Si registrano 6 nuovi decessi: 5 uomini e 1 donna con un’età media di 82,8 anni. Relativamente alla provincia di notifica del decesso, 2 le persone decedute nella provincia di Firenze, 1 a Pistoia,1 a Pisa, 1 a Siena, 1 a Grosseto. Sono 1.004 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti: 362 a Firenze 45 a Prato, 79 a Pistoia, 141 a Massa Carrara, 134 a Lucca, 84 a Pisa, 57 a Livorno, 45 ad Arezzo, 29 a Siena, 20  a Grosseto, 8 persone sono decedute sul suolo toscano ma erano residenti fuori regione.

Il tasso grezzo di mortalità toscano, cioè il numero di deceduti sulla popolazione residente per Covid-19, è di 26,9 per 100.000 residenti. La media nazionale è di 53,6 e la Toscana è l’11° regione più colpita. Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (72,4x 100.000), Firenze (35,8x 100.000) e Lucca (34,5 x 100.000), il più basso a Grosseto (9,0x 100.000).

I dati riportati in questo bollettino sono stati elaborati dall’Agenzia regionale di sanità e dall’Unità di crisi Coronavirus.

Musei di Firenze, la riapertura: Uffizi, Boboli, Palazzo Pitti e Duomo

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Gli statali sono pronti, l’Opera di Santa Maria del Fiore accetta la sfida e lancia una settimana di visite gratuite, mentre Palazzo Vecchio guarda dalla finestra. Passata la fase acuta dell’emergenza coronavirus scatta la riapertura dei principali musei di Firenze: si parte con il giardino di Boboli, seguito da Palazzo Pitti e dagli Uffizi, mentre i monumenti e il museo del Duomo sono aperti gratis fino al termine di maggio, ad eccezione della Cupola del Brunelleschi. Nel giro di poche settimane tornerà visitabile anche la mostra di Tomás Saraceno a Palazzo Strozzi.

Ecco tutte le date.

Il giardino di Boboli è aperto

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha stilato il calendario di questa fase 2 dell’arte per tutti i musei di Firenze che dipendono dall’ente. Dal 21 maggio il giardino di Boboli è tornato visitabile dopo oltre 10 settimane, dall’ingresso di Palazzo Pitti e dalla porta di Annalena in via Romana (da qui l’accesso è gratuito per i residenti a Firenze) con orario 8.15 – 18.15, tutti i giorni eccetto il primo e ultimo lunedì del mese. Chiusi il museo delle porcellane e la grotta grande, mentre le piante acquatiche della botanica superiore sono visibili dalle 10 alle 13, da lunedì al venerdì.

La mascherina è obbligatoria durante tutta la visita al giardino, è vietato l’ingresso a chi ha una temperatura corporea superiore ai 37 gradi e mezzo, va sempre mantenuta la distanza interpersonale di almeno 1,8 metri ed è consentito l’ingresso di gruppi composti da un massimo di 10 perone.

Palazzo Pitti e Uffizi: l’apertura

Nelle prossime settimane è prevista la riapertura di due tra i musei più famosi di Firenze: Palazzo Pitti (da giovedì 28 maggio 2020) e gli Uffizi (da mercoledì 3 giugno 2020). “Eravamo pronti su tutta la linea – ha chiarito il direttore Schmidt – ma abbiamo declinato queste aperture seguendo alla lettera le indicazioni del comitato tecnico scientifico: prima i musei all’aperto, come Boboli, quindi quelli piccoli, con meno di 100 mila visitatori all’anno, infine i più grandi , come gli Uffizi”. Anche in questo caso mascherina obbligatoria, gel per le mani, accessi contingentati e distanza di sicurezza.

La riapertura dei musei di Firenze: l’Opera del Duomo, gratis per una settimana

Dal 22 maggio riaprono al pubblico i monumenti del Duomo di Firenze, che saranno gratis fino al 31 maggio (con prenotazione obbligatoria online): la cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Battistero di San Giovanni, il campanile di Giotto e il museo dell’Opera del Duomo. La riapertura della cupola del Brunelleschi invece è prevista il 18 giugno, per consentire dei lavori all’impianto di illuminazione che erano stati rimandati a seguito dell’emergenza coronavirus. Resterà chiusa invece la cripta di Santa Reparata perché troppo piccola per far rispettare le regole anti-Covid. Qui tutti i dettagli sull’apertura dei monumenti e del museo del Duomo di Firenze.

Prorogata la mostra Tomás Saraceno a Palazzo Strozzi

Aveva spalancato i battenti pochi giorni prima dallo scoppio dell’emergenza coronavirus e adesso la mostra “Aria” dell’artista argentino Tomás Saraceno torna visitabile nelle stanze di Palazzo Strozzi: la riapertura è fissata per il 1° giugno e l’esposizione è stata prorogata fino al 1° novembre. I dettagli sulle nuove modalità di visita e per la prenotazione online saranno rese note il 28 maggio sul sito di Palazzo Strozzi.

Coop, in vendita le mascherine a 50 centesimi

Mascherine chirurgiche monouso a marchio Coop al prezzo di 50 centesimi l’una: è la novità annunciata dalla cooperativa che sarà sugli scaffali dei 104 punti vendita Coop.Fi a partire da sabato 23 maggio.

Mascherine che rispettano il prezzo di vendita calmierato di 50 centesimi sono praticamente introvabili sul mercato. Quelle a marchio Coop saranno anzi anche più economiche: il limite di prezzo imposto per legge è di 50 centesimi più Iva, in queste invece l’Iva è già inclusa nel prezzo finale. Saranno in vendita nei supermercati Unicoop Firenze in confezioni da 10 mascherine.

Ecco le mascherine della Coop: costano 50 centesimi

Si tratta di dispositivi medici di classe 1 tipo 2, a tre strati, certificate CE e con un indice di filtrazione superiore al 98%. La forma e la presenza di fasce elastiche permettono di aggiustarle al viso di chi le indossa per un miglior comfort.

Le mascherine della Coop da cinquanta centesimi rispondono a tutti i requisiti richiesti per questo tipo di prodotti. La fabbricazione è affidata a un produttore qualificato individuato grazie al presidio a Hong Kong della filiale Coop Far East. Produttore che ha investito sui macchinari e sui sistemi di controllo necessari per adeguarsi agli standard richiesti dal marchio CE.

“Con l’arrivo delle nostre mascherine a marchio rafforziamo un’offerta sempre più necessaria”, spiega Unicoop Firenze in una nota. “Ci siamo impegnati con Coop Italia sulla produzione delle mascherine a marchio per offrire ai nostri soci e clienti la garanzia di qualità che connota tutti i prodotti Coop e la presenza nei nostri punti vendita di un prodotto diventato indispensabile”.