domenica, 8 Giugno 2025
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Contributi a fondo perduto per le imprese, cosa prevede il Decreto rilancio

Tra gli aiuti introdotti dal Decreto rilancio ci sono anche contributi a fondo perduto per le imprese danneggiate dall’emergenza coronavirus. La misura è rivolta in particolare alle piccole imprese con fatturato inferiore a 5 milioni di euro. Il governo ha previsto coperture per 6 miliardi di euro. È quanto stabilisce l’articolo 25 del Decreto rilancio.

Fondo perduto per le imprese: a chi spetta

I contributi a fondo perduto sono destinati ai soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario titolari di partita Iva, come si legge al primo comma dell’articolo 25 del Decreto rilancio. Dal contributo a fondo perduto sono esclusi però i liberi professionisti e gli autonomi iscritti alle casse private. Avvocati, medici, ingegneri e tutte le professioni ordinistiche, in attesa che il passaggio parlamentare del decreto possa modificare la platea.

La soglia per poter ottenere i contributi a fondo perduto è quella dei 5 milioni di euro di fatturato nel 2019. Il contributo a fondo perduto sarà calcolato sulla base del volume d’affari complessivo delle imprese che ne faranno richiesta.

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Contributo a fondo perduto, i requisiti

Sono sostanzialmente due i requisiti per ottenere il contributo a fondo perduto in favore delle imprese disposto dal Decreto rilancio. Il primo, come detto, è avere un fatturato non superiore ai 5 milioni di euro. Il secondo è quello di aver registrato perdite per almeno il 33% del fatturato ad aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. Ovvero dal momento di piena attività al punto più acuto dell’emergenza coronavirus.

Il contributo viene allargato automaticamente alle imprese che hanno avviato la loro attività dopo il 1° gennaio 2019, a prescindere dal fatturato dell’anno scorso.

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L’indennizzo è proporzionale alle perdite di fatturato e sarà una cifra variabile tra i 1000 euro e circa 50 mila euro. L’importo dipende dalla dimensione delle perdite e dal volume d’affari dell’impresa. Il Decreto rilancio prevede tre diversi scaglioni per l’erogazione del contributo a fondo perduto alle imprese, che saranno indennizzate con:

  • il 20% delle perdite registrate ad aprile 2020 per chi fattura fino a 400 mila euro
  • il 15% delle perdite per chi ha fatturati fra 400 mila e 1 milione di euro
  • il 10% per imprese con volume d’affari fra 1 milione di euro e 5 milioni di euro

Il valore minimo del contributo a fondo sarà in ogni caso non inferiore a mille euro per le persone fisiche e a duemila euro per imprese e soggetti diversi dalle persone fisiche. Il contributo non concorre alla base imponibile delle imposte sui redditi.

Come richiedere il contributo a fondo perduto? Si dovrà presentare per via telematica una richiesta all’Agenzia delle entrate entro 60 giorni dalla data di avvio della procedura. L’importo verrà poi versato dall’Agenzia direttamente sul conto corrente bancario o postale dell’impresa.

Bonus e fondo perduto: esclusi professionisti delle casse private

Sì al bonus da 600 euro, no a quello “rafforzato” da 1000 e ai contributi a fondo perduto per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi delle casse private, come Cassa forense, Enpam, Cassa geometri, Inarcassa e simili. Avranno diritto al bonus da 600 euro per i mesi di aprile e maggio, secondo le stesse regole del bonus di marzo. Ma per loro non ci sarà il bonus aumentato a 1000 euro che gli autonomi Inps potranno richiedere nel mese di maggio. E scatta la protesta. Il comitato unitario degli ordini e collegi professionali parla di “Inaccettabile e continua discriminazione”.

Niente bonus 1000 euro né contributo a fondo perduto per gli iscritti alle casse private

L’articolo 25 del Decreto rilancio prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto “a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva”. Il requisito è che il fatturato del mese di aprile 2020 sia stato inferiore di almeno il 33% rispetto a quello di aprile 2019. Una misura, si legge nel testo, introdotta “al fine di sostenere i soggetti colpiti dall’emergenza epidemiologica Covid-19”.

Decreto rilancio, cosa prevede: tutti i bonus e il testo pdf

Al comma 2, però, si specifica che il contributo a fondo perduto non spetta “ai lavoratori dipendenti e ai professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria“: sono esclusi, insomma, tutti i professionisti.

Professionisti delle casse private: “Scelta inaccettabile”

“Una scelta inaccettabile”, viene definita in un comunicato congiunto di Comitato unitario delle professioni e Rete delle professioni tecniche. L’esclusione dei professionisti dai contributi a fondo perduto “dimostra una volta di più un atteggiamento sostanzialmente punitivo della politica nei confronti di un settore determinante per il sistema economico del nostro Paese”. Settore che, “esattamente come tutte le altre realtà del mondo del lavoro autonomo e dipendente, sta attraversando una fase di enorme difficoltà che necessita di un sostegno concreto da parte dello Stato”, si legge nella nota.

I firmatari dell’appello sono i consigli nazionali di consulenti del lavoro, ingegneri, agronomi, agrotecnici e periti agrari, architetti, assistenti sociali, attuari, commercialisti, avvocati della Cassa forense. E ancora, geologi, geometri, giornalisti, notai, periti industriali, psicologi, spedizionieri doganali, tecnologi alimentari, chimici, fisici, infermieri, ostetrici e tecnici sanitari, veterinari.

Confprofessioni: “Norma discriminatoria e anticostituzionale”

Sul tema è intervenuto anche il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, con un duro attacco alle parole del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, definite “inaccettabili e superficiali“.

“Le dichiarazioni del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – si legge in una nota di Confprofessioni – secondo il quale ‘i professionisti sono persone e beneficiano delle indennità di 600 euro, quindi non hanno diritto ai contributi a fondo perduto delle imprese’, non sono appropriate per un ministro della Repubblica“.

Dichiarazioni che, secondo Stella, “denotano una preoccupante e pericolosa approssimazione su un settore economico, quello degli studi professionali, che occupa 900 mila lavoratori tra dipendenti e collaboratori e muove un volume d’affari di circa 210 miliardi di euro all’anno. Un settore che investe e produce ricchezza per il Paese. Ma anche un settore colpito duramente dalla crisi economica, innescata dalla pandemia”.

Non vedo differenze tra un imprenditore che per effetto del Covid-19 ha subito un calo di fatturato e un dentista, un avvocato, un architetto o un commercialista che per lo stesso motivo hanno subito il medesimo danno. Due pesi, due misure. Ci troviamo di fronte a una visione ottocentesca dell’economia”. “Il decreto rilancio –conclude il presidente di Confprofessioni – segna un punto di non ritorno e faremo valere in tutte le sedi i diritti di 2 milioni di professionisti contro una norma discriminatoria e palesemente incostituzionale“.

Bonus 600 euro per autonomi Inps, i nuovi requisiti per aprile e maggio

Discorso simile per il bonus. L’articolo 84 del Decreto rilancio, al comma 1, conferma che l’indennità del mese di aprile verrà erogata a tutti i lavoratori che avevano ricevuto quella di marzo, quindi anche ai professionisti.

Ma a maggio cambia tutto: il bonus da 600 euro sale a 1000 euro per chi nel secondo bimestre 2020 ha subìto una riduzione del fatturato di almeno il 33% rispetto ai mesi di marzo e aprile 2019. Solo, però, se si è liberi professionisti titolari di partita IVA iscritti alla Gestione separata Inps: niente bonus di maggio da 1000 euro per gli iscritti alle casse private.

Il Decreto rilancio, all’articolo 78, stabilisce che l’indennità per il sostegno al reddito dei professionisti iscritti alle casse previdenziali private verrà prolungato di due mesi così com’è. In pratica, un bonus da 600 euro anche ad aprile e maggio per chi già lo ha ricevuto a marzo. Ma per loro non ci sarà la possibilità di accedere all’indennità aumentata a 1000 euro.

La questione è già approdata nel dibattito parlamentare, con esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione che hanno chiesto al governo di rimediare a questa disparità. In modo simile a quanto era successo con il precedente decreto Cura Italia. Anche in quel caso il testo licenziato dall’esecutivo escludeva gli autonomi delle casse private dai bonus, poi invece inclusi dopo il passaggio parlamentare.

Cassa forense, Inarcassa e le altre: le casse private in Italia

Esistono in Italia casse di previdenza private, indipendenti da Inps, per le cosiddette professioni ordinistiche, che richiedono cioè un titolo di abilitazione o l’iscrizione a un ordine professionale per essere esercitate.

Le casse private per i professionisti sono la cassa Enpam per medici e odontoiatri, la Cassa forense degli avvocati, l’Inarcassa per ingegneri e architetti. E ancora, quelle dei geometri, commercialisti, notai e di tutti gli ordini professionali. Nel dettaglio, gli enti previdenziali privati in Italia sono:

  • Cassa nazionale previdenza e assistenza ingegneri e architetti liberi professionisti (Inarcassa)
  • Cassa italiana di previdenza e assistenza geometri (CIPAG)
  • Cassa nazionale del notariato
  • Cassa di previdenza tra dottori commercialisti (CNPADC)
  • Cassa nazionale previdenza e assistenza ragionieri e periti commerciali (CNPR)
  • Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense
  • Ente nazionale di previdenza e assistenza dei farmacisti – ENPAF
  • Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei veterinari – ENPAV
  • Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro – ENPACL
  • Ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura – ENPAIA
  • Ente nazionale previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri – ENPAM
  • Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio Fondazione ENASARCO
  • Fondo agenti spedizionieri e corrieri – FASC
  • Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani – INPGI
  • Opera nazionale per l’assistenza agli orfani dei sanitari italiani – ONAOSI
  • Ente nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei biologi (ENPAB)
  • Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (ENPAPI)
  • Ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi (ENPAP)
  • Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura (ENPAIA – gestione separata periti agrari e gestione separata per gli agrotecnici)
  • Ente nazionale di previdenza ed assistenza periti industriali e dei periti industriali laureati (EPPI)
  • Istituto nazionale di previdenza ed assistenza dei giornalisti italiani “Giovanni Amendola” (INPGI – gestione separata)
  • Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale degli attuari, dei chimici, dei dottori agronomi e dei dottori forestali, dei geologi (EPAP).

Nuovi voli da Firenze per Sardegna e Sicilia con Air Dolomiti

Da Firenze a Catania, Palermo e Cagliari con i nuovi voli di Air Dolomiti, quattro frequenze settimanali dall’aeroporto di Peretola alla Sicilia e la Sardegna. Partenze fissate dal 5 giugno, giusto in tempo per la ripresa degli spostamenti liberi in tutta Italia e per l’inizio delle vacanze estive 2020.

Da Firenze alla Sardegna e alla Sicilia con Air Dolomiti

Già definito l’orario dei nuovi voli da Firenze per la Sicilia e la Sardegna. I voli per la Sicilia saranno operati il lunedì, giovedì, venerdì e domenica, con partenza da Firenze alle ore 11:55 per Palermo e alle ore 16:10 per Catania. Quelli per la Sardegna, da Firenze a Cagliari, saranno invece operativi dal 19 giugno con partenza alle ore 12:05, sempre lunedì, giovedì, venerdì e domenica.

I voli sono operati da Air Dolomiti, compagnia aerea italiana del Gruppo Lufthansa. La tariffa proposta è a partire da 99 euro solo andata e da 178 euro andata e ritorno, tasse e supplementi inclusi.

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Tariffa bloccata e cancellazione gratuita

Vista l’incertezza che ancora pesa sulla possibilità di spostarsi, Air Dolomiti ha previsto due agevolazioni per i clienti per garantire il massimo della flessibilità.

Prenotando sul sito della compagnia www.airdolomiti.it si potrà bloccare la tariffa e scegliere di effettuare il pagamento in un momento successivo alla prenotazione, entro sette giorni dalla data di partenza del volo.

Oltre a questo, se il passeggero non desiderasse più volare o volesse modificare la data di partenza, potrà scegliere di cancellare gratuitamente la prenotazione, ricevendo il rimborso dell’intero costo del biglietto. O, in alternativa, potrà scegliere un rebooking, ovvero una ri-prenotazione in data diversa, senza supplementi. Anche queste modifiche dovranno essere richieste entro sette giorni dalla data di partenza del volo.

Air Dolomiti, ripartono i voli da Firenze

“Siamo lieti di annunciare la ripresa delle operazioni e ancora più di poter offrire voli che mettano in collegamento il nostro Paese”, spiega Joerg Eberhart, presidente e CEO di Air Dolomiti. “Air Dolomiti è una realtà molto dinamica e questo, unitamente all’eccellente collaborazione con gli aeroporti toscani, ci permette di essere estremamente flessibili: Firenze rappresenta uno degli scali strategici per noi, qui serviamo gli hub di Monaco e Francoforte ed è qui che abbiamo deciso di investire con il nostro nuovo centro di manutenzione. La possibilità di poter operare con gli Embraer 195 e la capacità dell’aeroporto di adeguarsi in tempi rapidi alle nuove disposizioni ha accelerato le operazioni di ripartenza”.

Un campus (online) per coltivare il “Giardino delle imprese 2020”

Cinquanta studenti delle scuole superiori di Firenze, Arezzo e Grosseto potranno partecipare al “Giardino delle Imprese 3”, un percorso di alta formazione, che nel 2020 si sposta online, per sviluppare lo spirito imprenditoriale dei più giovani e plasmare il nostro domani. E a chi ideerà il progetto migliore andrà una borsa di studio da 500 euro. È partito il nuovo bando per selezionare i partecipanti di questo speciale campus, completamente gratuito, con tre parole chiave: idee, giovani e comunità.

L’iniziativa di orientamento avrebbe dovuto svolgersi a Rondine Cittadella della Pace, un borgo medievale a pochi chilometri da Arezzo, ma l’emergenza sanitaria ha cambiato i programmi: si svolgerà online dal 22 giugno al 10 luglio, ma resta la possibilità di organizzare un weekend a Rondine a luglio o a settembre, in in base all’evolversi della situazione.

Il Giardino delle Imprese è promosso da Fondazione CR Firenze e Fondazione Golinelli con la collaborazione di Rondine Cittadella della Pace, dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, e, Murate Idea Park, INDIRE e IUL.

Chi può partecipare al “Giardino delle imprese 2020”: i requisiti

Il bando è rivolto agli studenti iscritti al terzo e al quarto anno delle scuole secondarie di II grado delle province di Firenze, Arezzo e Grosseto. Cinquanta di loro entreranno a far parte della community Campus Giardino delle Imprese, uno spazio di condivisione e di confronto su tematiche di interesse comune. C’è tempo fino al 5 giugno 2020 per fare domanda per il “Giardino delle imprese 3”: la richiesta va presentata online sul sito della Fondazione CR Firenze.

Giardino delle imprese 2020 CR Firenze

L’ambiente e la persona sono i temi alla base del progetto che, quest’anno, ha un particolare focus sui beni comuni come opportunità di sviluppo di una comunità, ovvero quei “tesori” che per essere valorizzati hanno bisogno che un’intera comunità se ne prenda cura.

Come si svolgerà il campus

I giovani saranno divisi in cinque gruppi e saranno accompagnati da esperti e tutor attraverso approcci collaborativi e interattivi perché attivino, lavorando da soli e in squadra, l’insieme delle competenze necessarie alla gestione sostenibile di una loro proposta progettuale di ‘bene comune’. Una giuria premierà il progetto più meritevole: ogni partecipante al gruppo riceverà 500 euro di borsa di studio e l’intero team sarà accompagnato da esperti nella costruzione di una campagna di crowdfunding per la realizzazione del progetto.

Ogni partecipante riceverà un computer portatile in comodato d’uso, che rimarrà a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze che parteciperanno in modo attivo per almeno l’80% del campus.

L’iniziativa Il giardino delle imprese ha il patrocinio del Comune di Firenze, dei Comuni di Arezzo e Grosseto, della  Scuola per i Beni Comuni – SIBEC, del Forum del Terzo Settore, del Centro Servizi Volontariato Toscana – CESVOT, della  Fondazione CON NOI – Legacoop Toscana, della Fondazione Clima e Sostenibilità, di Impact HUB Firenze e della  Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron.

Sport di squadra e allenamenti di gruppo, le linee guida

Non solo palestre e piscine. Il Ministero dello sport ha diffuso le linee guida anche per gli allenamenti sportivi degli sport di squadra, per la verità già autorizzati dal 18 maggio. Per il pallone e il contatto fisico è ancora troppo presto. Saranno allenamenti di gruppo diversi dal solito, visto che la regola di base del distanziamento interpersonale resta. Ma è comunque un inizio: ecco quali sono le regole da rispettare.

Le linee guida valgono per tutti gli sport di squadra, che siano discipline olimpiche o meno, e per tutti i livelli, dai professionisti ai dilettanti e gli amatori. È prevista una diversa classificazione, con punteggio da 1 a 8, in base alla potenzialità del contagio. Dove 1 è lo sport svolto dal singolo all’aperto e 8 quello dell’assembramento e del contatto continuo. In parole povere, un maratoneta rischia meno di un rugbista, uno sciatore meno di un lottatore.

Bonus bici, ecco come richiederlo

Il punto di partenza è quello di un’analisi del rischio generale, una ricognizione sugli spazi, sul numero e sul ruolo delle persone presenti nei centri sportivi. Fondamentale l’analisi dei layout, vale a dire l’organizzazione e la suddivisione degli spazi in base alla loro funzione. Con un piano per separare, quando possibile, ingressi e uscite, oltre a prevedere regole per disciplinare i flussi di persone da un ambiente all’altro.

L’obiettivo è quello di ridurre al minimo il numero di persone presenti contemporaneamente, se possibile dividendo le attività in gruppi. In modo simile a quanto prescritto per le palestre e per l’attività motoria di base.

Distanza sì, mascherina no

Delle misure di prevenzione previste per tutti gli ambiti non sportivi restano valide il distanziamento interpersonale e l’igiene delle mani e delle superfici. Mentre, come precisano le linee guida, l’uso di mascherina e visiere è “di difficile attuazione” durante la pratica dello sport di squadra.

La distanza interpersonale tra gli operatori sportivi (praticanti, insegnanti e allenatori, personale di supporto) deve essere sempre di almeno un metro quando non si stanno svolgendo esercizi sportivi. Tra gli atleti, anche a riposo, è consigliato di mantenere almeno due metri.

Allenamenti di gruppo, ma distanti due metri

Per quanto riguarda la distanza da mantenere durante l’attività sportiva e gli allenamenti di gruppo, gli atleti dovranno essere separati di almeno due metri. Ma questa misura può crescere ancora in base alle caratteristiche di ciascuno sport. Fino al caso limite citato dalle linee guida di due atleti in corsa a una velocità di 14.4 km/h, in scia l’uno dietro l’altro, per i quali, secondo alcuni studi, la distanza di sicurezza è di circa 10 metri.

Resta il divieto di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani. Si deve starnutire e tossire in un fazzoletto che va poi immediatamente gettato in un contenitore apposito. Se non si ha a disposizione un fazzoletto, si può starnutire nella piega interna del gomito.

Vietato poi lasciare gli indumenti indossati per l’attività fisica in luoghi condivisi con altre persone. Vanno riposti in zaini o borse personali e, una volta rientrati a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti.

Si deve bere da bicchieri monouso o da bottiglie personali. Non si può consumare cibo negli spogliatoi.

Sanificazione e pulizia negli impianti sportivi

I gestori dovranno redigere un piano di pulizia che riguardi tutti gli ambienti dedicati alla pratica sportiva, le aree comuni, le aree ristoro, i servizi igienici e gli spogliatoi, le docce, gli attrezzi e i macchinari sportivi, le postazioni di lavoro e allenamento ad uso promiscuo, gli ascensori, i distributori di bevande e snack, con particolare attenzione alle superfici toccate più di frequente, le parti esposte dell’impianto di ventilazione.

Palestre, le linee guida per la riapertura del 25 maggio

Pulizia che dovrà avvenire almeno due volte al giorno sulle superfici, alla fine di ogni turno sugli strumenti di lavoro (può essere l’atleta stesso a farla) e a ogni cambio di turno o di utilizzatore sui macchinari, sugli attrezzi e sulle postazioni di allenamento.

Le linee guida prevedono poi una procedura precisa per chi, durante l’attività sportiva, dovesse manifestare sintomi riconducibili a Covid-19.

Sport di squadra, via agli allenamenti di gruppo: le linee guida

Infine, è prevista l’istituzione di un servizio di supporto psicologico. Non obbligatorio, ma “particolarmente necessario” per favorire il rientro, il recupero e il mantenimento dell’attività lavorativa, soprattutto nei casi in cui un lavoratore sia stato a contatto (diretto o indiretto) con casi di positività al virus.

Il testo completo delle linee guida per l’attività sportiva di squadra e gli allenamenti di gruppo sono disponibili a questo indirizzo.

 

14 nuovi casi e 6 morti: in Toscana il coronavirus frena

La curva dei contagi continua a frenare, nonostante un lieve aumento dei nuovi casi positivi, 14 in più nel giro di una giornata. Ad oggi, 20 maggio, sono 2.117 le persone attualmente in cura per il coronavirus in Toscana, secondo le ultime notizie contenute nel bollettino della Regione. Un dato del genere non si registrava da due mesi. A questi pazienti vanno aggiunti 6.867 guariti, 214 in più nelle ultime 24 ore (+3,2%), e 998 morti dall’inizio dell’epidemia (di cui 6 decessi solo nell’ultima giornata).

Coronavirus in Toscana, i dati del bollettino di oggi (20 maggio)

In totale sono quindi 9.982 i casi positivi registrati ad oggi in Toscana per la pandemia di Covid-19. Dei 14 nuovi contagi segnalati nelle ultime 24 ore, 2 sono stati individuati grazie alla campagna di test sierologici intrapresa dalla Regione. La Toscana si conferma così al decimo posto in Italia per il numero di contagi da coronavirus, con circa 268 casi ogni 100.000 abitanti, contro la media italiana del 375,6. Le province più colpite restano Massa Carrara, Lucca e Firenze (qui la mappa del contagio in Toscana con tutti i grafici). I test eseguiti hanno raggiunto quota 214.299, 5.138 in più rispetto a ieri, quelli analizzati oggi sono 4.836.

Tra il 19 e il 20 maggio si sono registrati 6 nuovi decessi: 3 uomini e 3 donne con un’età media di 77,3 anni. 3 le persone morte nella provincia di Firenze, 1 a Lucca, 2 a Livorno. Il tasso grezzo di mortalità toscano per Covid-19, ossia il rapporto tra il numero di deceduti e la popolazione residente, al 20 maggio è di 26,8 decessi ogni 100.000 residenti, mentre la media italiana a ieri era del 53,3.

Le notizie dagli ospedali toscani: i posti letto Covid

Secondo il bollettino di oggi, 20 maggio, in Toscana sono 1.894 le persone in isolamento a casa, poiché asintomatiche o con sintomi lievi da coronavirus che non richiedono cure ospedaliere (meno 183 rispetto a ieri, in percentuale -8,8%). Si riducono ancora le persone ricoverate in ospedale, che oggi sono in totale 223 (23 in meno di ieri, -9,3%), di questi 45 pazienti sono in terapia intensiva (11 persone in meno, -19,6%). E’ il punto più basso raggiunto dal 10 di marzo 2020 per le terapie intensive.

I guariti salgono a 6.867: 1.636 persone “clinicamente guarite” (ossia non presentano più i sintomi) e 5.231 guariti a tutti gli effetti (le cosiddette guarigioni virali, con doppio tampone negativo). I dati del bollettino di oggi, 20 maggio, sono stati elaborati dall’Agenzia regionale di sanità toscana e dall’Unità di crisi coronavirus.

Centri estivi 2020: c’è la data di apertura (e il bonus)

Finalmente fuori casa, a scuola, nei parchi o nelle fattorie didattiche. Passata la fase acuta dell’emergenza coronavirus, arrivano buone notizie per i bambini (e per mamma e papà): ci sono le linee guida anti-Covid per l’apertura dei centri estivi 2020, per i quali si potrà usare anche il bonus baby sitter previsto dal decreto rilancio, e c’è anche una data di inizio.

Una boccata di ossigeno per molte famiglie alle prese con il lavoro e la gestione dei figli in un momento non certo facile.

La data dell’apertura

Dopo l’ok del Comitato tecnico scientifico è stata fissata la data di riapertura di questo servizio per le famiglie: si inizia il 15 giugno, ma le Regioni potranno decidere di anticipare la partenza dei centri estivi oppure posticiparla nel caso di contagi fuori controllo. In alcune zone d’Italia potrebbero aprire già dall’ultima settimana di maggio, ad esempio in Veneto dove il governatore Luca Zaia preme sull’acceleratore.

Decreto rilancio: il bonus Inps per i centri estivi 2020

Il decreto legge rilancio pubblicato in Gazzetta ufficiale ha alzato il bonus baby sitter dell’Inps, da 600 a 1.200 euro, e ha previsto la possibilità di spendere questo “voucher” anche per far frequentare i centri estivi ai bambini durante il 2020. Possono richiederlo i dipendenti del settore privato, i lavoratori autonomi iscritti all’Inps e alle casse professionali e quelli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, oltre a categorie professionali specifiche come gli operatori sanitari (per cui il bonus arriva a 2.000 euro) e il personale delle forze dell’ordine.

I requisiti sono i seguenti:

  • Il bambino deve avere meno di 12 anni (ma si può chiedere per tutti i figli purché sotto questa età e per una cifra complessiva non superiore ai 1.200 euro)
  • Nessun limite di età per figli disabili iscritti a scuola o ospitati in centri diurni
  • Non bisogna aver già usufruito del bonus baby sitter previsto dal precedente decreto per l’emergenza coronavirus, il Cura Italia

Per fare domanda del bonus baby sitter – centri estivi è necessario collegarsi al sito dell’Inps, inserire il codice fiscale e il pin: si può fare richiesta da oggi, 20 maggio, ha annunciato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Le linee guida per i centri estivi 2020

Ogni Regione stabilirà un regolamento per l’apertura dei centri estivi 2020, ma tutte dovranno rispettare le linee guida dettate dall’ultimo dpcm sulla fase 2. Tra le regole ingressi scaglionati di almeno 5-10 minuti e l’allestimento dei punti di accoglienza fuori dai luoghi delle attività, dove sarà misurata la temperatura corporea. I bambini si laveranno le mani prima entrare e di uscire dai centri estivi, mentre le attrezzature e i giochi usati dai piccoli dovranno essere essere puliti almeno una volta al giorno. Ogni volta che i bimbi cambieranno attività dovranno lavarsi le mani, soprattutto prima di mangiare, quando non sarà consentito scambiarsi forchette e bicchieri.

Palestre, le linee guida per la riapertura del 25 maggio

Capienza ridotta, ingressi su prenotazione, arrivare già cambiati e mantenere le distanze: il Ministero dello sport ha pubblicato le linee guida per la riapertura di palestre, piscine e centri sportivi, prevista per il 25 maggio.

Tra le abitudini che più sono destinate a cambiare dopo l’emergenza coronavirus c’è certamente quella di andare in palestra. La condivisione di spazi e attrezzature, le distanze ravvicinate, il respiro accelerato sono tutti, potenzialmente, fattori che aumentano il rischio del contagio.

Riapertura palestre e centri sportivi dal 25 maggio, le linee guida

Le linee guida del Ministero dello sport per la riapertura delle palestre

Le linee guida sono una serie di regole e norme nate proprio per ridurre al minimo questo rischio, alle quali dovranno attenersi tutti i soggetti che gestiscono, a qualsiasi titolo, siti sportivi. Sono state redatte grazie al contributo tecnico e scientifico del Rapporto denominato “Lo sport riparte in sicurezza” trasmesso dal Coni e dal Cip al Ministro per le politiche giovanili e lo Sport. Un documento nato dalla collaborazione con il Politecnico di Torino, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva.

Prima di tutto i gestori dovranno procedere a una valutazione del rischio, in base alle caratteristiche degli ambienti e delle attività che vi si svolgono. Il primo passo è ridurre la capienza. Per questo verrà ridotta la presenza degli operatori sportivi, scegliendo di suddividere in gruppi quelli presenti contemporaneamente.

In palestra, ma solo su prenotazione

In palestra si entrerà su prenotazione. Non un obbligo assoluto, ma le linee guida del Ministero consigliano esplicitamente l’utilizzo di soluzioni tecnologiche, comprese app per dispositivi mobili, per regolamentare l’accesso alle palestre. Prenotando anche per le singole attività promosse dal centro sportivo, come corsi e lezioni di gruppo. Così da contingentare il numero massimo di persone contemporaneamente presenti ed evitare assembramenti. La prenotazione consentirà anche di tracciare l’accesso alle strutture.

Gli spazi della palestra, secondo le linee guida per la riapertura, dovranno essere classificati sulla base del flusso e delle attività che ospitano. Spazi di transito, di sosta breve, di sosta prolungata e di potenziali assembramenti.

Bonus bici, ecco come richiederlo

Il gestore del sito dovrà provvedere a predisporre tutto il materiale informativo sulle norme e i comportamenti da rispettare. Manifesti e locandine informative affissi nelle zone di accesso, nei luoghi comuni, nelle zone di attività sportiva, negli spogliatoi e nei servizi igienici. Lo stesso Ministero ha preparato una locandina dal titolo “Lo sport riparte in sicurezza”, scaricabile qui. Ci sarà poi una raccolta differenziata dei rifiuti potenzialmente contagiosi, come fazzoletti e mascherine.

Palestre, il 25 maggio la riapertura: ecco le regole

Per quanto riguarda gli utenti, la prima indicazione è quella di presentarsi in palestra già cambiati, con abbigliamento adatto all’attività sportiva. Se ciò non fosse possibile, si dovrà comunque utilizzare gli spogliatoi solo per cambi di indumenti minimi o che richiedano tempi ridotti, riponendo i vestiti stessi in appositi contenitori sigillanti.

All’interno degli spazi della palestra si dovrà sempre mantenere la distanza interpersonale di un metro quando non si fa attività fisica. Distanza raddoppiata ad almeno due metri quando invece si svolgono gli esercizi.

Decreto rilancio, il testo in Gazzetta ufficiale (pdf)

Sanificazione di palestre e centri sportivi: le linee guida

Dovrà essere possibile lavarsi frequentemente le mani e le palestre dovranno installare dispenser di gel disinfettanti in più punti.

Non ci si devono toccare occhi, naso e bocca. Si deve tossire e starnutire in un fazzoletto (da gettare subito dopo nell’apposita raccolta) o nella piega del gomito. Si deve bere sempre da bicchieri monouso o bottiglie personali, non condivise.

Chi fa attività fisica ha il compito di disinfettare i propri effetti personali e di non condividerli. Vietato anche lo scambio di telefoni, tablet e altri dispositivi.

Si possono utilizzare gli spogliatoi delle palestre. Ma anche in questi l’accesso sarà contingentato e non si potranno utilizzare phon, asciugacapelli e altri accessori condivisi. Chi ne ha bisogno può portare i propri da casa. Nelle piscine, dove l’uso degli spogliatoi è inevitabile, un membro del personale vigilerà sul rispetto delle regole di sicurezza.

Gli spogliatoi saranno costantemente puliti e igienizzati. Gli ambienti saranno sanificati a ogni cambio turno. Nei locali chiusi ad alta densità di persone o di attività dovranno essere installati sistemi di filtrazione dell’aria, ad esempio tramite purificatori di aria con filtri Hepa.

Gli indumenti indossati per l’attività fisica non devono essere lasciati in spazi accessibili ad altre persone. Vanno riposti in zaini o borse personali e, una volta rientrati a casa, lavati separatamente dagli altri vestiti.

Bonus 600 euro per autonomi Inps, i nuovi requisiti per aprile e maggio

Confermato il bonus autonomi e partite Iva da 600 euro per mese di aprile, incentivo che per maggio salirà a 1000 euro per gli autonomi Inps che abbiano subito una riduzione di almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020: sono i requisiti previsti nel testo definitivo del Decreto rilancio pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale. Il pagamento del bonus, ha assicurato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sarà corrisposto nel giro di “due o tre giorni al massimo”.

Decreto rilancio, il testo in Gazzetta ufficiale (pdf)

Chi ha ricevuto il bonus da 600 euro del mese di marzo riceverà in automatico anche quello di aprile, di pari importo. Lo stabilisce il Decreto rilancio al primo comma dell’articolo 84. Spetta ai professionisti, ai lavoratori autonomi titolari di partita Iva e ai lavoratori con contratto co.co.co, per una platea stimata di 4,9 milioni di lavoratori.

Bonus anche per lavoratori sportivi e del settore agricolo

I lavoratori del settore agricolo già beneficiari nel mese di marzo dell’indennità di 600 euro, riceveranno ad aprile un bonus da 500 euro. Confermata poi per i mesi di aprile e maggio 2020, un bonus da 600 euro per i lavoratori sportivi impiegati con rapporti di collaborazione.

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Bonus 1000 euro, i requisiti: cosa cambia a maggio

Cambiano invece i requisiti – e dunque i destinatari – del bonus autonomi e partite Iva di maggio, aumentato a 1000 euro. Spetterà infatti ai liberi professionisti titolari di partita Iva attiva iscritti alla Gestione separata Inpsche abbiano subito una comprovata riduzione di almeno il 33 per cento del reddito del secondo bimestre 2020 rispetto al reddito del secondo bimestre 2019“. A patto che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

Ecobonus al 110 per cento: cosa prevede il decreto rilancio

Bonus da 1000 euro anche ai lavoratori co.co.co. che abbiano cessato il rapporto di lavoro alla data di entrata in vigore del decreto. Lo stesso vale per i lavoratori stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1 ° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020.

Bonus 600 euro per gli autonomi delle casse private: cosa succede?

C’è poi la questione aperta dei liberi professionisti non iscritti all’Inps. Gli autonomi iscritti in via esclusiva a Enpam, Inarcassa, Cassa forense, Enpapi o a un’altra delle casse previdenziali private delle professioni ordinistiche. Se l’estensione automatica del bonus di aprile riguarderà anche loro, il Decreto rilancio non li menziona invece per il bonus di maggio. Possibile dunque che, come già accaduto con il precedente decreto Cura Italia, l’estensione del bonus ai liberi professionisti passi per il percorso parlamentare del decreto.

Decreto rilancio, il testo in Gazzetta ufficiale (pdf)

Il testo definitivo del Decreto rilancio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale: eccolo in formato pdf e docx per Word. Si chiude così il lungo percorso di gestazione del provvedimento nato come “decreto aprile”, ribattezzato poi “decreto maggio” prima del nome definitivo scelto dal Governo. Approvato in consiglio dei ministri lo scorso 13 maggio è passato poi ai tecnici della Ragioneria di Stato che, vista la portata delle misure, hanno impiegato diversi giorni per la bollinatura finale.

Il Decreto rilancio in Gazzetta ufficiale

Le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte avevano aperto alla possibilità di vedere pubblicato il decreto già nella giornata di domenica 17 maggio. “Confido che già domani (domenica, ndr) il Decreto rilancio possa andare in Gazzetta Ufficiale“, aveva detto Conte durante la conferenza stampa di sabato scorso.

Un lungo percorso

Sfumata anche quella data, lunedì 18 maggio, veniva considerata una sorta di termine ultimo per la pubblicazione. La mattina di lunedì il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, intervenuto a Sky Tg24, ha fatto sapere che il testo definitivo del Decreto rilancio “nelle prossime ore andrà in Gazzetta Ufficiale e diventerà legge”.

I lavori si sono però prolungati ulteriormente. Il Decreto rilancio è slittato ancora, ma alla fine, nella tarda serata di martedì 19 maggio, il testo definitivo è stato firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Decreto rilancio, cosa prevede: tutti i bonus e il testo pdf

 

Decreto rilancio in Gazzetta ufficiale, il testo in pdf e Word

D’Incà ha poi spiegato che il passi successivo alla pubblicazione sarà il decreto sulle semplificazioni. “Un decreto – ha detto – che vuole mettere da una parte sostanza economica all’interno del motore del nostro Paese, dall’altra parte dobbiamo semplificare un Paese che ha visto nella burocrazia un male che in qualche maniera ha attanagliato la possibile crescita economica. Ecco perché questo decreto, che è in fase di costruzione, darà quelle semplificazioni che permetteranno di poter parlare della parte burocratica del nostro Paese come di una burocrazia amica del cittadino”.