Dopo la vittoria contro il Sassuolo, in campionato, la Fiorentina torna a giocare, allo stadio Artemio Franchi, giovedì 12 gennaio (alle 18) contro la Sampdoria per gli ottavi di finale di Coppa Italia. Match, sulla carta, alla portata dei viola che puntano molto alla seconda competizione nazionale. Entrambe le squadre dovrebbero far giocare chi, in campionato, ha collezionato un minor minutaggio.
Le probabili formazioni
Possibile turn-over per la Fiorentina. Vincenzo Italiano dovrebbe infatti dare spazio a chi ha giocato meno. Ballottaggio tra Cerofolini e l’ipotesi Gollini in porta (Terracciano è anche acciaccato), in difesa turno di riposto per Milenkovic, due maglie disponibili al centro tra Igor, Quarta e Ranieri mentre sugli esterni ci saranno Dodò e Terzic. Duncan e Bianco a centrocampo, poi Kouamé, Barak e Saponara alle spalle di Jovic. Cabral non è al massimo della forma e dovrebbe sedere in panchina.
Stankovic dovrebbe proporre Audero in porta. In difesa spazio a Zanoli ed Amione, mentre il terzo potrebbe essere Murru. A centrocampo giocherà Rincon col giovane Yepes. Leris e Augello esterni mentre davanti Montevago potrebbe fare coppia con Lammers. Verre o Djuricic trequartista. La partita sarà trasmessa in chiaro: ecco dove vedere Fiorentina-Sampdoria in tv e in streaming.
La ribollita rappresenta senza dubbio uno dei piatti più conosciuti e apprezzati della cucina toscana, tra i cui aromi il gusto contemporaneo incontra una cucina povera, nonché ingredienti genuini quali fagioli bianchi, bietola, olio, pane toscano raffermo e soprattutto cavolo nero. Lo stesso nome “ribollita” suggerisce la caratteristica distintiva di questa zuppa, differente dalle minestre di verdure, in quanto – il giorno dopo – deve essere bollita di nuovo. L’autunno è il tempo giusto per scoprire la ricetta della ribollita toscana originale. Scopriamo perché.
La storia della ribollita
È ragionevole cercare le origini della ribollita toscana originale nella tradizione delle zuppe vegetali del Medioevo, tra i principali alimenti consumati dalla gente povera. Ma c’è di più. La studiosa Clotilde Vesco nel libro Cucina fiorentina fra Medioevo e Rinascimento (Maria Pacini Fazzi Editore, 1984) ha trascritto le prescrizioni di un ricettario fiorentino, databile entro il XV secolo e compreso tra le Carte Bardi dell’Archivio di Stato di Firenze.
Una delle ricette s’intitola Minestra di tutte le sorte d’erbe. La caratterizza un lungo elenco di ingredienti dalla lattuga al cavolfiore ma soprattutto l’indicazione di freddare il preparato per cuocerlo di nuovo. È plausibile quindi che nei secoli molte minestre a base vegetale siano state ribollite. Nondimeno, la prima attestazione di una ribollita abbastanza simile alla nostra deve attendere il 1930, con la Guida Gastronomica d’Italia del Touring Club.
Ribollita toscana, a caccia della ricetta originale
Come accade quasi sempre nei piatti davvero tradizionali, le origini sono plurime e le ricette mutano, in base alla disponibilità degli ingredienti e alla fantasia del cuoco. Senza dubbio tuttavia una ricetta autorevole è quella dell’Accademia italiana della cucina: l’associazione fondata nel 1953 dal grande giornalista Orio Vergani e riconosciuta ufficialmente quale istituzione culturale della Repubblica italiana, cinquant’anni dopo.
Secondo l’Accademia, per fare la ribollita toscana originale servono questi ingredienti: fagioli secchi cannellini, cavolo nero, cavolo verza, bietola, patate, cipolle, carote, coste di sedano, pomodori, pane raffermo, olio extravergine d’oliva, sale e pepe.
Quindi, preparati gli ingredienti, occorre:
Rosolare in olio carote, sedano e cipolle, tagliati a fettine.
Aggiungere i pomodori a pezzi e le altre verdure, opportunamente tagliate a strisce.
I fagioli devono restare a mollo per 12 ore e cuocere separatamente. Una volta cotti, metà deve essere passata al setaccio e versata nella pentola delle verdure, assieme all’acqua di cottura.
La cottura deve essere lenta e protrarsi per un’ora. I fagioli ancora interi vanno aggiunti poco prima di spegnere il fuoco.
In una zuppiera, le fette di pane raffermo attendono che la zuppa vi sia versata sopra. Operazione da ripetere, aggiungendo almeno un secondo strato di pane e di zuppa, quindi fino a raggiungere la quantità desiderata.
A questo punto, è pronta… la minestra! Perché si trasformi in ribollita, occorre attendere fino al giorno dopo. Quando la zuppiera potrà tornare sul fuoco per gli ultimi dieci minuti. Da ultimo basta un filo d’olio.
E la “ribollita” di Pellegrino Artusi
Pellegrino Artusi espresse il Risorgimento e l’unità italiana, raccogliendo le ricette della penisola in un libro destinato a farsi classico, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (1891). Eppure nella raccolta, la ribollita toscana originale non si trova. Ciò nonostante, una Zuppa Toscana di Magro alla Contadina può rappresentare, in un certo senso, la ribollita dell’Artusi.
La ricetta è molto simile a quella dell’Accademia italiana della cucina. Semplicemente, l’Artusi consiglia pane scuro, sempre raffermo, e limita la preparazione al primo giorno, consigliando di servire la minestra preferibilmente da fredda. Molti fiorentini aggiungono che il pane raffermo debba essere anche toscano, ovvero insipido. Un’indicazione che al tempo del ricettario delle Carte Bardi poteva darsi per scontata, assieme a filiera corta e stagionalità delle erbe. A questo riguardo, ricordiamo come il cavolo nero si raccolga in autunno e d’inverno. Il momento è dunque ottimo per cucinare l’originale ribollita toscana.
Un aumento delle pensioni a febbraio 2023: è quanto si attendono milioni di pensionati per i quali a gennaio l’Inps ha “bloccato” la rivalutazione, in attesa dell’approvazione della legge di bilancio contenente la nuova tabella dell’adeguamento all’inflazione. L’istituto previdenziale finora ha infatti riconosciuto la perequazione piena solo a una platea ristretta (minime e assegni fino a 2.101,52 euro lordi), perché nei giorni in cui venivano definiti i cedolini di gennaio, il Parlamento stava limando il testo della manovra, in particolare le regole sulla rivalutazione. Un capitolo del provvedimento economico riguarda infatti la percentuale di applicazione degli aumenti delle pensioni: il vecchio sistema a tre fasce è stato modificato con 7 diversi “scalini” di reddito e il nuovo modello sarà applicato dall’Inps presumibilmente a febbraio (con il riconoscimento degli “arretrati” di gennaio), ma sul netto del cedolino potrebbe influire ancora il conguaglio fiscale dello scorso anno.
Il “bonus” per le pensioni minime
Come detto, la rivalutazione piena delle pensioni (+7,3%) è stata riconosciuta dall’Inps già a gennaio per gli assegni fino a 4 volte il minimo (2.101,52 euro lordi): per questa fascia di reddito quindi il netto di febbraio 2023 cambierà poco. Un’eccezione riguarda le minime che per effetto della legge di bilancio cresceranno dell’8,76% (da 525,38 euro a 572 euro) con un incremento ancora maggiore per quanto riguarda gli over 75 (da 525,38 euro a 597 euro), grazie a un “bonus” studiato dal governo per i redditi più bassi. Bisogna poi dire che questi adeguamenti sono calcolati in base alla rivalutazione provvisoria, calcolata sulle stime Istat dell’inflazione comunicate a novembre. Il dato definitivo sarà sicuramente più alto, basti pensare che a dicembre l’inflazione media annua è salita all’8,1%. In futuro ci saranno quindi aggiustamenti al rialzo degli assegni pensionistici per effetto della perequazione definitiva.
A chi arriverà l’aumento delle pensioni nel cedolino di febbraio 2023
Le pensioni da 2.101,53 in su devono vedere ancora l’applicazione della rivalutazione: l’Inps nella circolare 135 dello scorso 22 dicembre aveva specificato che la perequazione per questi cittadini sarebbe stata “attribuita sulla prima rata utile al momento di approvazione della norma indicata” (ossia la legge di bilancio), quindi a febbraio 2023. Si attende inoltre l’accredito degli aumenti non applicati a gennaio. Attenzione però: alcuni pensionati vedranno abbassarsi il netto del cedolino per effetto dei conguagli delle tasse dell’anno appena concluso. Tra gennaio e febbraio l’Inps trattiene le eventuali cifre a debito risultanti dalla differenza tra le ritenute versate e quelle dovute.
Dunque, al netto di eventuali ritenute per il conguaglio e per l’Irpef, a febbraio 2023 anche le pensioni sopra 4 volte il minimo aumenteranno, in base alla nuova tabella della rivalutazione. Sopra questa soglia l’adeguamento all’inflazione viene applicato in modo proporzionale al reddito pensionistico: più il lordo è alto, minore è la percentuale di aumento (qui una tabella con una simulazione degli aumenti).
Tra 4 e 5 volte il minimo
da 2.102 a 2.627 euro lordi
aumento +6,20% (85% della rivalutazione)
Tra 5 e 6 volte il minimo
da 2.627 a 3.152 euro
aumento +3,87% (53% della rivalutazione)
Tra 6 e 8 volte il minimo
da 3.152 a 4.203 euro
aumento +3,43% (47% della rivalutazione)
Tra 8 e 10 volte il minimo
aumento +2,7% (37% della rivalutazione)
Oltre 10 volte il minimo
più di 5.254 euro
aumento +2,34% (32% della rivalutazione)
Quando è previsto il pagamento della pensione a febbraio 2023
Secondo il calendario stilato dall’Inps, il pagamento delle pensioni sul conto corrente bancario avverrà nel primo giorno bancabile del mese, quindi mercoledì 1° febbraio 2023. Per chi invece vorrà ritirare in contanti la pensione agli sportelli di Poste Italiane è previsto il seguente programma:
cognomi dalla A alla C – mercoledì 1° febbraio 2023;
cognomi dalla D alla K – giovedì 2 febbraio 2023;
cognomi dalla L alla P – venerdì 3 febbraio 2023;
cognomi dalla Q alla Z – sabato 4 febbraio 2023 (al mattino)
Tra le novità della nuova pista dell’aeroporto di Firenze anche il cosiddetto ‘vertiporto’, ovvero l’aeroporto per droni civili per il trasporto di persone. Un vero e proprio taxi-drone. È questo uno degli annunci fatti in occasioni della conferenza stampa di chiusura del percorso di partecipazione del dibattito pubblico alle cui conclusioni Toscana Aeroporti dovrà rispondere entro un mese. In Italia su questo fronte si sta attrezzando Fiumicino e ci sta pensando anche Firenze.
La nuova pista dell’aeroporto di Firenze e i lavori
Secondo il presidente della Regione Eugenio Giani la nuova pista “obliqua” dell’aeroporto di Firenze è uno dei tasselli di un progetto ben più ampio, quell’area integrata urbana di Firenze, Prato e della Piana che sarà inserita nel piano regionale di sviluppo. In totale nel documento finale sono contenute 38 domande sul progetto dello scalo fiorentino e appunto Toscana aeroporti dovrà rispondere.
Dal punto di vista delle tempistiche l’amministratore delegato di Toscana AeroportiRoberto Naldi è ottimista e ha fatto sapere che i lavori dovrebbero partire già a gennaio 2024. C’è anche fiducia, sempre parole di Naldi, “sui 150 milioni di soldi pubblici, confermati dal Governo ed Enac pochi mesi fa”. Da parte di Enac c’è l’indicazione di iniziare i lavori a gennaio 2024 ma poi sono tante le variabili che potrebbero anche far slittare i tempi.
I contrari alla nuova pista dell’aeroporto di Firenze
Se naturalmente Firenze è favorevole alla nuova pista (e nel frattempo stanno arrivando nuove aziende nello scalo), i Comuni di Sesto, Campi, Calenzano e Poggio a Caiano hanno confermato la loro contrarietà. In generale il rischio ricorsi c’è e anche questa variabile potrebbe portare problemi. “Il metodo seguito è il più corretto – ha dichiarato Naldi -. Io presenterò ai primi di febbraio un pacchetto di interventi sulla Piana, dalle scuole alle tramvie, dal parco alle strade. Poi i ricorsi stanno nelle cose ma quando le cose sono fatte per bene il Tar non le blocca, basta vedere Piombino”.
Il servizio di prenotazione del vaccino anti-Covid in Toscana ha registrato un aumento delle richieste per la quarta dose, durante questo mese di gennaio 2023, mentre sono aperte le procedure per la quinta, riservata però solo ad alcune categorie. Le notizie sui contagi in Cina, unite all’allerta per la nuova variante Kraken, stanno spingendo sempre più persone a sottoporsi all’ulteriore iniezione booster. Secondo il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani si va verso il richiamo annuale per il vaccino Covid, un po’ come succede per l’influenza. Essenziale quindi ricordare come fare la prenotazione della quarta dose del vaccino anti-Covid in Toscana: chi può farla, dove, quando e dopo quanti mesi. Solo nell’ultima settimana 6.000 persone hanno riservato un posto sul portale web regionale.
Vaccino Covid in Toscana: chi può fare la quarta dose e dove
Anche in Toscana la quarta dose di vaccino anti-Covid può essere fatta gratuitamenteda tutti gli over 12, dagli anziani ai giovani, dagli operatori sanitari alle donne in gravidanza, anche se non affetti da patologie preesistenti, con diverse modalità di prenotazione:
dal medico di famiglia, per effettuare l’iniezione nello studio;
dal farmacista, per fare la somministrazione in farmacia.
Per i soggetti estremamente fragili con una grave compromissione del sistema immunitario (indicati in via prioritaria anche per gli altri richiami di vaccino) la somministrazione del vaccino anti-Covid è fortemente raccomandata: in Toscana non devono fare la prenotazione, ma vengono contattati direttamente dai centri di riferimento delle strutture specialistiche. In questo caso specifico per informazioni si può contattare il numero unico regionale 800-556060.
Quando fare la quarta dose di vaccino anti-Covid
Per tutti la nuova vaccinazione con quarta dose, spiega la Regione Toscana, è raccomandata dopo 4 mesi (120 giorni) dalla somministrazione della terza, sempre che nel frattempo non si sia risultati positivi. Chi ha avuto il Covid dopo la terza dose, può fare la quarta somministrazione sempre dopo 120 giorni dalla diagnosi di positività. I prodotti usati per la dose numero 4 sono quelli che impiegano una tecnologia per i vaccini a Rma, con lo stesso dosaggio usato per il primo richiamo booster.
Sono disponibili due formulazioni del nuovo vaccino anti- Covid bivalente Pfizer – Comirnaty: quella che protegge dal virus originario di Wuhan (come i primi vaccini) oltre che dalla variante Omicron 1 e una seconda versione “tarata” sul ceppo di Wuhan e sulla mutazione Omicron Ba 4-5.
E la quinta dose di vaccino anti-Covid
Se la prenotazione della quarta dose è aperta a tutti gli over 12, la quinta dose del vaccino anti Covid anche in Toscana è disponibile per categorie specifiche, ecco chi può farla dopo 4 mesi dall’ultima iniezione o dall’infezione da Covid:
over 60 (fragili e non) prenotando sul portale, dal medico di base o in farmacia;
ospiti delle Rsa, vaccinati direttamente nelle strutture;
Partono le domande per i nuovi incentivi statali auto 2023, il cosiddetto “ecobonus” del Mise (Ministero dello Sviluppo economico) per chi compra macchine elettriche, ibride o a basse emissioni di CO2, oppure moto e scooter, con o (per alcuni modelli) senza rottamazione. Sul piatto ci sono in tutto 630 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio di due anni fa, che aveva stilato un piano triennale per incentivare l’acquisto di mezzi meno inquinanti. Da oggi, 10 gennaio 2023, il Mise ha attivato la piattaforma su cui i concessionari auto potranno fare richiesta dei nuovi incentivi statali, fino a esaurimento dei fondi disponibili.
L’ecobonus viene riconosciuto direttamente nella fattura, come riduzione del prezzo. Uno sconto a tutti gli effetti. L’importo massimo del contributo viene calcolato se si dà indietro il vecchio veicolo, mentre senza rottamare la vecchia auto o la vecchia moto la cifra si riduce e il bonus è previsto solo per l’acquisto di mezzi elettrici. Ecco i dettagli.
Per quali modelli sono previsti i nuovi incentivi statali auto, moto e scooter 2023 (con rottamazione)
Il Mise ha reso noto la ripartizione delle risorse per le diverse categorie: 575 milioni di euro vanno per le automobili, 40 milioni per le moto e gli scooter e infine 15 milioni per i veicoli commerciali. Auto elettriche, ibride o veicoli a basse emissioni: sono questi modelli per i quali si possono richiedere i nuovi incentivi statali con la rottamazione della vecchia macchina, vediamo a quanto ammonta l’ecobonus per le tre diverse fasce.
Incentivi 2023 per le auto elettriche
– emissioni di CO2 0-20 grammi per chilometro
– in tutto 190 milioni di euro (il 5% va per car sharing e noleggio)
– importo ecobonus: 5.000 euro con rottamazione auto (2.500 euro per le società di noleggio)
– tetto massimo di spesa 42.700 euro (Iva inclusa)
Incentivi 2023 per le auto ibride e plug-in
– emissioni di CO2 21-60 grammi per chilometro
– in tutto 235 milioni di euro (il 5% va per car sharing e noleggio)
– importo ecobonus: 4.000 euro con rottamazione auto (2.000 per le società di noleggio)
– tetto massimo di spesa 54.900 euro (Iva inclusa)
Incentivi statali 2023 per auto a basse emissioni (euro 6, gpl, metano)
– emissioni di CO2 61-135 grammi grammi per chilometro
– in tutto 150 milioni di euro
– importo ecobonus: 2.000 solo con rottamazione auto
– tetto massimo di spesa 42.700 euro (Iva inclusa)
L’ecobonus 2023 senza rottamazione auto (e moto)
Gli incentivi statali 2023 sono previsti anche senza rottamare la propria macchina solo per chi acquista auto elettriche (l’ecobonus in questo caso scende da 5.000 a 3.000 euro senza rottamazione) o per quelle ibride plug-in che si possono ricaricare alla colonnina (il contributo cala da 4.000 a 2.000 euro), ma non per le altre categorie di veicoli a basse emissioni. Gli automobilisti che compreranno mezzi con emissioni di anidride carbonica nella fascia tra 61 e 135 grammi per chilometro (ad esempio euro 6, gpl, metano), avranno diritto agli incentivi solo con la rottamazione della vecchia auto, con uno “sconto” di 2.000 euro.
Per quanto riguarda moto e scooter, senza rottamazione si possono ottenere gli incentivi statali soltanto per acquistare cicli e motocicli elettrici: in questo caso il contributo scende dal 40 al 30% del prezzo fino a un massimo di 3.000 euro. Per moto e scooter non elettrici l’ecobonus è previsto esclusivamente con rottamazione (vedi sopra).
Le regole: quali auto si possono rottamare e chi fa domanda
Gli incentivi statali sono riservati a chi sottoscrive un contratto di acquisto di un’auto nuova dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, fino a esaurimento dei fondi, ma non è chi compra a dover far domanda al Mise. Spetta infatti ai concessionari gestire la pratica registrandosi sulla piattaforma ufficiale ecobonus.mise.gov.it. Per usufruire dell’incentivo la consegna della nuova macchina deve avvenire entro 180 giorni dalla prenotazione e la nuova auto deve restare dello stesso proprietario per almeno 180 giorni, mentre quella da rottamare (da euro 0 ad euro 4) deve essere intestata da almeno 12 mesi alla stessa persona. Gli incentivi statali possono essere richiesti anche se l’auto sottoposta a rottamazione è di proprietà di uno dei familiari conviventi dell’acquirente.
Nel Vocabolario degli accademici della Crusca, la parola magica comparve con la terza edizione del 1670: cioccolatte o volgarmente, cioccolata. Consacrazione linguistica di origine sudamericana, successo europeo e affermazione mondiale. Ancora oggi, infatti, poche dolcezze permeano l’immaginario, il desiderio e il gusto di tutto il mondo come il cibo degli dei, dono della mandorla del cacao (Theobroma cacao). In principio però i conquistadores spagnoli operarono una “piccola” modifica alla ricetta originale precolombiana, sostituendo il peperoncino con lo zucchero. In ogni caso, la nostra città se ne innamorò subito. Ed è ancora innamorata. Per questa ragione, abbiamo scelto cinque luoghi dove bere una buona (se non la migliore) cioccolata calda a Firenze, nel centro della città. Partiamo però dalla storia.
Il giro del mondo di un fiorentino e la cioccolata da bere
Spesso, il merito di aver dato notizia della cioccolata a Firenze viene attribuito al mercante fiorentino Francesco d’Antonio Carletti. Questi prese il mare da Siviglia, raggiunse il Sud America, attraversò il continente, si imbarcò di nuovo per le Filippine, visitò il Giappone e i territori portoghesi dell’Asia. In questo modo, nonostante dubbi affari e due soggiorni in carcere, Carletti riuscì a completare il primo giro del mondo commerciale del quale si abbia notizia (1594-1606 circa), accumulando una discreta fortuna, quasi del tutto sottratta dai pirati olandesi che lo intercettarono nei pressi dell’isola di Sant’Elena.
L’avventura avrebbe ispirato un incredibile racconto di viaggio, Ragionamenti di Francesco Carletti – pubblicato postumo nel 1701 – ma che i concittadini ricordano soltanto perché cita la cioccolata. Tanto buona che “una volta accostumatisi ad essa diventa cosa vitiosa, et che con difficoltà si può poi lassarne di berne ogni mattina o vero il giorno al tardi dopo pranzo…”.
Cioccolata calda alla corte dei Medici
Marco Ferri nel suo libretto, Firenze e la cioccolata edito da Pontecorboli nel 2017, ricorda tuttavia diverse testimonianze precedenti la pubblicazione del Carletti. Una storica. Il Codice fiorentino, dono matrimoniale di Filippo II di Spagna a Francesco I Medici (1579), descrive la cioccolata. Presso l’Archivio di Stato di Firenze, nel fondo Mediceo del Principato, il documento 4951, risalente al 12 dicembre 1622, registra l’importazione di oro, argento, tabacco, zucchero e cioccolate. A partire da quest’epoca, tazze di cioccolata allietano la corte medicea. Spesso aromatizzata a gusti vari, come cedro, limone o gelsomino. Ma in generale, la cioccolata fiorentina discende semplicemente dall’egemonia spagnola nell’Italia del Seicento.
I caffè settecenteschi
Dopo un secolo da esotismo costoso, nel Settecento la cioccolata uscì stabilmente dalla corte e dai palazzi. Le botteghe di acquafrescai o acquacedratai vendettero le “tavolette”. Mentre i primi caffè cominciarono a servire cioccolata, dal caffè di Francesco Zeti, all’esclusivo Kaffeehaus nel Giardino di Boboli, struttura che per altro è al centro adesso di un progetto di recupero.
Così, ancora oggi la cioccolata calda in un caffè di Firenze può rappresentare un’esperienza diversa dal consumo distratto nella propria abitazione. Tempo calmo al tavolino, momento per se stessi o con i propri cari. Esperienza di aroma e sapore. Occasione per passeggiare e vivere la città, affacciarsi su belle piazze. Guardare. Anche perché, alcuni luoghi adatti a questa esperienza sono veri classici. Da riscoprire, anche per i fiorentini.
Caffè Gilli, il più antico di Firenze
Gilli è il caffè più antico di Firenze e fa parte anche dell’associazione italiana dei locali storici. L’insegna guarda la città dal 1733, quando il granduca era ancora Giangastone de’ Medici. Allora, Gilli si dedicava all’alta pasticceria e si trovava nei pressi del Duomo. In seguito, l’attività si è evoluta verso la dimensione dei caffè, diventando famosa anche grazie alla qualità della sua cioccolata. Nel 1917, Gilli è approdato alla sede attuale di via Roma 1r, innanzi a Piazza della Repubblica, nel cuore del centro di Firenze, dove bere una cioccolata calda in stile liberty. Ed è possibile chiedere la panna in un piattino a parte.
Rivoire, cioccolata calda in pieno centro a Firenze
Enrico Rivoire era fornitore ufficiale di cioccolata per la corte sabauda di Torino. Quando Vittorio Emanuele II spostò la capitale d’Italia da Torino a Firenze, anche il fornitore di cioccolata dovette mettersi in cammino ma non proseguì per Roma. Nel 1872, l’insegna “Enrico Rivoire – Fabbrica di Cioccolata a Vapore” comparve al 5 rosso di Piazza della Signoria. Presa una simile posizione, non sorprende che Rivoire sia rimasto a Firenze, dove il suo caffè si è trasformato in una specie di salotto cittadino. L’atmosfera rimane ancora ottocentesca. Oltre la bevanda, il laboratorio di Rivoire produce cioccolatini, famoso quello all’alchermes, e cioccolata di qualità.
Foto: pagina Facebook Caffè Rivoire
Il Caffé Giubbe Rosse e il Caffè Paszkowski
Piazza della Repubblica è la piazza dei grandi caffè letterari di Firenze. La “birreria Reininghaus” risale al 1897 ma la divisa dei camerieri suggerì ai fiorentini di ribattezzare il locale Giubbe Rosse. Così, in piazza della Repubblica 13-14/r, l’onomastica fiorentina ha prevalso sull’origine tedesca dei proprietari. Purtroppo, al momento, il locale è in ristrutturazione, la cioccolata deve attende. Al Caffè Paszkowski invece è stata reinterpretata soltanto la pronuncia. I Paszkowski che nel 1904 rilevarono l’attività erano polacchi. La pronuncia “Pascoschi” è fiorentina. Ovviamente il Caffè Paszkowski si trova in piazza della Repubblica 6. Stile, atmosfera e arredamento interno conservano forti elementi d’epoca.
Nel Novecento, entrambi i caffè furono punto di ritrovo per futuristi e letterati, fiorentini ma non solo. Frequentarono i tavoli lo scultore Ottone Rosai, il poeta Dino Campana, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Elio Vittorini, Eugenio Montale. Forse, Aldo Pietro Vincenzo Giurlani vi si fece conoscere con il nome d’arte: Aldo Palazzeschi. Pertanto, da Paszkowski e alle Giubbe Rosse la cioccolata calda di Firenze è e sarà futurista.
Dove bere una buona cioccolata calda a Firenze: Caffè Rainer, pasticceria in stile austriaco
Rudolf Rainer e Silvia Rabito hanno aperto il loro caffè nel 2011, in via San Zanobi 97r. L’attività è anche quella di una pasticceria in stile austriaco, dove s’impastano sacher torte, strudel, torta foresta nera. La cioccolata calda viene preparata d’inverno, in cerca di qualità semplice: cioccolato fondente, acqua e cacao amaro. Mentre la caffetteria speciale arricchisce il caffè di cioccolata fondente, bianca, panna e altri ingredienti particolari. Perché se anche il caffè può essere una scoperta a ogni tazzina, Rainer invece è la nuova cioccolata calda da provare a Firenze.
La novità introdotta dalla nuova legge di bilancio è la “Carta risparmio spesa 2023“, una sorta di evoluzione della vecchia social card che funziona attraverso buoni spesa, riconosciuti a chi ha un Isee basso, da spendere nei negozi per gli acquisti di beni di prima necessità, anche con sconti dedicati. A differenza del reddito alimentare, destinato ai pacchi spesa per chi è in condizioni di povertà, questa misura sarà destinata a una platea più ampia, anche grazie allo stanziamento di mezzo miliardo di euro.
I moduli 2023 per la “vecchia” Carta acquisti (social card)
Prima di tutto bisogna fare una precisazione sui termini. Una “Carta acquisti” già esiste ed è la “vecchia” social card riservata agli over 65 e ai genitori con bimbi di età meno di 3 anni, per cui il Ministero dell’Economia dal 1° gennaio 2023 ha messo a disposizione i moduli di richiesta che possono essere presentati alle Poste. Per queste due categorie viene previsto un contributo di 80 euro ogni due mesi, versato dall’Inps su una carta elettronica, per le spese alimentari, sanitarie e per il pagamento delle bollette di elettricità e gas metano. Sono previsti anche sconti nei negozi convenzionati.
Ecco i requisiti principali: per gli over 65 e i genitori di bambini fino ai 3 anni avere un reddito e un Isee fino a 7.640,18 euro; per gli over 70 il limite di reddito viene innalzato a 10.186,91 euro annui, ma resta il tetto Isee a 7.640,18 euro. La Carta acquisti è completamente gratuita e chi già ne usufruiva negli anni passati, se rientra ancora nei requisiti, non deve ripresentare domanda. A questa misura si aggiungerà dal 2023 la “Carta acquisti risparmio spesa”, che prevede buoni spesa per una fascia più amplia della popolazione.
Buoni spesa 2023: i requisiti Isee della nuova “Carta acquisti risparmio spesa” e come richiederla
Sul fronte dei requisiti dei nuovi buoni spesa per il 2023, la manovra fissa il tetto Isee a 15.000 euro: la “Carta acquisti risparmio spesa” viene riconosciuta in base all’indicatore della situazione economica equivalente (che vale per l’intero nucleo familiare). Successivamente saranno introdotte altre condizioni in base a età, sussidi statali già percepiti e ulteriori elementi che serviranno a escludere soggetti che in realtà non sono in stato di bisogno. A differenza della social card (la “carta acquisti ordinaria”, come visto all’inizio dell’articolo), la gestione dei buoni della Carta acquisti risparmio spesa 2023 sarà affidata al Comune di residenza, come già successo durante la pandemia con il governo Conte.
Questa sorta di voucher potrà essere usato per l’acquisto di beni di prima necessità nei negozi aderenti con un’ulteriore proposta di sconto su un paniere di prodotti alimentari. Ancora non è noto l’importo della Carta risparmio spesa 2023, ma con tutta probabilità bisognerà richiederla ai singoli Comuni, che definiranno nel dettaglio i bandi. Il testo della legge di bilancio specifica che per fruire dell’agevolazione sarà predisposto “un apposito sistema abilitante“, ma il funzionamento di questa piattaforma sarà specificato soltanto successivamente. Entro il 1° marzo 2023 è atteso il decreto attuativo della “Carta acquisti risparmio spesa”, da parte del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Ministero dell’economia e delle finanze, e a seguire i bandi per i buoni, pubblicati dai Comuni.
Con le prime date 2023 a Firenze sono pronti a ripartire i saloni di Pitti Immagine, dall’Uomo al Bimbo, passando per i Filati (e la vintage selection), i sapori di Taste e le pagine di Testo: un ritorno a pieno regime dopo anni di limitazioni per il Covid. Un calendario condensato da inizio gennaio – subito dopo la chiusura delle feste natalizie – fino al termine di febbraio. Come di consueto si parte con la moda maschile per gettare uno sguardo sulle collezioni del prossimo anno, passando poi all’abbagliamento formato baby e ai tessuti più innovativi. Confermati i due appuntamenti che si avventurano fuori dai confini del fashion, dedicati alla gastronomia di alta qualità e al mondo dell’editoria. Per i profumi di Fragranze invece bisognerà aspettare settembre. Vediamo allora quali sono le date di Pitti 2023 da segnare sul calendario.
Pitti Uomo 2023: le date alla Fortezza da Basso di Firenze
Iniziamo dalle date più attese quelle dell’edizione numero 103 di Pitti Uomo, che si tiene da martedì 10 gennaio 2023 a venerdì 13 gennaio 2023 alla Fortezza da Basso di Firenze (orario 9-18, tranne l’ultimo giorno con chiusura alle 16). In città arrivano operatori del settore da tutto il mondo, tra cui i buyer dei più importanti gruppi internazionali, per scoprire le collezioni autunno-inverno 2023-2024 della moda maschile per un totale di 759 marchi, il 40% proveniente dall’estero.
Tra le novità “I Go out”, sezione dedicata allo stile per gli spazi aperti e per lo sport, “The Sign”, una nuova area speciale dedicata agli oggetti, ai complementi di arredo e di stile più innovativi, inaspettati e indispensabili, e “Pittipets“, il lato fashion del mondo degli animali domestici. Il tema delle date dei saloni invernali di Pitti 2023 è “Pittiway”.
Pitti Bimbo 2023: il secondo appuntamento di gennaio
Dopo il salone dedicato all’uomo, il secondo evento alla Fortezza da Basso di Firenze è quello con Pitti Bimbo 2023, alla sua 96esimea edizione, con 3 date: da mercoledì 18 a venerdì 20 gennaio (orario 9-18, ultimo giorno fino alle 16). L’appuntamento dedicato al kidswear ospita 250 brand da tutto il mondo. In vetrina le migliori collezioni per il guardaroba più piccoli e le avanguardie del settore.
Non solo abbigliamento e accessori, quest’anno il percorso espositivo si amplia e coinvolge nuovi padiglioni, per esplorare tutte le sfaccettature dei prodotti per bambini dal family lifestyle al design per la cameretta, dai giochi ai prodotti beauty e all’editoria.
Pitti Immagine Filati 2023 (e Vintage selection): 100 espositori per 3 date
Il tris perfetto dei saloni della moda di Firenze: spenta la vetrina per l’uomo, chiuso l’evento per il bimbo, da mercoledì 25 a venerdì 27 gennaio 2023 si svolge Pitti Filati, appuntamento di riferimento per il mondo dei filati e della maglieria a livello internazionale che porta alla Fortezza da Basso oltre 100 espositori. La tre giorni è dedicata alle più importanti filature italiane e internazionali, alle tendenze del domani, esplorate nel nuovo Spazio Ricerca, e alle nuove proposte delle aree speciali “Fashion at Work”, “Knitclub” e
“CustomEasy”.
In occasione di Pitti Filati si svolgerà anche Vintage Selection 2023 il salone di riferimento per l’abbigliamento, gli accessori e gli oggetti di design vintage: appuntamento nelle stesse date dell’evento principale (quindi dal 25 al 27 gennaio, orario 9-18, ultimo giorno fino alle 16) nel padiglione Medici della Fortezza. Non è aperto al grande pubblico, ma anche quest’anno sarà riservato agli operatori del settore.
La passata edizione di Pitti Filati
Taste 2023: a Firenze il meglio del gusto
Chiusi gli eventi della moda, si passa alle date del salone delle eccellenze del gusto organizzato a Firenze da Pitti Immagine: Taste 2023 da sabato 4 a lunedì 6 febbraio sarà aperto agli addetti del settore dalle 9.30 alle 19.30 (lunedì fino alle 18), mentre per il grande pubblico l’evento sarà accessibile sabato e domenica dalle 14.30 alle 19.30 e lunedì 9.30 alle 18.00. La location è sempre quella della Fortezza da Basso e il tema scelto per quest’anno è “Jazzy Taste”, per creare un legame tra tavola e musica jazz. Oltre agli eventi nel polo fieristico, si svolgeranno tanti appuntamenti diffusi in città per il calendario collaterale “Fuori di Taste”.
Testo [Come si diventa un libro] e Fragranze
Il programma invernale di Pitti Immagine si chiude con la seconda edizione di Testo [Come si diventa un libro], evento dedicato all’editoria contemporanea e ai sui protagonisti, da venerdì 24 a domenica 26 febbraio 2023 alla Stazione Leopolda di Firenze (orario tutti i giorni 11-20). L’iniziativa è ideata dalla libreria indipendente Todo Modo. La tre giorni propone una selezione ragionata di libri e novità, un fitto programma di eventi, laboratori, incontri e percorsi di lettura con oltre 100 case editrici.
Il successivo “impegno” per Pitti è primavera con l’E-p Summit, appuntamento dedicato al rapporto tra moda e mondo digitale (18-19 aprile Stazione Santa Maria Novella), seguito a giugno dall‘edizione estiva dei tre saloni della moda: Pitti Uomo, Bimbo e Filati (date ancora da annunciare). L’anno delle fiere internazionali si chiude dal 15 al 17 settembre, con Fragranze, l’evento ospitato alla Stazione Leopolda incentrato sul meglio della profumeria artistica e del mondo beauty.
Il Comune di Firenze prova a impedire il proliferare in centro di camere (con bagno privato) da affittare. Presentando il nuovo Piano operativo il sindaco Dario Nardella e l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re sono stati chiari: da ora in poi, per ogni bagno privato ci deve essere almeno una stanza da 30 metri quadri. “Questo per evitare che un appartamento venga frazionato in cinque-sei camere con bagno, che poi vengono tutte affittate”, ha chiarito Nardella. Da questo punto di vista dal Comune era già arrivata una stretta visto che era stata stabilita una superficie minima dell’alloggio a 50 metri quadri sia nel caso di frazionamenti che di nuove costruzioni.
Gli elementi cardine del Piano operativo
Il Piano operativo prevede anche zero alberghi e lotta alla rendita, servizi per tutti a 15 minuti a piedi e 50 scelte per una Firenze giusta e prossima attraverso innovazione pubblica e privata. Sullo stop ai nuovi alberghi il blocco riguarda la zona A, quella che riguarda il centro ma anche oltre i viali (escludendo naturalmente le periferie). È stata stabilita anche la premialità per chi recupera in tempi rapidi immobili dismessi o abbandonati. E l’eliminazione delle schede di decollo e atterraggio per semplificare i movimenti dei volumi.
Ci saranno anche incentivi per favorire un mix di funzioni per grandi immobili (superiori ai 2mila mq) con l’interscambiabilità delle funzioni residenziale, direzionale e servizi per immobili. Previste poi misure per introdurre e sostenere iniziative di rigenerazione partecipata con l’ampliamento del ricorso all’uso temporaneo degli spazi, all’urbanistica tattica e alla co-progettazione. Si partirà da una co-progettazione per Quartiere: ex Camping Michelangelo e Carra nel Quartiere 1; San Salvi nel Q2; La Riottosa del Galluzzo nel Q3; l’ex fabbrica Campolmi nel Q4 e la zona Stibbert nel Q5.
Il nuovo criterio della superficie edilizia media
Oltre all’alloggio minimo da 50mq in centro storico, in zona A viene introdotto il nuovo criterio della superficie edilizia media (50-55-60). Questo per limitare il numero di frazionamenti. Per i nuovi studentati privati il 20% delle camere sarà destinato agli studenti bisognosi dell’Università di Firenze.
Sempre a proposito di studentati nel Piano operativo di Firenze è importante la precisazione che per le strutture la possibilità di aprirsi al turistico-ricettivo viene limitata da 90 a 60 giorni all’anno. E si pone il limite nei soli mesi di luglio e agosto (dove non ci sono gli studenti). Il Piano operativo dovrà essere approvato dal Consiglio comunale. Tutte le informazioni dettagliate sul sito del Comune di Firenze.