lunedì, 18 Agosto 2025
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Solo noia per uno scialbo pareggio tra Parma e Fiorentina

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Triste, brutto pareggio all’Ennio Tardini tra Parma e Fiorentina. Poche emozioni e tanta noia in quella che, molto probabilmente, è stata l’ultima gara con Giuseppe Iachini. Si attendono, in settimana, decisioni importanti su chi guiderà in futuro la squadra viola. Molto probabile l’esonero dell’allenatore marchigiano e il ritorno, dopo 10 anni, di Cesare Prandelli. A Parma Iachini schiera una squadra senza lo squalificato Quarta, l’infortunato Pezzella e Callejon, risultato positivo al Covid venerdì scorso. Giocano dal primo minuto Igor e Venuti. In attacco è Kouamè a far coppia con Ribery. Liverani sceglie Inglese accanto a Gervinho. In quarantena anche Joe Barone. Positivo al Covid ma asintomatico.

Primo Tempo

Pochi tiri in porta, poche occasioni da rete da entrambe le parti. La Fiorentina si fa preferire per il possesso palla ma è sempre poco incisiva in area di rigore. All’8’ ci prova Biraghi su punizione ma Sepe respinge. Al 26’ ci prova Gervinho per il Parma ma Dragowski si salva. Il primo tempo si conclude senza altre grandi azioni.

Secondo Tempo

A inizio ripresa la palla-gol più nitida è per Biraghi che, al 49’ impegna Sepe dopo aver vinto un rimpallo al limite. All’81’ Castrovilli cerca la soluzione dalla distanza, ma trova la pronta risposta di Sepe. Finisce tra gli sbadigli una gara che non è mai iniziata e che, fin da subito, ha mostrato due squadre svogliate e senza idee. La divisione della posta era l’obiettivo dichiarato, fin dall’inzio tra Parma e Fiorentina.

L’allenatore

Giuseppe Iachini si difende a fine gara. “Abbiamo trovato una squadra chiusa contro la quale era difficile giocare. Dovevamo trovare l’ultima giocata, l’ultimo passaggio, cosa che non è avvenuta. Abbiamo provato a vincerla e dietro non abbiamo concesso nulla. Abbiamo giocato con Kouame come centravanti e abbiamo cercato di sfruttare gli inserimenti da dietro. Ma lo spirito della squadra c’è stato, dovevamo solo trovare l’ultimo passaggio. Purtroppo ieri, alla vigilia della partita, è arrivata questa notizia della positività al Covid di Callejon che ha cambiato molto”. Sull’ipotesi esonero il tecnico mostra tranquillità. Sono arrivato l’anno scorso con la squadra quartultima, abbiamo fatto un grande finale nella scorsa stagione. E quest’anno ce ne sono successe di ogni. Abbiamo perso Pezzella, Borja Valero, Ribery in diverse riprese. Meritavamo di avere qualche punto in più in classifica. I ragazzi seguono il lavoro – conclude Iachini – e danno tutto. Poi quello che verrà deciso, è un qualcosa che non spetta a me. Sono contento di guidare la Fiorentina che è la squadra della mia carriera e alla quale sono affezionato. Vedremo”.

Trekking nelle zone rosse e arancioni: cosa si può fare secondo il nuovo Dpcm

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Tra giornate di tiepido sole autunnale e boschi nella loro stagione più bella, difficile resistere a una passeggiata nella natura in questo periodo. Ma con le misure anti Covid introdotte dal nuovo Dpcm 3 novembre si può fare trekking e quali limiti sono previsti nelle zone rosse, nelle zone arancioni e nelle zone gialle per le escursioni in montagna? A questa domanda ha risposto oggi il Cai, il Club alpino italiano, associazione di riferimento per trekking ed escursionismo.

Nuovo Dpcm, si può fare trekking?

Intanto, una premessa. Trekking ed escursioni in montagna sono classificate come attività motoria (e non sportiva). Pertanto seguono la normativa prevista per questo tipo di attività, che è diversa nelle tre zone di rischio in cui il nuovo Dpcm 3 novembre suddivide le regioni.

Trekking e zone rosse: i divieti

Nelle regioni classificate come zone rosse, trekking ed escursioni in montagna sono vietati: il nuovo Dpcm anti Covid consente infatti l’attività motoria solo individuale e nei pressi della propria abitazione. Non solo è vietato uscire dal comune di residenza, ma non è consentito dunque neanche allontanarsi troppo da casa. È permessa al massimo una passeggiata, insomma, in Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Ma non si può fare trekking né escursioni in montagna nelle zone rosse.

Escursioni nelle zone arancioni

Nelle zone arancioni – al momento due sole regioni, Puglia e Sicilia – non è invece vietata l’attività motoria, dunque è sulla carta possibile andare in montagna per trekking ed escursioni rispettando le disposizioni di prevenzione del Covid del nuovo Dpcm 3 novembre.

È pure vero che nelle regioni arancioni vige il divieto di spostamenti verso comuni diversi da quello di residenza. Ma con delle eccezioni: motivi di lavoro, studio, salute o “per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”. L’interpretazione del Cai è che, se nel proprio comune non è possibile fare escursioni, spostarsi in un altro comune della regione per farlo rientri tra queste eccezioni, sebbene resti sconsigliato.

Zone gialle: si può fare trekking

Meno controversa la situazione nelle regioni delle zone gialle: qui si può fare trekking ed escursionismo, in quanto non ci sono divieti all’attività motoria né agli spostamenti. È possibile dunque anche prendere parte a escursioni in gruppo.

Anche laddove si può fare trekking ed escursionismo in montagna si devono comunque rispettare le prescrizioni di sicurezza mantenute anche nel testo del nuovo Dpcm. E dunque, divieto di assembramenti e mantenere sempre la distanza interpersonale.

Tamponi rapidi nelle scuole, l’iniziativa di CR Firenze

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La Fondazione CR Firenze finanzia i tamponi rapidi anti-Covid per tutti gli studenti delle scuole fiorentine, dall’infanzia alla prima media. Un’operazione di screening su larga scala per contrastare la diffusione esponenziale del coronavirus e che coinvolgerà tutti i piccoli delle scuole collocate sul territorio fiorentino.

I test verranno fatti ai bambini le cui famiglie daranno l’autorizzazione e l’iniziativa è promossa in sinergia con Comune di Firenze, in collaborazione con la Ausl Toscana Centro, Società della Salute di Firenze e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana.

Tamponi rapidi nelle scuole, l’iniziativa di CR Firenze

I test saranno eseguiti a partire dalla prossima settimana e se l’esame darà esito positivo, al bambino, con il consenso della famiglia, potrà essere effettuato contestualmente il tampone molecolare.

“Proprio la scuola è stata la Cenerentola della prima ondata del virus, rimasta chiusa per mesi – spiega Luigi Salvadori, Presidente di Fondazione CR Firenze – oggi vogliamo fare di tutto perché le scuole siano in grado di rimanere aperte e in sicurezza. Ma soprattutto dalla scuola dobbiamo ripartire per garantire alle generazioni un futuro migliore”.

Test rapidi agli studenti, chi avrà la priorità a Firenze?

Per lo svolgimento dei test rapidi sarà data priorità agli istituti nei quali sono già presenti classi in quarantena a causa della positività di studenti o insegnanti o personale non docente, dunque dove è più alto il rischio di presenza di casi positivi e asintomatici al Covid. Il test antigenico rapido nelle scuole, iniziativa promossa e finanziata da Fondazione CR Firenze, sarà realizzato grazie alla collaborazione e al personale della Croce Rossa Italiana e della Misericordia di Firenze attivato dalla Società della Salute di Firenze, in accordo con il Comune.

Verranno effettuati circa 25/30 tamponi ogni ora, per cinque giorni su cinque alla settimana. Ci vorranno dunque circa 27/30 giorni lavorativi per raggiungere l’intera popolazione scolastica.

Bonus collaboratori sportivi novembre: come fare domanda dell’indennità

Arriva una nuova tranche del bonus per i collaboratori sportivi per il mese di novembre: l’indennità Covid sale a 800 euro, secondo quanto stabilito dal decreto ristoro, e il pagamento verrà fatto sempre dalla società Sport e Salute in base ai requisiti già comunicati per i precedenti sussidi. Viene così rinnovata la misura prevista inizialmente dal Cura Italia e poi entrata anche nel decreto rilancio e in quello di agosto.

L’annuncio del nuovo sostegno per atleti, tecnici e lavoratori amministrativi del settore, danneggiati delle misure restrittive dell’ultimo Dpcm anche con la chiusura delle palestre, è arrivato dal Ministero dello Sport. L’articolo 17, comma 1 del decreto legge n° 137 detto decreto ristoro o decreto ristori prevede “Disposizioni a favore dei lavoratori sportivi” e stanzia 124 milioni di euro in più per il 2020.

I requisiti per l’indennità dei collaboratori sportivi, a chi spetta secondo il decreto ristoro

Il decreto ristoro conferma i requisiti per ottenere il bonus, come viene spiegato da Sport e Salute sul suo sito: i collaboratori sportivi devono aver cessato, ridotto o sospeso l’attività nel mese di novembre 2020 a causa dell’emergenza Covid e l’indennità spetta a chi è stato impiegato presso:

  • CONI
  • Federazioni sportive nazionali
  • Federazioni sportive paralimpiche
  • Enti di promozione sportiva, discipline sportive associate riconosciute dal Coni e dal Cip
  • ASD (Associazioni sportive dilettatistiche) iscritte registro del Coni

A chi non spetta il bonus di 800 euro: la guida

Anche per l’indennità di novembre restano fermi i paletti per l’incompatibilità: non si può richiedere il bonus per i collaboratori sportivi se si percepisce

  • un altro reddito da lavoro dipendente o autonomo o partite Iva nel mese di novembre 2020
  • il REM – reddito di emergenza, che dal decreto ristoro è stato previsto per altri due mesi
  • il reddito di cittadinanza
  • cassa integrazione
  • altri bonus ristoro Covid, erogati dall’Inps, come per i lavoratori stagionali, del turismo o dello spettacolo
  • pensione
  • assegno ordinario di invalidità

Gli 800 euro, come già successo con le altre tranche del bonus per i collaboratori sportivi, non vengono conteggiati nel reddito e non vanno pagate tasse su questa indennità, viene specificato nel decreto ristoro.

Bonus di novembre per i collaboratori sportivi: come funziona e come fare domanda a Sport e Salute

L’indennità per i collaborativi sportivi del mese di novembre sarà di 800 euro, 200 euro in più rispetto alle precedenti tranche del bonus: non sarà necessario richiederlo perché il pagamento sarà versato in automatico via bonifico dalla società Sport e Salute a tutti i soggetti a cui è spettato il sussidio nei mesi scorsi perché hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività a seguito dell’emergenza Covid.

Chi ha già ricevuto il “ristoro” nei mesi scorsi (marzo, aprile, maggio e giugno) quindi non deve fare nulla, i collaboratori sportivi che invece non avessero ancora richiesto il bonus possono fare domanda dell’indennità entro il 30 novembre 2020 grazie alla piattaforma informatica di Sport e Salute.

Per fare domanda per il bonus di novembre i collaboratori sportivi devono prenotarsi inviando un SMS con il proprio codice fiscale al numero 339.9940875; una volta ricevuto il messaggio di conferma si potrà entrare sulla piattaforma online di Sport e Salute e infine compilare il form di richiesta. Tutte le info sul sito di Sport e Salute.

Nuovo Dpcm, come richiedere il rimborso dei biglietti Trenitalia

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Divieto di spostamenti tra regioni e persino dai comuni di residenza nelle zone arancioni e rosse. È una delle restrizioni più severe introdotte dal nuovo Dpcm 3 novembre, in vigore dal 6 novembre, per le regioni considerate ad alto rischio. Così, molti viaggi in treno già programmati non potranno essere effettuati. Chi ha già comprato i biglietti Trenitalia ma non potrà viaggiare potrà comunque chiedere il rimborso: ecco come fare richiesta.

Intanto però Trenitalia ha deciso per la sospensione di diversi treni in ragione del forte calo di fatturato degli ultimi mesi, così come aveva già fatto Italo, l’altro gestore dell’alta velocità in Italia.

Il rimborso dei biglietti Trenitalia

Come precisa lo stesso gestore sul proprio sito, il rimborso integrale dei biglietti di tutti i treni gestiti da Trenitalia – quelli regionali, le Frecce, gli Intercity, gli EuroCity, gli Euronight e Freccialink – vengono riconosciuti indipendentemente dalla tariffa acquistata a tutte le persone che si trovano impossibilitate a spostarsi per effetto del nuovo Dpcm 3 novembre 2020.

In particolare, “ai soggetti residenti, domiciliati o destinatari di un provvedimento di divieto di allontanamento nelle aree interessate dal contagio, come individuate dai decreti adottati dal Presidente del Consiglio dei ministri”. Non solo per chi viaggia in uscita dalle zone con restrizioni agli spostamenti, ma anche per chi aveva in programma viaggi in entrata.

Il rimborso dei biglietti, spiega Trenitalia, spetta infatti anche “ai soggetti che hanno programmato soggiorni o viaggi con partenza o arrivo nelle aree interessate dal contagio come individuate dai decreti adottati dal Presidente del Consiglio dei ministri”.

Infine, il rimborso dei biglietti Trenitalia è garantito anche a chi aveva acquistato titoli di viaggio per partecipare a concorsi pubblici o procedure di selezione, a eventi, manifestazioni, spettacoli, gare sportive e qualsiasi iniziativa annullata per effetto del nuovo Dpcm.

Nuovo Dpcm, stop agli spostamenti: come chiedere il rimborso dei biglietti Trenitalia

Per richiedere il rimborso dei biglietti di Frecce, Intercity, EuroCity, Euronight e Freccialink Trenitalia, ci si può rivolgere in biglietteria oppure compilare il modulo online. Si dovranno allegare una copia del titolo di viaggio e la documentazione che dimostri l’impossibilità di uscire o entrare da una regione.

Per i biglietti di corsa semplice sui treni regionali Trenitalia, il rimborso va richiesto in biglietteria (quando saranno riattivate) oppure inviando il modulo apposito per posta ordinaria o per email alle direzioni regionali o provinciali di competenza della località di arrivo del viaggio.

Il termine per la richiesta del rimborso dei biglietti è quello dei 30 giorni a partire dall’adozione del nuovo Dpcm o dall’annullamento dell’evento per il quale si erano acquistati i biglietti.

Il rimborso può essere monetario, con la somma spesa che viene versata sullo stesso strumento di pagamento utilizzato per l’acquisto. Oppure i biglietti possono essere rimborsati con un bonus elettronico – un voucher – di pari importo, da utilizzare entro 18 mesi.

Trenitalia e Italo, sospensione dei treni e taglio delle Frecce

Dopo la firma del nuovo Dpcm, Italo, il gestore privato dell’alta velocità italiana, ha deciso per la sospensione di quasi tutti i suoi treni. “A decorrere dal 10 novembre – si legge in una nota del gestore–, sospenderà la maggior parte dei servizi giornalieri del suo network, a causa della riduzione della domanda di oltre il 90% sul trasporto lunga percorrenza in tutta la Nazione e della introduzione delle limitazioni riguardanti la mobilità interregionale da e per territori strategici della propria offerta”. Resteranno attivi soltanto “2 soli servizi giornalieri sulla direttrice Roma-Venezia e 6 servizi giornalieri sulla direttrice Napoli-Milano-Torino”.

Un giorno più tardi, anche Trenitalia ha scelto per la sospensione dei propri treni, almeno in parte. A ottobre, secondo i dati comunicati dall’amministratore delegato Orazio Iacono, Trenitalia ha registrato un calo della domanda pari al 65% rispetto allo stesso mese del 2019. Nei primi giorni di novembre il calo si è spinto addirittura al -80%.

Per questo dal 4 novembre Trenitalia ha ridotto di 28 collegamenti le corse delle Frecce e nei prossimi giorni taglierà altre 50 corse. Per valutare poi, dal 14 novembre, se aumentare il taglio a quasi 80 corse. In totale, si stima che l’offerta dei treni Frecciarossa e delle altre Frecce di Trenitalia scenderà almeno al 50% rispetto a quella pre Covid dello stesso periodo.

Martina Trevisan, gioia e rinascita

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Nessuna era brava come lei sui campi da tennis della Valdera. La mamma insegnava ai ragazzini della sua età, lei intanto vinceva già contro le adulte. Il tennis era il suo futuro, doveva esserlo per forza. Ottobre 2020: tutti i quotidiani parlano di Martina Trevisan.

Ha raggiunto i quarti di finale del Roland Garros partendo dalle qualificazioni. Fiorentina, classe 1993, per godersi la sua prima ribalta ha dovuto aspettare quasi i 27 anni di età: non sempre il futuro segue la strada breve.

Storia di una rinascita

Quella di Martina Trevisan è la storia di una rinascita. Nel 2009 la grande speranza del tennis femminile italiano di anni ne ha sedici e gira l’Europa per tornei. Deve giocare, le dicono, deve voler vincere. Poi arriva l’inverno e porta con sé il buio. Le pressioni in campo, i genitori che si separano. Lei non regge. “Quando mi guardavo allo specchio non mi piaceva niente. Non stavo bene con me stessa”. L’anoressia la riduce a 46 chili. Vuole solo scappare.

“Avevo il rigetto del tennis. Odiavo l’ambiente e tutto quello che ci girava attorno. Odiavo il campo da gioco, odiavo correre. Mi sembrava che non ne valesse più la pena”. Nel registro delle sue gare c’è un vuoto di quattro anni, proprio all’età in cui le promesse sportive o si mantengono o si dimenticano per sempre. Torna a scuola, esce con gli amici, fugge dal tennis. Quattro anni senza racchetta, quattro anni in cui Martina inizia a conoscere Martina. “Pensavo di poterne uscire da sola, ma mi sbagliavo”. Con l’aiuto della psicoterapia comincia a ricostruirsi. Torna in campo, ma solo per insegnare ai bambini. “Quando mi sono riavvicinata al tennis mi piaceva molto fare la maestra. Ero serena. Col tempo però ho sentito che quella non sarebbe stata la mia professione, non in quel momento. Era troppo presto”.

Ormai ha scelto. È il febbraio 2014: «A new beginning» scrive su Facebook. Un nuovo inizio, una rinascita. A maggio gioca il primo torneo della sua seconda vita, gli Internazionali di Caserta. Si ferma ai quarti di finale contro Isabella Shinikova. Passano tre mesi, ritrova la bulgara a Innsbruck, semifinale dell’Itf. È già un’altra Martina: questa la vince lei. Ora come in certi film romantici verrebbe da far scorrere il nastro veloce in avanti e arrivare subito al finale strappalacrime. Ma di prosaico non c’è niente nel lungo elenco delle stazioni che ancora separano quel «ricomincio» dalla terra rossa del Roland Garros. Santa Margherita di Pula, Aschaffenburg, Biarritz, Bratislava, Grado, Rabat. Tornei rispettabili ma minori. Quando rientra nel ranking mondiale deve partire dalla posizione 893, più indietro di dove fosse a 16 anni. E quelle son sabbie mobili, vinci e scatti avanti, ma una brutta sconfitta ti butta giù di 200 posti. Un purgatorio affollato di meteore, enfant prodige, campioncine locali, gente venuta da lontano a giocarsi la sola carta della vita. Centinaia di storie di cui si perderà il finale.

Di vittoria in vittoria

Lei guarda alla cima della montagna. “Era il momento di riprovarci”. Vuole uno Slam. Un paio di tentativi a vuoto nell’estate 2017, pochi passi in avanti nella successiva. Wimbledon, Us Open, Roland Garros. Continua a sbattere sul muro delle qualificazioni. Arriva un’altra estate, quella australe. A Melbourne, nel gennaio 2019, contro la cinese Lin Zhu si porta a due punti dall’ingresso nel tabellone principale. Perde, ma ora è solo questione di tempo. Passa un anno, è sullo stesso campo contro Eugenie Bouchard, la canadese che cinque anni prima era la numero 5 al mondo negli stessi giorni in cui Trevisan riprendeva in mano la racchetta dopo lo stop. Pochi mesi di differenza d’età tra le due, traiettorie opposte. Martina vince e si qualifica al suo primo Slam.

A 25 anni compiuti è il suo new beginning. Soltanto un inizio, appunto. Si arriva al settembre scorso, le qualificazioni al Roland Garros non sono più un problema. “La Martina del 2020 è cresciuta e maturata”, dice. “Si è formata uno scudo”. Entrata nel tabellone incontra subito Camila Giorgi, numero 75 al mondo, numero 1 tra le italiane. Pronostico scontato, la produzione tv non ha nemmeno preparato una fotografia della Trevisan per la grafica in sovrimpressione. Giorgi serve il primo set point. Lo sbaglia, ne ha un altro, sbaglia anche quello. Trevisan è impassibile. Ha uno scudo, lei. Ribalta il punteggio, si prende il set, scappa sul 3-0 nel secondo parziale. L’avversaria ne ha abbastanza, decide di ritirarsi. È la prima vittoria a uno Slam. Al secondo turno c’è Cori Gauff, grande speranza del tennis americano, 16 anni e già numero 51 del ranking mondiale, una che ha esordito tra le professioniste battendo sua maestà Venus Williams a Wimbledon, ricevendone in premio una partitella con Michelle Obama. Mai affrontata un’avversaria così forte. All’americana viene tutto facile nelle prime battute. È senza dubbio un fenomeno ma è pur sempre un’adolescente. Commette qualche errore, accusa il colpo, si lascia spaventare, sbaglia sempre di più: saranno 19 doppi falli alla fine. Per presenza mentale la partita è già decisa. La Trevisan continua ad attaccare, rimonta, vince. “È la vittoria più bella della mia carriera”, dirà a fine gara. In quella stessa settimana potrà pronunciarlo un altro paio di volte. Vince in rimonta contro Maria Sakkari, la numero 24, e accende i riflettori del tennis mondiale su di sé quando batte anche l’olandese Kiki Bertens che quel giorno occupava il posto numero 5 del ranking. Va ai quarti di finale del Roland Garros.

 

Consapevolezza

Il viaggio è stato lungo ma per la prima volta Martina è dove da sempre voleva essere. Zhu, Bouchard, Bertens: “Sono le partite più importanti per me fino a qui. Tutte e tre mi hanno dato molto. Alcune grandi sofferenze, come la sconfitta con la Zhu. Altre grandissime gioie”. Nel taoismo della tradizione cinese il respiro del mondo è una somma di luce e oscurità, gioia e dolore. La rinascita un mutamento del loro equilibrio. “Ho lavorato molto per accettare sia la sconfitta che la gioia. Continuerò a lavorare duramente per far sì che ci saranno altre gioie, ma sarò pronta ad accettare anche le sconfitte”. Oggi Martina Trevisan è la numero 83 al mondo, la 2 in Italia. Ed ha un’arma in più per tutto quello che le accadrà d’ora in avanti “La consapevolezza – dice – sia dentro che fuori dal campo”. Una cosa, però, non è mai cambiata, dai primi palleggi sui campi della Valdera alle lacrime sulla terra del Roland Garros: “La forza di non mollare mai”.

Inverno fiorentino online: 350mila euro di aiuti alla cultura

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Inverno fiorentino, così si chiama l’iniziativa del Comune di Firenze che stanzia 350 mila euro in aiuti alla cultura. I fondi saranno destinati a una serie di iniziative online che andranno a comporre il cartellone della rassegna “Inverno Fiorentino” e agli aiuti al settore del teatro e delle sale di spettacolo chiuse causa Covid. La proposta arriva dall’assessore alla cultura Tommaso Sacchi ed è appena stato approvata dalla giunta di Palazzo Vecchio.

“Con teatri, cinema, musei e altri luoghi di cultura e spettacolo chiusi – ha detto Sacchi – il Comune non intende però arretrare sul fronte degli aiuti a e sposta il baricentro della produzione sul digitale: associazioni, enti e realtà culturali fiorentine potranno così organizzare eventi e iniziative fruibili online, in piena sicurezza, e con un aiuto economico che intende essere una forma di sollievo per un settore duramente colpito dalle conseguenze economiche della pandemia. Siamo la prima città in Italia a compiere un’operazione di questo genere”.

Inverno Fiorentino, cos’è e quando si terrà

L’inverno Fiorentino è un cartellone di eventi online che si terrà tra l’autunno e l’inverno 2020 su varie piattaforme digitali. Sarà l’associazione Muse a pubblicare l’avviso di selezione per l’individuazione dei soggetti beneficiari: enti no profit che organizzeranno eventi tramite piattaforme digitali, fruibili dagli spettatori online o in streaming durante il periodo autunnale e invernale.

Aiuti alla cultura, chi può partecipare all’Inverno Fiorentino?

Il cartellone dell’Inverno Fiorentino, prevede uno stanziamento fino a 150 mila euro a cui potranno partecipare i soggetti no profit che hanno maturato esperienze nel territorio fiorentino e che propongono eventi di natura culturale trasmessi in streaming oppure online. Per ogni evento digitale proposto potrà essere riconosciuto un contributo economico massimo di 1.500 euro, fino ad un contributo massimo di  5.000 euro in caso di realizzazione di più eventi.

Teatri e sale chiuse, gli aiuti del Comune di Firenze

Ma non è tutto, la delibera prevede anche il sostegno economico ai soggetti senza scopo di lucro che gestiscono sale teatrali e sale di spettacolo fiorentine attualmente chiuse al pubblico a causa delle misure di contenimento della pandemia. Per questi ultimi sono previsti aiuti fino a un massimo di 200 mila euro e potranno partecipare “i soggetti senza scopo di lucro che gestiscono sale teatrali e di spettacolo fiorentine attualmente chiuse al pubblico che necessitano con urgenza di un sostegno economico per far fronte alle spese generali e di personale per il loro funzionamento ai quali potrà essere riconosciuto un contributo economico di 15.000 euro sulla base delle spese di funzionamento e gestione inerenti all’anno 2020 appositamente documentate”.

Iachini al capolinea, a Parma l’ultima con la Fiorentina

Più che della trasferta a Parma, negli ultimi giorni in casa Fiorentina non si fa che parlare del cambio in panchina. Ormai pare scontato che la sfida contro gli emiliani sia il capolinea per Beppe Iachini. Anche il presidente Rocco Commisso ha dato il via libera al cambio della guida tecnica e nei giorni della sosta per la Nazionale Joe Barone e Daniele Pradè provvederanno all’esonero e a sottoscrivere il nuovo contratto col successore dell’allenatore marchigiano. Intanto però si gioca. Parma – Fiorentina è l’anticipo in programma sabato 7 novembre alle 20.45: ecco le probabili formazioni.

Prandelli favorito su Montella

Il primo nome della lista è quello di Cesare Prandelli che tornerebbe a Firenze dopo 10 anni. Il tecnico di Orzinuovi vive in città, ha sempre avuto un ottimo rapporto con i tifosi ed accetterebbe un contratto a temine, fino al 30 giugno 2021, sia per l’amore che ancora nutre nei confronti della Fiorentina sia per provare a rilanciarsi dopo le ultime esperienze non positive. L’alternativa è richiamare Vincenzo Montella, che è ancora sotto contratto fino alla fine della stagione, e che dunque rientrerebbe in pista senza oneri per la società. Tutte soluzioni a breve scadenza dato che i vertici viola sono attaccati a due mezzi sì: di Maurizio Sarri e di Luciano Spalletti che hanno detto no a entrare in corsa (anche perché entrambi già sotto contratto) ma disponibili, eventualmente, a cominciare una nuova avventura a Firenze nella prossima stagione.

Parma – Fiorentina, le probabili formazioni

Rientrerà Pulgar ma mancheranno in difesa Martinez Quarta, squalificato, e Pezzella infortunato. Assente anche Callejón, risultato positivo al Covid. Beppe Iachini dovrebbe cambiare modulo con quattro difensori: Lirola, Milenkovic, Caceres e Biraghi. Due mediani Amrabat e Pulgar, un centrocampo a tre con Bonaventura, Castrovilli e Ribery e in attacco si rinnova il ballottaggio tra Kouamé e Vlahovic. Liverani ritrova Bruno Alves: il centrale portoghese tornerà in difesa assieme a Iacoponi, Gagliolo e Pezzella. Infortunato Cornelius, con Gervinho, intoccabile, dovrebbe essere Inglese a partire dal primo minuto nell’attacco del Parma.

I 21 criteri per diventare zona rossa: tutti gli indicatori

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C’è la capacità di monitoraggio del sistema sanitario regionale. C’è l’andamento del contagio e la tenuta dei servizi sanitari. E c’è infine la resilienza di ciascuna regionale nel caso di una recrudescenza dell’epidemia. Tre categorie e 21 criteri per stabilire se una regione debba essere classificata come zona rossa, zona arancione o zona gialla: ecco quali sono gli indicatori sul contagio da Covid 19 individuati dal Ministero della salute e adottati col nuovo Dpcm 3 novembre.

Zona rossa: i 21 criteri del nuovo Dpcm

Numeri, dati oggettivi, dall’analisi dei quali viene calcolato un coefficiente di rischio. È in base a questi 21 criteri che le regioni diventano zona rossa, zona arancione o zona gialla. Non si tratta però di una sentenza definitiva. Gli indicatori verranno aggiornati settimanalmente e sulla base dei dati aggiornati sarà rivista la classificazione delle regioni: così, ad esempio, una regione in zona rossa potrà scendere a un livello di rischio più basso. Oppure, augurandosi che non accada, seguire il percorso contrario: da una zona a rischio più basso verso una a rischio più alto. I 21 indicatori sono stati presentati dal Ministro della salute Roberto Speranza durante un’informativa alla Camera a seguito della firma del nuovo Dpcm 3 novembre.

In generale, i 21 indicatori sono organizzati in tre gruppi che rispondono ad altrettante “dimensioni”:

  1. La completezza dei dati (gruppo 1)
  2. Resilienza dei servizi sanitari preposti nel caso di una recrudescenza dell’epidemia da Covid 19 (gruppo 2)
  3. La classificazione di trasmissione e impatto (gruppo 3)

Coprifuoco dalle 22: come funziona, cosa significa e da quando inizia

Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio

  • 1.1 Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi / totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  • 1.2 Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero / totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  • 1.3 Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI / totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  • 1.4 Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza / totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  • 1.5 Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).
  • 1.6 Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

Autocertificazione Covid per gli spostamenti: nuovo modulo pdf (novembre)

Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti

  • 2.1 Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il re-testing degli stessi soggetti, complessivamente e per macro setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
  • 2.2 Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.
  • 2.3 Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).
  • 2.4 Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing.
  • 2.5 Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
  • 2.6 Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti / totale di nuovi casi di infezione confermati.

Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari

  • 3.1 Numero di casi riportati al Ministero della Salute negli ultimi 14 giorni.
  • 3.2 Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
  • 3.3 Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).
  • 3.4 Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.
  • 3.5 Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
  • 3.6 Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.
  • 3.7. Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).
  • 3.8 Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.
  • 3.9 Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica (codici 24, 26, 68) per pazienti COVID-19.

A Natale una ruota panoramica al piazzale Michelangelo?

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AAA cercasi ruota panoramica per ammirare Firenze dall’alto del piazzale Michelangelo, il pezzo forte del Natale in città (Covid permettendo). Nonostante il momento incerto per l’emergenza sanitaria, caratterizzato da continui Dpcm e dallo spettro di un lockdown, il Comune ha pubblicato sul suo sito ufficiale un bando esplorativo per selezionare una società che potrebbe installare la grande giostra sulla “terrazza”.

Quando arriva la ruota panoramica al piazzale Michelangelo

Palazzo Vecchio ha messo in cantiere l’arrivo della ruota panoramica in vista delle prossime feste natalizie, tra il 1° dicembre 2020 e il 15 gennaio 2020 e ha pensato di abbinare alla ruota un mercatino di street food.

Ma l’impresa si preannuncia molto difficile. Sulle iniziative del Natale a Firenze, dai classici mercatini ai vari villaggi delle feste, aleggia infatti lo spettro di un lockdown per il coronavirus e attualmente le regole nazionali hanno imposto anche uno stop a fiere e parchi di divertimento.

Ruota panoramica al piazzale Michelangelo, tra stop e perplessità

Qualche perplessità sull’opportunità di installare una ruota panoramica in questo momento storico l’hanno mostrata anche i fiorentini, che sui social non hanno accolto di buon grado la proposta di Palazzo Vecchio. Infine, dettaglio non di poco conto, ha espresso i suoi dubbi anche la soprintendenza architettonica, delle belle arti e del paesaggio, che darebbe il suo ok solo per un tempo limitato di venti giorni e a patto che la ruota non superi i 30 metri di altezza.

Quando scade il bando per la ruota panoramica?

Botta e risposta a parte, l’avviso pubblicato sul sito del Comune scade il 23 novembre 2020 alle 12.30. E da qui ad allora la situazione la situazione fiorentina, e italiana tutta, potrebbe essere cambiata radicalmente. Ma nel frattempo chi volesse può provare a partecipare, facendo la propria proposta.